[POL-IT] Anche in caso di condanna Berlusconi non si dimetterà

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Arvedui
00sabato 31 ottobre 2009 18:00
Anche in caso di condanna Berlusconi non si dimetterà


In questi mesi molti giornalisti e commentatori (e anche diversi frequentatori delle pagine di questo blog) hanno evocato il finale del Caimano di Nanni Moretti. Ma la realtà rischia ancora una volta di superare la fantasia. E quel finale potrebbe risultare addirittura ottimistico…

“Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo Stato di diritto”. Queste le ultime a dir poco allarmanti dichiarazioni rese da Berlusconi a Vespa. Le si potranno leggere nell’ultimo libro di quest’ultimo, dall’eloquente titolo Donne di cuori.

Già, perchè nel caso in cui dovesse intervenire qualche sentenza penale di condanna, le dimissioni del Premier potrebbero anche risultare superflue. Più precisamente, nell’ipotesi in cui Berlusconi fosse condannato all’interdizione dai pubblici uffici, egli decadrebbe automaticamente dalla carica (senza bisogno di dimissioni). Cosa farebbe in quel caso?

Per la cronaca ricordiamo che il Presidente Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’avvocato inglese David Mills, il quale è già stato condannato, per gli stessi fatti, a quattro anni e sei mesi di reclusione e a 250 mila euro da risarcire (ironia della sorte!) alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, costituitasi come parte civile e rappresentata dall’Avvocatura dello Stato.

Il processo riguardante il Premier, che, com’è noto, segue un suo corso autonomo, in seguito alla sospensione prodotta dal “lodo Alfano”, riprenderà il prossimo 27 novembre in seguito all’annullamento di quest’ultimo da parte della Corte costituzionale. Se dovesse arrivare una sentenza di condanna prima del 2011, vale a dire prima della decorrenza dei termini di prescrizione del reato, essa potrebbe contenere anche una pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici. Vediamo più precisamente di che si tratta.

L’articolo 28 del codice penale prevede che l’interdizione può essere perpetua o temporanea. L’interdizione perpetua priva il condannato del diritto di elettorato o di eleggibilità in qualsiasi comizio elettorale, e di ogni altro diritto politico; di ogni pubblico ufficio, di ogni incarico non obbligatorio di pubblico servizio, e della qualità ad essi inerente di pubblico ufficiale o d’incaricato di pubblico servizio; dell’ufficio di tutore o di curatore, anche provvisorio, e di ogni altro ufficio attinente alla tutela o alla cura; dei gradi e della dignità accademiche, dei titoli, delle decorazioni o di altre pubbliche insegne onorifiche; degli stipendi, delle pensioni e degli assegni che siano a carico dello Stato o di un altro ente pubblico; di ogni diritto onorifico, inerente a qualunque degli anzidetti uffici, servizi, gradi o titoli e delle qualità, dignità e decorazioni; della capacità di assumere o di acquistare qualsiasi diritto, ufficio, servizio, qualità, grado, titolo, dignità, decorazione e insegna onorifica anzidetti.

L’interdizione temporanea priva il condannato della capacità di acquisire o di esercitare o di godere, durante l’interdizione, i predetti diritti, uffici, servizi, qualità, gradi, titoli e onoreficenze. Essa, inoltre, non può avere una durata inferiore a un anno, nè superiore a cinque.

L’articolo 29 prevede, poi, i casi nei quali alla condanna consegue l’interdizione dai pubblici uffici. La condanna all’ergastolo e la condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a cinque anni importano l’interdizione perpetua del condannato dai pubblici uffici. La condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a tre anni importa l’interdizione per la durata di cinque anni.

Per il reato contestato al Presidente del Consiglio (corruzione in atti giudiziari) la pena è quella della reclusione da tre a otto anni. Quindi, l’interdizione potrebbe anche essere perpetua, qualora non si decidesse di infliggere la sanzione minima (che comunque potrebbe determinare l’interdizione temporanea). In quest’ipotesi il Premier decadrebbe automaticamente e non potrebbe ricandidarsi. Se rimanesse al suo posto porrebbe in essere un attentato alla Costituzione.

Nel finale del Caimano un Premier condannato incitava la folla a ribellarsi ai giudici, lasciandosi alle spalle disordini che preannunciavano l’inizio di una rivolta. Nella realtà, egli potrebbe essere tentato di fare anche di peggio. Potrebbe pensare di guidare egli stesso quella rivolta, con atti e comportamenti palesemente eversivi.


