{Underdark} Dove non si vede e non si sente - Riposo Ezlar {7/7} (ok)

geerhia
00giovedì 16 maggio 2013 19:03
Riassunto : stanco, affamato, afflitto, Ezlar attende di conoscere le sue sorti, chiuso nella sua cella. Ma nel tempo che in quell'eterna notte si fa fatica a contare, verrà raggiunto da Shynn'yl che reca con sè acqua, bende e un pezzo di pane. Non si tratta di amorevoli cure, tuttavia, quei favori che l'uomo è costretto a guadagnarsi, così come la propria sopravvivenza. Verrà umiliato, costretto a mettere a tacere a stento la sua natura ribelle più volte per potersi sfamare e alleviare il dolore delle proprie ferite.

Commento : sempre piacevole e scorrevole giocare con questo pg, la sua rabbia è quasi realmente percepibile, da fuori. A volte la calimera irrita anche me! [SM=g27828]
Role di riferimento : freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10599241

Role :

EZLAR [ Grotta / Cella ] Maledette creature. Nella testa del Bizantino rimbomba ancora la risata folle della Iena, squarciando senza pietà i pochi attimi di pace che gli son concessi. E' seduto a terra, con la schiena poggiata contro l'umida parete di roccia, le ginocchia contro il petto ampio. Lo sguardo basso, cupo, rabbioso. E' riuscito a fasciarsi alla bell'e meglio le ferite causate dalla >>
EZLAR staffilata della Matrona. Ha strappato la camicia, creandone lembi simili a garze, poi strette con forza attorno all'avambraccio ferito. Ora non sanguina più, ma il dolore persiste. E' caldo, pulsante, tenace. Quel che resta della camicia sporca e ancora infetta dagli ultimi brandelli di ragnatela è stato gettato in un angolo della piccola cella. Non è ancora tornato nessuno, lì. Lui e la sua >
EZLAR inguaribile testardaggine. Nonostante tutto l'idea sibillina di una possibile ricompensa, ancora luccica in fondo al tunnel. Della piccola pazza che l'ha ingannato non c'è da fidarsi: quella creatura è isterica, instabile. Forse l'unica persona sana rimasta lì sotto è la Ilharess. Quanto a lui, non può farsi garante della propria integrità mentale ancora per molto: il buio, il dolore e quel >>
EZLAR posto chiuso sono una potente pozione, per il suo ego scalpitante, ora domato.

SHYNNYL [Caverna Ezlar] Le è stata data una bestia da accudire e svezzare, perchè dalla pietra grezza che è ora possa diventare qualcosa di utile per la Matrona. Un compito a tratti intrigante, altri ingrato per una che nella gerarchia della casata ricopre niente di meno che la carica di Jabbress Yathrin. Ora, invece, si trascina per i cunicoli, sfilando nel suo passo leggero [Passo silente] ma con>>
SHYNNYL un persistente borbottio sibilante confinato nella sua testa. Tra le braccia è stretta una ciotola di discrete dimensioni, colma di acqua proveniente dalle fonti sotterranee. Appeso al braccio destro un panno bianco, lungo, mentre nella mano sinistra un tocco di pane abbastanza grande da sfamare un umano adulto. Tutto quel peso le costa uno sforzo non indifferente, una fatica che nasconde >>
SHYNNYL con innata naturalezza tra le pieghe della propria essenza bugiarda [Potenza -1 / Sotterfugio liv.3]. Un allenamento non da poco, se si considera il lungo tempo che quel viaggio le è costato, oltretutto per uno schiavo. Eppure lo sa bene, nessuno è da considerarsi migliore di lei, attualmente, per crescere un servo della Matrona in persona. Raggiunge la porta della grotta assegnata a Ezlar>>
SHYNNYL dovendo farsi ulteriormente carico di quel peso con il solo braccio sinistro, tentando in maniera quasi goffa di raggiungere la chiave con le dita della destra per aprire velocemente la porta e riporla, scivolando così all'interno, già cercando lui.

EZLAR [ Grotta / Cella ] Tiene gli occhi socchiusi, per non cedere al sonno che - assieme alla spossatezza - minaccia di trascinarlo in buio ancora più fosco di quello della Caverna in cui si trova. Deve rimanere vigile, reattivo, nel caso che una di quelle due torni di nuovo. Ha fame. Sete, invece no. Dubita che lì sotto di trovi dell'acqua fresca e corrente, e il pensiero è bastato per >>
EZLAR fargli passare il desiderio di bere. Da quanto tempo si trova lì? Ore? Giorni? Ha perso completamente la cognizione del tempo, forse anche quella dello spazio. Il silenzio e le tenebre, quaggiù, risucchiano ogni rumore. Solo qualche eco lontana, ogni tanto, vibra nell'aria pesante e calda. Quando la porta si inizia ad aprire il giovane scatta in piedi, senza valutare >>
EZLAR la propria debolezza, trovandosi così a fare i conti con un giramento di testa che per qualche attimo minaccia la sua stabilità. Un passo indietro. Poggia la schiena contro la parete di roccia, strizzando le palpebre, per poi riaprirle improvvisamente. I lunghi capelli scuri e lucidi gli ricadono in spesse ciocche ai lati del volto, mettendo in risalto gli zigomi pronunciati, la mascella >>
EZLAR squadrata. Gli occhi grigio antracite, infossati sotto sopracciglia aggrottate, puntano dritti verso la Drow, irascibili. [ Qirva ] La chiama per nome, la sua voce è profonda, roca. Ignora che quell'appellativo sia frutto dell'abile mente ingannatrice di quella lasciva Creatura. A malapena ne distingue le fattezze: gli occhi umani non sono fatti per scrutare nell'ombra che si annida >>
EZLAR negli anfratti dell'Underdark. Pane, catino e panno passano inosservati. Inspira a fondo, staccandosi dalla parete, suo temporaneo sostegno, per ergersi in tutta la propria statura, senza alcuna vergogna per il petto nudo, sul quale si intravedono alcune cicatrici di provenienza poco identificabile.

SHYNNYL [Caverna Ezlar] Eccolo là, nel suo fisico possente, ma traballante come se le gambe faticassero a reggerlo. Il muro lo richiama a sè, ma sembra aver abbastanza forze da enfatizzare a quel modo il nome dell'identità fittizia, facendola sorridere nonostante gli sforzi [Sotterfugio liv.3]. Si muove, chiudendo dietro di sè la porta con un piede, avvicinandosi al tavolo usurato abbandonando in >>
SHYNNYL un angolo della grotta, unico arredamento oltre il letto scricchiolante. ''Ezlar..'' replica, come in saluto, ma con una voce ben più armoniosa, suadente. Sul legno appoggia quanto ha dovuto portare da sè, procurandosi un sostanzioso lamento da parte della muscolatura più adatta al movimento che a sostenere pesi. In fondo, non è mai stato il fisico, la sua arma vincente. Al di là della >>
SHYNNYL lascivia, naturalmente. Ed anche oggi quella non manca, abbondante di curve strette e facili da intuire, fasciate in un vestito viola, succinto, dal breve strascico. Lunghi centimetri di pelle nera si possono guardare, così come i capelli sciolti, che le accarezzano la vita ed i fianchi. Alcune ciocche sono intrecciate, altre adorne di perline scure di legno. ''Avvicinati..'' lo invita, >>
SHYNNYL sollevando il mento ed assottigliando gli occhi, viziosa, con i toni di un'opportunità da non lasciarsi scappare, più che di un ordine. ''Ricordi cosa ti ha detto la Ilharess? Mai guardare una femmina, a meno che non sia lei a permetterlo..'' aggiunge, ma non sembra volerlo punire, al momento.

EZLAR [ Grotta / Cella ] Si sente indolenzito. Terribilmente. Come se fosse stato schiacciato da un masso, senza alcun avviso. Il suo stomaco brontola, reclamando a gran voce qualcosa di solido, ma Ezlar cerca di resistere ancora un po', avvicinandosi dalla Drow ed al tavolo macilento. Lo attira e lo aborre al tempo stesso. Una strana sensazione, per lui. Chiude le palpebre, inalando >>
EZLAR un profondo respiro, in risposta al suo saluto accattivante. Gonfia i polmoni con quell'aria umida, stringendo i denti quando la ferita, sotto la rozza fasciatura, inizia a pulsare. E' il sangue che gli si agita in corpo, a far quell'effetto. Solo quando Shynnyl poggia sul piano del tavolo quanto reca con se Ezlar fa caso a tutto ciò. Obbedisce, cercando di restare calmo: quella testa calda >>
EZLAR proprio non gli piace. La sua risata squilibrata ancora gli tormenta la mente, quando non è il dolore per la frustata ricevuta ad intorpidirgli il braccio. In un'altra occasione un sorriso bieco si sarebbe impossessato delle sue labbra morbide e piene... ma ora rimane impassibile, nell'udire quelle parole. Ricompensa. Ricompensa. Ecco il mantra garante della sua tranquillità. >>
EZLAR [ E tu vuoi che io ti guardi? ] Domanda, impassibile. Non è che abbia intenzione di farle perdere la calma - una scudisciata è stata più che sufficiente -, solo che è fatto così, quel ragazzone. Si ferma ad un passo da lei, non fissandole più le iridi d'argento fuso ma le labbra color onice. Non le anela, invero. Ma è l'unico punto vicino agli occhi su cui riesca a concentrarsi. Abbassare lo >>
EZLAR sguardo come un cane in catene? Mai. Adocchia il tozzo di pane, cercando di allungare la mano sinistra verso di esso, per afferrarlo. Il braccio destro non l'ha mai mosso. [ Ho fame ] Grugnisce a mo' di scusa, mentre lo stomaco torna a farsi vivo.

SHYNNYL [Caverna Ez]Obbedisce, lui, in ogni senso. Un gesto apprezzabile, sebbene dovrà essere più accorto se non vorrà farsi ammazzare, la prossima volta. E per qualche istante la propria mente lo immagina ormai privo di vita nel pieno di qualche tortura, ricoperto dai ragni che in lui troverebbero un bottino di caccia, con quel volto che resta sereno, inarrivabile. ''Si..'' risponde, quando le sarà >>
SHYNNYL vicino, alzando la mano sinistra per puntellare l'indice sotto il suo mento, affinchè sollevi il viso, a ritrovare l'interezza del suo, sogghignante, a metà tra il borioso e l'affascinante. E' la malia dell'oscurità, quella che lui avrà modo di guardare apertamente. ''Ma devi stare attento a ciò che fai, se vorrai sopravvivere..'' spiega, serafica, cogliendo il movimento del suo braccio >>
SHYNNYL verso il pane, quello che vorrà intercettare con un movimento veloce ed agile [+2] della propria mano sinistra, perchè ne afferri il polso, fermando la sua corsa a pochi centimetri dalla sua cena. ''Farai soltanto quello che ti dirò. Io sono la tua salvezza, qui. Ti renderò degno di vivere tra noi, perchè la Matrona ti accolga nel suo favore.'' conclude, con quella voce soffusa e sinuosa che >>
SHYNNYL stride con i contenuti del suo parlare.

EZLAR [ Grotta / Cella ] Afferra il bordo del piano orizzontale del tavolo, inarcando le spalle e scaricandovi parte del proprio peso. Il suo volto cade in ombra, circondato da ciocche ribelli e scure come pece. Un vago sorriso si fa largo sulle sue labbra, alla risposta di lei, ma ancora non solleva il mente, continuando a fissare il tavolo. O meglio, quello che riesce ad intravederne. >>
EZLAR Poi si lascia sollevare il mento, quando ormai ogni segno di sorriso è evaporato dal suo volto. Cerca di lottare contro le caliginose emozioni che gli si agitano sottopelle all'udire quel ghigno, per non scivolare nella malia dell'altra. Un fremito gli formicola lungo il braccio quando il suo movimento viene fermato dalla Drow. Una velocità impressionante. Inumana, questo >>
EZLAR è certo. Ho fame, ripete tra se e se, con la mano immobile a pochi centimetri dalla sua possibile conquista. Mangerebbe pure il fango, ora, se potesse. [ Non sono abituato a prendere ordini da una donna ] Spiega, calmo, plagiando la propria voce, fino a farla risultare piacevole. E' una costatazione, la sua. Non un contrordine. Calca bene l'ultima parola. Donna. Quella >>
EZLAR Creatura intrisa di malizia e malvagità fino alla punta dei capelli non è umana. Non è una donna come lui le conosce. E' palese. [ Ho fame ] Ripete di nuovo, aspro, ora inclinando il tono, così che questo perda ogni traccia di fascino. Non sbatte le palpebre, se non per piccoli movimenti involontari, affondando il proprio sguardo in quello della Iena. Respira, apparentemente >>
EZLAR pacato. Ricompensa. Ricompensa. Ricompensa. C'è qualcosa in quelle oscure creature che lo strega come poche cose viste in Superficie sono riuscire a fare. Sono un'arma a doppio taglio, se ne sta rendendo conto con calma.

SHYNNYL [Caverna Ez] Non lascia andare quel braccio, ora adorno di artigli neri, che celano nella loro estrema sicurezza la poca forza che posseggono [Sotterfugio liv.3]. Alle sue parole non può che allargare quel ghigno capace di suscitare malessere, sghembo e sinistro come poco altro. ''Perchè le femmine di superficie non sono in grado di dare ordini nemmeno a loro stesse. Ma qui non esistono >>
SHYNNYL donne..'' spiega, calcando quell'ultima parola allo stesso suo modo, speziandola di scherno. ''Questo è il mondo delle jalil. E qui il volere delle femmine sta al di sopra di ogni altra cosa..'' racconta, solenne, presuntuosa, ma mai più sincera di ora. ''Rendere felice una jalil, significa farsi strada, soprattutto se si tratta di una femmina di alto rango..'' aggiunge, lasciando intendere con
SHYNNYL >>
SHYNNYL quel tono lezioso che ne abbia una proprio davanti. ''Va a sederti'' ordina, questa volta, sebbene in un sussurro, replicando così alla sua ennesima protesta.

EZLAR [ Grotta / Cella ] E la follia di nuovo si fa spazio sul volto della Jabbress Yathrin. Quella è una psicopatica. Ezlar mantiene ancora il contatto visivo, mentre il suo ego si dibatte nel ventre, sbriciolandosi pian piano: quella è una folle. Il suo respiro ora cadenzato e pesante viene riverberato dalle pareti della caverna in un'eco fastidiosa. Lì anche il minimo suono si espande come >>
EZLAR un tuono roboante. Non è con lei che deve trattare. E' con l'altra. Con l'altra. Con quella che l'ha frustato. Almeno lei, nella sua scelleratezza, è lucida. [ Jalili ] Ripete quella parola, scoprendola incredibilmente fluida, mentre la pronuncia. Ho fame. Lo stomaco brontola di nuovo, ma l'ordine impartito dalla Iena è più possente, e vince. Le ringhia quasi contro, strattonando il >>
EZLAR bordo del tavolo, attorno al quale la sua mano è stretta in una morsa ferrea. Dunque quella è una società matriarcale. Lì sono le donne ad avare il potere. E gli uomini? Non ne ha visto nemmeno uno. Che li ammazzino di frustate, come fanno con quelli della Superficie? Lui è un Rivvil. Lei una Jalili. Lì i Rivvil obbediscono. Le Jalili comandano. Ricompensa. Ricompensa. >>
EZLAR Ricompensa. A stento tiene a bada il proprio subconscio, che gli si dimena sottopelle. Lancia un'occhiata truce, ma fa appena in tempo ad abbassare il capo, così che a caderne vittima è il povero pavimento ombroso. Raggiunge con poche ed ampie falcare il bordo dello sgangherato giaciglio, sedendovisi. Non vede sedie, lì. Magari il perimetro della Caverna ne è gremito, ma lui >>
EZLAR non ha voglia di controllare, ora. [ E io cosa sono? ] Digrigna i denti. La presenza della Drow lo rende scostante ed irascibile. La sua voce lo disorienta. La sua risata lo fa rabbrividire. [ Uno schiavo? Carne da macello, eh? ] Il tono di voce supera di poco lo standard consueto, mentre egli indica con un cenno del mento la fasciatura che copre la ferita. I suoi occhi scuri >>
EZLAR guizzano poi fino alla Jalili, osservandole il mento, il collo; sollevandosi minacciosamente verso i suoi occhi, senza però mai sfiorarli. Shynnyl non è l'unica pratica di certi comportamenti esasperanti, a quanto pare.

SHYNNYL [Caverna Ez]Ritrova nelle smorfie di Ezlar il dissapore giusto, sintomo di comprensione almeno parziale di quel mondo in cui è entrato in ginocchio. ''Jalil'' lo corregge, secca, lasciando ora andare il suo polso che arretra, tra quei grugniti che suscitano il suo nuovo sorriso. Fauci bianche tra labbra nere, velenose. Gli guarda le spalle con insistenza, mentre si allontana, in quel modo >>
SHYNNYL che ogni drow considera proprio quando si trova qualcuno davanti. Mai dare la schiena ad un drow. Nemmeno se si tratta del proprio fratello di sangue. Lo sa bene lei, che non ha fatto altro che godere della scomparsa della gemella, la sua secondogenita, minaccia per l'eredità al trono. Appoggia la schiena al tavolo mentre lui si siede sul letto, diligente come un grosso cagnolone. Inclina>>
SHYNNYL la testa, incrociando le braccia ad incorniciare i seni pieni, a stento coperti dai tessuti. ''Niente.'' risponde, con l'enfasi che si darebbe ad un'ovvietà. ''Tu qui non sei nulla, finchè la Ilharess non deciderà diversamente.'' specifica, oziosa, prendendo ora in mano quel pezzo di pane, rigirandolo come non avesse una reale importanza. E per lei in effetti non ne ha. ''Ma hai una grande >>
SHYNNYL fortuna, Ezlar.'' annuncia, ora facendo qualche passo avanti per raggiungerlo, fermandosi quando le proprie ginocchia dovessero sfiorare le sue. ''..puoi ancora decidere del tuo destino. Proseguire nell'imposizione della tua testardaggine, nella tua arroganza di cieco ed inetto rivvil..O ascoltarmi ed obbedire, guadagnandoti un'identità ed un valore..'' conclude, allungando a quelle ultime >>
SHYNNYL parole il pane verso di lui, come a dare un assaggio di quelle promesse appena pronunciate.

EZLAR [ Grotta / Cella ] Jalil. Jalil. Le dita delle mani vanno a ghermire il bordo del giaciglio. Nel braccio destro un dolore caldo e sornione si espande lentamente, facendogli mollare la presa. [ Jalil ] Ecco. Ora suona meglio. La sua schiena reca qualche cicatrice - alcune profonde, altre meno -, non ne fa mistero. [ Faccio ridere? ] Domanda, inarcando un sopracciglio scuro, non riuscendo >>
EZLAR a staccarsi del tutto alla vena di arroganza ed orgoglio che lo contraddistingue. Un sospiro di sollievo, che non lascia sfuggire alle labbra, gli abbandona i polmoni. Niente. Nel suo gergo, sempre meglio che schiavo. Sulle Montagne dove è nato non ci sono schiavi: lassù abita un popolo potente, che non ha bisogno di nullità per essere servito e riverito. Eppure ci sono molte >>
EZLAR nullità. Lui, a parere degli Anziani, è uno di quelle. Mentre le città, quelle sì che brulicano di esseri inetti e sporchi. Anche lì, nell'Underdark, è un Nulla. Tutto torna. Tutto è meglio che nulla. Meglio stare buoni e guadagnarsi la ricompensa, se non la fiducia, di quelle Creature di Tenebra e Terra. [ La Ilharess è la Jalil con la frusta ] Piccoli pezzi dell'angolino di un mosaico >>
EZLAR immenso vengono collegati istintivamente. Si sente ardere il petto, al ricordo: quella Creatura è stata la prima in grado di trasformare il suo possente orgoglio di una matassa indefinita di sentimenti vulnerabili. Almeno lei è lucida. Shynnyl, invece, è folle. La mente di Ezlar continua a formulare pensieri sconnessi, tra fitte di dolore dal braccio e bollente rabbia repressa. >>
EZLAR Non si ritrae al contatto, osservando le ginocchia fragili e dalla cute color ossidiana contro la stoffa lacera e pesante delle proprie brache sudice. Come possono, tanta malizia e malvagità, esser compresse in un Essere così minuto? Alluna impulsivamente la mano verso il tozzo di pane, quando ella glielo porge, cercando di farlo scivolare via da quegli artigli del medesimo colore >>
EZLAR della roccia lavica.

SHYNNYL [Caverna Ez] Annuisce soltanto quando lui collega i pezzi dei suoi ricordi e delle sue conoscenze, permettendo ad identità ed azioni di unirsi a ricreare un'immagine. Quella della sua genitrice, legame che ancora non svela, benchè la identificherebbe come Principessa. Ha imparato che per arrivare dove vuole, spesso la vanità va accantonata. Il guadagno è migliore, alla fine. Osserva quel >>
SHYNNYL pezzo di pane sfuggire via dalla sua mano che vi manteneva una presa blanda, considerandolo come una scelta univoca, irrevocabile. Ha già avuto a che fare con persone come lui, reietti, scarti della società di superficie. La loro boria non la spaventa affatto, poichè lei è in grado di essere ancor più insolente. Malevola. ''Hai preso una decisione intelligente, Ezlar..'' lo lusinga appena, >>
SHYNNYL rassodando un mezzo sorriso mentre arretra, per poi voltarsi soltanto successivamente, tornando al tavolo. ''Ti insegnerò quanto c'è da sapere sul nostro mondo. A te non resterà che imparare ed usare al meglio ogni mia spiegazione..'' afferma, quasi minaccia, sebbene la voce resti armoniosa e musicale. Non è una musica cristallina, bensì quella tetra, misteriosa, accattivante dell'ombra e >>
SHYNNYL dell'incognito.

EZLAR [ Grotta / Cella ] Il letto sembra accusare colpi, sotto il peso non proprio leggero del giovane. Ma egli non si solleva. Resta con la schiena ben ritta, le spalle rigidamente immobili, che lo fanno sembrare ancora più spallato di quanto non sia. I muscoli del collo lievemente in tensione. Quando il tocco di pane scivola dalle dita affusolate della Iena egli vi si avventa, ingordo. >>
EZLAR Addenta la pagnotta rafferma con voracia, riempiendosi la bocca, poi deglutendo il boccone con un po' più di calma. Non vuole ingozzarsi, non davanti a quella piccola squilibrata. Quasi ignora le sue parole, troppo attento al pane che, anche se stantio, manda giù. Una parte della sua mente invece registra con cautela quanto gli viene detto ed ogni tanto egli annuisce, >>
EZLAR senza riflettere. [ Mi avete promesso una ricompensa ] Specifica, acre, osservando la pagnotta oramai terminata. Ecco: le Jalil dovrebbero ogni volta portare un pezzo di pane a quel giovanotto affamato, per esser sicure che egli non abbia riguardi per loro, bensì per il nutrimento offertogli. [ Cosa mi insegnerete? ] Domanda, scosso da una certa curiosità, mentre il cibo è >>
EZLAR quasi terminato. Rimane però circospetto: non si fida di quella Drow. Gli è bastata la sua risata agghiacciante per fargli nutrire sempre qualche riserva sulle parole di lei, nonostante esse abbiano un suono alettante, musicale. Da anni vaga in lungo e in largo per la Superficie, in cerca di riscatto. Proprio quaggiù, nei meandri della terra, doveva trovare qualcosa di simile ad una >>
EZLAR redenzione in nuce? Le spalle si rilassano, e non poco, quando lei si allontana. Poco male: non gli piace aver così vicino quella schizoide.

