[SANITARIUM] Edave, Xarmoth - L'alpha e il Moth

EDAVE
00domenica 22 maggio 2016 21:28
EDAVE (h- biblioteca) Il bosco lasciato alle spalle così come il culmine della piena, il richiamo della Bianca ancora imperante e ben presente. L'anima che si lascia dilaniare da quella dolce nenia fatta di furore e rabbia ma la mente che si oppone fermamente sino a quando non sia Ella stessa a permettere che avvenga. Una solida barriera eretta attorno a quel punto preciso in cui si nasconde>>
EDAVE la belva, una solida diga che trattiene il desiderio di lasciarsi andare a Madre Luna (volontà 3), la volontà dell'alpha che chiama a raccolta la fortezza eretta di solide mura attorno alla furia cieca (volontà del mannaro 3). E' dovuta rientrare per un parto, il loro custode non sa di lei ma vi è un posto prestabilito all'ingresso del bosco in cui lui lascia i messaggi urgenti. Ed è >>
EDAVE proprio li che stamani la Rossa ha trovato la chiamata, il sangue dell'uomo morto ad imbrattarle ancora il petto e il viso, una corsa veloce a recuperare le vesti nascoste, un bagno nel ruscello per correre a far sorgere una nuova vita dopo averne spezzata una nella notte senza pietà o rimorso alcuno. Ed ora è li, in piedi in biblioteca, sul grande tavolo ovale posata la sua sacca>>
EDAVE mentre veloce la sua mano scrive un messaggio avvisando che ha da fare fuori Avalon. Grafia decisa e precisa, caratteri che raccontano a chi sappia leggerli il suo carattere. Non vi è ansia ma piena consapevolezza mettendo il punto alla frase e ponendo per ultimo lo svolazzo della sua firma. E' pronta per andare, un corto mantello da viaggio sulle spalle, un semplice abito blu di lana >>
EDAVE leggera, altro non serve stanotte.

XARMOTH [Strade - Ingresso] Ha tutto il tempo del mondo, eppure calca il suolo con un passo spedito. E' alto, il vampiro, avvolto in quel mantello di un rosso sanguigno che quasi finisce ad accarezzare la terra. Ha capelli lunghi e bianchi come la neve, ma ancora più bianca, adesso, è la sua carnagione. Contorni violacei insistono sotto gli occhi severi e nerissimi, attorno alle labbra carnose e lì >>
XARMOTH >> dove le ombre giocano a nascondersi nel mento squadrato. La notte, intorno a lui, sembra più silenziosa, forse perché è lui a voler evitare ogni incontro, forse perché inconsciamente gli abitanti della cittadina lo sentono e si nascondono dietro a finestre sbarrate per bene, speranzosi che a proteggerli basti una flebile luce di cera. Raggiunta la meta, di fronte al Sanitarium, si ferma. >>
XARMOTH >> Resta immobile a lungo, l'ampio petto e le spalle larghe definite sotto una casacca nera, il cui unico rilievo è il muso, nero anch'esso, di una pantera nell'atto di spalancare le fauci. Le gambe, piantate al suolo come quelle di un'antica statua, sono quelle di un guerriero che ha marciato oltre i confini della vita stessa ed è approdato negli incerti, ma potenti lidi di madre morte.>>
XARMOTH >> Solleva un braccio, in un attimo denso di eternità, per poi spalancare la mano, che più che un arto è narrazione di gesta passate, di stragi avvenute, di lacrime rosse e avvoltoi. Con la forza dell'arroganza bussa, a palmo aperto. Lo fa tre volte, con la cadenza propria dell'ineluttabilità del fato.


EDAVE ( h - biblioteca) E' pronta. Il messaggio si asciuga sotto il calore del soffio che esce dalle sue labbra socchiuse, la ceralacca viene chiusa con un timbro che reca il simbolo ospitaliero e le iniziali del suo nome. La borsa viene recuperata e posta a tracolla e rapidi passi la portano a muoversi verso il corridoio. Li ha fretta, Madre Luna è poco paziente, la Bianca è poco incline a >>
EDAVE permettere ai suoi figli di negarsi troppo a lungo, dona a loro la meraviglia della loro specie ma pretende come ogni madre severa. Ed è nel bel mezzo del corridoio che la porterebbe alla cucina che ode bussare alla porta, tre colpi a cui fa eco il silenzio del sanitarium. Si fermano i suoi passi, acuiti i sensi della belva mentre lenta si volge al portone, ha fretta, molta fretta. Una >>
EDAVE indecifrabile espressione sul volto mentre arriva alla porta, la mano cala sulla maniglia e lascia che il pesante portone si apra, che la luce delle candele esca alle sua spalle ad illuminare il viandante che le si presenta innanzi. Un sorriso che non coinvolge gli occhi, una mera formalità di benvenuto riservata agli ospiti di quella casa *Dia Abar et Mentis vivacitatem a voi, posso esservi >>
EDAVE utile?* poche parole senza scostarsi dal portone limitandosi ad attendere osservando con la mano sulla maniglia.

