[CDL] Berlusconi si arrende in lista i suoi governatori

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Pertinax
00sabato 4 marzo 2006 11:40
Via libera dagli alleati: Formigoni capolista al Senato
Con lui candidati anche Galan (Veneto) e Iorio (Molise)
Cdl, Berlusconi si arrende
in lista i suoi governatori
di FRANCESCO BEI

Cdl, Berlusconi si arrende
in lista i suoi governatori

Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni

ROMA - Formigoni ce l'ha fatta. Batti e ribatti alla fine il governatore della Lombardia, a sentire l'ultimo bollettino di "Radio Cdl", avrebbe strappato la candidatura come capolista al Senato in Lombardia. La notizia rimbalza da palazzo Grazioli, dove il premier è rimasto blindato tutto il giorno ad esaminare regione per regione gli elenchi dei candidati di Forza Italia: di colore verde i seggi sicuri, rosso per quelli a rischio, bianco a indicare quelli quasi impossibili.

A far pendere il piatto a favore di Formigoni sono state due considerazioni. La prima è che gli alleati, a patto che il governatore torni al Pirellone dopo le elezioni, hanno dato il loro via libera all'operazione. "Nessuno - dice il leghista Calderoli - ha mai contestato la libertà di Forza Italia di candidare chi desidera". Luce verde anche da Ignazio la Russa: "Se Berlusconi decide di candidare Formigoni, Alleanza Nazionale non è contraria".

Ma soprattutto avrebbe pesato sul Cavaliere l'ultima minaccia del presidente della Lombardia, quella di non sostenere la corsa della Moratti a sindaco di Milano nel caso fosse stata tarpata la sua aspirazione a un seggio senatoriale. La candidatura Formigoni, per par condicio, se ne tira dietro altre due, quella del governatore del Veneto Giancarlo Galan e quella di Michele Iorio per il Molise. "In caso di vittoria - ha spiegato Formigoni al premier - mi piacerebbe entrare nella squadra di governo altrimenti, se perdiamo, resterei in Senato giusto il tempo di eleggere il capo dello Stato e poi darei le dimissioni".

Niente da fare invece per Gianni Letta, che anche ieri - stando ai racconti di due deputati azzurri suoi amici - avrebbe declinato l'ennesima offerta di Berlusconi di guidare la lista di Forza Italia al Senato nel Lazio e in Abruzzo. Il Cavaliere comunque non molla la presa sul suo braccio destro, che considera "decisivo" per ribaltare i pronostici nelle due regioni e, soprattutto, vorrebbe a disposizione in Parlamento come "riserva della Repubblica", specie in caso di sconfitta. Il premier ha voluto inserire in lista alla Camera anche il suo assistente a palazzo Chigi, Valentino Valentini.

I problemi di Forza Italia riguardano anche altri big del partito, che Berlusconi vorrebbe come capilista al Senato. Nonostante le abbia tentate tutte, Marcello Pera non è riuscito a strappare la testa di lista nel Lazio a Beppe Pisanu. Così il presidente del Senato, che può contare a Roma su solidi appoggi in Vaticano, si dovrà accontentare di Toscana, Umbria ed Emilia Romagna, mentre il ministro dell'Interno guiderà le liste in Sardegna, Lazio, Campania e Puglia.

Non c'è stato verso di convincere Tremonti a correre per palazzo Madama. "La Camera è rock e il Senato è lento", avrebbe detto il ministro dell'Economia al premier. Inoltre, per rimarcare la sua caratura di leader "nazionale", Tremonti ha preteso di essere capolista alla Camera dopo Berlusconi non solo nel Nord (Lombardia, Veneto 1 e 2, Friuli) ma anche in una regione del Sud (la Calabria) rinunciando al Piemonte, dove a questo punto torna in pista Claudio Scajola.

Il ministro delle Attività produttive sarebbe candidato anche in Puglia, mentre nella sua Liguria è scoppiato il caso Biasotti. L'ex presidente della regione è passato alla Dc di Rotondi e figura tra quelli a cui Berlusconi ha garantito un posto sicuro. Il problema è che nessuno di Forza Italia lo vuole in lista. "Bisogna chiedersi - argomenta Alfredo Biondi - se il valore aggiunto portato da Biasotti può prevalere sul problema che questa candidatura sta creando dentro Forza Italia".

A complicare i conti di Berlusconi sono i 21 posti che ha assicurato ai cespugli. Nelle liste azzurre entreranno i liberali Altissimo e De Luca, tre Riformatori liberali, cinque Dc, due del Nuovo Psi, tre Pri (Nucara ieri era a cena dal premier). Spazio anche al marito di Alessandra Mussolini, Mauro Floriani, e a Stefania Craxi.

(4 marzo 2006)
Riccardo.cuordileone
00sabato 4 marzo 2006 11:41
Speriamo di non perdere anche le regioni oltre all'elezioni politiche... [SM=x751557]
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