SHYNNYL [Caverna Ez] Guardalo Lloth. Guarda la tua nuova preda come si sfama, azzannando quella misera pagnotta come tu faresti con le sue carni. Pensieri che scivolano sommessi, silenziosi, invisibili tramite quegli occhi che lo osservano nel suo corpo pallido ed umile. Sorride, enigmatica e contorta, salvo dedicare le proprie attenzioni che si rivolgono al catino d'acqua ed al panno pulito che >>
SHYNNYL torna a prendere tra le braccia, camuffando ancora la propria fatica nei riguardi di quel peso che andrà a portare vicino a lui [Sotterfugio liv.3]. La ciotola di discrete dimensioni, nel suo contenuto ondeggiante, verrà posata a terra, vicina a lui, mentre il panno verrà gettato sul letto, con noncuranza. Nessuna parola riguardo la ricompensa. La sua stessa vita, intatta, sarà il suo >>
SHYNNYL guadagno essendo che ora, entrato in quel mondo privo di immagini e rumori, non può più darla per scontato. ''Ti insegnerò a vivere come un maschio degno di respirare l'aria del sottosuolo.'' replica, discostando la gonna per lasciar apparire la coscia destra ed il pugnale appesovi. Lo afferrerebbe nella destra, avvicinandolo al suo braccio ferito, coperto dalle bende. Gesti veloci, mirati, >>
SHYNNYL quelli che intenderebbero farle afferrare il braccio offeso di lui con la mano sinistra all'altezza del gomito per sollevarlo appena verso di sè, mentre l'altra mano farebbe scivolare la lama sotto alle bende, dal bordo inferiore e di piatto rispetto al suo braccio, di modo da non infierire sulle ferite. Se poi dovesse muoversi, peggio per lui. Un gesto secco quello che porterebbe il pugnale>>
SHYNNYL a scivolare da destra a sinistra, con il filo della lama diretto verso sx anch'esso, per tagliare le bende sudice, farle cadere sul letto.

EZLAR [ Caverna Ez ] Segue con lo sguardo ogni singolo movimento di quella piccola folle. La pagnotta non c'è più: l'ha mangiata tutta. Voracemente. Occhi color del piombo fuso lottano con tutta la propria forza, cercando di farsi strada nell'oscurità opprimenti di quella Grotta. Strizza le palpebre con forza, e le ciglia scure fremono appena, quando le superiori collidono con le >>
EZLAR inferiori. Maledetta ombra. Maledetta Caverna. Non dice nulla riguardo alla promessa della Iena, aggrottando le sopracciglia: quelle parole l'hanno colto alla sprovvista. Insegnarli ad esser degno? Non ha bisogno che glielo si insegni. [ Qua è tutto troppo diverso dalla Superficie ] Sbotta. Orami ha parlato: non può rimangiarsi le proprie irriverenti parole. Eppure, vi è un fondo di >>
EZLAR verità, in quella constatazione. Ora tutto dipende da Shynnyl: sta a lei interpretare le parole del Rivvil. Lì a malapena si respira, non v'è luce. Non resisterà lì ancora a lungo, in quel luogo umido in cui la follia striscia come una serpe famelica, se lo sente. Eppure, in qualche modo perverso e a lui ancora poco chiaro, quell'aspettativa suona come miele: alettante. Ricompensa. Riscatto.>>
EZLAR Il respiro del giovane accelera un poco nello scorgere - o meglio: intravede a malapena - prima la sua coscia nuda, poi il pugnale. Subito i suoi sensi lo mettono in allerta. Non riesce a fermarla. Cerca di opporsi, ma il proprio inconscio gli si aizza, contro, facendolo star buono. Lei gli si avvicina, lo afferra per il gomito. Taglia via le bende sporche di sangue umano. Rosso >>
EZLAR cupo, in parte incrostato. La stoffa si stacca a fatica dalla pelle oltraggiata, e cade mollemente sul letto. [ Non osare toccarmi ] Sibila, arrogante, in direzione della Iena, prima di abbassare lo sguardo scuro verso la pelle e la carne lacerate dalla Matrona. Guarirà, pensa. Non serve che la Schizofrenica avvicini i propri artigli neri come la notte alla pelle ambrata del >>
EZLAR Bizantino. Così crede o, almeno, si illude. Ricompensa. Ricompensa. Non allontana ancora il braccio. Una parte del suo ego si è già arresa alla Jabbress, ed Ezlar se ne rende conto a fatica, mentre abbassa lo sguardo sulle dita esili di lei. Attende qualche attimo, inspirando ed espirando più rapidamente del solito, fino a quando non cerca di alzarsi in piedi, per sottrarsi a lei o, >>
EZLAR meglio, a ciò che quella Jalil rappresenta nella sua mente. Follia. Instabilità. Contagio.

SHYNNYL [Caverna Ez] Questi umani hanno la capacità di perdersi in tante sciocchezze, dando fiato alla bocca più del dovuto. Il suo commento iniziale, spinto probabilmente dalla repulsione e dalla rabbia, sembra scivolarle addosso, benchè ne abbia intuito il reale significato. Può sembrare folle, ma la sua mente malata è capace di lavorare molto più delle altre, senza mai stancarsi. Non sarebbe >>
SHYNNYL ancora viva, se così non fosse. ''Per questo è meglio.'' replica soltanto, definitiva, abbassandosi per pulire sul letto la lama appena macchiata di sangue scuro, incurante del fatto che lui ci dorma, là sopra. La riporrà con estrema cura, facendola scivolare nella custodia chiusa sulla coscia. Presto o tardi, la prigionia di Ezlar sortirà gli effetti dovuti. Al contrario delle celle quasi>>
SHYNNYL lussuose dei grandi palazzi umani, là sotto si deve fare i conti con l'oscurità, l'estremo silenzio, l'umidità e l'apparente assenza di vita, oltre loro. E' un mondo privo di luce, destinato a toglierla a chiunque vi resti per un periodo discreto. Un terreno tutt'altro che fertile per i sentimenti bisognosi di calore, che nel suo immenso nulla può portare alla pazzia chi non vi è abituato>>
SHYNNYL e non ha intenzione di lasciarsi abbracciare volontariamente. A resistere si rischia solo di farsi più male. Lo lascia andare quando lui sbotta, sibilando quello che ha tutta l'aria di essere un ordine, nei suoi confronti. Gli permette di allontanarsi, guardandolo dapprima con aria truce, che via via si tramuta in un'espressione bestiale, di scherno, aprendosi in un ennesimo sorriso >>
SHYNNYL distorto. Inclina la testa sulla sinistra, assottigliando gli occhi come stesse ascoltando qualcosa che lui non può sentire. ''Mi è sembrato di sentire..un comando..'' sussurra, con enfasi che certo la renderebbe un'attrice acclamata. ''E' così?'' domanda, raddrizzando la testa, mentre gli occhi si sporcano di rosso, una tonalità cupa quanto quella che sporca il braccio di lui, ferito. E va a>>
SHYNNYL chinarsi, piegando le ginocchia per accovacciarsi vicino alla ciotola, prendendone un lato con una mano per sollevarla di modo che rimanga di sbieco. L'acqua all'interno oscilla, spostandosi velocemente sul bordo ora più basso. Alcune gocce finiscono a terra, mentre lei fissa Ezlar, dal basso. ''Quest'acqua servirebbe a dissetarti, a pulire le tue ferite..'' spiega, lasciando che un piccolo>>
SHYNNYL rivolo d'acqua continui a versarsi a terra, sprecata, con tutta l'aria di una cascata di sabbia dentro una clessidra. Solo che, in questo caso, a tempo scaduto non c'è più possibilità di voltarla. ''Senza questa, se io dovessi decidere di non portartene più, secondo te cosa ti ucciderebbe, prima? La sete o l'infezione della tua carne?'' domanda, in quel giochino macabro che le riempe le labbra>>
SHYNNYL di denti bianchi.

EZLAR [ Grotta Ez ] Respira con calma, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata in direzione della Jalil. Non lo osserva direttamente negli occhi: una volta controlla le sue sopracciglia eloquenti, un'altra le dita che scivolano abili per sistemare il pugnale. Un'altra volta ancora le stoffe viola che scivolano nuovamente al loro posto. E non si stanca un attimo. Manco fosse una bestia >>
EZLAR braccata da qualcuno più massiccio. E' abituato agli ambienti spartani, il Bizantino. Quella stanza, per lui, è anche troppo. Ma il silenzio, quello gli da alla testa; e l'oscurità umida della Caverna gli si appiccica fin dentro le ossa. La sensazione non è delle migliori, soprattutto per un giovanotto che ha fatto del mondo la propria casa, delle chiacchiere della gente la propria >>
EZLAR distrazione. Per un breve istante ancora le da le spalle, ingenuamente. Poi, voltandosi, scorge quello sguardo di fuoco, ancestrale. A malapena scorge i tratti maligni della Jabbress, ma quegli occhi è impossibile non notarli. La lascia nella propria concentrazione, fino a quando ella sibila. [ Era un suggerimento ] Sbotta Ezlar, cupo, cercando di mantenere il contatto visivo con lei, >>
EZLAR facendo correre con lentezza le proprie mire verso gli occhi di lei, senza però posarvisi. Se li immagina, per un istante, rosso sangue. Anche gli occhi della Matrona erano lava ustionante quanto l'ha frustato. [ Mi arrangio da solo ] Prosegue poi, riferendosi alla propria ferita, ed al catino. Il suono fluido dell'acqua che si agita nel secchio lo fa render conto di quanto la sua gola sia >>
EZLAR arida, gola sia arida, ma non ha alcuna intenzione di bere quell'acqua. Si quieta appena, ma ancora non torna a sedersi: non si farà mettere le mani addosso da quella complessata. [ L'infezione ] Risponde, risoluto, indicando con un cenno del capo quel rivolo maledetto che scivola inclemente oltre l'orlo del catino. Che la smetta, quella mentecatta! Non è inesperto nel valutare i danni >>
EZLAR inflitti alla carne. L'orgoglio in battaglia fa fiorire una strana saggezza: rendersi conto dei danni quando essi sono ormai irreparabili, stimandone ogni dettaglio, ogni conseguenza. Quella ferita va pulita e tenuta umettata, altrimenti peggiorerà. Muove un passo verso di lei, il volto immobile in un'espressione severa, gli occhi color metallo fuso fissi sull'acqua che ancora sgorga dal >>
EZLAR secchio. Quel giochetto lo irrita non poco. C'è di mezzo la propria vita, e alla Jalil non importa, a differenza sua.

SHYNNYL [Caverna Ez] Un suggerimento. ''Credi di essere nella posizione adatta a darmi..suggerimenti?'' domanda, serafica, ancora china su quella tortura psicologica, gli artigli serrati attorno alla ciotola che continua a colare il suo vitale contenuto. Le risponde persino, a quella domanda retorica, come fosse uno scolaretto. Il che la fa sorridere ancora ed ancora, come se non fosse mai stanca di>>
SHYNNYL farsi beffe degli altri. E' stata creata per essere ruvida, per infastidire come una mosca che proprio non si riesce a prendere. Nota le occhiate di lui farsi frequenti, in direzione del rivolo d'acqua che va a bagnare la pietra, fin sotto il letto. Ma quel che osserva con maggiore attenzione, è il passo che lui fa in propria direzione, come volesse reagire a quella provocazione. Mossa >>
SHYNNYL sbagliata, Ezlar. ''Avvicinati ancora di un passo e dovrai leccare per terra, per bere, strusciarti sul pavimento per lavarti la ferita.'' lo minaccia, permettendo ancora all'acqua di fuoriuscire dal catino. ''Siediti sul letto, da bravo rivvil, non muoverti e non parlare fino a quando non ti sarà chiesto.'' ordina, irrevocabile, mentre il volto si fa serio, immobile. ''Il tempo corre, Ezlar.''

EZLAR [ Grotta Ez ] Stringe la mano sinistra a pugno, socchiudendo gli occhi. E' un giovanotto impulsivo, lui, e quella psicolabile gli sta dando parecchio filo da torcere per non perdere la calma. Un respiro. Due respiri. Tre respiri. No. Questo è troppo. L'acqua che gorgoglia innocentemente scivolando al suolo ha un suono insopportabile, che si espande in quel silenzio con >>
EZLAR foga, insinuandosi poi nelle orecchie dell'umano. Torturandolo così fino al midollo. Il suo stesso cervello sciaborda ora nella scatola cranica: una nave rapita da una tempesta incontrollabile. Il suo orgoglio ora è destrutturato: si sta sbriciolando come terra riarsa. Le si avvicina ancora un poco, fermandosi - se ella lo lascerà - a due metri da lei e da quella maledetta acqua che scivola >>
EZLAR fin sotto la branda sbilenca. [ Non mi vedrai mai piegarmi a tanto ] Le assicura, convinto. Per un fugace istante il suo sguardo scuro si posa sul volto di lei, alla ricerca dei suoi occhi: avrà anche un braccio fuori uso, Ezlar, ma nell'altro c'è ancora abbastanza forza, qualora la situazione si faccia estrema. O almeno, così si illude. La provoca, ma al contempo provoca se stesso: non >>
EZLAR deve sottostare fino a quel punto alla Jabbress. Cambia meta, puntando verso il giaciglio, sedendovisi. °°Maledetta°° Le inveisce contro, irritabile, nei propri pensieri. [ Ci penso io, alla mia ferita ] Calca bene ogni parola di quella frase, piegando le labbra in una morsa irrevocabile. Un compromesso. Accettabile? Lo fa solo perchè c'è in gioco la propria vita che, al contrario >>
EZLAR del Popolo delle Montagne tra cui è nato e cresciuto, considera abbastanza preziosa da non esser sprecata per alterigia.

SHYNNYL [Caverna Ez] Non serve avere particolari doti per leggere la furia negli occhi di quella nullità. Una rabbia che ribolle e che invece di spaventarla, nel suo essere insana, la diverte, enormemente. Lo vede fare ancora un passo, esplodere in un'affermazione che suona così autoritaria. Parole che portano la mano a far inclinare un po' di più il catino, perchè il flusso d'acqua si renda più >>
SHYNNYL corposo. Ma basterà il tempo a renderlo mansueto, smussare gli spigoli di quella natura ribelle. E, vittoriosa, lo vede eseguire, sedersi sul letto come un bambino offeso. ''Pensavi forse che sarei stata la tua domestica, Ezlar? Che mi sarei abbassata a curare la tua ferita?'' domanda, con quella voce suadente, seriamente incuriosita. Finalmente si alzerebbe ma, prima, andrebbe a rovesciare >>
SHYNNYL volutamente ancora parte dell'acqua nella bacinella, affinchè ne rimanga soltanto metà, ora. Quindi la lascia, mollandola a terra, senza porgergliela. ''Dovrai impegnarti per dividere bene quel che resta..'' lo canzona, indietreggiando nuovamente verso il tavolo, laddove va a sedersi con un movimento fluido e ginnico, sottolineato dal morbido ondeggiare delle vesti. ''Hai ancora tanto da >>
SHYNNYL imparare, mio rivvil e che ti piaccia o no, lo farai..'' spiega, come se non ci fosse alternativa. ''E se ti venisse in mente di provare a scappare, eludendo in qualche modo il mio controllo..'' continua, riferendosi a quel suo tentativo di imporsi, poco prima ''..sarebbe un tentativo vano, poichè moriresti.'' conclude, divertita. ''Anche ammettendo che tu riesca ad uscire di qui, là fuori è buio>>
SHYNNYL e tu sei cieco. Dovresti riuscire ad orientarti nei cunicoli, nel labirinto di vicoli che partono dall'ingresso. Sempre ammesso che tu non venga prima divorato..'' ridacchia, lasciando intuire che in quel pezzo di terra dimenticata dalla luce e dall'aria aperta, non ci siano solo loro.

EZLAR [ Grotta Ez ] Un sorriso sghembo ancora resiste, piegandogli le labbra. [ No ] Risponde secco, sincero. [ Non ho bisogno di una domestica, tantomeno una come te ] Ribatte ancora, passando involontariamente al ''tu'', già utilizzato da qualche minuto, senza premurarsi di dare spiegazioni. Quella voce. E' così accattivante che per poco il Rivvil le domanda quale folle >>
EZLAR problema della personalità abbia. Un momento ringhia come una bestia. Quello dopo sfodera armi dialettiche degne di una seduttrice. Ringhia appena, quando il scroscio di acqua altra che si perde inesorabilmente gli solletica l'oto, molto più vigile, in quel silenzio buio. Non la guarda nemmeno, poi, sentendola allontanarsi nell'oscurità. Forse si siede sul tavolo. Forse solamente vi >>
EZLAR si appoggia. Non riesce a capirlo. Quel che è certo è che non abbandona la stanza: non ode la porta aprirsi e poi chiudersi. Tanto basta per mantenerlo in allerta: ogni singolo muscolo pronto a scattare alle prime avvisaglie di pericolo. Si china appena in avanti, allungando la mano sinistra fino al catino, che trascina fino a se. [ Io non sono tuo. Noi due abbiamo un patto ] Ricompensa. >>
EZLAR Si volge appena, cercando sul letto le bende che poco prima la Drow vi ha abbandonato. Ne afferra una, la appallottola e la getta nel catino, estraendola solo quando è intrisa d'acqua. La strizza, lasciando gocciolare nel secchio ogni piccola, preziosa stilla d'acqua. Non parla più. Attende qualche attimo, prima di serrare i denti e trattenere il respiro. Non vuole lasciarsi >>
EZLAR sfuggire un solo gemito innanzi a quella nevrotica. Si fa forza, avvicinando la stoffa bagnata alla ferita, ed iniziando a pulire la pelle. Sempre in silenzio. Un silenzio trattenuto a stento. °Maledetta°. Nella mente del Bizantino esplode una serie di bestemmie ed imprecazioni. Tutte per lei. Serra le palpebre con forza, tornando ad inalare l'aria umida della Grotta che, in quel momento, >>
EZLAR gli pare bollente. Ripete l'operazione tre volte, controllando lo stato della ferita, che ora dovrebbe esser pulita dal sangue incrostatosi sulla pelle. Sono rimasti solo segni netti che affondano nella carne. [ Io non sono tuo ] Sibila, boccheggiando, mentre la dolenza lentamente scema, puntando lo sguardo laddove presume si sia annidata quella malefica. Ora che lei è così distante >>
EZLAR una parte di lui si è rilassata quanto basta per permettergli di concentrare le dovute attenzioni su quel che resta della frustata. Ma l'altra parte è in preda ad un panico oscuro e sconvolgente: le parole della Drow hanno un fondo di verità. E spaventano perfino uno come lui.

SHYNNYL [Caverna Ez]Ogni malignità spesa per lei è vana, per via di quella sua prospettiva contorta che fa di ogni maledizione un complimento. Laddove c'è odio verso di lei, significa che ha ben operato. Si chiama schizofrenia, quel seme deviato che il padre le ha tramandato. Oscilla le gambe come una bambina, ma leggera ed aggraziata. Invisibile, per lui. ''No, hai ragione. Ti ho donato alla>>
SHYNNYL Matrona, quindi ora non sei più mio..'' afferma, con una nota di dispiacere. ''Ma mi ha dato il compito di allevarti, per cui passeremo un sacco di tempo insieme..'' annuncia, ghignando silenziosamente, fissandolo nel buio mentre si dedica alle proprie cure. Magari non la vedrà, ma potrà sentirseli addosso, quegli occhi ardenti. Ed infine si lascia andare ad una risata, quella agghiacciante, >>
SHYNNYL canto di Iena. Non c'è nessuno che non sappia riconoscerla, qui. Vede nei suoi occhi il terrore a fronte di quelle realtà, che non sono affatto fittizie. ''Se vuoi questa notte posso lasciare la porta aperta, così puoi fare amicizia con loro..'' ironizza, parlando di quelle presenze senza mai specificare cosa siano. ''Ora vediamo se hai imparato, Ezlar. Rivolgiti a me come è bene che tu >>
SHYNNYL faccia..'' ordina, afferrando i bordi del tavolo con quei suoi artigli, inclinando la testa che lascia scivolare in avanti quella chioma, orgoglio di ogni drow, lunga e pallida. ''Ogni errore, sarà un giorno di più senza acqua, nè cibo.'' annuncia, con quel tono denso come miele, che non le si addice.

EZLAR [ Grotta Ez ] Donato alla Matrona. Quella con la frusta. Sempre meglio che quella piccola schizofrenica dalla risata isterica. Non sa come, di preciso, ma quell'affermazione è un punto a suo vantaggio: almeno la Ilharess non ha in se il germe della pazzia. Sarà anche malignità pura ma la logica - seppur truce - la guida. Si trattiene dal risponderle con un sorriso canzonatorio, >>
EZLAR tonando ad occuparsi della propria ferita che, una volta lavata, inizia a fasciare con le bende che sono rimaste. Stringe bene le garze attorno alla carne lesa, mentre il muscolo si gonfia appena, sottoposto ad una pressione inusuale. °Lascia la porta chiusa e chiuditi fuori. Maledetta° l'ego interiore di Ezlar si fa sentire, ancora una volta, lasciandogli scaricare la tensione >>
EZLAR accumulata senza che apra bocca. Immagina che lo stia osservando. Ciò lo infastidisce parecchio: come se la Iena potesse - in qualche modo - leggere perfino i suoi pensieri. Lui è un Rivvil. Non sa quasi nulla dei Drow. Finisce di fasciarsi il braccio. Tenendo un lembo della benda con i denti e un'altro con la mano del braccio sano, stringe con forza il nodo che chiude la fasciatura. >>
EZLAR [ Di chi stai parlando? ] Continua. Un brivido gelido gli scivola lungo la schiena, riverberandosi fino alla punta dei piedi, fino all'attaccatura dei capelli. Fortunatamente quel disgraziato conserva ancora un po' di amor proprio. [ Riguardo a cosa mi devo rivolgere a te, Qirva? ] Domanda, accigliato, punzecchiandola un poco, senza sporgersi oltremodo al di là dai limiti che >>
EZLAR sono stata sanciti - per lui - nel Sottosuolo. Abbandona il braccio destro lungo il fianco, sforzandosi di ignorare le fitte pulsanti e calde che ogni tanto pulsano sotto la fasciatura. Con la mano sinistra afferra il brodo del catino, trascinandolo sotto il letto: lì sarà al sicuro più che stando in bella vista - almeno per lo sguardo della Drow - sul pavimento.