XARMOTH [ Ingresso] La grande mano del vampiro è ancora poggiata sopra la porta d'ingresso, quando questa viene aperta. Basta meno del battito di ciglia perché la luce proveniente dall'interno incontri la pelle bianca del non morto e la trovi, ingannevolmente, viva. Solleva appena il mento, squadrando da capo a piedi la donna che ha di fronte. Dilata le nari, nel gesto umano di un respiro, che tuttavia>
XARMOTH >> è solo il pallido ricordo di aria che accarezza i polmoni. La lingua passa per un istante sul labbro superiore, schioccando appena, prima che la bocca si muova lentamente, articolando alcune parole {Ah, più di quanto potessi mai aspettare.} E' alto, forse raggiunge addirittura i due metri, e la voce, dal tono cupo e il retrogusto ironico, non lascia adito a dubbi sulla sua attitudine al >>
XARMOTH >> comando e la sfacciata arroganza. Il braccio prima alzato, finalmente, torna affianco al corpo massiccio. {Troviamo un posto discreto, abbiamo molto di cui discutere.} Dichiara. Il successivo sorriso che le rivolge ha l'aria di chi sa già tutto prima ancora di domandare. La fissa, senza muovere un passo, ma con i sensi inebriati dal profumo della più dolce sostanza che gli sia rimasta al >>
XARMOTH >>mondo da assaporare. Il sangue. Perché sangue è potere. [Tenebra I]
XARMOTH [Veggenza I]

EDAVE (h - ingresso) Non muove un muscolo, non sposta di un millimetro la mano dalla maniglia, si limita ad osservarlo mantenendo quel sorriso freddo sulle labbra. *Vi aspettavate di trovare cosa di preciso dato che io sono più di quanto vi aspettaste?* una domanda pronunciata a voce alta, la bestia che graffia nel petto ringhiando verso di lui, infastidita dai suoi modi e dall'essere >>>
EDAVE trattenuta da invisibili catene (volontà 3+ volontà mannaro 3). Lo fissa, la testa appena si abbassa sulla spalla sinistra *La mia casa è discreta per natura, è un luogo di cura ma da rifugio a molti e anche a molti segreti ma vorrei sapere da Voi cosa desiderate prima di dedicarvi il mio tempo. Sono di fretta e a meno che non siate in punto di morte credo che i nostri affari - qualsiasi essi>>
EDAVE possano essere - potranno aspettare* tace ora, lo sguardo che corre alla Luna rotonda e perfetta lassù in quel cielo terso e privo di nuvole, gli occhi che poi si riportano al volto dello sconosciuto *Non credo di conoscervi e nemmeno di avervi mai visto qui* il tono è quello deciso, a sua volta è abituata a comandare e sarà ben percepibile perchè nulla farà per nasconderlo.

XARMOTH [Ingresso] Lentamente, molto lentamente il sorriso abbandona quel volto dai duri, fieri tratti del nord, e la linea della bocca disegna una piatta espressione di severità. {Il mio nome è Xar Zukar Jlus dei Moth di Landaras.} Vi è forza, nelle note profonde della voce del vampiro, ogni appellativo è un timbro che certifica storie antiche, che iniziano e finiscono nel vagito di nuove vite per>>
XARMOTH >>molte generazione. E' la storia di sogni, speranze, affetti, di linee di sangue che si sono mescolate per dare, come risultato, quella figura imponente che torreggia dinnanzi all'ingresso del Sanitarium. {Il vessillo sotto il quale hanno marciato i miei eserciti è lo stesso che svetta sulla torre più alta di Barrington, che il popolo chiama.. oscura.} Calca l'ultima parola, sollevando di poco>
XARMOTH >>il mento e corrugando la fronte, squadrando ancora la sua interlocutrice di cui gli occhi neri sembrano voler annotare ogni piccolo dettaglio, persino il più impudico. {E voi, voi che vestite questa timida pelle rosata...} Solleva la mano destra, accompagnando con un gesto privo di fretta dal basso verso l'alto la donna. {Voi siete stirpe di lupo.} Afferma, inequivocabile. Lascia il silenzio>>
XARMOTH >>di lunghi momenti ad assorbire la reazione. La morte sa sempre attendere. Anche fino alla fine del tempo, se necessario. [Tenebra I]

