[POL-ITA] Pdl contro il partito del Sud

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princepsoptimus
00domenica 26 luglio 2009 14:51
ROMA - "Dico no al partito del Sud, se la sua missione deve essere quella di ricattare il resto della politica, per avere più risorse e spenderle male". Renato Brunetta, diretto come suo solito, stronca così la discussione su un partito del Sud federato all'interno dello stesso Pdl. Un tema che agita il centrodestra che deve fare i conti con le pulsioni sempre più "autonomiste" dell'Mpa del governatore siciliano Raffaele Lombardo e con i "ribelli" del Pdl guidati Gianfranco Miccichè.

Scossoni che il governo avverte. E che, dentro l'esecutivo, si cerca di fronteggiare. Anche con durezza. "Che esista da sempre un problema meridionale è indubbio - spiega Brunetta - ma la questione è affrontare con fermezza i nodi di una classe dirigente e politica inadeguata. Inutile o sterile fare del facile campanilismo o peggio farsi prendere dalla facile retorica sui luoghi comuni del Mezzogiorno". Venendo all'attualità politica per Brunetta il problema è chiaro: "Se si tratta di avere piu' soldi e spenderli male allora dico di no. Se questi movimenti politici si formano per ricattare il resto della politica, per avere più risorse e spenderle male allora non li vedo con favore".

Disco rosso anche da parte del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Il confronto deve restare nel Pdl. Non c'è bisogno di fare uscire schegge impazzite fuori dal nostro partito". Mentre Ignazio La Russa vede il rischio frammentazione: "Secondo La Russa la questione del Sud deve diventare "emergenza nazionale, ma se si mettono in contrasto le ragioni del Sud con quelle del Nord, secondo quanto sembrerebbe voler fare un Lombardo o altri, il Sud farebbe la parte del vaso di coccio, dando spazio alla Lega non di Bossi, che è su un altro livello, ma a quella dei Borghezio: sarebbe un passo indietro rispetto a quello che è il percorso nazionale del Popolo della Libertà". Il titolare della Difesa, però, non nega i problemi del Mezzogiorno e invita il centrodestra "ad accendere di più i riflettori su quello che stiamo facendo per il Sud".

Un fuoco di fila che, però, non sembra spaventare i sostenitori del "partito del Sud". "Nella manovra anticrisi non c'è neppure una riga per il Mezzogiorno, hanno perfino cancellato anche quel poco che c'era sul Ponte. Se il decreto non sarà modificato la scissione del Pdl sarà inevitabile e nascerà 'Forza Sud'" taglia corto Miccichè, in un'intervista a Il Sole 24 Ore. Duri i toni del sottosegretario che punta il dito contro il "il governo della Lega". E aggiunge: "Non siamo noi ad andarcene, ci stanno buttando fuori". Berlusconi è avvertito.

fonte: Repubblica.it
Granduca di Milano
00domenica 9 agosto 2009 07:44
Partito del Sud o come al solito partito per continuare per altri decenni a succhiare soldi?
-Kaname-chan
00domenica 9 agosto 2009 12:03
Re:
Granduca di Milano, 09/08/2009 7.44:

Partito del Sud o come al solito partito per continuare per altri decenni a succhiare soldi?