SHYNNYL [Caverna Ez] Per sua sfortuna, può soltanto immaginare quali siano i pensieri di Ezlar, nei suoi confronti, visto e considerato che non sono nemmeno così velati. Ignora la sua domanda, ma non la sintassi, che si ripete anche in quella successiva. ''Oh Ezlar caro, non vorrai costringermi a farti digiunare un giorno intero per via di tutta questa confidenza..'' replica, con una voce speziata di >>
SHYNNYL falso ed estremo dispiacere per quella che sembrerebbe una tortura dovuta, più che voluta [Sotterfugio liv.3]. ''Ringraziami per averti portato del cibo e dell'acqua, oggi. Fallo nel modo in cui si usa con una jalil importante..'' impartisce ancora, approfittando della propria presunzione, mancando lui di inventiva e di umiltà.

EZLAR [ Grotta Ez ] °Maledetta. Falsa. Subdola° Esplode dentro, senza osare ripetere ad alta voce un solo di quei tre aggettivi, tutti per lei. La guarda truce, a quell'affermazione. O meglio: le guarda il mento, senza pensarci. [ Facciamo un patto ] Propone, avventato. Lo diverte vagamente stuzzicarla, per quanto si può permettere, fintanto che lei dista più di tre metri. [ Tu evita per >>
EZLAR me appellativi del genere... ] Si riferisce al ''caro'', che lo infastidisce terribilmente, se e solo se pronunciato da un'abbietta creatura del genere. Non rifiuterebbe mai un epiteto simile da una bella fanciulla, anzi, si crogiolerebbe al sol udire quella parola. Ma da quella Creatura sì. [ ...e io vedrò di moderare i mie termini ] A lui pare ragionevole, lei cosa ne pensa? Rimane seduto, >>
EZLAR continuando a fissare con insistenza quello che immagina possa essere il perimetro del volto della Jabbress. [ Non mi importa di digiunare ] Mente. Non ha una smania perversa per il cibo: ma in passato ha provato sulla propria pelle e nel proprio stomaco cosa significhi restare giorni con poco niente per sfamarsi. E' punto sul vivo, così, il Bizantino. [ Come ci si rivolge a una Jalil >>
EZLAR importante? ] Domanda, non sapendo che colei che ha innanzi è niente meno che la Figlia della Matrona; la Principessa di quella ragnatela di cunicoli bui e umidi. Poggia il gomito sul ginocchio e rilassa le spalle, affondando per un istante la mano nella chioma scura e ribelle. Dura poco, il rilassamento. Subito torna ad indagare il buio.>>
EZLAR Conosce poco di quel Mondo ostile. La sua domanda è lecita. Ha avuto modo di capire - nel modo dei Drow - che non inchinarsi innanzi ad una Jalil comporta gravi rischi. Ma, dialetticamente parlando? Può solo immaginarlo. Attende una risposta dalla Iena, arrogante, mentre gli occhi color ferro luccicano, cinici; cerca di salvare quel che resta del proprio orgoglio, senza farsi >>
EZLAR mettere del tutto i piedi in testa da quella schizoide.

SHYNNYL [Caverna Ez] Che carino, crede anche di poter contrattare! Davvero divertente, questo umano. Sospira volutamente forte, nel buio, abbassando appena le spalle, come sconsolata. ''Facciamo così, caro Ezlar..'' lo emula, sottolineando per bene l'aggettivo, calcandolo con quella voce che possiede il fascino della crudeltà. ''..visto che non ti importa di digiunare, ti chiuderò nuovamente in un >>
SHYNNYL bozzolo e ti lascerò appeso al soffitto del cuore del sottosuolo come un piccolo verme. Aspetterò che le creature che vivono nell'ombra percepiscano l'odore del sangue e che ti trovino. Apprezzeranno il bottino sontuoso, ne sono certa.'' spiega, con noncuranza ''Guarderò mentre ti strapperanno gli arti per sfamarsi, lasciando integra la testa perchè possa urlare fino alla fine. E ti ascolterò >>
SHYNNYL gridare, fino a quando non avrai più voce nè vita. Se lasceranno integro il tuo cranio, penso che lo terrò come ricordo..'' continua, appagata. ''Che ne dici? Ti piace l'idea?'' domanda, tornando a sogghignare. ''Oppure, ma è la possibilità che mi piace di meno..'' annuncia, raddrizzando la schiena ''..puoi decidere di comportarti come si deve. Inginocchiarti, abbassare la testa e chiedere la >>
SHYNNYL possibilità di parlare, dandomi del voi. Se ti sarà concessa generosamente la parola, mi ringrazierai, senza sarcasmo.'' termina, vellutata come una carezza, in quel miscuglio di verità e leggeri eccessi, sapientemente mescolati. [Sotterfugio liv.3]

EZLAR [ Grotta Ez ] Si sbriciola, l'orgoglio. Cade a pezzi come una ragnatela sotto il peso di troppa rugiada. Fa male, ammetterlo. Probabilmente la Iena non lo farebbe mai, cerca di illudersi: non farebbe nulla senza che quella con la Frusta glielo ordini. Ezlar mette a tacere il cervello quasi subito. Non vuole arrampicarsi su vetri scivolosi, oggi, nella condizione in cui >>
EZLAR si trova. [ Non lo farai ] Sebbene nella semantica quella frase suoni come un ordine, il tono di voce del Bizantino è quieto. Quella frase suona come un'ammissione pacata, la confutazione di quanto fino a poco prima descritto. L'arrendersi di un guerriero innanzi alla promessa di Morte. [ No. Non mi piace ] Prorompe, alzandosi dal letto, mentre il materasso sgonfio accusa >>
EZLAR male il contraccolpo. Fa quanto gli viene ordinato, messo faccia a faccia con un futuro che gli fa agitare il cuore in petto. La nuda pietra, sotto le ginocchia, è dura, fredda. Stare con il capo chino è frustrante. I capelli scuri e lucidi, lunghi fin oltre le spalle, gli scivola appiccicaticci oltre le orecchie, ciondolando mollemente ai lati del volto, piegato in un'espressione poco >>
EZLAR tranquilla, dura. Le sopracciglia sono aggrottate, gli occhi fissano con insistenza il pavimento, quasi a volerlo perforare. °Vedi di fartela piacere, la seconda possibilità, piccola schizoide° inveisce nella propria testa contro la Drow. [ Posso parlare, Jalil? ] Sibila, poco educatamente, di certo con una buona dose di arroganza - quella è difficile da scollargli di dosso -. Ma sempre >>
EZLAR meglio che prima. Così, con il volto praticamente oscurato e chino, si lascia sfuggire un sorriso cinico. Quanto di più liberatorio potesse desiderare. E' un Rivvil difficile da addomesticare, lui.

SHYNNYL [Caverna Ez]Ondeggia ancora le gambe, in quel corpicino che potrebbe essere scambiato con quello di una ragazzina piacente ed innocente. Almeno fino a quando non si presta attenzione al volto, segnato da più odio e cattiveria di quanti dovrebbe provarne, per la sua età. ''E perchè no..'' replica, nei confronti di quella che pare più una speranza, che una certezza, da parte del rivvil. ''Pensi >>
SHYNNYL che le tue sorti mi stiano tanto a cuore soltanto perchè ti ho portato io qui?'' domanda, scettica e canzonatoria. ''Pensi che non mi divertirei nel vederti morire senza poterti difendere?'' domanda ancora, retorica. E lo osserva, ora dall'alto, mentre si inchina vicino al letto, in sua direzione, appollaiata su quel tavolo che rende trono. Coglie le sfumature di insolenza farsi strada in >>
SHYNNYL quella voce emersa da un sipario di capelli sporchi e disordinati. Solleva un angolo delle labbra livide, fissandogli la nuca. ''Posso sentirli strisciare appena fuori da qui, sai? Sentono l'odore di carne fresca, umana. Non vedono l'ora di assaggiarti, chissà da quanto non fanno un pasto decente..'' risponde, con quella velata e buguarda minaccia, sibilante [Sotterfugio liv.3]

EZLAR [ Grotta Ez ] Potrebbe essere lo sciocco peggiore della terra, ad essersi lasciato ingannare ingenuamente dalla Jabbress. Potrebbe essere il codardo più vile sul suolo della Britannia a non aver ancora tentato di fuggire. C'è qualcosa che incatena il suo ego in quel Sottosuolo, in quella Grotta, in quei cunicoli: una ricompensa. Diventare qualcuno. Ezlar è nato come un bimbo di >>
EZLAR grandi promesse, cresciuto come un Principe: spietato in battaglia ed indipendente in privato. Poi è stato cacciato: la sua avventatezza gli si è rivoltata contro. Suo padre l'ha bollato quale una nullità; il suo popolo l'ha cacciato. Ha vagato. Molto. Ha annegato il proprio rancore nei vizi - ora che ci pensa, che fine ha fatto la sua pipa? - e in una carta licenziosità, vivendo ai >>
EZLAR margini della società. Straniero in terra straniera. Scartato ed allontanato dalla legalità, lui che un tempo fu Principe. Ora, eccolo lì, in ginocchia innanzi alla Jalil, nel Sottosuolo, in cerca dell'agognato riscatto che gli è stato negato in Superficie. [ Perchè ho grandi potenzialità, io ] Risponde, secco. L'orgoglio gli si dibatte ancora in petto, incapace di tacere. [ Non mi illudo di>>
EZLAR stare a cuore a nessuno ] Prosegue, a denti stretti. Dice la verità: i suo sono sempre stati legami passeggeri, perfino i più forti. E' una faccenda sporca ma ci ha fatto l'abitudine, alla fine. °Chiudi la porta e chiuditi fuori dalla porta, malaugurata° Continua con quel mantra. Tace, cercando di snobbare la sua intimidazione, tacendo, almeno, per non lasciarsi sfuggire - nell'intonazione >>
EZLAR della propria voce baritonale - una vena di vivo timore.

SHYNNYL [Caverna Ez] Entrambe le sopracciglia, bianche, si sollevano nel sentirlo millantare le proprie ipotetiche qualità. Ignora invece quel suo eccesso di vittimismo, non avendo affatto l'aria di una che abbia piacere nel cosolare nessuno. ''E quali sarebbero?'' domanda, con derisione percepibile, in quella voce paraddossalmente piacevole. ''Ma prima di rispondere, chiedimi nuovamente di poter >>
SHYNNYL parlare, ma questa volta fallo come si deve. Aprire quella porta e buttarti fuori è questione di qualche secondo..'' lo informa, cominciando a sentire la pazienza vacillare, in sè, nonostante il tempo e l'esperienza l'abbiano resa in un certo senso più elastica, meno irruenta.

EZLAR [ Grotta Ez ] Probabilmente la Iena non farebbe quasi nulla contro il volere della Matrona. Ora che Ezlar è suo, deve solo cercare di capire fino a che punto più forzare le difese della giovane Jalil. [ Potrei parlare, Jalil? ] Il suo nerbo si ammorbidisce ancora un poco, ma non si piega del tutto. Ci vuole tempo, per ammorbidire quella testa calda al proprio volere, certamente la Iena >>
EZLAR se ne sarà resa conto. Tace, infine, percependo il silenzio espandersi e contrarsi al ritmo del suo stesso respiro. Proprio non lo sopporta, quel silenzio: così puro, così pesante. Non vuole esser buttato fuori da quella porta, no. Non ora, che inizia a capire quel millesimo della psicologia contorta della Drow che gli è consentito prendere sotto esame. Resiste poco alla quiete, >>
EZLAR dischiudendo le labbra morbide per prendere di nuovo parola, incurvando gli angoli della bocca in un sorriso enigmatico [ Sono disposto ad imparare da voi quello che vorrete insegnarmi ] Non dice il perchè, ne rivela quale spinta lo porti a pronunciare tali pesanti parole. Forse è solo uno sciocco. Uno sciocco che si aggrappa disperatamente ad una possibilità che per lui significa >>
EZLAR molto più che dell'acqua per bere o per pulirsi una ferita ancora fresca. Omette qualcosa, ma non glielo si caverà di bocca nemmeno gettandolo nei cunicoli più profondi dell'Underdark, o appendendolo al soffitto e lasciandolo in balia delle bestie primigene che strisciano in quei cunicoli. Torna a zittirsi, scacciando dalla mente i torbidi pensieri che per una frazione di >>
EZLAR secondo vi si sono condensati, rendendolo incredibilmente vulnerabile. Torna la calma piatta, improvvisamente. Il silenzio. La tensione per il presente. Le mire grigio metallo scivolano lente fino a posarsi su quelli che sembrano i piedi della Jalil. Sono neri. Neri come il vetro scottato dal fuoco. Inarca appena la schiena: quella postura lo infastidisce. Non è abituato a restare >>
EZLAR genuflesso innanzi a qualcuno, Drow o Umano che sia.

SHYNNYL [Caverna Ez] Pensa molto, il rivvil, ma lo fa ancora in chiave umana, pensando che tutte le regole imparate sino ad ora, nei suoi viaggi, siano le stesse che vigono laggiù. Laddove non si conoscono confini nei rapporti, persino nei confronti dei consanguinei, che possono diventare amanti o avversari da togliere di mezzo. Non hanno importanza gli strumenti, quanto il fine, come quello >>
SHYNNYL raggiunto nel sentirgli pronunciare quella domanda, ora nel modo giusto, salvo poi interrompere il successivo silenzio con una nuova affermazione. ''Non ti avevo ancora dato il permesso..'' fa notare, con sufficienza, accavallando una gamba sull'altra, fissandolo. Tuttavia, quella frase ha un contenuto piacevole per cui non c'è motivo di fargli rimangiare lettera per lettera. ''Bene così >>
SHYNNYL Ezlar..'' afferma, con tono più accondiscendente, sorridendo. Quando si è invischiati in una ragnatela, muoversi con foga vuol dire peggiorare la situazione. ''Puoi parlare, ora.'' sentenzia, nei termini della Principessa corrotta che è e che sarà sempre.

EZLAR [ Grotta Ez ] Si è scontrato con così tanti punti di vista, nel Mondo, che ha imparato a non dare nulla per scontato. Studia ed osserva silenziosamente, per poi parlare - e anche troppo! - quando inizia a capire il funzionamento del meccanismo umano e culturale che lo circonda. Sì è sempre salvato la pelle, in quel modo. Probabilmente lì nel Sottosuolo tutto sarà, ancora una >>
EZLAR volta, incredibilmente diverso. Ma con una possibilità in più. Lo sa benissimo che non gli era stato ancora accordato il permesso di pronunciarsi. Lo ha fatto apposta, invero. Digerisce lentamente le regole che la Jabbress gli ha imposto, intessendo il suo modo di porsi con una buona dose di cinismo e indisciplina. Quanto basta perchè quella non lo cataloghi subito >>
EZLAR come uno di quei Rivvil che si prostrano al suolo con la coda tra le gambe. Quell'atteggiamento non fa per lui. E' incompatibilità mentale. Può parlare? Molto bene. °Imparerai presto, piccola isterica, che non sono uno zerbino. Valgo molto di più di quanto tu possa immaginare° ringhia tra se e se. Il dibattito con il suo ego si sta facendo acceso ed interessante. A lui dice ogni >>
EZLAR singola parola che con la Drow tace. [ Primo: non sono un cane ] Ringhia. E' un ''Nulla'', gliel'ha detto lei. Non un cane. Secondo? °Secondo: potrò tornare lassù, ogni tanto?°. Non osa formulare una frase del genere, preferendo affidarsi alla lucida diplomazia della Matrona piuttosto che alla mente instabile di sua Figlia. [ Cosa mi insegnerete, Jalil? ] Domanda infine, sempre >>
EZLAR con quel mezzo sorriso impertinente che gli si fa strada sulle labbra, nascosto dall'ombra. Vuole saperlo, e il prima possibile. Nonostante le apparenze, sa essere un allievo molto propositivo, se l'argomento gli va a genio.

SHYNNYL [Caverna Ez] E' tutta una questione di posizioni, di gradi. I guadagni si vedono dal gradino che si occupa e per salire bisogna abbassare la testa, mangiare un sacco di rospi e dire che son buoni. Lui, ancora una volta, preferisce guardare tutti dal basso e allungare le sue sofferenze. E lei in risposta ride, un suono fastidioso come specchi infranti. ''Ad abbaiare..'' risponde, scivolando>>
SHYNNYL giù dal tavolo con movimenti che appaiono felini [Agilità +2], volendo raggiungere la porta, tirando fuori la chiave per aprirla. ''Mi auguro che tu abbia gradito la tua cena, Ezlar. Ti dovrà bastare per qualche giorno..'' annuncia, aprendosi un varco per guardarlo dalla soglia. ''Schiarisciti le idee, caro Ezlar. Altrimenti ogni giorno sarà più lungo e spiacevole dei >>
SHYNNYL precedenti, te l'assicuro..'' conclude, senza aspettare una eventuale replica, per chiudersi dietro l'uscio e sbarrarlo con la chiave. Di lei, Ezlar, potrà sentire una rinnovata risata perdersi e farsi eco nei cunicoli freddi, infiniti. Niente di meno che una Iena di pelle nera.

EZLAR [ Grotta Ez ] Abbaiare. Lo sa già fare. Nella mentalità umana - la sua - il fatto che qualcuno risponda battibeccando è segno che è stato punto in una zona sensibile. In un primo momento il Rivvil quasi si abbandona ad un sorriso compiaciuto, crogiolandosi nella subdola illusione di averle tenuto testa. Ma presto è costretto a liberarsi dalla nebbia fosca che gli ottenebra la >>
EZLAR coscienza, rinsavendo al suono metallico della chiave che gira nella serratura. Scatta in piedi, accusando le parole della Jabbress come una pugnalata a tradimento. °Maledetta piccola scellerata infame° ringhia il suo inconscio indomabile. Ma tace: forse lei ha ragione. Ha bisogno di schiarirsi un po' le idee, e forse capirà come tenerle testa senza rischiare di digiunare per giorni >>
EZLAR e giorni. E' questione di tattica, e i Guerrieri delle Montagne sono abili strateghi. Lui, invero, non ha mai posseduto la tempra di quelle Genti razionali e spietate: lui è spietato e basta, quando le condizioni glielo consentono. Il respiro dell'umano accelera ripetutamente, mentre i passi della Iena che si avvicina alla porta echeggiano infami contro le pareti di nuda roccia. Poi il >>
EZLAR silenzio torna padrone. Il silenzio di un respiro trattenuto. Il silenzio della rabbia. Lei non è più lì. Ed Ezlar dubita che tonerà presto. E' rinchiuso, in trappola: come un cane. La sola cosa che lo freni dall'avventarsi contro la porta chiusa è il desiderio di conoscere cosa quella mente contorta abbia in serbo per lui, mentre un possibile riscatto si profila debolmente all'orizzonte. >>
EZLAR Ancora non sa quanto sia disposto a rischiare e sopportare per raggiungere quella meta. Una sola cosa è certa: lì, nelle viscere della terra, gli è stato offerto qualcosa che in Superficie nessuno gli ha permesso nemmeno di pensare. Qualcosa che vada oltre il ''nessuno'', forse. Lascia che torni la quiete, che la tempesta iniziale si plachi, prima di esplodere in un grido furioso e >>
EZLAR profondo, sfogando l'impeto represso durante l'incontro con la Jabbress, senza compassione alcuna per il silenzio umido e fragile dell'Underdark.
geerhia
00domenica 19 maggio 2013 11:21
Seconda role di cure Ezlar : Clicca qui

Terza role di cure - Riassunto : ognuno è immerso nei suoi doveri, nell'underdark, chi dedicandosi ai lavori più umili, come quello di nutrire il bestiame della matrona, chi a quelli più nobili, nel rivolgere preghiere alla Dea Ragno. Ma quei pochi abitanti vanno a riunirsi, a punzecchiarsi come sono soliti fare Shynn'yl e Adhier nei loro incontri. Un dialogo che però verge su una nuova presenza, quella di Ezlar, nuovo rivvil al comando della Matrona, che intanto si agita nella sua gabbia. La notizia irrita Adhier più di quanto non dia a vedere e perchè capisca che non sta mentendo, la femmina lo porta dal prigioniero. Una fiamma, luce, quella che Ezlar ha l'opportunità di rivedere dopo tanto, ma che non sembra gradire come dovrebbe, ormai abituato all'oscurità. Ma non sono i lineamenti della sua carceriera, quelli che trova e la sua rabbia si scarica su Adhier, che resta impassibile. Per la prima volta, Shynn'yl e Reidha si trovano a coalizzarsi di fronte ad Ezlar, che in un ultimo tentativo disperato di avere del cibo, proverà a mostrarsi più arrendevole, con poco successo.

Commento :mi devo scusare per la lentezza impiegata nello scrivere, ma personalmente credo sia stata una role piena di novità, soprattutto per Ez che ultimamente non ha visto altri che Shy - il che la dice lunga [SM=g27828] -.

Role :

SHYNNYL [Tempio] Sembrano muoversi, le pareti che la circondano, toccate dai tenui bagliori delle candele accese attorno all'altare. Colori ricorrenti, quale nero, viola e rosso, le tonalità di quella cera che va a consimarsi, scivolando a terra come lacrime. Al di sotto di una testa china, coperta da un lungo sipario di capelli bianchi, si produce invece una preghiera, nei toni di un bisbiglio. >>
SHYNNYL L'unico modo giusto per sussurrare a Lloth, in quella che è l'unica lingua dalla Dea conosciuta. Si muovono veloci, quelle labbra nere, formulando crude e malevoli speranze per ogni nemico della grande Dea Ragno. Un vestito nero, dagli arabeschi violacei, indica il suo alto rango nella gerarchia delle Yathrin. Gli orli ne sfiorano i piedi nudi, i tessuti accarezzano forme quasi oscene,>>
SHYNNYL generose. Occhi chiusi si mostrano quando solleva la testa, nel lievissimo tintinnare delle perline di legno scuro che sono aggrappate alla chioma folta, lunga sino ai fianchi. Si allargano le braccia, con i palmi aperti in direzione dell'altare, mentre il suo sussurro si fa più concitato.

ADHIER [Caverna] Adesso che viveva all'esterno non significava che nn doveva più tornare li. Gli ordini che tanto tempo fa la matrona gli aveva detto non sono stati rettificati, pertanto, puntualmente tornava nella caverna del grande rothe che lui stesso da bambino aveva chiamato Immenso per darli da mangiare e pulire li dove avesse fatto i bisogni. Gli era stato affidato quando non era neppure >>>
ADHIER >> in grado di allacciarsi le scarpe adesso più adulto non er arrivato il permesso di lasciarl morire di fame, o di ucciderlo, o di sacrificarlo a Lloth, nulla di tutto questo. Ragion per cui doveva essere li. Aveva ripempito una grande bacina piena di acqua cosi che nel tempo in cui non ci sarebbe stato l'animale quanto meno non sarebbe morto di sete. Indossa solo una maglia >>>
ADHIER >> arrotolata fino ai comiti pantaloni e stivali, molto vecchi e consumati, dpo tutto doveva solo fare uno sporco lavoro. In mano trattiene l'ultimo seccio d'acqua dell'ultimo viaggio utile a riempire la riserva dell'animale.