EDAVE ( h - ingresso) Il sorriso che permane lungo il discorso di lui, un discorso lungo e tediante per un lupo in luna piena. Degli ampollosi titoli coglie l'unico che nella sua memoria suona come un ricordo §Moth§ mentre le si affaccia il volto di Ithilbor in una immagine ben definita e precisa . Un singolo passo indietro *Entrate* una singola parola facendogli un cenno e richiudendo la porta>>>
EDAVE alle spalle *Conosco la Vostra Signora* e si riferisce ovviamente e Nianna *e fra la torre e il branco vige un patto* lo supera con un movimento fluido anticipandolo e svoltando a sinistra verso la biblioteca rimanendo in silenzio mentre a lunghi passi percorre quel corridoio ma non si fermerà innanzi alla porta della stanza in cui è custodito il sapere della congrega, si volgerà alla sua >>
EDAVE destra, la mano che, nuovamente, si posa su una maniglia, quella della porta che conduce al giardino *Io non ho titoli altisonanti da sciorinare, il mio nome è Edave, sono il Rettore di questa congrega e l'alpha del branco* inutile nascondersi dietro inutili e futili giri di parole. Silenzio mentre si spalanca la porta verso il giardino e la serra *E come avrete notato Messer Xar Zukar Jlus dei>
EDAVE Moth di Landaras, stanotte è luna piena quindi vi chiedo di discutere abbreviando il più possibile, la mia mente si può opporre sino ad un certo punto alla chiamata della Madre e non vorrei distruggere la mia stessa casa trasformandomi* e i freddi occhi verdi si volgerebbero a lui *Prego* indicandogli di uscire.

XARMOTH [Corridoi] Il primo, solenne passo che compie lo conduce all'interno dell'edificio. Poi, con un ritmo più lento e lunghe falcate segue la donna. La fissa da dietro, osservando il colore dei capelli come potesse vederci attraverso, come se quello sguardo intenso e nero potesse aprirle il cranio e giocare coi suoi pensieri. {Un patto, eccellente.} Replica, tralasciando su chi possa essere la >>
XARMOTH >> sua signora. In effetti, con quell'aspetto massiccio e fiero, con quelle spalle larghe e quelle braccia temprate dall'uso delle armi, con quel volto severo ed il naso schiacciato da pugni e da ferro, viene da domandarsi chi mai possa sperare di regnare sul vampiro. { Ciò che desidero da voi è stipulare un altro patto, stanotte.} Chiarisce, mentre si ferma quando lei apre la porta. >
XARMOTH >> Adesso la affianca, incurvando le spalle per poterla guardare più da vicino. Le labbra si incurvano in un sorriso, non cordiale, bensì carico di misteri e desiderio. E possessiva è la mano che, alzato il braccio sinistro, trova e stringe lo stipite dell'accesso al giardino. { Sarò lapidario. E se vorrete, conosco un modo per alleviare le pene del fuoco che, immagino, vi stiate portando >>
XARMOTH >> dentro.} La mano libera, la destra, si rivolge a se stesso, premendo le dita contro il petto, a mimare con quel gesto le parole. La voce si fa più bassa e cupa, incapace di nascondere malizia. Infine si raddrizza, oltrepassando la figlia della luna e addentrandosi di qualche passo di nuovo all'aperto, dandole le spalle, coperte da quel mantello rosso scuro. Ancora finge di essere vivo, una>>
XARMOTH >>pura formalità, premurandosi poco di nascondere la sua vera natura. [Tenebra I ]

EDAVE ( h - giardino) Lo osserva chinarsi parlarle, blandirla, lo osserva decisa *Io ho un patto con Nianna Allen, avete voi più poter di chi comanda ora la Torre Oscura da permettervi di propormi altro? E soprattutto mi chiedo..* e lo lascerebbe sfilare sollevando appena il sopracciglio sinistro, le braccia che si incrociano sotto il petto mentre lui parla, la spalla destra che si posa allo stipite>>
EDAVE *voi prima di venire qui non sapevate che io fossi mannara ne, men che meno, che io fossi l'alpha, quale era il primo e reale motivo che ha condotto i vostri passi alle porte di questa casa? Dopo anni di lotte e guerre avete forse deciso di mettervi al servizio della comunità come curatore?* una lieve nota ironica che non nasconde in nessun modo tra le righe, un sarcasmo sottile>>
EDAVE e non offensivo *Vi ringrazio per la vostra offerta ma il fuoco che mi brucia è la meraviglia del mio dono, la chiamano maledizione ma io non ne sono assolutamente d'accordo, noi siamo i Prescelti della Bianca, noi siamo il Branco, noi siamo la famiglia e un pò di fuoco che arde, di dolore e di sofferenza non ci hanno mai uccisi. Per molti siamo bestie immonde ed infami ma siamo una >>
EDAVE stirpe che comprende come alleviare la propria pena con inutili sotterfugi non porterebbe a nulla di buono* termina staccandosi dallo stipite, la porta si chiude con un tonfo dietro di lei, pochi passi sino ad un roseto, i boccioli chiusi per la notte, le spalle che si rivolgono a lui mentre si china ad annusare una rosa rossa come il sangue *Parlate*.