Il partito del sud era inevitabile. E' l'ovvia risposta allo strapotere della Lega che cura solo gli interessi del nord. La colpa è anche di Berlusconi che ha dato così tanto spazio a Bossi. A proposito di soldi, c'è una polemica secondo cui il governo ha tagliato i fondi al sud per spenderli a nord, alla fine è chiaro che qualcuno l'avrebbe presa a male.
La spesa pubblica pro capite a nord è superiore al sud. La quota dei trasferimenti che il sud ha e che sono a carico del nord sono il 13% del totale, una cifra nettamente inferiore all'oltre il 20% dei primi anni '90, la quale a sua volta era pesantemente inferiore al 30% che vige in Germania.
Poiché nord e sud non sono due stati separati è evidente che almeno un minimo le regioni ricche supportano quelle povere. E' come con il welfare quando si dice che il ricco debba supportare almeno un po' il povero. Che ne pensi se arriva un ricco e ti dice: non voglio dare un centesimo delle mie tasse per supportare i più poveri. Quindi pagati da solo tutte le spese mediche. Finisci in bancarotta? E vai a lavorare così guadagni quanto guadagno io! (= discorso dei leghisti quando parlano del sud)
DarkWalker
00domenica 9 agosto 2009 13:18
Re: Re:
Secondo me è vero che le risorse destinate al mezzo giorno sono state il banchetto per le costose ed inutili operazioni economiche del governo berlusconi, tipo social card, salvataggio catanzaro, alitalia, salvataggio roma, rilancio del turismo, grandi opere varate per l'ennesima volta e che però probabilmente saranno satoppate come sempre. Ogni volta si diceva che si sarebbe attinto a questi fondi, ma mai quando questi sarebbero stati reintegrati (precisando, cmq, che quei fondi non sono "del" sud ma "per" il sud e che hanno scadenza pluriennale).
Le europee hanno dimostrato che la questione ha un peso notevolissimo sul voto. Ora sul piano politico con la lega sempre più necessaria per governae, e un federalismo fiscale in cantiere che dovrà progredire prima delle prossime politiche, ne vedremo delle belle, penso.

-Kaname-chan, 09/08/2009 12.03:





La spesa pubblica pro capite a nord è superiore al sud.




vabeh, anche il pil. E' abbastanza ovvio che cmq il nord ha solo da perderci, economicamente parlando, a fare cassa comune con le regioni meridionali. Poi parlando di spesa pubblica bisognerebbe distinguere fra nord "normale" e a statuto speciale




La quota dei trasferimenti che il sud ha e che sono a carico del nord sono il 13% del totale, una cifra nettamente inferiore all'oltre il 20% dei primi anni '90, la quale a sua volta era pesantemente inferiore al 30% che vige in Germania.



Hai ritrovato la fonte del sole24?^^
però bisogna anche dire che l'utilità dei fondi, sia del 20 che del 13 che eventualmente del 30, in Italia, è stata prossima allo 0.
In linea teorica anche secondo me lo stato dovrebbe aiutare le regioni meno sviluppate, però sul piano empirico si è sempre risolto in un dispendio di risorse che potevano essere meglio utilizzate. Altrove.



Poiché nord e sud non sono due stati separati è evidente che almeno un minimo le regioni ricche supportano quelle povere. E' come con il welfare quando si dice che il ricco debba supportare almeno un po' il povero. Che ne pensi se arriva un ricco e ti dice: non voglio dare un centesimo delle mie tasse per supportare i più poveri. Quindi pagati da solo tutte le spese mediche. Finisci in bancarotta? E vai a lavorare così guadagni quanto guadagno io! (= discorso dei leghisti quando parlano del sud)



Non è così. Parlare di territori non è come parlare di singoli: anche chi paga le tasse sugli stipendi bassi non se le vede tornare indietro tutte in servizi (magari a vantaggio di qualche alto reddito, ma di un altro territorio), e anzi di fronte ai disservizi dovuti alla mancanza di risorse sono i ceti più deboli a risentirne, dall'alzarsi un ora prima per prendere il treno e non pagare la benzina alle liste d'attesa a volte compromettenti per la salute per la sanità pubblica e così via.
La parificazione singolo territorio non è fattibile anche per altri motivi, tipo il costo della vita, che anche se maggiore nelle zone con redditi più alti non significa certo che dall'operaio al petroliere tutti possono pagare un pezzo di pane 100 anzichè 10 con la medesima facilità.
Il federalismo fiscale poteva essere un buon momento per inserire duversi strumenti di tassazione al posto di quelli già esistenti, che tenessero conto di questa necessarie differenze fra territorio e privato, ma ovviamente non è stato così.
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