SHYNNYL [Tempio]Ciglia sottili ma innumerevoli, si aprono mentre le labbra si sigillano in un ritrovato silenzio. Occhi brillanti, pozze rosse come il sangue che viene offerto in tributo alla divinità. Vi è un sorriso compiaciuto, su quella bocca, come se il privilegio di poter comunicare con Lloth, inneggiando alla sua rivalsa sui popoli di superficie ed augurando loro le più crudeli disgrazie, >>
SHYNNYL la facesse sentire piena, completa. Le braccia snelle si ritirano sui fianchi, salvo il destro che prima va a permettere alla mano destra di riacquistare il pugnale lasciato sull'altare. Movimenti lenti, pieni di una cura di cui non la si penserebbe capace, conoscendola. Ma la lama sfila come una carezza a cercare uno degli spacchi laterali della lunga gonna, per riagganciare l'arma bianca>>
SHYNNYL sull'esterno della coscia nera. Un lieve inchino di quella testa malpensante e laboriosa, prima che si volti, lasciando le candele accese perchè si consumino nel tempo, così come la vendetta della Dea. Odore di fumo le impregna le narici, come fosse aria di battaglia. Sfila fino all'uscita, sinuosa e presuntuosa, richiudendosi dietro le porte del tempio. La preghiera è conclusa.

ADHIER [Caverna] Una volta arrivato nella caverna illuminata da una sola ed unica torcia, versa l'intero contenuto del secchio dentro l'abbeveratorio della bestia, che continua a mangiare indisturbata nel suo angolo infondo alla caverna. Una volta finito posa il secchio nelle vicinanze passandosi l'avambraccio destro sulla fronte umida che ha lasciato >>>
ADHIER >>> che si appiccicassero dei capelli. Quindi spostati da li, sospira osservando il luogo che quanto meno era tornato pulito. Di puzzare puzzava, quella besta con il suo mantello da montone di buzza ne mandava eccome. Aveva provato a lavarlo, ma era come chiedere ad un drow di fare una passeggiata sotto il sole. Più tosto la morte.

SHYNNYL [Cunicoli]Nuovamente buio, quasi totale, salvo per quelle luminescenze dai colori freddi che si diramano dalla rada vegetazione. Silenzio la precede ed altrettanto silenzio la segue, mentre si mischia alle ombre con naturalezza, come se vi appartenesse. Un'armonia malefica, votata all'oscurità più completa e densa, quella che può essere assimilata al vuoto. Vuoto di rumori, di immagini, di>>
SHYNNYL sentimenti, se non quelli più materiali. Ma non vuoto di odori, quelli che diventano più curiosi, ora, e la costringono a fermarsi. Inspira lentamente, analizzando con minuzia quella traccia che le fa corrucciare appena il viso in una smorfia di disgusto. Odore di bestia [Sensi sviluppati]. Cosa ci fa una stupida bestia nelle profondità della terra? Un predatore convinto di trovare una cena?>>
SHYNNYL O una vittima per i suoi giochi depravati? Ogni prospettiva sembra comunque volere le sue attenzioni, stuzzicare la sua curiosità che la porta a seguire quell'olezzo, che poco dopo si unisce a quello di un umano, ben più familiare. Reidha. A confermarlo, vi è persino quella striscia di luce proveniente dall'ingresso della caverna, unico, o forse ora non più, ad averne bisogno. Si ferma di >>
SHYNNYL fronte alla soglia, guardando quella linea pallida sulla pietra, sollevando una mano per bussare velocemente, due volte. Nessuna parola, non serve presentarsi, dacchè in quel mondo il rivvil è alla base della gerarchia e chiunque fosse a pretendere accesso ne avrebbe diritto. E poi, l'effetto sorpresa è quanto di più piacevole, con lui..

ADHIER [Caverna] Continua a fissare la caverna era tutto in ordine almeno per i prossimi giorni, fin quando non sarebbe tornato a rifare tutto il lavoro. La maglia come i pantaloni è sprca di terriccio su più punti, mentre i calzari sono striati da gocci di acqua naturalmente per via di tutto il lavoro fatto. Appena sente bussare si volta senza dare il permesso dato che quella non era la sua >>>
ADHIER >>> camera e comunque si trovava nel regnio dei drow, dove li è un uomo umano, e non ha nessun diritto su nulla. Ciò che ovviamente vede e la principessa del sottosuolo alla quale in segno di rigoroso odio falsato con rispetto inclina il capo per pronunciare il saluto di rito [Vendui Jabress].

SHYNNYL [Caverna] Non aspetta molto, successivamente a quell'annunciarsi, per prendersi i propri spazi e superare la soglia. Gli occhi sono socchiusi, benchè la luce sia soffusa, dedicati ad Adhier nel suo aspetto più remissivo, così come quel sorrisetto irritante che le allarga le labbra su di un viso a somiglianza di quello della Ilharess. Nessun saluto, da parte sua, non essendo tenuta ad alcun>>
SHYNNYL tipo di rispetto nei confronti di chi al cospetto della casata è poco più di una nullità. ''Hai deciso di trovare compagnia? Le femmine pallide non ti vogliono?'' domanda, deridendolo apertamente, guardando fugacemente l'animale, prima di squadrare lui, dalla testa ai piedi. Parla in lingua natia, perchè nel sottosuolo nessun altra lingua dovrebbe poter mai entrare e rovinare così, >>
SHYNNYL con i suoi suoni altisonanti, la quiete minacciosa delle caverne umide.

ADHIER [Caverna] Rimane a testa bassa fino a quando lei non sarà entrata e non avrà parlato solo allora rialza il capo osservandola muoversi all'interno di quella stanza adibita alla vita di un animale puzzolente, che se non fosse per i grugniti, il respiro affannoso e il ruminare, parrebbe morto e in decomposizione. Dopo tutto il suo lavoro lo sta facendo egreggiamente. Si passa nuovamente il >>>
ADHIER >>> braccio sulla fronte e poi lo lascia scivolare verso la tempia per spostare i capelli [Il rothe è un animale della Nostra Ilharess, mi ha chiesto di tenerglielo in vita, di nutrirlo, ed è quello che con regolarità faccio mia Signora] Spiega con il solito tono neutrale e senza vita in direzione della femmina senza guardare la bestia [Per quanto riguarda le donne] Perchè per la sua >>>
ADHIER >> razza si chiamano così [ .. Non so quali attenzioni possa suscitare ] Ma fondamentalmente quelle era anche una bugia, e per un istante balena la notte in qui aveva dormito di fianco a quella ragazza che non aveva mai più rivisto. Dispiacere, neppure l'ombra.

SHYNNYL [Caverna] Uno sguardo più approfondito verso quello stupido animale, che mangia e li osserva con occhi assenti. Una vita sprecata, energia utile solo al sacrificio ed all'impiego di umili servi. Niente di interessante, quindi. E torna ad osservare Reidha, soffermandosi sui suoi abiti sporchi con aria di palese sufficienza. Un movimento veloce ed ecco quegli occhi rossi rialzarsi alla ricerca>>
SHYNNYL dei suoi. Palpabile insistenza mentre una risatina sgraziata si evolve tra i denti. Si avvicinerebbe lentamente, con l'intenzione di sfilargli alle spalle, sfiorarlo appena con una mano all'altezza della schiena. ''Non sai quali attenzioni potrebbero prestarti le femmine umane?'' domanda, con una sfumatura divertita, quasi incredula. ''Non ti facevo così acerbo, Reidha..'' commenta, con la voce
SHYNNYL >>
SHYNNYL che sfiora sfumature più sensuali, allusive, lascive.

ADHIER [Caverna] Gli occhi non seguono quelli di lei che si vanno a posare della creatura ma rimane a fissare il volto scuro di lei fin quando gli occhi non si incrociano. Non fa nessun tipo di movimento lasciando libero moviemento alla giovane che come al solito si porta alle spalle del ragazzo sfiorandogli spalle e schiena. Prendo un profndo respiro stancamente >>>
ADHIER >> alzando lievemente la testa verso l'altro [Non so se sono un uomano potenzialmente piacevole da osservare o meno, sono cresciuto con un genere fisico] Chiaro riferiemento alla loro razza [Quindi non sono in grado di dire cosa possa suscitare alle donne] E per quanto riguarda l'ultima frase di lei non da risposta. Ancora una volta torna in silenzio senza darle adito a risposta.

SHYNNYL [Caverna] Trova particolare soddisfazione nel stargli alle spalle, sapendo che lui sia conscio della poca affidabilità di un drow, specie se si parla di lei. Di lui vede soltanto la nuca muoversi verso il basso, in reazione al mento che invece si alza appena. Tornerebbe a proseguire il suo giro, ancora con quella mano allungata ad appropriarsi di un contatto probabilmente indesiderato, >>
SHYNNYL da parte di lui, che ora vorrebbe fronteggiare, a poca distanza, ma senza sfiorarlo, se non con le dita nere, affusolate, che resterebbero appoggiate al suo addome. Se lui non si fosse scansato, si ritroverebbe così a guardarlo dal basso, ma con aria piena di sè, come se quella differenza di statura non fosse che un dettaglio privo di importanza. ''Un rivvil con i gusti di un drow..'' mormora>>
SHYNNYL trovando interessante, quella definizione. ''E a te cosa piace, Reidha?'' sussurra, sollevando a sua volta il mento verso l'alto, maliziosa. ''Preferiresti una rivvil o una drow?'' domanda, vagamente retorica, drizzando maggiormente la schiena come a pavoleggiare il petto, le proprie forme ostentate, laddove riposa il pentacolo, adagiato su nere morbidezze.

ADHIER [Caverna] La lascia girare come un avvoltoio sulla preda, con un metro di paragone diverso riguardo all'altezza. La osserva dall'alto immobile, abbassando semplicemente la testa per non perdere eventuali movimenti della bocca di lei, già in precedenza lo aveva morso. Si umetta le labbra, senza malizia alcuna, controllando le mani di lei dove si stiano posizionando >>>
ADHIER >> [Un rivvil con dei gusti da maschio ..] Definisce meglio la frase da lei pronunciata e per quanto riguarda i gusti .. Be è difficile a spiegarlo no? [Non saprei dirlo, ho saggiato una rivvil, ed è stato piacevole .. Non saprei come definire una drow, ma se ci limitiamo all'aspetto estetico, siete certamente meglio voi per gli abiti succinti] Ma non spiega esplicitamente la domanda di lei >>>
ADHIER >> quanto meno la principessa è consapevole che lui è uno di poche parole!

SHYNNYL [Caverna] Lo fissa, in quel modo che non conosce discrezione, così come la vicinanza che gli propina per puro divertimento. Tuttavia Reidha non sembra essere così restio a trovarsela quasi addosso, oggi, per lo meno non quanto il solito. Ma le sopracciglia si inarcano appena, interessate da ben altro che i suoi atteggiamenti. A quanto pare, il giovane rivvil non è così >>
SHYNNYL puro come pensava. ''Tu si che sai scegliere bene, Reidha..'' sussurra, vanitosa, in quella risposta che dava quasi per scontato. Nessuna umana può essere meglio di loro, in quella pelle pallida ed i capelli così scuri da sembrare sudici. ''Mi piaci molto di più tu che quell'altro rivvil della Ilharess..'' confessa, ruffiana, inclinando la testa a scoprire il collo nero. Può sembrare una frase>>
SHYNNYL innocente, sfuggita così, senza pensare. Ma è difficile che quella sua testa non pensi, si arrenda all'apatia. E' un'affermazione che ha mire specifiche, calcolate, seppur ben celate da quel suo vizietto, la sua essenza bugiarda [Sotterfugio liv.3]

ADHIER [Caverna] Il desiderio morboso di ricambiarle il morso che per giorni gli è stato impresso sul collo era ancora presente. Gli pulsava nelle vene, sale maligno alla bocca, ma cerca di mantenere il distacca sia visivo che comportamentele con lei, il messaggio della matrona era stato più efficace di alcune torture superate. Il puzzo della caverna, si sente ancora, non si erano abituate >>>
ADHIER >> le narici a stare li e poi gli abiti .. Doveva cambiarli assolutamente doveva togliersi di dosso quella roba lurida. All risposta della principessa nessuna musione verrà fatta solo una semplice occhiata dall'alto verso il basso prima di voltarsi e recuperare il tinello. Stava per salutare la femmina prima di arrestarsi e voltare il capo lentamene verso di lei. Cerca di trattenere >>>
ADHIER >> la sorpresa camiffandola in un'ennesima occhiata e per quanto possa provare a vedere se quella fosse o meno ua bugia, si limita a raddrizzare la schiena tenendo tra le braccia il secchio [Perchè mai la Ilharess ha preso un altro rivvil?] Domanda facendo passare quelle parole come se fosse una conversazione comune, non che entro lo stomaco si stava contorcendo >>>
ADHIER >> come un pesce finito dentro una rete. Bugie sopra altre bugie. [sotterf. +1]

EZLAR [ Caverna Ez ] Giorni? Ore? Minuti? Quanto tempo sia passato non lo sa. Quel buio e quel silenzio stanno mettendo a dura prova la sua stabilità mentale. E' un tedio. Per la prima volta dopo aver messo piede laggiù, si ritrova a rimpiangere l'aria fresca ed il Sole, al dilà della ricompensa, al dilà della frustrazione. Questa volta ha avuto modo di impiegare il tempo morto, senza >>
EZLAR lasciarsi vincere dalla noia. Procedendo carponi nel buio, ha esaminato ogni singolo centimetro della Caverna in cui è stato rinchiuso. Tavolo e letto compresi. Del ragno nemmeno l'ombra. Ora non gli interessa molto di quella creatura, ora suo nuovo coinquilino nel silenzio straziante. E' riuscito a chiudere occhio per qualche attimo, rannicchiato a terra, con la schiena contro >>
EZLAR la parete della grotta. Il pavimento umido e freddo non gli da molto fastidio; in fin dei conti, ci è abituato, lui, che ha vissuto mesi senza un tetto sopra la testa. Sul materasso sgonfio e sudicio del giaciglio che ha a disposizione non si addormenterà neanche morto. Risvegliatosi da un sonno tormentato e poco lineare, sì è dedicato alla propria ferita. L'ha pulita. L'ha fasciata >>
EZLAR di nuovo. Non vuole che la lordura di quel posto si insinui nella sua carne, infettandogliela. Men che meno vuole che il ragnetto - da qualche parte, lì - si posi sulla sua carne. La sensazione illusoria delle sue zampette sulla cute nuda del proprio petto è già abbastanza. Sulla sua pelle e sulla sua ferita c'è nessun ragno, l'unico pericolo è nella mente. L'unica cosa che l'ha distratto, >>
EZLAR oltre al dolore tiepido e pulsante, oramai quasi del tutto svanito, è stato il suo stomaco, che grida a gran voce, pretendendo qualcosa di cui riempirsi. Si volta, a pochi centimetri dalla porta, assestandovi un calcio senza troppi complimenti. Magari qualcuno lo sentirà, lì fuori.

SHYNNYL [Caverna] Lui fa per allontanarsi, ma la mente lavora più veloce delle sue gambe. Lo vede voltarsi, trattenendo a stento un sorriso di vittoria. La sua voce è quieta, ma la curiosità di un servo nei confronti di un possibile sostituto ha un unico significato. Raddrizza la testa, scrollando le spalle con noncuranza. ''L'ho catturato in foresta con l'idea di portarlo alla Ilharess perchè lo >>
SHYNNYL usasse come sacrificio per Lloth..'' spiega, con qualche leggera distorsione dei fatti ''..ma pare che lei abbia deciso di utilizzarlo in altro modo..'' conclude, assumendo un'aria quasi seccata e dispiaciuta insieme, come avesse preferito vederlo grondare sangue, implorare pietà, per poi non averne [Sotterfugio liv.3]. ''Mi è stato dato il compito di istruirlo..'' aggiunge, sollevando le >>
SHYNNYL braccia ad intrecciarsi sotto i seni, mostrando ora un sorrisetto dei suoi. Quello che si smorza appena nel voltare la testa di scatto, a causa di un boato che si espande per i cunicoli silenziosi del sottosuolo [Sensi sviluppati]. ''E a quanto pare, i miei metodi non gli piacciono..'' ironizza, tornando a guardare Adhier.

ADHIER [Caverna] Il bambino che era stato adesso non c'è più e non vi è neppure il ricordo della notte in cui fu rapito, o per lo meno .. Quel ricordo è sempre li, ma lo tiene nascosto perfino a se stesso. Sospira con le narici, socchiudendo per pochi istanti le palpebre. Se l'umno fosse sta
ADHIER >> la matrona. I compiti che doveva svolgere quella principessa fallivano miseramente, ma questo è quello che vede la mente contorna di un povero ragazzo cresciuto in mezzo al buio [Sono certo che ne sarai in grado Jabress ] Mormora di rimando senza sentire i colpi alla porta, dopo tutto in quella stanza c'era immenso che respira e mangia in un modo >>>
ADHIER >> così pesante da non fargli percepire quello che c'è oltre la caverna [Magari per Voi è piacevole stare qui dentro, io non riesco più ..] Un altra valeta malignità mentre si dirige all'esterno della cavernaportandosi tra le braccia il secchio.

EZLAR [ Caverna Ez ] Silenzio. Silenzio. Maledizione. L'eco del sul calcio contro la porta si sfalda con lentezza inaudita, facendogli soffrire ogni singolo mutamento di quel suono che, infine, evapora. Ogni qualvolta che ode un suono leggero, uno smuoversi d'aria, immagina che qualcuno stia entrando nella Caverna. Oppure è solo un'illusione. Il silenzio è un abile e spietato >>
EZLAR manipolatore di menti. Inspira a fondo, tornando verso il letto, e sedendosi sul bordo. I precetti impartitigli dalla Jabbress gli affiorano nella mente, portandolo a figurarsi un possibile incontro con la Matrona. Forse con lei riuscirà a tenere a bada la propria lingua: una frusta è capace di intimidire anche gli animi più coraggiosi. Ma con la Iena, no. Con lei ha constatato che, fino ad >>
EZLAR un certo limite, può osare. A quanto pare lui ora è di proprietà della Ilharess. In un certo senso ciò lo rassicura: sapere di non esser solo nelle grinfie della piccola psicopatica è un punto in più per le proprie certezze. Quella è instabile come i sentieri che costeggiano i picchi più scoscesi delle Montagne dove è nato. Pensa, anche troppo, lui. Ma pensa come un Rivvil. Lì nel >>
EZLAR sottosuolo quei ragionamenti sono buoni solo a tenerlo occupato. I Drow sono un altro mondo, un altro universo, distante anni luce da quello umano. Afferra le fasce che gli erano state portate da Shynnyl ed inizia a stringerne una attorno all'avambraccio: lentamente le ferite si stanno rimarginando. Vuole uscire da lì. Vuole proporre un accordo alla Matrona. Il suo >>
EZLAR cervello lavora senza sosta, rischiando il sovraccarico. Ricompensa. Ricompensa. Ricompensa. Imparare qualcosa, giusto per raggiungere la Ilharess. E poi, forse, osare.

SHYNNYL [Caverna] Quelli che lui vede come sconfitte, per lei sono tutt'altro. In fondo, quello ad essere stato punito, nell'ultima occasione, è proprio lui, non viceversa. Ignora quella lusinga che proviene dalla sua educazione, piuttosto che da suoi giudizi sinceri, lo sa bene. Ormai conosce quel ragazzino, quel giocattolino che da grande vuol fare il Mago. Ma sogghigna, invece, al suo sarcasmo, >>
SHYNNYL camminandogli dietro a lasciargli intuire la propria presenza alle spalle. ''Non è solo la stanza a puzzare, Reidha. Il problema non si risolve, soltanto muovendosi..'' controbatte, maliziosa, alludendo chiaramente a quei vestiti sporchi e al suo bisogno di un bagno immediato. Ma c'è qualcosa che la preme di più, invero. Un'idea stuzzicante. ''Posso fartelo conoscere, se vuoi.. Chiarirgli le >>
SHYNNYL idee, casomai volesse prendere..il tuo posto..'' aggiunge, Dea Discordia come poche altre.

ADHIER [Cunicoli] Uscendo dalla caverna si immerge nel buio, lentamente la luce lasciata nell'anfratto si fa sempre più distante, facendo si che le ombre cessasero di essere visibili e si mischiassero con l'abisso. Trattiene il secchio con una sola mano allungando la destra verso la parete continuando a camminare. Quella mano attaccata alla parete rende il viaggio sicuro >>>
ADHIER >> conosce quei cunicoli solo tramite il tatto. Percorre il tragitto mantenendo l'orecchio al sfrusciare della veste di lei, con la principessa bisogna sempre stare in guardia [Ho lavorato Io ..] Sottolinea vedendo la lama di luce provenire dalla sua stanza ed appena raggiunge la porta si ferma aprendola [Volete che io lo incontri?] Domanda come se volesse >>>
ADHIER >> sottolineare la cosa. Subdola. Maledetta. Lascia cadere il secchiello dentro la stanza spoglia e recupera una delle candele accese [Poratemi ..] Il mostro dentro lo stomaco continua a dondolarsi con le sue budella, è pronto vederlo e mrbosamente curioso, ma come ogni cosa non lo da certo a vedere a lei [//sotterf.+1]

EZLAR [ Caverna Ez ] Non può stare con un piede in due scarpe. Ma, per la situazione in cui si è cacciato, tanto vale tentare. Con le giuste maniere. In Superficie, Ezlar, negli ultimi anni, non è mai stato altro che un ''nulla''. Qualsiasi cosa è meglio di quello, per lui. Ma non la morte: la minaccia di tale incombenza è sempre in grado di tenere a bada perfino un ragazzo grande e grosso come >>
EZLAR lui. Assurdo. Afferra il secchio con la mano sinistra, trascinandolo sotto il letto. La poca acqua che vi è rimasta sciaborda contro le pareti lignee del contenitore, lasciando che ricordi ancora vividi investano la mente del giovanotto. Shynnyl che giocherella cinicamente con l'acqua. Shynnyl che versa l'acqua a terra, sprecandola. °Dov'è, quella maledetta schizioide!?°. Preferisce >>
EZLAR la compagnia della suo caratteraccio instabile piuttosto che quel silenzio immobile. Non avrebbe dovuto pensare al sole e all'aria aperta. Quel concetto si fa strada sotto la sua pelle, che ancora conserva una tonalità ambrata, facendolo pentire di averlo generato. Nella sua mente si creano due poli opposti: da una parte vi è il desiderio di libertà, che non l'ha abbandonato un secondo, >>
EZLAR da quando ha aperto gli occhi sul mondo; dall'altro quello di poter finalmente diventare qualcuno, non importa chi. La sua ricompensa. Quella ricompensa che verosimilmente è un fuoco fatuo ma che, per ora, non si sente di giudicare, pur crepitante d'orgoglio. Solo dopo aver parlato di nuovo con la Matrona - sperando di restare indenne - si concederà di valutare ogni eventualità sin >>
EZLAR nel minimo dettaglio.