XARMOTH [Giardino] Muove ancora qualche passo nel giardino, prima di arrestarsi, immobile mentre lei parla. E' quando il silenzio è tornato a regnare tra le ombre della sera che si volta di nuovo. Nel farlo, i capelli lisci e bianchi come neve danzano di malavoglia attorno al volto, sfiorando la fronte spaziosa, gli zigomi sporgenti, il mento squadrato. {Il potere è effimero, passeggero, persino per>>
XARMOTH >> chi crede di non dover temere il tempo.} Si porta la mano destra alle labbra e soffia sulle proprie dite, allargandole come se dovesse spargere nell'aria i petali delicati di un morbido fiore. E nel farlo la fissa, assottigliando lo sguardo, corrucciando la fronte che trova due rughe d'espressione che esprimono un pensiero iniziare a prendere forma. { Non parlo di sotterfugi, bensì >>
XARMOTH dell'indugiare nel piacere mondano più avvolgente che possiate trovare dal grande mare occidentale fino ai freddi picchi che segnano i confini del mondo.} Spiega con sfacciata malizia, salvo poi tornare serio e proseguire. { Stanotte sono venuto a parlare del luogo.} Con un gesto breve abbraccia l'intero giardino, ma intende tutto ciò che li circonda, mura, stanze e pazienti compresi.>>
XARMOTH >> {Mi aspettavo che fosse l'uomo la cura dei suoi stessi mali, e invece ho trovato voi} La squadra, compiaciuto, senza nascondere un luccichio di cupo desiderio sul fondo di quegli occhi nerissimi. { Suppongo che capiti, a volte, mentre operate le vostre pratiche, di incappare in casi senza speranza. Casi che né scienza, né magia possono salvare.} Si prende il tempo di una pausa, lui che ha >>
XARMOTH >> tutto il tempo del mondo. {Casi che solo il tempo si porterà via e trasformerà in terra e cenere.} Conclude, ancora enigmatico e ingannevolmente vivo. [Tenebra I]

EDAVE ( h - giardino) Si concentra sul profumo della rosa, lascia che possa inebriarle i sensi, lascia che ottenebri quel folle desiderio di far cadere la diga, di lasciare che l'acqua scorra, di permettere alla Bestia di prendere possesso, la combatte, la respinge, la sua mente non è come una piccola barca da pesca in balia della tempesta ma un forte veliero sospinto da possenti vele che >>
EDAVE combattono ferocemente contro l'ineluttabile (volontà 3+ volontà mannaro3 ). Lo ascolta, non si distrae, da buon studioso la sua mente riesce a lavorare su diversi livelli, a combattere ed elucubrare pensiero cosciente come ogni Trekindoo che si rispetti. Si volge solo alla fine, lascia passare il tempo di un battito di cuore così che le parole si perdano prima di voltarsi. Un movimento >>
EDAVE lento, i rossi capelli ricci che danzano sulle spalle, il mantello da viaggio che si gonfia d'aria per poi mollemente ricadere sulle spalle. Volutamente ignora la parte del discorso sull'alleviare il dolore della piena, ha ben compreso a cosa si riferisca ma non ha desiderio alcuno di assecondare. *Tutto è effimero, concordo con Voi, oggi camminiamo a capo di un esercito e >>
EDAVE domani potremmo essere pasto per i corvi. E' effimero il potere come chi lo comanda ma vi sono dei principi che ineluttabilmente ci chiedono di essere rispettati, ora ho ascoltato la vostra proposta, la ho compresa* l'espressione è intelligente e decisa *E possiamo discuterne perchè non tocca nulla di ciò che ho stabilito con la Vostra Signora, se così fosse stato vi assicuro che non >>
EDAVE avrei mancato alla mia parola per Voi, non vi conosco, non so chi siate, ascolto la vostra voce perchè portate il cognome dei Moth a cui sono legata da molti anni*. I motivi del legame resteranno oscuri, sono qualcosa di suo che non rivela in alcun modo *Capita a volte di avere morenti che non possano essere salvati, capita di dover mentire al loro capezzale tenendo stretta la mano >>
EDAVE mentre è facile comprendere come la loro vita sia già persa ma ciò non mi permette di fare di loro prede, non è una mia scelta come debbano morire o come abbiano vissuto, io mi devo preoccupare solo che il trapasso sia il meno doloroso possibile*.