[SM=x751559] Decisamente in linea con il personaggio direi. [SM=x751546]
Malduin
00sabato 31 ottobre 2009 22:01
Non avevamo dubbi a proposito....
però dovrà pagare una monetina sempre più grossa ai suoi alleati man mano che la sua leadership si indebolisce..
Lux-86
00sabato 31 ottobre 2009 22:54
Re:
Malduin, 31/10/2009 22.01:

Non avevamo dubbi a proposito....
però dovrà pagare una monetina sempre più grossa ai suoi alleati man mano che la sua leadership si indebolisce..



ormai è in declino e, appunto per questo, sarà disposto a qualunque cosa pur di restare in sella. non vorrei che finisse in stile biblico con "Muoia sansone e tutti i filistei", probabilmente è per questo che il mondo economico si sta lentamente smarcando da Berlusconi.
Arvedui
00domenica 1 novembre 2009 00:00
La norma sarà inserita nella Finanziaria, ancora al suo primo passaggio in Senato
Potrebbe beneficiarne Mondadori: Segrate ha una causa da 200 milioni
Per il premier arriva il lodo Cassazione

Processi tributari chiusi pagando il 5%


Per il premier arriva il lodo Cassazione Processi tributari chiusi pagando il 5%
ROMA - E siamo al "lodo Cassazione" visto che lì, prima o poi, finiscono comunque i processi di Berlusconi. Il contenitore: la legge Finanziaria. Il luogo: il Senato. Il contenuto: due emendamenti, uno per mandare al macero migliaia di processi tributari pur di evitare quello che riguarda la Mondadori; e un altro per premiare le toghe della Cassazione, a cominciare dal suo primo presidente Vincenzo Carbone, spostando l'età pensionabile da 75 a 78 anni e garantirgli così altri tre anni di dominio assoluto sulla Corte.

Due emendamenti preceduti da un'abile mossa: prima della regolare udienza fissata per mercoledì 28 ottobre, il processo "Agenzie delle entrate versus Mondadori" - per un contenzioso da 400 miliardi di vecchie lire - viene sottratto al collegio e al presidente Enrico Altieri, che ha fama di giudice inflessibile, e spostato dal vertice della Corte alle sezioni unite.

Due giorni dopo ecco al Senato l'emendamento che sta alle spalle: il governo ipotizza che tutti i processi tributari in cui l'imputato abbia avuto ragione in primo e in secondo grado possano chiudersi d'emblée con una transazione del 5% sulla cifra complessiva dovuta. Ma, com'è ovvio, l'emendamento ha bisogno di tempo, visto che la Finanziaria è ancora al suo primo passaggio al Senato, e dunque il processo di Berlusconi viene tolto dalle mani di Altieri e rinviato.

Il presidente Carbone si giustifica, dice che è stato il vice segretario generale, che il presidente della sezione tributaria è stato avvertito, adduce una "prassi consolidata", ma gli stessi giudici tributari spiegano che la prassi va invece all'opposto: è il collegio assegnatario, cui si rivolgono le parti, a decidere per l'invio alle sezioni unite di fronte alla richiesta, come in questo caso, delle parti.

Nel lungo elenco delle leggi ad personam ecco dunque il nuovo "lodo Cassazione" che però ha già ricevuto un primo, autorevole stop. Quello del presidente della Camera Gianfranco Fini che, avvisato in tempo dal relatore della Finanziaria al Senato Maurizio Saia, ha bloccato l'ipotesi della transazione al 5 per cento. Alla Suprema corte i giudici, esterrefatti, la considerano "una totale follia che farebbe perdere allo Stato centinaia di miliardi di euro" visto che per la sezione tributaria transitano ogni anno circa 20 mila processi.

Ma a Berlusconi questo non importa. Ed ecco che giovedì sera il finiano Saia si vede recapitare sul tavolo l'emendamento incriminato verso l'ora di cena. Glielo manda, per firmarlo e presentarlo, il presidente della commissione Bilancio Antonio Azzollini. Lui lo legge, sente subito puzza di bruciato, avverte Fini. Il piatto, accuratamente preparato a palazzo Chigi anche da Gianni Letta, salta. Fini, che non sapeva nulla, blocca tutto. L'emendamento è congelato.

I finiani s'interrogano "sull'utilizzatore finale" della norma, si chiedono quale processo si voglia chiudere, rileggono l'intervento di Carbone sul processo Mondadori. Il gioco si scopre. Alla sezione tributaria della Corte c'è almeno un altro processo, quello ai danni della Danieli di Udine, che fruirebbe dell'emendamento.

Se la Mondadori è finita nel mirino degli accertamenti per via di una complessa ristrutturazione aziendale, quello della Danieli è un caso di dividend stripping con imposte non pagate per 200 milioni di euro. La Mondadori è stata messa in salvo, tolta alle mani del giudice Altieri che, esperto di diritto comunitario, una lunga esperienza al servizio giuridico della Commissione Ue, da quando è in Cassazione ha sanzionato più volte le società che compiono un'operazione al solo fine di ottenere un vantaggio fiscale.

In Corte lo chiamano il filone dell'abuso del diritto, sanno che con Altieri non si tratta, Berlusconi ci ha anche provato mandandogli un emissario. Ma l'esito negativo ha prodotto la strategia a tenaglia del "lodo Cassazione": via d'un colpo i processi, basta pagare il 5 per cento.


Riccardo.cuordileone
00domenica 1 novembre 2009 17:44
Ma tanto Berlusconi non verrà mai condannato da nessun tribunale italiano e anche in tal caso riuscirebbe a rimanere in sella.
Che ci piaccia o no Berlusconi abbandonerà solo in due casi 1-Morte o 2-Ritiro spontaneo... Quindi? Dobbiamo aspettare solo la morte...
Malduin
00lunedì 2 novembre 2009 00:54
C'è sempre il rischio del megainciucio....
.... ma di sicuro bisogna prima vedere come andranno le regionali 2010.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:03.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com