SHYNNYL [Cunicoli] Su quello non c'è dubbio, lei non è chiamata a prestarsi a lavori del genere. Ha già un rivvil a cui insegnare, se non due. E' già abbastanza degradante così, per quanto sia divertente. Sembra lasciare a lei ogni intenzione, Adhier, che nasconde bene le sue reali sensazioni, ma apparendo in qualche modo volenteroso di assecondarla, stranamente. Assottiglia appena gli occhi, >>
SHYNNYL quando lui afferra una candela accesa, pensando di portarla con sè. ''Mettila via, lo schiavo non ha diritto di vedere alcuna luce, nè nutrirsi, per il momento. Ti sarà sufficiente seguirmi..'' ordina, ben sapendo che in realtà quel compito sia più difficile del previsto, pur conoscendo quei cunicoli da tempo. ''Il suo nome è Ezlar. Non sa nulla di cosa siamo, nè i nostri nomi, le nostre >>
SHYNNYL parentele. Mi conosce come Qirva, attieniti a questo..'' lo informa, già cominciando a camminare, nella sua maniera silenziosa, diretta alla caverna laddove l'ha rinchiuso. [Passo silente]

ADHIER [Cunicoli] Non spegne la candela malgrado lei glielo chieda [Ti seguirò tenendola accesa, voglio vederlo prima di lasciarlo di nuovo al buio e soprattutto .. Non conosco questa strada] Ovviamente lui conosce solo le strada che gli sono conscesse sapere o quelle che ha scoperto sa solo andando a tentoni, ma seguirla in mezzo al nulla sarebbe stato impossibile >>>
ADHIER >> Quindi non spegne la piccola fiamma, trattiene la candere di lato per far cadere la cera per retta e non sulla sua mano, intanto la destra anche se vede dove sta andando sfiora la parete, è quello il suo modo di orientarsi li sotto. Conta perfino nella sua mente ogni passo, ma questo è quello che ha dovuto affinare negli anni di oscurità. [E poi vedere una luce gli farebbe credere >>>
ADHIER >> che la speranza esiste davvero] Chi meglio di lui può saperlo? E questo lo pronuncia in drowish dato che non sa quanto sia lontano dalla cella dell'uomo .. O era un ragazzo? O .. Come lui solo un bambino?

EZLAR [ Caverna Ez ] Ad ogni suo piccolo movimento, il materasso su cui è seduto cigola mollemente, facendolo sbilanciare a destra o a sinistra. Lo scricchiolio dunque si estende nel silenzio, acuto, traditore, rimbalzando contro le pareti umide della grotta, che lo proiettano distorto verso le orecchie del Rivvil. Nemmeno i suoni, nell'Underdark, sono gli stessi. Quel buio >>
EZLAR corrode tutto, insinuandosi perfino nei suoi e nei silenzi. Soggiogandoli e piegandoli al proprio volere. Inarca la schiena, portando il torace verso le ginocchia, e percependo i muscoli della schiena tirarsi. In altre occasioni, quel movimento l'avrebbe rilassato. Ora non accade nulla. La tensione resta, quasi palpabile nell'aria e nei nervi tesi dell'umano, pronto a scattare come una >>
EZLAR molla. Si sente ancora intorpidito, per via della frustata, ma lì sotto il silenzio lo rende vigile come mai prima di quel momento. Non sa che presto riceverà visite. Senza avere una reale percezione del tempo che scorre non è in grado di definire quando Shynnyl - l'ultima volta che è entrata nella Caverna - se ne sia andata. L'unica cosa che lo aiuta ad orientarsi temporalmente è >>
EZLAR il proprio stomaco, che reclama cibo senza sosta. Quanto tempo fa ha mangiato la pagnotta che la Iena gli ha portato? Stima due giorni. Ma la certezza che lì nulla è come sembra, sgretola anche la parvenza della possibilità.

SHYNNYL [Cunicoli] E che la tenga, quella dannata candela, se gli servirà per focalizzare un volto che giudicherà nemico. Le parole a proposito della speranza non le comprende, poichè di sentimenti così non ne ha mai conosciuti, per sua fortuna. Può assomigliare alla smania di raggiungere i gradi più alti di quella scalinata ripida che è la loro gerarchia? Non lo chiede, non le interessa. E poi >>
SHYNNYL sarebbe patetico domandare insegnamenti ad un umano. Cammina sicura, priva ora delle sue ombre, nella luce tremula della candela che mostra gli spigoli dei cunicoli che attraversano, le loro forme che a volte ricordano incubi surreali. Si volta quel tanto che basta col viso per non intercettare con gli occhi la candela, ma far segno a lui di tacere, ora, mentre il passo rallenta e lei si >>
SHYNNYL accosta ad una porta. Non le serve affiancare un orecchio al legno, per percepire quella presenza ancora grezza. Fa scivolare la chiave nella toppa, dando un paio di giri prima di ritrarsi e fare cenno a Reidha di entrare per primo. Nonostante siano solo movimenti, hanno tutta l'aria di non poter essere contraddetti.

ADHIER [Cunicoli] E la candela rimane accesa mentre segue la schiena d'ebano della femmina. E solo quando ella si volta comprende nell'immediato che ceramente deve fare silenzio non avrebbe mai guardato la fiamma se non costretta. La chieve che viene inserita nella toppa fa rumore per non descrivere le mandate della serratura. In mezzo a quel silenzio sembrano quasi che un artigiano stia forgiando >>>
ADHIER >> una spada battendo il martello sull'incudine. Certamente Ezlar prima di quei rumori portrà vedere la tremula luce da sotto la superfice della porta. Lui la vedeva, lui ricorda ogni volta che Ykary gli ha portato una torcia, e non era pietà, loro non la conosco, era solo per insegnarli altro. Stupido nano nero dev'era finito? Ma non ci pensa poi tanto pronto ad entrare >>>
ADHIER >> Sospa la porta solo con un colpetto della mano destra, la mano libera della candela. Subito cerca nel buio il ragazzo, abituato alla luce della fiammella gli occhi lo trovano subito, forse l'altro ci metterà di più per definire la sua figura, sono umani e come tali hanno la capacità di adattamento, ma ogni cosa a suo tempo. Ezlar riuscirà a definire la sua figura, alto, molto più delle >>>
ADHIER >> delle due drow che ha consciuto in precedenza, il fisico è fine, magro, nell'altro potrebbe vedere. Terrà la luce accesa il tempo esatto per poterlo osservare e tenere a mente chi sia Ezlar.

EZLAR [ Caverna Ez ] Improvvisamente qualcosa esplode nel silenzio, facendosi largo nella quiete. Sembra una frana. Ezlar scatta in piedi e il giaciglio sbilenco cigola protestando. Solo tre parole: chiave nella serratura. Incredibile come quel suono sia diventato per lui tanto desiderabile. Un po' meno desiderabile è chi vi si trova dietro, ma il giovanotto non è così pretenzioso, in >>
EZLAR fin dei conti. Immagina si tratti di Shynnyl. E' un collegamento meccanico, involontario, il suo. Se ne rende conto solo infine, ed il pensiero gli strappa un sorriso cinico, liberatorio e rianimante, prima di prepararsi a fronteggiare la Jalil. Qualcosa balugina oltre la fessura inferiore della porta: luce. Salvezza? Il cuore - prima sedato - gli balza nel petto, facendo una capriola. Quando>>
EZLAR la porta viene aperta, Ezlar si sente investito da una presenza ostile. La luce della fiammella, seppur flebile, lo acceca. Serra gli occhi, rapidamente. Il buio, oltre le sue palpebre chiuse in una dura morsa, pulsa di tonalità vermiglie. Muove qualche passo indietro, istintivamente, fino a quando il fianco del letto non blocca la sua ritirata. °Maledetta° il cervello del giovane si anima, >>
EZLAR inveendo contro l'intruso, che crede sia la Jabbress. Non avrebbe mai immaginato di arrivare al punto di odiare una piccola, apparentemente innocua luce. Si sforza di sollevare un poco le palpebre. Lo fa a fatica: dopo giorni passati nella più totale oscurità quel chiarore è come una fiamma abbagliante, per lui. Intravede qualcosa: un giovane alto. Torna a chiudere >>
EZLAR gli occhi. Maledizione, impreca tra sè e sè: non è Shynnyl, quello. Ancora uno sforzo, ed un altro dettaglio gli si mostra: l'intruso sembra un umano, un Rivvil, proprio come lui. Cerca di tenere gli occhi aperti, ci riesce. Le sue iridi scure, color metallo fuso, si intravedono appena, custodite in palpebre socchiuse. Le spesse sopracciglia scure sono aggrottate. Rimane immobile, >>
EZLAR colto alla sprovvista. Le braccia leggermente tese innanzi, pronte a captare vicinanze non gradite, ancora stordito dalla luce della candela. [ Chi sei? ] Ringhia. Osservando Ezlar, Adhier vedrà lineamenti abbastanza marcati, quelli di un giovane uomo. Capelli scuri, lucidi, lunghi fin oltre le spalle, ed una carnagione che ancora reca un colorito abbronzato, ben visibile sul torace >>
EZLAR scoperto del Rivvil. La sua camicia ha fatto una brutta fine: è stata trasformata in bende, sicuramente più utili, per la situazione in cui si trova l'umano. Pian piano si abitua al chiarore emanato dalla fiammella, ora non più così avverso. E' quasi un sogno, dopo giorni di buio.

SHYNNYL [Caverna Ez] Lui passa avanti, sfilando oltre la soglia, mentre lei rimane lontana da quella luce, nascosta tra le ombre ritrovate [Muoversi nell'oscurità]. Permette ai due di osservarsi, per qualche istante, di far si che le acque si mescolino, costituendo il preludio di quella conoscenza e di tanti pensieri. Così abituato ormai alla vita del sottosuolo, Adhier predilige il silenzio, >>
SHYNNYL contrariamente ad Ezlar che gli abbaia contro, diffidente. ''Spegnila.'' ordina ad Adhier, entrando a sua volta soltanto quando lui dovesse eseguire, più per mantenere l'incertezza dei suoi lineamenti che per il fastidio, che potrebbe eludere semplicemente non guardando quella candela da vicino, in maniera diretta. ''Accogli sempre così gli ospiti, Ezlar?'' domanderebbe, irrisoria, fissando >>
SHYNNYL quell'uomo lercio, forte della sua piccola riserva d'acqua, ormai agli sgoccioli. ''Cosa ne pensi?'' chiede ora in lingua madre ad Adhier, in quei suoni cavernosi e gutturali che lasciano spazio alla suadenza della sua voce. Curiosa.

ADHIER [Caverna Ez] Lascerebbe che l'uomo si abitui alla luce, abbastanza adesso da poter mantenere gli occhi aperti. Il empo li sotto si ferma, e quanto passi non è dato saprlo. Tutto è silenzioso ed ogni movimento viene scandito nel nulla. E solo quando gli occhi del prigioniero lo guarderanno riuscendo a capire chi sia, riuscendo a delinerare i lineamenti di un ragazzo che non può certo avere >>>
ADHIER >> più di diciotto anni. Anche se ne possiede solo sedici ma il fatto si essere così alto potrebbe trarre in inganno. Alza la fiammella fino ad essere davanti al volto cosi che lui si avveda si un giovane dai lineamenti dolci, non c'è durezza in quell'aspetto, tutto l'opposto di quello che ha dentro. All'ordine della Jabress, sorride guardando direttamente Ezlar per soffiare >>>
ADHIER >> sulla fiamma e far tornare il buio nella stanza. Farà qualche passo in dietro allungando la mano per cercare lo stipide della porta ed avere la percezione di dove si trova. Non si permette di rispondere all'umano. Chi era lui? Nulla mischiato con niente. Si limita quindi a rispondere alla femmina nella lingua del sottosuolo [Tanto grosso si è fatto catturare?] Le chiede semplicemente >>>
ADHIER >> come se quella fosse una cosa strana, non il fatto di affamarlo o lasciarlo al buio [Ha i capelli lunghi, mi fa schifo, sembra Maerlyn] Non lo chiama neppure padre.

EZLAR [ Caverna Ez ] Ha a disposizione pochi secondi per far lavorare il cervello, incamerando quante più informazioni possibili sul nuovo arrivato. Sicuramente è un umano: la sua pelle è troppo chiara per esser anche lontano parente della razza della Jabbress. Ha capelli scuri. Occhi color del mare. Lineamenti gradevoli, giovani. Eppure è alto. Quanti anni avrà? Diciotto? Forse meno? >>
EZLAR Non ne è certo. Maledizione. Quando Shynnyl ordina ad Adhier di spegnere la candela l'istinto di sopravvivenza di Ezlar si ribella, di nuovo [ No! ] Quel monosillabo gli sfugge dalle labbra, impertinente: è quasi un'implorazione. Troppo tardi: il giovane dagli occhi blu esegue l'ordine. Ci impiega qualche attimo ad abituarsi di nuovo al buio. Il suo animo grida iracondo >>
EZLAR per quella privazione, ma i suoi occhi sono grati alle tenebre: quella fiammella gli è parsa più accecante di un lampo nel cielo scuro. [ Dovresti saperlo, Jalil... ] Sibila, tralasciando un ''maledetta'', che si sforza per non pronunciare, anche se la frase ed il tono di voce del giovanotto prendono una piega eloquente. Lì, chiunque fosse l'interlocutore - armato di frusta o >>
EZLAR meno -, Ezlar non si è mai dimostrato eccessivamente docile. °Piccola psicopatica° Pensieri, quelli, che fioriscono spontaneamente nella sua testa, carici di rabbia repressa, odio liquido. I lunghi capelli scuri gli ciondolano ai lati del volto, quando solleva appena il mento, racimolando la propria fierezza. Non riesce più a scorgere la Iena, anche se ode la chiaramente la sua voce >>
EZLAR lasciva. Come scordarsela? Inspira profondamente, calcando il proprio sguardo nel buio. [ Cosa stai dicendo, vigliacco? ] Domanda: il tono di voce è alto, e vi è una nota di disprezzo. Parla nell'idioma della Jalil. Come chi ha qualcosa da nascondere. Come i codardi. E' uno che non si lascia tanto mettere i piedi in testa, lui.

SHYNNYL [Caverna Ez]L'olezzo di quel rivvil diventa sempre più forte, giorno dopo giorno, tanto da farle arricciare il naso, per un momento. Sente il suo sconforto, in quell'unica parola, un'esclamazione che la fa ridere apertamente. Risata che diventa silenziosa, ma permane sulle labbra al commento di Adhier, che suona come una lusinga, per lei. Ha fatto tutto da sola e non si dimentica mai di >>
SHYNNYL vantarsene. Resta al fianco di Reidha, che nonostante la situazione non mostra alcuna solidarietà, al suo simile, guadagnandosi qualche ammirazione di più, da parte di lei. E' uno spettacolo davvero interessante. Dimostra persino un odio lodevole, viscerale, nei confronti di quel padre di cui ha sentito parlare tramite Ilyth. A furia di respirare ombra, lo è diventato anche lui e può vederlo>>
SHYNNYL bene solo ora, a confronto con un altro umano. Che bella idea, portarlo lì. ''Ti piacerebbe tagliarglieli?'' domanda, ancora in lingua natia, imperterrita nel voler infastidire Ezlar che inveisce persino contro Adhier. Una proposta, un privilegio velato, mentre fissa lo schiavo donato alla genitrice. ''E' grezzo, sciocco e buono a nulla.'' aggiunge, sprecandosi in complimenti verso chi non >>
SHYNNYL sembra poi così capace di apprendere, nemmeno ad essere servo.

ADHIER [Caverna Ez] Sa esattamente quello che prova l'altro, ma lo percepisce con distacco. Quello lo ha provato Adhier, non Reidha. Essere da solo nel nulla. Non avere nulla. Essere il nulla. Un ombra nel buio che nessuno vede. Ma quell'Adhier ha sofferto di più, molto, molto di più. Quello di Ezlar è solo inizio. Forse una vendetta che non ha potuto avere nei confronti di chi gli ha concesso di >>>
ADHIER >> rinascere. Se la prederà con lui? E' il doppio di lui per stazza e diversi centimetri più alto. Ma questo non importa nel mondo degli abissi. Non importa il tuo nome, non importa il tuo casato, non importa chi siano i tuoi genitori, li vige il nulla, e perfino il più grosso degli esseri avrebbe la paura di perdersi li dentro. Vigliacco? Involontariamente un altro sorriso gli affiora >>>
ADHIER >> +>> sulle labbra a differenza del primo che l'altro è riuscito a vedere questo verrà percepito da Shynn'yl, l'unica a vedere in quella caverna. Un sorriso che mostra i denti. Quelle stesse parole le aveva usate lui con Ykary, strano come la storia si possa ripetere così facilmente. Avverte la voce della femmina di fianco a lui e volta il capo verso di lei osservando un punto imprecisato >>>
ADHIER >> verso il basso [Mi piacerebbe .. Me lo concedete?] Quella domanda in lingua drowish sembra quasi fatta con desiderio [Concedetemi di tornare ..] Ogni parola sarà incomprensibile per il povero prigioniero che sentirà la voce maschile del rivvil comunicare solo in quegl'idiomi cavrnicoli ed incomprensibili.

EZLAR [ Caverna Ez ] °Maledetta piccola arpia° gli ringhia contro, nei propri pensieri. Quell'idioma gutturale e liquido, gli entra nelle orecchie, facendogliele ronzare. Non avere la minima idea di quello che i due si stanno dicendo lo fa andare in bestia. Ma per ora si trattiene, anche se a stento. Non immagina che un ragazzo che ha intravisto poco prima, alla luce della candela, >>
EZLAR un tempo, era più o meno nella sua stessa condizione. Ezlar non conosce le regole del Sottosuolo, i dogmi che reggono le fondamenta della Società sotterranea. Ma ha un piccolo, insignificante vantaggio: lui è Nulla. Lui è nessuno. Lo era in superficie. Ora lo è nell'Underdark. Sfortunatamente per lui il trattamento riservatogli è ancora più straziante ed umiliante di quello che ha >>
EZLAR dovuto subire alla luce del Sole. Solo una cosa lo salva: l'avere poche se non una sola illusione. Una piccola aspettativa che gli permette di non lasciarsi abbattere. Quel ragazzo dagli occhi color ferro fuso ha un grande senso dell'onore - del proprio onore -: non conosce sfumature intermedie, e ciò è un pericolo. Un giorno qualcuno - si rifiuta di ricordare chi - gli disse che il suo >>
EZLAR ardire lo avrebbe portato sull'orlo del Baratro del non ritorno. Ha già rischiato la vita una volta. Probabilmente non la passerà liscia una seconda. Richieste e risposte in drowish si susseguono in una danza che pare infinita, arcaica come il mondo, profonda come le viscere di quei cunicoli. Tace, Ezlar, lasciando che sia solo il proprio respiro a tradire la sua posizione, il suo essere >>
EZLAR ancora vivo, pronto a sopravvivere. [ Cosa sta dicendo, Jalil? ] Domanda, facendo guizzare lo sguardo nel buio, come un rapace. Sa che lei è lì. Da qualche parte.

SHYNNYL [Caverna Ez] Mercenari. Si rincorrono senza legami, sfruttando le occasioni, creandosi alleati e nemici per interesse. Ecco cos'è quella nuova e sconosciuta complicità che si nasconde tra le parole che si scambia con Reidha, al riparo dalle orecchie tese del prigioniero. Uno scopo condiviso che li vede affiancati, per la prima volta, contro quello che al momento è un estraneo. >>
SHYNNYL Guarda Adhier, sogghignando, compiaciuta nel sentire la sua smania di rivalersi sullo schiavo. ''Si, ma tornerai con me. Voglio vedere.'' concede, dovendo appurare che tra i due non scatti eguale accordo per rivalersi contro la Casata a sua insaputa. La domanda ingenua di Ezlar suscita in lei una risata, quella che lui tanto disprezza, dolorosa quanto vetri rotti sotto i piedi. ''Qualcosa che >>
SHYNNYL tu, Ezlar, non puoi comprendere..'' spiega, facendo una pausa ''..e che non ti spiegherò, visto che disprezzi tanto i miei insegnamenti..'' conclude, irrisoria ma veritiera. Nell'incomprensione, nella confusione, lei ci può sguazzare. E' il suo pane quotidiano, quello che Ezlar non riceverà nemmeno oggi.

ADHIER [Caverna Ez] Aspetta che il rimando di quella concessine arrivi. E senza aspettare troppo eccolo, con la solita clausola che si addice alla Jabress. Con lei. Tornerà con lei. Ma tornerà. Tornerà dall'uomo. E dato che l'altro domanda di Ezlar non è diretta a lui sorvola, dopo tutto è stato insegnato così. Rispondere solo a quesiti diretti. Fa un altro passo in dietro >>>
ADHIER >> oltrepassando lo stipite della porta, cansavelole di essere fuori dalla cella dll'uomo [Vedrai, se io potrò vedere ..] Mormora con semplicità sempre in lingua della drow [Devo andare ..] Ma più che un affermazione è una richiesta velata di essere congedato. Ed anche quando si allontanerà da li per tornare al palazzo il pensiero fisso sarà quello del prossimo incontro con Ezlar. [exit]

EZLAR [ Caverna Ez ] Parlano. Parlano. Parlano. Maledizione. Non stanno zitti un attimo? Cerca di respirare il più piano possibile, lasciando che quei suoni gutturali e bassi si amplifichino nel piccolo spazio della Caverna. [ L'avevo intuito, questo! ] Sbotta, cinico, riferendosi al suo non comprendere le battute che la Iena e Adhier si scambiano in drowish. Il suo stomaco brontola, ma >>
EZLAR lui cerca di non dargli retta. Cerca di illudersi: cerca di convincersi di aver appena mangiato quella dannata pagnotta. Ma così non è, e le morse della fame si fanno più feroci. Non gli è sembrato - sol considerando i suoni - che qualcuno poggiasse del cibo o delle bende sul tavolo. [ Ho fame, Jalil ] Abbassa il capo, ma non troppo, fissando un ipotetico punto che dovrebbe >>
EZLAR trovarci circa all'altezza delle ginocchia di Shynnyl. Se c'è di mezzo il cibo - la sopravvivenza - è disposto a fare uno strappo alle proprie regole. Non si sente minimamente in colpa nel pronunciare quella richiesta, dettata più dall'istinto che dall'orgoglio. Percepisce dei passi. Passi non eccessivamente leggeri: quelli dell'altro Rivvil. Li sente allontanarsi, farsi deboli, >>
EZLAR svanire. La quiete amplifica tutto. E' micidiale. Muove qualche passo indietro, Ezlar, fino a sfiorare di nuovo la branda con i polpacci. Solo in quel momento, così vicino a quell'odioso giaciglio, percepisce una sorta di debolezza, nel proprio corpo. E' la fame. E' la spossatezza. In passato si è trovato già una volta in una situazione simile, seppur più estrema. Ed i >>
EZLAR fantasmi che, in quel momento, riemergono, sono recano nulla di buono. Solo cose che invece si vorrebbero cancellare. Rimane guardingo, in attesa, certo che prima o poi anche la Jabbress abbandonerà la Caverna. Forse. Dopo quell'incontro le sue certezze stanno vacillando, ben incatenate dal suo subconscio.