XARMOTH [Giardino] Allarga le nasi di quel naso un tempo diritto, ora e per sempre appiattito dallo stridente ferro e la pesante mano. Espira aria, ma non è un gesto vero, solo il pallido ricordo di ciò che un uomo farebbe, per esprimere soddisfazione. Lo marca anche il rinnovato sorriso che anima le labbra carnose, senza che la bocca si apra, però. { Non esiste trapasso meno doloroso, dal mare a >>
XARMOTH >> occidente ai picchi orientali. Così come non esiste piacere più grande, tutto dipende dall'intensità.} E per rinfrancare la sua affermazione piega un braccio, le mostra il palmo e poi chiude le dita in un pugno. Sulle nocche, le dita, la pelle tutta è ricoperta di cicatrici, un dedalo infinito di storie, di cruente battaglie, di morti violente, di paura negli occhi di chi ha veduto, come >>
XARMOTH >>ultima immagine, la figura del Lord di Landaras abbattersi con la sua furiosa determinazione e spegnere la vita. { La torre ha sempre fame, ripeteva Dimitri il sofferente.} La voce si fa più bassa, in queste ultime parole, per poi tornare più chiara, pur sempre con quei tono naturalmente profondi e quell'accento piatto di chi conosce la lingua, ma che appartiene ad un posto lontano, nello>>
XARMOTH >> spazio e soprattutto nel tempo. {Se vorrete, sollevate una banda nera sul tetto, come in uso per distinguere i morti dai vivi in battaglia. Noi sapremo. } Lascia qualche lungo attimo al silenzio per farla da padrone, in quelle ombre che avvolgono piante, fiori, l'essere vivo e quello, invece, morto. Si impettisce, ergendosi maestoso con quel mento che vaga lievemente più in su. { Il vostro >>
XARMOTH >>legame col sangue dei Moth, quale che sia, è un legame con me.} Adesso, in un istante, egli cala la maschera che lo dipinge vivo. La pelle si fa più cadente, i tratti si tingono di viola e di nero, laddove la carne affonda vicina alle ossa. E' morto, senza alcun dubbio. Eppure è perfetto. Una prodigiosa statua, emersa da epoche ormai perdute, lontane dalla memoria. La statua di un sovrano dal>
XARMOTH >>pugno di ferro, di un fiero conquistatore. {Io sono il padre di tutti i Moth.} Ogni sillaba viene scandita vibrando di forza e fierezza, incisa in racconti la cui sete una notte soltanto non può placare.

EDAVE ( h - giardino) Ascolta ogni singola parola, la soppesa con cura limitandosi ad annuire, e la Regina Bianca muove la sua mossa verso il Re Nero *Sarebbe molto più semplice che voi faceste parte della Congrega, sapreste subito cosa accade e sapreste quando il tempo è giunto* poche lapidarie parole osservandolo, lasciando che la sua espressione non muti nemmeno innanzi alla rivelazione della>>
EDAVE sua Stirpe e della sua paternità e, in special modo, innanzi alla sua vera forma. La sua mente non si lascia spaventare, li ha già visti senza l'ausilio di quella tenebra che cela i loro lineamenti e nulla - dopo l'incontro con il Sire Senza Corona - può farla tremare. La mente è forte e decisa e domina ogni cosa (volontà 3 + volontà mannaro 3) *Potrei a mia volta mostrarvi la mia vera >
EDAVE forma ma credo che poco o nulla rimarrebbe poi di questo posto se lo facessi* sorride ora con benevolenza *I Moth da lunghi anni fanno parte del mio presente, del mio passato e a quanto pare* e allungherebbe appena la mano destra volgendo il palmo in su indicandolo *del mio futuro. Siete il Padre di una forte genia che ha lasciato il segno su queste terre ma se posso ammetterlo>>
EDAVE Vi preferisco meno nature* sorride scostandosi di alcuni passi *Che ne dite della mia idea, potrebbe per Voi essere pensabile? Se siete il capostipite la vostra mente è forte così come la Vostra capacità di sopportare il sangue e il dolore altrui, sareste utile a me e sareste Voi stesso utile a Voi e alla Vostra gente senza far fare a me la parte del Nocchiero di anime o del cacciatore >>
EDAVE al posto vostro*.