SHYNNYL [Caverna Ez]Annuisce, salvo poi ricordare che benchè Reidha risulti ben integrato, non ha acquisito le loro qualità fisiche, di drow. ''Va pure..'' afferma, senza dolcezza, consentendogli di allontanarsi, restando sola con Ezlar, che macina il suo orgoglio, serrando i denti per tentare di ammorbidirla, ricevere cibo. Cosa non si fa per sopravvivere. E sorride lei, infame, vedendolo così, >>
SHYNNYL umiliato. ''Sei ancora troppo arrogante, per essere uno che ha realmente fame..'' lo schernisce, senza aggiungere altro nel riprendere la porta e scivolare fuori, rievocando quel rumore metallico che sigilla la sua cella, la sua solitudine. Lo lascia a consumarsi nella certezza di dover ancora patire il digiuno, nella sua ribellione. Gli porterà un pezzo di pane duro sufficiente a sfamare >>
SHYNNYL un infante, non certo un gigante, tra qualche ora. Giusto per non farlo morire, in attesa di sapere cosa voglia fare di lui la Matrona. Ora che ha un giocattolino, non vuole certo che si rovini tanto presto..
- Ezlar -
00lunedì 20 maggio 2013 13:41
Cure Ezlar {4/7}

Riassunto: Ezlar è solo, nella Caverna in cui è stato rinchiuso. Affamato e stanco, prima si preoccupa di inumidire la ferita al braccio - sta guarendo? - e poi torna a sedersi a terra, cercando di collegare le tessere di un mosaico che gli pare immenso: Qirva (Shynnyl) ed il suo compito di educarlo, la Matrona, le promesse mancate e... Adhier. Ancora non ha intenzione di piegarsi alle richieste della Iena, malgrado ciò la fame e la debolezza lo stanno pian piano piegando. Quanto resisterà ancora?



Commento: Le player di Ilyth e Shynnyl mi avevano detto che avrei potuto giocare le role di cura anche in solitaria, così: eccomi. Drowwi, dove siete? Il vostro Rivvil antipatico si sta annoiando [SM=g27829]




EZLAR [ Caverna Ez ] Nell'Underdark le tenebre sono spesse, statiche. Allungando una mano quasi le si potrebbe sfiorare. Scivolano dappertutto, dense, raggiungendo i polmoni assieme all'aria umida e lo stomaco assieme alla fame. Sì: perchè la mezza pagnotta rafferma portatagli da Shynnyl è stata a malapena buona a quietarlo per un altro po' di tempo. Siede a terra, con la schiena contro la parete della Caverna, le gambe distese, le braccia conserte, all'altezza dello sterno. Gli è parso di essersi assopito per qualche attimo, e probabilmente è stato così, visto che al risveglio ha trovato quel pezzo di pane. Laggiù, nel silenzio, il confine tra sonno e veglia diventa così labile che è impossibile accorgersene, a volte. Ore, minuti, secondi: tutto si amalgama in un lento ed interminabile succedersi di respiri. Ha fame. Dannazione. Le morse che gli attanagliano lo stomaco l'hanno svuotato di ogni attivismo fisico mentre il cervello, quello lavora senza scrupoli, solo appena acciaccato. La piccola psicopatica non è più tornata. O meglio: non mentre Elzar ne era cosciente. Come al solito, racimolando le poche forze rimaste, ha controllato ogni centimetro dell'antro, per esser certo che la Jabbress non si sia nascosta lì, nelle ombre, a sua insaputa. Perfino il Ragnetto sembra sparito. Quasi sicuramente si sta costruendo una nuova dimora sul soffitto, fuori dalla portata del coinquilino. Meglio per lui. Il giovane, con la fame che ha ora, potrebbe mangiarsi perfino quello, se gli capitasse sotto tiro.

EZLAR [ Caverna Ez ] Torna al proprio posto, nell'angolo formato dalla parete della grotta e il lato lungo del letto. Letto per modo di dire: quell'ammasso informe sotterrato da qualche coperta pulciosa non è degno d'esser chiamato a quel modo nemmeno da un Rivvil che ha dormito più notti accampato che con un tetto sopra la testa. Allunga il braccio buono, il sinistro, recuperando il catino di legno nascosto sotto il giaciglio. L'acqua rimasta al suo interno è davvero poca. Non durerà a lungo. Cerca di scacciare quei pensieri, immergendovi una mano a coppa, per raccogliere parte di quel liquido oramai non più fresco, e dissetarsi. Lascia che l'acqua gli scivoli sulle labbra, poi lungo la gola, socchiudendo appena le palpebre: quella sensazione è l'unica che gli permetta di assaporare un briciolo di umanità, oltre la spossatezza, oltre il disorientamento. Passano dieci secondi, forse dieci minuti. Forse un'ora. Riapre gli occhi, ed è come non averlo fatto. Le ombre perenni che si addensano attorno a lui non gli permettono di vedere nulla. Nulla. Lui è nulla nel nulla, lì sotto. Scioglie il nodo che fermava le bende all'altezza dell'avambraccio destro. Fa scivolare i polpastrelli sulla carne offesa, lentamente, per constatare lo stato della ferita, pronto a ritrarre la mano alla prima fitta. Non è la vista, ma il tatto, a guidarlo, nel buio umido della sua prigione. Nessuna fitta insopportabile, segno che la lesione si sta rimarginando e che non vi è stata infezione. Nessuna cultura medica, dietro quella constatazione, solo buon senso. Quando la sopravvivenza diventa l'unica priorità, nulla viene più dato per scontato.

EZLAR [ Caverna Ez ] I movimenti sono divenuti ripetitivi. Guarda dritto innanzi a se, Ezlar, senza ormai dover controllare costantemente le proprie mosse, calibrandole e correggendole passo dopo passo. Butta in un angolo la benda sporca. Lascia cadere una fascia pulita nell'acqua del catino, la estrae, la strizza. Poi inizia a passarla sulla pelle, sui segni lasciati dalla frustata della Ilharess. La Matrona. Sono davvero poche le informazioni che ha, riguardo ai Drow, eppure son certe. Qirva - Jalil -, è sottomessa alla Matrona, e ha il compito di istruirlo, se si piegherà al suo volere. Probabilmente non si opporrà mai al suo volere, ecco perchè Ezlar si permette con la Iena un comportamento che mai oserebbe innanzi alla Jalil con la frusta, Ilyth. Eppure a lei non vengono negate certe possibilità, innanzi alla Ilharess: la vicinanza, ad esempio. Il resto è quasi tralasciabile. Tutto è lineare... o quasi. Poi c'è l'altro Rivvil - Adhier - che gli confonde le certezze fino ad ora acquisite. Egli conosce l'idioma della piccola psicopatica, e lei gli risponde. Mentre continua ad occuparsi della ferita lascia a briglie sciolte l'inventiva, spaziando verso i ricordi più recenti, molti dei quali sconnessi. Chi è l'altro Rivvil? Non conosce il suo nome, ma non muore dalla brama di conoscerlo. Ricorda bene il suo sguardo, blu come il mare in tempesta, prima che spegnesse con un sorriso cinico la candela. Termina di fasciare il braccio, afferrando un'estremità della benda con i denti e l'altra con la mano sinistra, e stringendo. Qirva l'ha ingannato, probabilmente. Ma Ezlar non vuole ammetterlo a se stesso. C'è ancora un briciolo di speranza in lui; quella che il mondo della Superficie non è riuscita a strappargli, nè con i denti nè con le unghie, dopo aver oppresso la rimanente. Un sorriso beffardo gli piega le labbra morbide, ancora lucide d'acqua dopo aver bevuto. Quanto vorrebbe che Qirva fosse lì, innanzi a lui, per dirle ancora una volta, fino allo sfinimento, che lui non si piegherà ai suoi ordini. O, forse, questo è ciò di cui ancora si illude. E la fame fa brutti scherzi. Inclina appena il collo, fino a quando la nuca, protetta da lunghi e folti capelli neri, non tocca contro la parete della Caverna. Chiude gli occhi, sfiancato, forse dormirà.

- Ezlar -
00mercoledì 22 maggio 2013 09:50
Ecco la ricompensa e non dire che la Matrona mente - Cure Ezlar {5/7}
Riassunto: Ezlar dorme, ignora di quello che sta accadendo nella Caverna dove è prigioniero: la Ilharess, Ilyth è entrata senza fare alcun rumore, ed ora lo osserva. Il Bizantino si sveglia solo quando la Matrona gli da un piccolo calcio, strappandolo dal limbo ottenebrante in cui stanchezza e fame l'hanno trascinato. Lei gli si avvicina, soffocando le distanze, lo afferra per i capelli, costringendolo a piegarsi al suo cospetto. Debilitato, e quindi incapace di opporsi fisicamente, si inginocchia. Abile ingannatrice, la Drow, cerca - con finta benevolenza - di conquistare la sua fiducia ma il Rivvil non cede del tutto, impedendole di avvicinarsi alla sua ferita, che ella stava cercando di rinfrescare. Già da qualche giorno l'umano aveva espresso la volontà di incontrare la Ilharess ed, ora che le sue speranze si sono concretizzate, non si lascia sfuggire l'occasione, ponendole le sue domande: cosa intende Qirva (Shynnyl) quando dice che deve istruirlo? Quando potrà tornare in superficie? Qual'è la ricompensa di cui tanto si parla ma che nessuno a ancora chiarito? La Matrona risponde, intessendo un discorso degno di un'Ancestrale, cercando di accattivarsi ancora il giovanotto con del cibo: una mela. Sempre meglio che niente. La Iena, esagera sempre: non si tratta di insegnare qualcosa di concreto, bensì di far capire come sopravvivere. Ciò che Ezlar vuole è essere qualcuno, scrollarsi di dosso la condizione di nullità che sino ha quel momento ha gravato su di lui. La Matrona gli promette gloria, possibilità di affrontare a testa alta il Mondo della Superficie, che fino a quel momento ha considerato l'umano meno di un verme. Vuole che egli diventi degno di esser le sue orecchie in superficie, che si schieri tra le file del Caos. Ma, fino ad allora, resterà nell'Underdark: uno sciocco è molto pericoloso, in casi come quelli. Il Bizantino non domanda più nulla, contestando solo che egli è già in grado di badare a se stesso anche in Superficie. L'orgoglio non muore mai, con lui. Infine Ilyth se ne va, lasciandogli un po' di cibo e troppi dubbi.



Commento: Spero di aver riassunto in maniera decente la role. E' stata una giocata breve ma davvero intensa e carica di spunti. Mi spiace solamente di aver tralasciato di leggere parte della seconda azione di Ilyth, mentre ruolavamo, perdendomi qualche dettaglio. Come al solito la player di Ilyth è meravigliosa, è una maga a gestire un pg tanto complesso e malvagio, io non ci riuscirei!




EZLAR [ Caverna Ez ] Dorme. Alla fine la stanchezza è riuscita a soggiogarlo, Morfeo a calmare il suo animo di fuoco. E' seduto a terra, nel solito angolino - quello formato dal lato lungo del giaciglio e la parete -: gambe rannicchiate contro il petto scoperto e braccia abbandonate lungo i fianchi. Le palpebre sono pesantemente abbassate, i lineamenti mascolini del volto contratti in una morsa che, però, ha ben poco del rilassato. Il crine lungo e scuro in parte gli sono scivolati innanzi al volto. Parte del visto è nascosta da una massa informe di capelli, di nuovo sporchi. Un piccola curva gli piega le labbra: pare un sorriso, ma non ha nulla di gioioso. Il suo respiro pesante si espande e si contrae, rimbalzando contro le pareti spoglie della Caverna, che lo amplificano a dismisura. La fame è riuscita a piegare anche quel ragazzone orgoglioso. La spossatezza si è impossessata dei suoi muscoli, della sua psiche. I Drow gli hanno concesso ben poco di cui nutrirsi, in risposta al suo atteggiamento poco collaborativo. Forse dovrebbe incolpare solo se stesso, se ora si trova in quella spiacevole situazione ma, tra sogni agitati e risvegli bruschi, ancora non l'ha fatto. Normale: gli riesce difficile ammettere le proprie colpe se non per qualcosa di evidente. E, ora come ora, tutto è terribilmente confuso.

ILYTH_ (caverna ez) Ed è scivolata all'interno della caverna dello schiavo in silenzio (//passo silente), senza che nulla possa avvisarlo della sua presenza. La nera Ilharess ha fatto portare dell'acqua e la ha fatta posare su una roccia piatta poco distante e ora siede come una bambola perfetta e priva di difetti esattamente innanzi a lui. Lo osserva dormire, ascolta il suo respirare pesante, annusa quell'odore penetrante di rivill che ora comincia a mescolarsi con quello del sottosuolo. Buio, buio pesto, non vi è alcuna luce ad accompagnare la Matrona inquel suo alzarsi, nel camminare verso di lui che giace a terra come un sacco di pulci. Gli occhi non temono di fendere l'oscurità, amoreggiano con lei che si lascia compenetrare, che apre le sue ombre al suo sguardo che come quello di un rapace cattura (scurovisione 18 mt) ogni tratto mascolino a farlo suo per il puro gusto di pensare a cosa se ne farà di un altro rivill inutile e sciocco. Un abito rosso come il sangue copre a malapena le sue curve prosperose e tornite, il pentacolo riposa nella curva tra i suoi seni e i piedi sono scalzi. Nessuna parola ma solo il piede destro che andrà a calciare delicato il sedere di Ezlar quasi ad invitarlo a svegliarsi e a porsi al servizio della sua Domina senza farla attendere. Il fedele gatto a nove code riposa sul suo fianco destro, pronto ad entrare in azione anche solo per un capriccio.

EZLAR [ Caverna Ez ] Non sa che la Ilharess è lì. Se lo sapesse, non dormirebbe. Nonostante la stanchezza pressante, nonostante la testa leggera a causa della fame, non dormirebbe. Invece è lì, ignaro di tutto, con la testa che ogni tanto ciondola innanzi, facendo congiungere mento e sterno. La ferita al braccio non gli dà più molto fastidio. L'ha tenuta bagnata costantemente, ma ora l'acqua è finita. Sobbalza appena, al tocco della Matrona. [ Mmh. ] mugugna, con la bocca ancora impastata dal sonno, aprendo gli occhi. Il suo non era un sonno pesante: è bastato quel contatto a strapparlo ferocemente dal limbo del dormiveglia. Avere gli occhi aperti o chiusi, poco cambia. E' sempre buio pesto quello che lo circonda: impenetrabile come il destino che lo attende. Strizza le palpebre, arrendendosi presto all'oscurità asfissiante. La presenza, appurata solo dal leggero calcio, lo mette all'erta. Socchiude appena gli occhi, cercando inutilmente di penetrare le ombre che si addensano attorno a lui. Puntella le mani al suolo e raddrizza la schiena: la spina dorsale scrocchia appena. Non è stata un'idea brillante quella di addormentarsi seduto a terra. La fame lo rende incredibilmente innocuo, nemmeno si alza in piedi. In pochi giorni il suo organismo si è svuotato anche delle più piccole scorte di energia, lasciandolo fiacco. [ Jalil Qirva? ] Domanda. E quella - strano - sembra più un'implorazione che una domanda. Inarca la schiena per toccare con il petto le ginocchia, nella speranza di quietare il proprio stomaco inferocito dall'assenza di nutrimento. Ha fame. A malapena riuscirebbe a concentrarsi su un dettaglio. Ma poco importa: alla sua vista non si mostra nulla, purtroppo e comunque.

ILYTH_ (stanza ez) Ma non parla la Matrona, non gli fa capire chi sia, si limiterebbe ad allungare la ciotola dell'acqua verso di lui e a lanciargli addosso una pezzuola così che possa disinfettarsi. Un sorrivo malevolo sul volto della femmina che ora rimarrebbe ad osservarlo mantenendo quel gioco di silenzio nel quale lo lascerebbe manovrare. Se la iena usa i suoi metodi la matrona ne ha decisamente degli altri, forse più incisivi. Attenderebbe che il maschio umano dica o faccia qualcosa ma nel mentre gli volteggerebbe attorno come un avvoltoio cercando di giungere alle sue spalle e di posarvi le mani a stringerle quasi che volesse fargli una delicatezza. Scenderebbero le mani sul suo petto, tasterebbero i pettorali lasciando che il suo corpo appoggi a lui la sua beltà e si avvicinerebbe il suo volto posandosi sulla spalla sinistra. Egli sentirà chiaramente il peso leggero della Ilharess addosso, la presenza della frusta e forse di un pugnale che preme ora all'altezza delle sue reni ma non perchè lei lo usi ma perchè custodito gelosamente alla cinta. Un solo ringhio in risposta alle sue domande, un ringhio in drowish *Curati o muori* incmprensibile per lui il significato così come il poterla distinguere dalla figlia.

EZLAR [ Caverna Ez ] Silenzio. Ha avuto tempo di abituarsi al silenzio, Ezlar, così che quasi non se ne dispiace. Inspira a fondo, e la testa sembra farsi ancora più leggera. Come quando si è reduci da un'ubriacatura. O si ha corso a rotta di collo per ore. La ciotola raschia contro il terreno nudo, graffiando il silenzio. Ezlar piega le labbra in un'espressione contrariata, mugugnando qualcosa: quel rumore lo fa impazzire. E' una frana che crolla, nel suo cervello. La pezza lo colpisce in pieno, scivolando con un tonfo assordante sulla sul suo ginocchio sinistro. Sente qualcosa che si muove, nel buio: suono indistinti ed eleganti che mandano in frantumi la quiete atavica dell'Underdark. Con un grande sforzo di volontà cerca di allungare in braccio sinistro verso il vuoto, ma la mano rapida ricade sulla garza. Inspira a fondo, gonfiando i polmoni a forza, per poi espirare. Stacca con lentezza nuca e spalle dalla parete, piegandosi come se la parte superiore del proprio corpo fosse un peso morto. O meglio: l'impressione è quella. La fatica è quella. Parole in drowish gli sfiorano le orecchie, ma egli non si sofferma tanto su di esse. Si divertono, quelle maledette Creature, a non farsi comprendere. Continua a tacere, stranamente, sfinito, muovendo tentoni la mano sinistra nel buio, nella speranza di afferrare il bordo del secchio - dal rumore gli è proprio sembrato tale - per trascinarlo a se. [ Maledetta bugiarda ] si lascia sfuggire, a fil di labbra. Nella sua avventatezza si salva: quel mormorio si distingue poco, così come il significato appare oscuro. Sembra quasi un'altra persona, quel Rivvil, conciato così. Lascia cadere la pezza nell'acqua del catino, per poi portare la mano sul fondo di esso, cercando di recuperare lo straccio. L'acqua sciaborda e schizza quasi oltre il bordo. Chissà se qualche goccia colpirà la Ihlaress.

ILYTH_ (caverna ez) Ma l'udito è uno dei sensi sviluppati dei drow così come la vista e l'olfatto e la Matrona ha comprensione di molte lingue arcane e anche della lingua comune e non le mancherà di cogliere in quel silenzio assoluto quella frase che nonostante sia quasi ringhiata sarà percepita a perfezione. La sua mano destra si solleverebbe dal petto di lui e cercherebbe di afferrare i capelli proprio nel centro e di tirarlo a sè con forza (potenza +1) così da costringerlo a piegare il collo e a lasciarlo scoperto. Se vi riuscisse si avventerebbe sul lato destrao spostando la testa in quella direzione e abbassandola repentina e lascerebbe che i suoi denti trovino e cerchino quel punto per affondarvi crudeli un morso (potenza 1). E solo dopo lo lascerebbe andare trattenendo i capelli e ringhiando verso di lui *Osi forse contraddire la tua Signora? Osi forse ribellarti a lei? Vuoi ancora provare il gusto di sentire la tua pelle striata dalle cinghie della mia frusta?* parole in lingua comune dure e sferzanti, parole che sarebbero accompagnate da un ringhio indispettito. NOn le importa se l'acqua che sciaquatta le arriva addosso, non ha di certo problemi con quell'elemento.

EZLAR [ Caverna Ez ] I movimenti del Rivvil sono sconnessi, confusi. Il suo sguardo, metallo liquido, scivola senza meta nell'oscurità, saggiandone ogni centimetro. Se sapesse quali occhi si celano dietro quelle tenebre, starebbe ben più attento. Il leggero peso che gli preme contro la spalla ora sembra farsi reale. O lo è sempre stato? Se ne accorge, ed un secondo dopo il cuore gli guizza in gola. Ce l'ha addosso. I muscoli della schiena si irrigidiscono d'istinto, facendogli raddrizzare le spalle. Cerca di scrollarsela di dosso, chiunque sia, ma per tutta risposta quella gli afferra i capelli. Un suono disorganico, di nuovo, gli scivola dalle labbra. Piega il gomito sinistro, estraendo la mano corrispondente dal catino. La pezza stretta in pugno. Senza una meta precisa a cui mirare, cercherebbe di colpire chi lo assilla: il colpo è debole; il braccio non regge e crolla lungo il fianco ancor prima di aver colpito il bersaglio. Dannazione. La debolezza è qualcosa che non riesce a sopportare. Forse perchè non gli lascia piena coscienza delle proprie azioni; forse perchè gli ricorda un passato lontano, ma non ancora dimenticato. La presenza gli afferra i capelli. Se ne accorge quando ormai quelli son stretti nel suo pugno sottile: il buio neutralizza ogni suo tentativo di prevedere le mosse avversarie. Cerca di opporre resistenza, raddrizzando il collo: sentire la pelle scoperta, in corrispondenza della giugulare, è una pessima sensazione. Biascicando qualche insulto, ancora fa forza, cercando di recuperare la dignità persa. Poi, di punto in bianco, si zittisce. Non ci sono scuse: le parole che sente non possono esser frutto della debilitazione. Lei è lì. Lei, la Matrona. Per una frazione di secondo il battito cardiaco accelera a dismisura, come se il cuore volesse uscirgli dal torace, poi il respiro si fa lento, quasi trattenuto. Lei è lì. Ne può sentire la presenza. Non ha dovuto nemmeno cercarla, chiedere udienza o chissà quale altra diavoleria. [ Jalil ] ancora si attacca a quell'appellativo. Perfino il peso esiguo della Ilharess ora, per lui, è insopportabile.

ILYTH_ (caverna ez) Ma tutto il suo agitarsi, tutto il suo cercare di liberarsi di lei non saranno per nulla graditi, con un agile balzo si sposterebbe la Matrona (agilità +2) si sposterebbe in diagonale destra lasciandogli andare i capelli e la testa con violenza. Gli occhi che ora si fanno di fuoco, gli occhi che ora si incendiano quasi potessero incenerirlo *IN ginocchio schiavo* ordinerebbe senza mezzi termini *Non osare mai più rivolgerti a me se non sarai autorizzato!* un ringhio basso e gutturale che risuonerà nella caverna come il suono del vento che presto si trasformerà in tempesta. Egli ha dinanzi a sè l'aeromante più potente di quelle terre, la Regina del sottosuolo e osa rivolgersi a lei chiamandola..jalill...Lo osserverebbe ed egli ora vedrebbe palesemente quegli occhi di brace e la loro espressione per nulla accattivante *MIo caro ragazzo* e si farebbe rilassato ora il tono quasi che ella avesse capito che è solo un bambino che ha bisogno di essere blandito *Mi devi chiamare Ilharess mio caro* la sua voce sarebbe carica di finta preoccupazione ma mascherata talmente bene che di certo non potrà non indurlo nella tentazione di crederle complici anche le ombre che non gli permetteranno di vedere la sua espressione (sotterfugio 1). Attenderebbe che lui esegua il semplice ordine che gli è stato impartito..se non lo facesse le cose cambierebbero ma ora le blandizie sono la sua arma *Mi hanno detto che avevi espresso il desiderio di incontrarmi, dimmi mio caro cosa posso fare per te?* gocciolante veleno, voce che pare quella di madre che interroga il figlio dopo la scuola.

EZLAR [ Caverna Ez ] Tutto quello che voleva domandarle, ora, con lei lì, non ha più senso. Pessima idea quella di illudersi a tal punto. Para a malapena il contraccolpo, quando la Matrona gli lascia i capelli, cozzando con la nuca contro la parete. Un ringhio soffocato gli sfugge dalle labbra, mentre cerca di sbilanciarsi in avanti, tastando quel buio denso con le mani. Porta il peso del proprio corpo verso destra, cercando poi di raddrizzarsi e portare le ginocchia a terra. Il risultato è qualcosa di vagamente simile allo restare in ginocchio, ma poco male. Nemmeno riesce ad alzarsi in piedi: quello è il meglio che riesce a fare. I polpastrelli calcano sulla pietra fredda del pavimento, quasi a volerla perforare, scaricando nell'inerme suolo l'ondata di frustrazione che gli corre in corpo. Lui. In ginocchio. Mai, si era promesso. Eppure non aveva fatto i calcoli con un nemico insidioso: la fame. Incredibile come la volontà dei Rivvil sia condizionata da quel piccolo dettaglio, irrilevante per molte altre Creature. Ilharess. Ilharess. Non sa cosa significhi, ma va bene comunque. La sua voce lo infastidisce. Risponde, dopo un lungo attimo di silenzio. [ Rispondere a delle domande ] Ecco cosa deve fare. Il suo tono di voce è roco: la sua gola arida, l'acqua era finita, prima che la Matrona ne portasse altra. E lui non si è ancora dissetato. Sinceramente? Non proprio. Gli bastano dei responsi, possibilmente veritieri, poi vedrà se rivalutare la propria situazione. Tace, attingendo controvoglia ai pochi dogmi elargiti dalla Jabbress. Attende un assenso da lei, prima. E' disposto a tutto pur di sopravvivere.

ILYTH_ (ventre) E una mela rotolerebbe dalle mani della Matrona, il suo piegare la volontà del maschio sarà diverso da quello di Shynnyl, a lei lascia la parte delle torture, lei si farà amare e desiderare come con Adhier sino a diventare il fulcro del suo mondo ovviamente a fini utilitaristici. E incredibilmente, sempre in quel ruolo di attrice consumata (sotterfugio 1) si piegherà accomodandosi elegante su una roccia piatta allungando una mano alla pezzuola e immergendola nella ciotola e con la delicatezza di una madre la passerebbe sulle sue ferite. Che lui vi legga ciò che vuole, non viè alcun amore o alcun rammarico in quell'atto ma solo un gioco sottile e denso che la pervade, il gioco del possesso *Dimmi tutto Ezlar sono qui per te* mormorerebbe ancora con quella voce dolce e sensuale che dovrebbe modellare la volontà di lui alla propria.

EZLAR [ Caverna Ez ] Maledetta. Maledetta. Non riesce ad intuire con chiarezza che ella stia mentendo ma il suo subconscio stressato gli invia di continuo messaggi poco rosei. Cerca di rilassare i muscoli delle spalle, ancora piegati: il tentativo è vano. La tensione irrigidisce ogni sua fibra, ed il collo inizia a dolergli. Fissa il pavimento, o i piedi della Ilharess. Non può dirlo con certezza. A tratti vorrebbe sdraiarsi al suolo, lasciarsi andare, abbandonarsi alla stanchezza che gli pesa sulla schiena come un macigno, implacabile. La sente muoversi, ma non capisce costa stia facendo. Solo quando la frescura della pezza bagnata gli tampona la pelle, il giovane si scosta appena [ Non toccatemi ] Ringhia, convinto, riscuotendosi dal torpore che gli ottenebra i sensi e la mente. Le Drow, in più occasioni, hanno posto i loro paletti. Ora tocca a lui porre i propri. [ Qirva a detto che deve istruirmi. Perchè? ] Sibila, scostandosi ancora un poco, per assicurarsi di non poter più essere sfiorato dalla Matrona. Non le piace. Non le piace nemmeno quel suo modo di fare. Ma almeno lei è lucida, cosciente di quello che sta facendo... non come Qirva, la psicolabile. Quel pensiero lo costringe a sfruttare ogni minima possibilità: nuove parole si sommano alle precedenti [ No, voi non siete qui per me ] Rimarca le distanze, anche se non è nella posizione di azzardare tali precisazioni. Poco male, se se ne renderà conto, sarà come al solito troppo tardi. [ Lei mi aveva promesso una ricompensa ] Ricompensa. Ricompensa. Dannazione. Rimane immobile, scaricando il peso di spalle a capo sulle braccia, una delle quali ancora dolorante. Persino il dolore è cosa buona ora: qualche fitta ogni tanto gli permette di restare vigile, di non farsi trascinare di nuovo verso il dormiveglia.

ILYTH_ (cverna) E lascerà la presa sulla pezzuola con una risata che la scuoterà *Fai pure da solo* direbbe con quella finta dolcezza (sotterfugio 1) con cui ha deciso di rivolgersi stasera *Devi saoere che Qirva esagera sempre un pò, in realtà non si tratta di educazione ma di insegnarti come sopravvivere tra noi* non mente, non fino in fondo, alla fine è vero, se vuole sopravvivere deve capire chiaramente cosa deve fare altrimenti rischia di lasciarci la pelle *Chericompensa vorresti caro?* e scivolerebbero le sue parole su di lui *io sono qui per te, per capire cosa tu voglia, guarda bene in mezzo alle tue gambe e troverai del cibo..una mela per la precisione è questo che vuoi?* ancora sciorinerebbe la sua bugia così sinceramente che solo uno sciocco non le crederebbe.

EZLAR [ Caverna Ez ] Quella dolcezza è stucchevole. Non ha la minima idea che quella benevolenza sia solo una maschera costruita ad arte. In ogni caso: non gli piace. Chi è stato abituato alla durezza del mondo impara presto a non fidarsi di certi comportamenti. Tasta a terra, recuperando la pezzuola, e tenendola stretta in pugno: quella ora è più importante della stessa acqua. Dello stesso cibo, forse. Qirva esagera: l'aveva capito. Ma non le da credito nemmeno dopo quell'affermazione, per lui la Iena è un soggetto da prendere con le pinze, una Creatura di cui mai oserebbe fidarsi. [ Perchè volete che sopravviva? ] Un motivo ci sarà. Altrimenti la Jabbress non avrebbe faticato tanto per ingannarlo e trascinarlo nell'Underdark. Inspira a fondo, dischiudendo di nuovo le labbra per parlare. [ Potrò tornare in Superficie? ] Lo sguardo scuro balugina, enigmatico, saettando nell'oscurità. Non si stanca di chiedere. Il tono della sua voce è incredibilmente basso ma, in quel silenzio, totalmente udibile. Non si fa scrupoli, nell'accatastare una domanda dopo l'altra. Qirva gli ha detto di rispondere solo quando interpellato. Non di tacere quando si ha la parola. [ L'unica ricompensa che vorrei è essere qualcuno ] Sì. Desidera quel momento da quando suo padre l'ha disconosciuto, cacciandolo dal Villaggio. Da quel giorno sono passati quasi dieci lunghi anni. E nulla è cambiato. Quello che fu Ezlar Targen, figlio del Capotribù Targen, ora è nulla e meno del nulla. Sia in Superficie che Sottoterra. Prospettiva poco sopportabile, per una testa calda come lui. Tasta a terra, di nuovo, affidansi all'unico senso che, in quelle tenebre, non lo inganna. Non trova nessuna mela. [ Mentite ] Si ritrova ad ammettere, infine.

ILYTH_ (caverna) E con un movimento repentino catturerebbe la mela e gliela ficcherebbe in bocca con violenza (agilità 2 + potenza 1)facendogliela sbattere sui denti senza pietà *Sarai qualcuno solo se seguirai ciò che io dirò* ringhierebbe ora la matrona alzandosi in piedi e torreggiando su di lui *Tirnerai in superficie quando io reputerò che tu sarai pronto, avrai delle missioni da sentito con sincerità (capacità oratorie 4) e degno di essere convincente oltre ogni dire *Vuoi tu seguire la tua Matrona, la tua Ilharess nel suo songo di gloria o vuoi marcire qui in questo buco sino a quando i tuoi capelli saranno canuti? Io non ho fretta, la mia vita è molto più lunga della tua. Io voglio prepararti a quel mondo di superficie che ora ti ha scacciato, che ti ha ripudiato che ti ha reso inerme come un verme che striscia, voglio darti ciò che penso vada bene per te* e gli poserebbe una mano sulla fronte *La tua ricompensa sarà la gloria..io vorrei che tu entrassi nel caos e che fossi le mie orecchie in superficie, vorrei che tu portassi con gloria il tuo nome..ma come posso fidarmi di uno sciocco che ancora non mi dimostra nemmeno di essere in grado di capire come si deve comportare* e ad un suo cenno della mano uno dei funghi viola nella stanza si accenderebbe di una luce soffuso ed egli potrebbe finalmente vederla, vedere la meraviglia nera che si erge innanzi a lui e un vassoio con del pane e della carne *Ecco la ricompensa e non dire che la Matrona mente*.

EZLAR [ Caverna Ez ] L'impatto con la mela è inaspettato. La buccia collide contro i denti del giovane, che la morde: la Ilharess non mentiva. Il succo del frutto gli cola sulle labbra, scivolando in parte lungo il mento, mentre il Rivvil si avventa contro la mela. Meglio che una pagnotta stantia, questo è certo. Poi la Matrona colpisce nel punto giusto: riscatto. Ezlar non ha mai avuto una grande passione per i discorsi retorici, complessi. Inutile negarlo. Capta le parole necessarie, quelle che gli servono, costruendosi un rapido schema mentale di quanto gli viene proposto. Diventare qualcuno. [ Io sono già pronto per il Mondo lassù ] Ringhia, punto nel vivo. Forse la Matrona non ha ben chiaro cosa abbia passato quel giovanotto prima di approdare in Britannia. E' il mondo che non è pronto ad accettare anche le nullità come lui. [ Caos? Cos'è? ] Inarca un sopracciglio, guardingo: perfino il nome gli puzza di bruciato. No. Quello è un tranello, sicuramente. Annuisce. La testa torna a farsi pesante mentre il Rivvil raddrizza le spalle, mettendosi seduto a terra. Volge il capo, fronteggiando l'ennesima barriera oscura ed umida: lì l'aria quasi è solida. Poi la luce. Il Bizantino socchiude le palpebre, istintivamente. La scena è simile a quella che si consumò in quella stessa stanza quando Adhier entrò con la candela accesa. Impiega più di qualche secondo ad abituarsi al chiarore, dopo ore ed ore di oscurità. Ecco il cibo. La ricompensa. Biascica qualcosa, finendo di mangiare la mela: quella l'ha saziato, anche se di poco. [ No, la Matrona non mente. Ma non voglio mentire io dicendo che accetto ogni singolo punto della vostra ricompensa ] Chiaro, nero su bianco. Quel discorso ha fatto affiorare in lui più dubbi di quanto si sarebbe aspettato. E, per quanto malamente, ha imparato che lì sotto anche un piccolo dubbio può costare caro. Non rischierà la pelle anche questa volta. Ha bisogno di ragionarci.

ILYTH_ (stanza - uscita) Ma lascerà irrisolti i suoi dubbi, non risponderà ad alcuna domanda ulteriore che lui le pone, solo lo osserverà con attenzione cercando di capire se la breccia si stia aprendo se abbia trovato la via per permettere alle sue armi di entrare e forse vi è riuscita. Gli lancerà un altra mela e lascerà la luce accesa per lui uscendo poi e richiudendo la pesante porta alle spalle. Il seme del dubbio è stato seminato e la matrona ne raccoglierà i frutti.
- Ezlar -
00giovedì 23 maggio 2013 12:47
Perchè io te l'ho promesso - Cure Ezlar {6/7} {***}


Riassunto: La Ilharess torna dal prigioniero, questa volta convinta di piegarlo definitivamente al proprio volere. Per farlo richiama il potere concessogli dalla Dea Ragno, creando un Fuoco Fatuo: Ezlar viene senza preavviso accecato dalle leggere fiamme gelide, oramai abituato all'oscurità perenne dell'Underdark, chiudendo improvvisamente gli occhi, infastidito. Alla Matrona però ancora non basta: dirige il Fuoco verso il Rivvil, attorniandolo, tanto che il giovane va completamente in panico, iniziando a delirare. E' una cosa più che lecita: le fiamme lo investono appieno, circondandogli ogni centimetro di pelle, opprimendolo con il loro gelo, dandogli l'illusione che la Drow lo voglia uccidere. E lui non vuole morire. La morte è l'unica cosa in grado di domarlo senza troppi problemi. Cogliendo l'opportunità Ilyth cerca di far breccia nell'orgoglio dell'uomo, per ingraziarselo, e ci riesce: il terrore di morire ha la meglio sull'umano, che cede, poco prima che l'Ancestrale termini l'Incanto, lasciando che le tenebre tornino sovrane nel loro Regno. Quello è ciò che accade a chi non obbedisce alla Matrona, ad Ezlar non serve molto per comprenderlo: decide di fidarsi della Ilharess, a patto che ella appiani alcuni dei dubbi nati durante il loro ultimo incontro. Domanda del Caos, della possibilità di tornare in Superficie, di nuovo. Ella rettifica sul proprio intento di inviare il suo prigioniero tra le fila di tale congrega, promettendogli che lo renderà degno di districarsi tra le incombenze della Superficie. E questo, a lui, basta: tutto è meglio che niente. La Matrona non resta ancora per molto, lasciando il prigioniero con una ciotola di cibo, a riprova del suo voler mantenere le promesse.


Commento: Il riassunto non rende minimamente giustizia alla role. In questa role sono successe un sacco di cose che temo di non averle incluse tutte, nel riassunto. E' stata davvero emozionante, soprattutto sul versante psicologico. Ed il mio coinvolgimento in una role spesso si constata dalla lunghezza delle azioni. Dunque, lascio a voi altri la conclusione. Tutto perfetto. In parole povere: uao :D


Motivo asterischi: sottrazione di punti ad Ilyth per l'Incanto Fuoco Fatuo. Sottrazione di punti ad Ezlar per averlo subìto (?)





EZLAR [ Caverna Ez ] L'impressione principale è quella che la Ilharess gli abbia scoperchiato il cranio, riempiendolo di promesse altisonanti e volontà non del tutto chiare. Lì, nel cervello, dove pro e contro lottano strenuamente, la confusione è indescrivibile. E' tanto pieno che potrebbe scoppiare. Il buio che lo circonda è ancora uno sconosciuto, che muta costantemente forma, adattandosi controvoglia al respiro pesante del Rivvil. In quel silenzio antico millenni perfino i battiti di un cuore esplodo con la violenza di una collisione tra massi. Ezlar avanza di un passo. Allungando la mano destra riesce a sfiorare la porta: percepisce il legno consunto sotto i propri polpastrelli, troppo abituati ora a tastare roccia su roccia. L'umidore dell'Underdark non lascia scampo nemmeno al pannello ligneo della soglia. Fa scivolare le dita lungo quella superficie, seguendo con la punta delle unghie i disegni del legno, arabeschi che non hanno alcuna forma, per i suoi occhi grigio ferro. Corruga le sopracciglia, assottigliando le palpebre tanto che raggiungono lo spessore di una lama ben acuminata: nemmeno così ciò che le ombre custodiscono si disvela. Una sensazione opprimente, per chi è abituato ad avere tutto sotto controllo. Da quando Shynnyl - che lui conosce come Qirva - l'ha trascinato lì sotto con l'inganno, la vista è la sua peggior nemica: le tenebre che si agitano nella squallida spelonca, ingannano. Ma non più delle parole della Jabbress. Lì si vive di silenzi, di mancanze, di confusione. Il giovanotto non avrebbe mai pensato che, pur immerso nella quiete più perfetta, il suo animo si sarebbe ribellato a tal punto. Poco male: non mette freni al suo inconscio, che ha tempo e modo di dibattersi furente, tuonando di una serie in imprecazioni e spropositi. Continua a seguire le venature del legno, infine poggia la fronte sulla porta: il legno è umido, al tatto; consunto. Tutto, in quella Caverna, cade a pezzi. Compreso lui stesso. Poche parole della Matrona sono bastate a trascinarlo violentemente nella desolata terra dei dubbi irrisolti. Perplessità che non è in grado di sciogliere da solo, nemmeno se si applicasse. Non è mai stato un ottimo allievo, ma si fa in fretta a cambiare atteggiamento, quando la questione non è più vivere, ma sopravvivere.

ILYTH_ (cunicoli) E come ogni giorno si aggira per la sua dimora, splendida nel suo incedere regale che regala alle ombre la sua stessa anima, uno stuolo di ragni la segue da vicino, la corteggia, la vezzeggia, la anticipa e la segue e gioca sul suo corpo scivolando su di esso in morbide carezze. La preferita della Regina ragno domina incontrastata nell'oscurità e la sua rete deve salire alla superficie. Già i suoi tentacoli si sono allungati, già le sue pedine cominciano a muoversi su quella scacchiera di cui ella regge il gioco. la Regina domina, non vi è un re e anche se vi fosse lo scacco sarebbe per lui e non per lei. Un abito viola copre il suo corpo perfetto, i seni sodi, alti fra i quali brilla il pentacolo, i capelli sciolti sulle spalle sempre smossi dalla carezza di Eolo suo compagno elementare che grazie al legame con la goccia la rende regina non solo del sottosuolo ma del clima e delle tempeste. Sulle spalle gli spallacci da Generale degli Artigli, avanza il Primo Mago Guerriero di quelle Terre inesorabile come una bestia feroce. Non vi è alcuna maledizione sui drow, non sono incatenati alla luna come i mannari che obbedienti devono rispondere al suo richiamo ogniqualvolta lei si faccia tonda e empia mostrando il suo epe gravido. Non sono legati al sangue e al desiderio di possedere la vita dopo la morte come i vampiri che si gettano sui vivi come carogne suggendo il nutrimento in quella parvenza di realtà che li accompagnerò per semrpe. I drow sono esseri vivi che hanno consciamente deciso di seguire una dea, che odiano e amano profondamente, che sanno fare del piacere uno strumento di tortura. E lei è li per piegare alla sua volontà colui che ancora non cede passo, colui che il buio ha inghiottito, non porta nulla con sè, la ricompensa sarà donata solo se le risposte che riceverà saranno degne di tale nome. E la chiave che apre la prigione sarà infilata nella toppa e la porta aperta, spalancata e solo occhi rossi come fiamma saranno visibili mentre si poseranno su Ezlar *Mio adorato* mormorerebbe la voce della matrona come se si fosse recata a liberare il cane dalla catena per permettergli del movimento.

EZLAR [ Caverna Ez ] Il suono del respiro riverbera contro il pannello ligneo, rimbombando nelle orecchie dell'umano. E' la prima volta in una vita che si concentra sul ritmo del proprio respiro: è lento, ora; pesante, in quel silenzio fragile più del dovuto. Ad ogni lento respiro corrispondono quattro battiti di cuore. C'è ancora, un cuore, in quelle carni? Sicuramente. Ma per ora dorme pesantemente: se fosse sveglio e reattivo, quella prigionia costerebbe al Rivvil il doppio di quanto ha già scontato fin'ora, portandolo sulla strada del non ritorno. Sulle Montagne i Guerrieri Targen insegnano ai propri figli ad ascoltare il cuore; il Mondo, fuori dai confini del villaggio, invece gli ha insegnato tutt'altro: il cuore alcune volte va messo a tacere, perchè non sia un pericolo incontenibile. Ezlar ha avuto la fortuna - o la sciagura - di sperimentarlo sulla propria pelle, pochi anni addietro. Il Mondo è ben diverso da quello che sui Monti Pontici gli hanno fatto credere: nel Mondo gli eroi sono morti in miseria, estinti. L'avambraccio ferito non gli fa più troppo male. Accidentalmente qualche ora prima si è rannicchiato in malo modo, provocandosi involontariamente una fitta lungo tutto il muscolo. Ora non corre più tale rischio: è in piedi, con le piante dei piedi ben piantate a terra, protette dalla suola ci cuoio degli stivali, che ancora non si è sfilato. Rimarrebbe addossato all'unico accesso della Caverna, se non udisse il suono della chiave che viene infilata nella serratura. Invero, è anche difficile non accorgersene: il clangore del ferro deflagra nel silenzio, straziandolo. Qualcuno sta per entrare. Il Rivvil si discosta dalla porta, infastidito da quel rumore: è troppo, dopo ore ed ore passate immerso nell'antica quiete immobile. Poi la chiave viene fatta girare; trascorrono secondi, forse minuti... l'attesa è straziante, la tensione pesante come piombo. Riesce ad allontanarsi di un paio di passi dalla soglia, prima che quella si apra, lasciando entrare qualcuno. Non osa allungare nemmeno un dito per accertarsi della presenza di qualcuno delle vicinanze, il solo pensiero di sfiorare una di quelle nere creature gli fa ribrezzo. La voce carezzevole della Ilharess lo ghermisce, senza preavviso. Lui contrae le labbra in una morsa ferrea, obbligandosi a non rispondere a quelle insopportabili parole. Non parla, attendendo un suo cenno, mentre il suo subconscio freme, inveendo più e più volte contro l'Aeromante. China il capo, ma ancora non si inginocchia. Incredibile come una creatura così piccola possa iniettare in quel ragazzone una così letale dose di umiliazione. Ma egli ancora non si ribella: ha bisogno di risposte. E ne ha bisogno assolutamente.