XARMOTH [Giardino] La mano, da stretta con forza, si apre e le dita trovano il mento da accarezzare. Soppesa, senza lasciare nulla al caso, le parole della fiera vestita da donna. {La vostra natura è incantevole, in ogni aspetto che voi scegliate di assumere.} Di nuovo, stavolta con lentezza, il vampiro torna a fingere di possedere il dono della vita. La pelle resta pallida, ma un lieve rossore >>
XARMOTH >> indugia attraverso le ombre del viso severo, attorno alle cicatrici delle mani che sbucano dalla casacca con sopra il simbolo della casa dei Moth. {La mia presenza è necessaria in altre sale. La vostra proposta, tuttavia, è garanzia che, anche se non lo vogliate ammettere fino in fondo, già cominciate a fidarvi della mia parola.} La constatazione è diretta e solida, così come la voce che,>>
XARMOTH >>cupa, vibra senza mai indugiare. In quella sincerità, i tratti del flagello dei draghi assumono un certo fascino: è il potere che tutta la sua figura emana, così slanciata e potente, fiera e scevra da dubbio alcuno. { C'è un tempo per piantare e uno per sradicare le piante.} Recita, traendo la forza delle parole dallo scritto di un libro che parla di uomini e Dio. { Vostro è il dolore che >>
XARMOTH >> bramo conoscere. Dite le vostre pene ed io mi premurerò di...} La squadra, di nuovo, spoglio di ogni pudore. Trova un sorriso per quella bocca grande, che mostra persino i denti, bianchi e ordinati. {Alleviarle.} La alletta con la proposta, imprimendo nei toni la volontà di soddisfare un desiderio, con ogni mezzo necessario. Vi anche dell'altro, la cupidigia ed il desiderio che inspira a >>
XARMOTH >> bramo conoscere. Dite le vostre pene ed io mi premurerò di...} La squadra, di nuovo, spoglio di ogni pudore. Trova un sorriso per quella bocca grande, che mostra persino i denti, bianchi e ordinati. {Alleviarle.} La alletta con la proposta, imprimendo nei toni la volontà di soddisfare un desiderio, con ogni mezzo necessario. Vi anche dell'altro, la cupidigia ed il desiderio che inspira a >>


EDAVE così come io difendo il mio, ecco cosa mi spinge ad ascoltarvi, e ricordate* e solo un passo la porterebbe più vicina a lui, la testa si solleva appena, lui è molto alto ma il dono della Bianca ha donato al suo corpo non solo i tratti di un corpo da guerriero ma anche una altezza degna di nota per una donna *la mia fiducia oggi c'è ma non è mai completa, domani potreste fare qualcosa che >>
EDAVE tutto ciò che la spinge ad assecondare i Moth è Ithilbor e solo lei, solo la Sposa. *Voi vi state assicurando i terreni di caccia per i vostri figli e i vostri fratelli è sostanzialmente la stessa cosa che io faccio per il Branco, mi assicuro che abbiano un luogo in cui correre, sfogarsi e trovare cibo che li renda forti. A Vostro modo voi difendete la Vostra famiglia, il vostro ''branco''>>
EDAVE così come io difendo il mio, ecco cosa mi spinge ad ascoltarvi, e ricordate* e solo un passo la porterebbe più vicina a lui, la testa si solleva appena, lui è molto alto ma il dono della Bianca ha donato al suo corpo non solo i tratti di un corpo da guerriero ma anche una altezza degna di nota per una donna *la mia fiducia oggi c'è ma non è mai completa, domani potreste fare qualcosa che >>
EDAVE io reputo pericoloso per i miei figli e fratelli e la perdereste in un battito di ciglia. E' effimera come il potere e bisogna goderne sino a quando sia in nostro possesso ma non stringerla troppo fra le mani altrimenti* e mimerebbe il chiudere con forza le dita sul palmo della mano *succede come con la sabbia se stringiamo le dita scivolerà via se invece teniamo il palmo aperto* e lo >>
EDAVE mimerebbe riaprendo la mano e distendendola *riusciremo a trattenerne una quantità tale che potrà esserci utile* . Sono suadenti i toni che il vampiro usa così come i suoi modi ma non si fa ingannare *le mie pene sono i miei peccati e non potreste alleviarli nemmeno se voleste* le palpebre ombreggiano appena i suoi occhi mentre li fissa nei suoi *Voi dite le vostre pene e vediamo se vi è >>
EDAVE modo di alleviarle*.

XARMOTH [Giardino] Lascia che ella si faccia a lui più vicino, china il capo e incurva le spalle, gettando l'ombra della sua imponente figura là dove gli occhi neri affondano il proprio totale interesse e manifesto desiderio: Edave. { La giusta quantità.} Le fa eco. Poi alza la mano opposta a quella della creatura della luna, per cercare con il proprio palmo, da sotto, il dorso di lei. Vuole sostenerle>
XARMOTH >> la mano e, con un gesto placido che non sembra costituire minaccia, chinarsi quel tanto che può, sollevare il braccio dell'altra al contempo e poggiare le labbra carnose sulla sua pelle, in un bacio che è riconoscimento e cupa brama insieme. {So che l'isola ha una nuova regina.} Vuole tornare diritto adesso, senza staccare in realtà il contatto tra diretto tra le loro dita. {So di un >>
XARMOTH >>ricevimento, ma non trovo qualcuno fiero e degno abbastanza da presentarsi insieme a me, in quella notte.} La fissa, non smette per un attimo di farlo, gli occhi neri che luccicano dei misteri di ciò che si vede quando la vita se n'è andata, lasciando spazio alle fredde verità della morte. [Tenebra I]

EDAVE ( h - giardino) Lascia che lui la sfiori e che le sue labbra si posino sul polso senza ritrarsi in alcun modo, conosce il potere del sangue mannaro, è una reminescenza che è bagaglio di conoscenza di ogni Wendingo. Lo asseconda in quel movimento senza distogliere la attenzione da lui *Noi al ballo andiamo, il mio compagno è l'attuale Ductor del Caos e sarà al mio fianco ma se sarò sola >
EDAVE e se voi sarete solo potreste accompagnarvi a me. Potreste pensare di invitare colei che è madre di una dei Moth, Lady Alexandra Wright, Suprema dei Maghi Ancestrali, una compagnia piacevole e interessante, parla poco soprattutto ultimamente dato che la voce le è stata rubata in qualche strano avvenimento magico di cui nulla comprendo* sorride *Non vi vado di certo per festeggiare la >>
EDAVE Regina, poco mi importa di lei e del suo Governo ma ritengo sia utile per noi comprendere chi abbia ora il potere dall'altra parte del lago, tastare con mano la situazione, farla nostra, qualcuno diceva §Conosci il tuo nemico meglio del tuo amico§, ecco questa è la mia politica* lentamente la mano scivola via da quella di lui per portarsi al grembo *Non ho nemici sull'isola ma >>
EDAVE è una situazione passeggera e come ogni buon lupo che si rispetti voglio controllare i miei confini e i miei vicini* un passo indietro *Io devo andare al bosco, volete unirvi a me stanotte nella caccia? Comprendo come il mio sangue possa essere per Voi richiamo ma il tempo è giunto, la Bianca chiama e io mi devo allontanare ora*.

XARMOTH [Giardino] Torna a ergersi ben dritto, con le spalle larghe ed il petto ampio chiusi nel tessuto della casacca scura, su cui spicca il vessillo di Landaras, la pantera. {Maghi, sì.} Per un lungo istante lo sguardo attraversa la sua interlocutrice, perdendosi all'interno di un labirinto sconfinato che è fatto di eventi passati, vissuti attraverso il susseguirsi di due maledizioni che lo >>
XARMOTH >>hanno reso tiranno delle ombre. { E' un'ottima occasione, senza dubbio.} Constata, senza però che alcun sorriso increspi l'aspetto severo del suo cipiglio. { Intendo parlare col vostro compagno, se egli è la testa dell'Idra, adesso.} L'ultima parola, quella la scandisce con particolare ferocia, come se dovesse faticare per risputarla dagli abissi del tempo. {Lascio a voi lupi la caccia>>
XARMOTH >> sotto la luna. Mia è l'assenza di luce e quella soltanto.} Dichiara con fermezza. { Solo sappiate che presto dovrò attraversare il bosco a voi tanto caro. Ho bisogno di conferire con il Lord delle Ombre, mio fratello. Egli deve sapere che sono qui.} Spiega, con quel tono di voce cupa che si fa carico di misteri. Quanti ne può svelare è impossibile capirlo, ma lo scalpello che ha generato >>
XARMOTH >>quei tratti fieri proviene da epoche lontane ed è fatto di conoscenze perdute, racchiuse nella prigionia di quel corpo eterno. { Ben diversa è la mischia con cui mi cimenterei, insieme a voi.} Impudico, conclude, affondando lo sguardo in quello di Edave. [Tenebra I]

EDAVE ( h - giardino) Annuisce alla sua parola *Maghi esattamente, molto utili soprattutto ora che il caos deve rinascere, seguite il mio consiglio* lapidaria nei suoi toni, un piano ben preciso alla mente in cui i maghi hanno un posto d'onore. *Il Sire Senza Corona* lo definisce così come lei lo conosce *Ho portato addosso il suo ''dono'' per molte lune ma da allora non lo ho più incontrato.>>
EDAVE Attraverserete il bosco senza che alcuno vi crei intralcio, il branco farà da sentinella al Vostro incontro senza darvi disturbo alcuno* è decisa, da lungo tempo pattugliano la zona intorno alla cripta per cercare di risvegliare l'interesse dello spettro *Se lo incontrerete ditegli che l'alpha del branco desidera incontrarlo, vi era un tempo in cui i legami fra gli oscuri di Barrington >>
EDAVE erano forti e così dovrebbe essere oggi. Sul trono siede un debole Governatore umano ma ciò non deve renderci meno temibili* un ringhio la sua voce, la piena sospinge con voluttà alla trasformazione *Tornate da me in una notte di luna buia e scura e parleremo della vostra mischia, stanotte la Luminosa chiama i suoi figli, tendete i vostri sensi oltre la cittadella e sentirete i lupi>>
EDAVE ululare, li sentirete correre* e la sua mente è già con loro *Vi donerò la mia forma lupina stanotte così che sappiate chi vi scorterà nel bosco quando lo attraverserete per far sapere che siete tornato* e altri due passi verrebbero portati all'indietro. Sono soli, il sanitarium non ha ospiti o confratelli stanotte. Il mantello sfilato cadrebbe su una panca, l'abito scivolerebbe ai piedi >>
EDAVE mentre la luna inonda il corpo nudo illuminato solo dalla luna. Un battito, una frazione di secondo per cedere alla mutazione lasciando la bestia ai ceppi e facendo in modo che sia la lupa rossa come il sangue a comparire innanzi a lui con una chiostra di denti bene in vista e la coda alta (trasformazione h- lupus 1/1).

XARMOTH [Giardino] Solleva appena il mento, gettando ombre più scure sui tratti pallidi e severi del volto. {Conosco quel tempo. Io stesso fui demiurgo di quella prima alleanza.} Afferma, testimoniando con la forza della sua stessa figura la veridicità delle parole, snocciolando un dei tanti segreti che possiede, come una perla rara che ancor più di rado viene donata. Poi la osserva denudarsi delle sue>
XARMOTH >> carni da umana e tramutarsi nell'essenza stessa della sua anima. Gli occhi neri brillano di un riverbero rossastro, che porta la brama della fame ad una forma sofisticata di lussuria. { Ah. } Esclama, schiudendo la bocca e lasciandola aperta e sorridente, con i bianchi denti perfetti che fanno a gara con il candore dei lunghi capelli. E' compiaciuto, il vampiro. {Ho tutto il tempo del mondo>>
XARMOTH >> per farvi mia.} Lancia la promessa con vibrante calore, un calore che risulta quello irresistibile di un uomo per una donna, grazie ai doni del sangue, ma che è più forte della vita stessa e trova spazio solo nella morte. {Andate, dunque. Non indugiate.} Le fa cenno, che è permesso e al tempo stesso volontà di guardar muoversi il lupo. { Troverò la via del ritorno da solo. } La invita, >>
XARMOTH >> pronto a iniziare quella marcia sicura verso l'uscita dal Sanitarium. [Tenebra I]


EDAVE ( lupus - verso il bosco) Un ringhio e un forte ululato sono la sua risposta alle sue parole occhi gialli che si fissano nei suoi con decisione, intelligenti e bestiali allo stesso modo. Un lupo grande, la testa che arriva all'altezza del petto di lui. Un veloce muoversi dinoccolato sulle 4 zampe per cercare di portarsi a lui vicina, il muso che tocca con il tartufo il simbolo dei Moth>>
EDAVE al centro della sua casacca prima di lanciare un altro ululato gettando la grossa testa all'indietro, le orecchie ben diritte così come la coda. Nessun segno di inquietudine o paura ma un forte senso di appartenenza alla sua stirpe. Comprende e un ghigno lupino si dipinge sul volto al suo ordine o comando, un sorriso ironico a ben osservarla prima di volgergli le spalle. Le zampe >>
EDAVE posteriori che sono motore del movimento sino a portarla a 2 mt dal muro di cinta e qui piegarsi, il corpo che si raccoglie verso la coda in un possente e agile balzo che la porterà oltre il confine per poi correre verso il bosco. Stanotte il branco è di nuovo a caccia.






EDAVE
00domenica 22 maggio 2016 21:39
RIASSUNTO
Edave è di passaggio al sanitarium prima di tornare al bosco per onorare la Bianca e la luna piena. Alla porta un uomo bussa il riconoscimento tra i due è immediato "Tu sei stirpe di lupo" dice lei "Io sono l'alpha" dice lei. Il Wendingo scorta Xar in giardino, scopre che è il padre del sangue dei Moth ma gli ribadisce che non ha fiducia in lui, non lo conosce, non sa chi sia, lei ha fiducia nel suo sangue, il sangue dei Moth e solo perchè scorre in quelle di Ithilbor.
Lui è ammaliato dal profumo del suo sangue ma stanotte è la Luminosa a dover essere onorata, null'altro. Lui le chiede di far sapere quando qualcuno è morente e senza speranza al sanitarium, lei non risponde con chiarezza, lui propone un accordo ma tutto si ferma, la lupa si trasforma dopo avergli promesso che l branco lo lascerà passare nel bosco per incontrare Kubren e dandogli un messaggio per il senza corona "Il wendingo vuole incontrarti".

COMMENTO
Ringrazio il player in primis per la compagnia in un sabato sera noioso e poi per la bella giocata da cui sono certa nasceranno molti spunti. Chissà che non si riesca a vedere messer spettro ricalcare le scene di avalon con il suo seguito di morti fastidiosi e lagnosi . [SM=g27828]
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