ILYTH_ (caverna ez) Ma quanta ostinazione e quanto beltà in un rivill, plagiarlo sarà molto complesso ma ormai ha deciso che sarà suo e che la sua gloria si esplicherà attraverso la sue azioni, è una sfida alla quale la Matrona non si sottrae, dalla quale pesca un godimento che le si muove nello stomaco. E richiuderà la porta alle sue spalle, senza suono alcuno, il silenzio è assoluto e lascerà che il suo corpo e le sue membra ne vengano avvolte, che qualsiasi cosa che la potrebbe distrarre si allontani da lei, che trovi compimento quella perfezione che la magia della sua Dea dona irriverente alla sua Preferita, la sua mente si farà lavagna vuota, i suoi pensieri saranno relegati in un angolo, le sue sensazioni furibonde come lo stesso vento che la accompagna e che ora soffia sul viso di Ezlar, saranno incatenate e tenute nascoste (focus mentale 3 + volontà ferrea 3). Lascerà che la sua mente si faccia vuota tavola e ghermirà la magia nera di Lolth che si muoverà nel suo ventre terribile e potente, la lascerà crescere e risalire, le permetterà di riempire le sue vene, di sostituirsi al suo sangue, di respirare al suo posto. e la sentirà salire come una elettrizzante carezza lungo i suoi muscoli, una sorta di eccitazione elettrica che si incanalerà fino alle sue braccia. Solleverà solo la mano destra e lascerà che la sua magia esca con un rumore di tuono lontano creando un fuoco fatuo che brillerà nella sua mano illuminando freddo e violaceo la stanza e anche Ezlar. (Incantesimo di razza liv. veterano - Fuoco Fatuo). E solo una parola uscirà dalle sue labbra mentre un sorriso si apre sul suo volto perfetto *Ricompensa*..perchè la luce per un umano è decisamente tale anche se si tratta di una luce oscura e gelida in grado di trasformare in terrore se lanciata come si confà ma che per ora è trattenuta come un diamante nelle mani nere della Regina.

EZLAR [ Caverna Ez ] Sposta la mano destra indietro, tastando nell'oscurità per accertarsi che la parete non sia troppo vicina: se sarà costretto ad allontanarsi, vuole conoscere gli ostacoli che lo circondano ed, ora come ora, il tatto è l'unica cosa che ha a disposizione. La piccola luce lasciatagli dalla Ilharess al termine della loro ultima visita è evaporata già da molto tempo, ma il Rivvil non se ne dispiace: quel fioco barlume lo infastidiva parecchio, contro ogni sua aspettativa. In Superficie, fintato che si trovava ancora a Sud, rincorreva la luce del Sole fino al tramonto, per goderne appieno. Ora perfino una piccola ed innocua luce lo infastidisce; nemmeno stesse guardando fisso il Sole! Anche chi è nato nelle terre più aride ed assolate, nel Sottosuolo finisce con l'aborrire ogni luce di troppo. Distanzia appena i piedi, pronto ad arretrare, quando la brezza che s'è insinuata, assieme alla Matrona, nella Caverna, improvvisamente si calma. Torna la quiete, immobile, pesante. Ezlar tiene a bada il desiderio primitivo di frapporre tra se e l'Ancestrale ancora qualche passo. Lentamente, ma infine si persuade a non muoversi: non ha la minima intenzione di mostrarsi impreparato innanzi a lei, anche se non ha la certezza di quello che potrebbe accadere. Il suo sguardo scuro, infossato sotto sopracciglia altrettanto cupe, e che sino a poco prima vagava incerto non proprio verso terra è costretto ad abbassarsi ancora di più. L'incantesimo della Ilharess non gli da preavviso alcuno: il Fuoco Fatuo si libra con grazia, rischiarando la stanza spoglia e umida. Il respiro gli si mozza in gola, lasciandogli le labbra improvvisamente aride. Arretra di pochi passi, finendo con le spalle contro la parete della Caverna. La collisione non è fortissima, ma ben percepibile anche dall'oto dell'umano: un tonfo. Carne nuda contro nuda pietra. No. Niente luce. Dannazione. Senza accorgersene l'umano ha già chiuso con forza le palpebre e i pugni di entrambe le mani. Un leggero pizzicore, in risposta al gesto rapido, gli fa ricordare che è meglio non azzardare movimenti del genere, fintanto che la ferita sull'avambraccio non si sarà rimarginata del tutto. Ma ignora i bisogni del proprio corpo. Meglio il dolore che la luce, ora. Rimane immobile, con il respiro accelerato, senza osare aprire gli occhi. I muscoli del collo si tendono improvvisamente, suggerendo un improvviso aumento di tensione; mentre quelli delle braccia si irrigidiscono, facendo appello alle poche forze rimaste in corpo al Rivvil. Quello è un atteggiamento di difesa, seppur involontario, che potrebbe presto sconfinare in un atteggiamento d'attacco. [ Basta ] Ringhia, non riuscendo a star zitto. No. No. Quella luce è maligna. Proprio come la Ilharess. No. Non deve toccarlo. Non deve avvicinarsi. Oltre le palpebre chiuse intravede arabeschi rosso sangue che si mischiano con le tenebre, avviso che quella luce violacea è sempre lì, vicina. Vicinissima. No maledizione: non riesce ad arretrare oltre. La parete lo blocca.

ILYTH_ (caverna ez) Un sogghigno esce dalle labbra della Matrona, uno schiavo alle sue spalle lascerebbe scivolare una ciotola con dell'acqua e del cibo ma ora il tema principale è quel fuoco fatuo che danza macabro nella mano della matrona, che dondola violaceo illuminando il suo viso meraviglioso su cui campeggia una espressione malevola e maligna che promette punizioni a chiunque non seguail suo volere. Non potrebbe non notare come ora la luce lo infastidisca, come ora che le tenebre hanno preso il suo corpo facciano breccia anche nel suo animo facendogli anelare quel buio in cui è rinchiuso. Ed è facile capire che lei la userà come arma, che lei la userà a suo piacimento avvicinandosi ora sinuosa come una serpe che si scioglie dalla sue spire. Solo il frusciare delle sue vesti mentre compirà i passi necessari per porsi a meno di un metro da lui. E lascerà che sia la finzione del suo soffio a sospingere il fuoco fatuo addosso ad Ezlar a fare in modo che lo abbracci anche se la guida della sua magia sarà sempre la sua mente a mantenere la concentrazione necessaria a mantenere acceso il fuoco crudele di Lolth (volontà ferrea 3 + focus mentale 3). Un fuoco che non brucia, un fuoco che avvolge le carni, che si attacca ai suoi vestiti e ai suoi capelli, che entrà nelle cavità del suo corpo avvolgendolo in quella pira funebre e inducendo ora la sua mente al terrore assoluto. E' una luminosità poco intensa che non brucia ma che serpeggia sulla pelle strisciante e gelida e sarà il panico totale (//durata 1 turno) quello che invaderà l'animo del rivill e la voce della Matrona si leverà in una risata..attende che chieda pietà (Incanto di razza - Fuoco Fatuo - liv veterano - durata 1/5).

EZLAR [ Caverna Ez ] Ancora non apre gli occhi. Da piccolo gli venne insegnato a non temere il fuoco ma, crescendo ed allontanandosi dalle Montagne, ha cambiato opinione: il fuoco è da temere perchè il fuoco uccide. E lui non vuole morire. Ben altre fiamme si agitano tra i suoi ricordi, piegandolo anche più del Fuoco Fatuo della Matrona. Ma nulla rivela, nulla dice, lasciando che il proprio cuore - o quello che ne rimane - crepiti nel silenzio di fiamme invisibili. Capta accidentalmente il suono di due differenti ciotole che vengono poggiata, probabilmente sul tavolo consunto ma... no, quello è l'ultimo dei suoi pensieri, anche se quel vago segnale è abbastanza per mettere all'erta anche il suo stomaco affamato. Il respiro esce grossolanamente dalle labbra secche del Rivvil, sconnesso. Non è difficile intuire quanto quel Fuoco lo stia torturando, anche se è un po' meno evidente scorgere che ben altro lo tormenta, annidato silenziosamente tra le pieghe del suo inconscio. Sente la Ilharess che si avvicina, sente il Fuoco che si avvicina. No. No. Non può scappare: la le spalle contro il muro e la Matrona dirimpetto, forse a meno di un passo. Il battito cardiaco di Ezlar accelera, impietosamente. Inspira ed espira senza logica, alternando brevi momenti di apnea ad un respiro affannato, rovente. Il Fuoco gli si avventa contro, insinuandosi in ogni piega della sua pelle, avvinghiandosi ad ogni ciocca dei capelli scuri che gli ricadono in parte innanzi al volto. Dischiude le labbra, cercando di gridare, ma ciò che resale dalla sua gola non ha forma, nè senso. Quelle fiamme violacee non bruciano: sono gelide, vischiose, scivolano sulla pelle, su ogni suo poro. La mente del Rivvil lavora vorticosamente, orami invasa dalle sensazioni che provengono dal corpo, ma non c'è alcun risultato logico. Man mano che il Fuoco avvolge il giovane, il cervello smette di produrre risposte coerenti. E' panico totale. [ Argh ] Ringhia, rispondendo alla presenza opprimente, che gli gela il sangue nelle vene ed il cuore nel petto. Cerca di muoversi, sfregando contro le pareti di roccia la schiena, pur di liberarsi del Fuoco. Delira. Solo un'immagine affiora dalla sua coscienza, l'unica a cui si aggrappa disperatamente per non lasciarsi andare: un cadavere cosparso di fiori candidi, dato alle fiamme. E' quella la sua unica ancora di salvezza, ora che perfino la speranza gli frana sotto i piedi. Solleva le mani, infilando le dita nei capelli, anch'essi gelidi a causa delle Fiamme, cercando di liberarli da quest'ultime. Sente le ginocchia molli, l'equilibrio venir meno. Ma ancora non apre bocca? E' immobilizzato dalla paura o ancora cerca di resistere?

ILYTH_ (caverna ez) E di certo la Matrona non lascerà andare il fuoco fatuo, lascerà che avvolga le membra di lui, che la sua mente mantenga quel contatto impuro con la sua dea e che si mantenga vigile ed attenta alle reazioni di lui (focus mentale 3 + volontà ferrea 3) . Ma cercherebbe di fare breccia nella sua mente, cercherebbe di insinuarsi nella sua mente, di riempirla con il suo parlare con al sua voce che fingerebbe melodiosa ma non stucchevole (sotterfugio 1) e si avvicinerebbe posandogli una mano sul braccio ferito e muovendovi la pezzuola intrisa d'acqua così da disinfettarlo *Mio caro Ezlar ancora non riesci a capire i vantaggi di un accordo con me* mormorerebbe osservandolo ora negli occhi ma ripulendo la sua ferita così che non si infetti *Ti ostini a resistermi e il suo sangue sparso ma non con lei, non con colei che ha fatto del suo essere calcolatrice e macchinosa la sua stessa vita, che ha dato un peso alle parole e alla diplomazia (capacità oratorie 4) *Non sono molte le regole che ti sono state imposte, per ora ti è stato solo chiesto di inginocchiarti innanzi a me e di rendermi onore, di abbassare lo sguardo in mia presenza e di capire che nella mia posizione posso dare benevolenza solo a chi se lo merita sul serio* e finirebbe di ripulirlo e poserebbe la pezzuola sul pagliericcio. e ancora si volgerebbe a lui cercando di avanzare sino a porgli le mani sulle guance ora che addossato alla parete non è costretta ad alzarsi sulla punta dei piedi *Perchè non vuoi cedere a me bambino?* gli sussurrerebbe come farebbe madre ad un figlio che sta educado *Perchè non lasci che ti aiuti a trovare la reale dimensione di te* e gli poserebbe un bacio sulla fronte bonaria e benevola (sotterfugio 1) (Incanto di razza - Fuoco Fatuo - liv veterano - durata 2/5).

EZLAR [ Caverna Ez ] I suoi pensieri si sono sbriciolati in una miriade di schegge: nessuno di essi ha più senso, in quelle Fiamme glaciali. Sposta il peso di spalle e schiena in avanti, sentendo l'equilibrio venir meno, poggiando i palmi delle mani sulle ginocchia. Il Fuoco Fatuo torna a strisciare liberamente anche contro la schiena nuda del Rivvil, risalendo verso il collo, verso la nuca. Soffoca. O è solo un'impressione? Quelle lingue di fuoco lo stanno opprimendo, ed a fatica ancora inala l'aria algida, completamente infestata dall'Incanto della Ilharess, la cui precedente risata ancora echeggia senza pietà nella testa dell'umano. Mai, prima di allora, era stato invaso da una sensazione del genere: panico allo stato puro, smarrimento generale. Il cuore batte ancora, ma il respiro va e viene. Il cervello, quello orami ha perso le speranze, e lavora a briglie sciolte, ascoltando le sensazioni che provengono dal corpo solo una volta ogni mille. E' questo che si prova, quando si muore? No. No. Lui non deve morire. Non vuole morire. Non ora. Mai. E' lì, lei. La sente dentro: nella testa. [ Vattene! ] Più che una richiesta quella è una supplica. Nemmeno pensa troppo a quella parola: non riesce a pensare ad altro che non siano le Fiamme. Scuote la testa, cercando di allontanare la sua voce melodiosa, ma quella persiste. Stringe braccia attorno al petto, lasciandosi lentamente cadere in ginocchio: non ce la fa a restare in piedi, proprio non ce la fa. Percepisce a stento la frescura della pezza che gli umetta la carne dell'avambraccio destro, dove la ferita lentamente si sta rimarginando. Se avesse piena coscienza dei propri sensi, ora, sicuramente non si lascerebbe avvicinare a quel modo. Riesce solo ad annuire, in un primo momento: sì, è quello che vuole. Guadagnarsi un posto nel Mondo. Benevolenza? Mente. Mente, la maledetta. Lo sta ammazzando, con quelle Fiamme, non se ne rende conto? [ Ci sto capendo poco niente... ] Ammette infine, ed è come liberarsi di un peso immane. Sì, perchè la proposta che la Ilharess gli fece poco tempo fa, al posto di zittire i dubbi del Rivvil, glieli aizzò contro. La sua voce è poco più che un sussurro. Piega il capo, piega il collo; i capelli lunghi e scuri come la pece gli scivolano oltre le spalle ampie, ombreggiando i suoi lineamenti marcati e lo sguardo grigio antracite. [ Questo Fuoco mi uccide, Ilharess! ] Continua poi, con voce più acuta del solito. Trema fin nel midollo, ma di freddo. Ha smesso di tremare di paura all'età di otto anni, dopo qualche fustigata ben indirizzata. [ A voi credo. Ma non chiamatemi bambino ] Digrigna i denti, a malapena ode la propria voce. [ Perchè così state ammazzando la mia dimensione attuale. ] Non si risparmia un po' di retorica: il terrore di poco prima ha sortito effetti inattesi. Raschia un poco di orgoglio dal fondo della propria anima, facendosi forza. Oh, sì, quello lo dice.

ILYTH_ (stanza ez) E lo vedrà cedere, lo vedrà cadere in ginocchio e lascerebbe che la sua mente lasciasse andare la potenza della sua Dea, lascerebbe che la potenza della magia si svuoti che lascia libera la sua mente e il fuoco si spegnerà (Termine incanto) E le tenebre caleranno, e sarà di nuovo buio mentre la stanchezza di quello stacco improvviso dalla potenza della sua Dea le graverà addosso le peserà sulla mente e sul corpo che si appoggerà a quello di lui ma saranno le tenebre la forza del suo sotterfugio (+1) e che gli impediranno di vedere come il chiudersi della magia sia per lei un pezzo di vita che se ne va, quasi la stessa sensazione che potrebbe provare una donna a cui venga strappato un figlio dalle braccia. Ma sarà delicata la voce che ora si rivolgerà a lui in un sorriso che accarezzerà l'orecchio destro di Ezlar quasi come quello di amata che parli al suo amante dopo essersi concessa *Ora hai capito Ezlar?* dolce la matrona anche se altro gravità in quella mente lucida e decisa *Basta chiedere nel giusto modo e si ottiene* e sarà la culla delle tenebre quella in cui la sua mente violentata dal distacco troverà rifugio *Se fai ciò che io chiedo ottieni sempre ciò ce vuoi* e ancora gli poserebbe un bacio sulla fronte staccandosi da lui e prendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi *Ora dimmi hai pensato a ciò che ti ho detto?* dolcemente lo accompagnerebbe ad alzarsi *posso io fidarmi di te? chiedi ancora e io ti risponderò* lo invita con la sua voce che ora sarebbe convincente e persuasiva (diplomazia 1) *Cosa vorresti essere?*.

EZLAR [ Caverna Ez ] Dov'è l'acqua? Dov'è!? Nel catino ne è rimasta pochissima: inutile per mettere finalmente a tacere quelle fiamme. Egli non è a conoscenza dei Poteri degli Ancestrali, ignora perchè quelle fiamme siano nate e quali siano i loro effetti, se non quello di sbriciolarlo psicologicamente, piegandolo al volere della Ilharess. Continua ad agitarsi, stringendo la stoffa delle brache nelle mani chiuse a pugno. La stoffa non è stata corrosa dal fuoco. Le nocche sbiancano per la tensione a cui sono sottoposte, i muscoli delle braccia si gonfiano appena. Non brucia più, la sua pelle. Così come non brucia più la stoffa delle brache o quella della fasciatura sull'avambraccio destro. L'unica cosa che le Fiamme hanno divorato inclementi è stata la sua anima, di cui resta solo cenere. Tonano le tenebre, compatte, dense. Ezlar non fa nulla per scacciarle, rifugiandosi volentieri in loro, accogliendole senza alcuna protesta. Percepisce l'esiguo peso della Matrona che preme contro il proprio corpo. Un brivido gelido - man non più glaciale delle fiamme che l'hanno imprigionato fino a poco prima - gli corre rapido lungo la colonna vertebrale: maledetta. Pelle nera contro pelle ambrata. Inusuale. Non fa nulla per allontanarla, non ne ha la forza ora. Annuisce, sentendosi la testa incredibilmente leggera: la Paura è in grado di far girare il Mondo, delle volte, sciogliendo perfino gli animi più testardi. [ Ho capito ] Nemmeno lui ne è troppo convinto ma, tant'è. Le ombre lo confondono, dando vantaggio alla Matrona, che riesce a baciarlo senza che il Rivvil si allontani. Non vede nulla, ma sente il tocco leggero della sua pelle lucida contro la propria mano, invece grezza e rovinata. Scosta il proprio arti rifiutando silenziosamente l'invito, e portando entrambi i palmi all'altezza del ginocchio sinistro, facendovi leva per alzarsi in piedi. [ Ho pensato. Ma non ho chiarito tutto. ] Ammette, stranamente quieto. Cosa non farebbe, per delle risposte! [ Fidarvi, probabile. Ma solo se io potrò fidarmi di voi, Ilharess ] Risponde, sottintendendo molte cose, eloquente: il Fuoco Fatuo di oggi, no, non è stata un buon inizio, almeno per il Rivvil. [ Voglio essere qualcuno. Qualsiasi cosa è meglio che nulla ] Non si azzarda a far preferenze. La vita l'ha già relegato abbastanza ai margini di troppe società perchè quel giovanotto possa fare un passo falso, pur sprezzante. [ Ho ancora troppi dubbi, Ilharess ] Protesta, immaginando che la Matrona non abbia ancora troppo tempo da dedicargli. [ Cos'è il Caos? Come faccio a sapere che rivedrò di nuovo la luce del Sole? Cosa significa di preciso poter affrontare il Mondo là fuori? ] Troppe, troppe domande. Ed ora Ezlar quasi non sembra il borioso ragazzone che Shynnyl riuscì a catturare con l'inganno. La paura della morte è più manipolatrice che certi sotterfugi.

ILYTH_ (stanza ez) E gli passerebbe il vassoio con il cibo, anche se lui rifiutasse il contatto allungherebbe la sua mano destra a fargli sfiorare la ciotola così che lui sappia che non morirà di fame nemmeno oggi. Si muoverebbe la Matrona nell'oscurità giungendo sino alla porta e appoggiandovisi osservandolo (scurovisione 18 mt) la sia voce sarebbe ancora delicata e vellutata e sfiorerebbe i sensi di lui *Tu ti fiderai di me, sino ad ora ogni cosa che ho promesso ho esaudito* mormorerebbe *Hai chiesto luce e la hai avuta, hai chiesto cibo e non ti manca, hai chiesto acqua per curarti e non ti è stata negata* come la finzione a volte in una mente perversa può essere presa per realtà con la convinzione precisa di non mentire. *Il caos è una congrega che vive in questa cittadina, una congrega dissoluta e dedita alla violenza che sino a poco tempo fa aveva l'appannaggio del governo di Barringthon* racconta con somma calma *Non sono in grado di capire che il disordine non può esistere senza l'ordine, non rispettano l'equilibrio fra bene e male* ora è l'ancestrale aeromante che parla e non la caotica matrona *Vogliono destabilizzare l'ordine costituito ma solo per dare voce al loro disordine senza essere poi in grado di tirare le fila del discorso* e se non fosse buio la vedrebbe scuotere il capo *Non ho desiderio che tu faccia parte di quella schiera sciocca e inutile ma se tu riuscissi a capire dove si annidano ecco sarebbe uno dei punti a vantaggio* mormorerebbe la sua richiesta sempre con lo stesso tono condiscendente *E rivedrai la luce del sole perchè io te lo ho promesso e soprattutto perchè mi sarai - se capirai come comportarti, molto più utile lassù che a marcire qui* e riderebbe sommessa *Non pensare che io sia sadica e crudele semplicemente tendo sempre a ridare un equilibrio alle cose* e aprirebbe la porta e lui potrebbe accorgersene per lo spiraglio di aria fresca che ora entra *Per affrontare il mondo lassù devi imparare ad essere diplomatico, ad essere scaltro, ad essere utile, a sentirti parte della mia famiglia* (diplomazia 1). Le sue parole sarebbero ora chiare, sarebbe un custode di superficie, una spia, un fidato a cui verrebbero aperte le porte dell'oscurità e i suoi vantaggi se sapesse coglierli *La prossima volta che ci vedremo ti porterò con me* non dice dove ma ora non è importante. e la porta si chiuderà e la Ilharess sparirà nei meandri, il suo tempo per lui è finito ma ormai l'anima e la mente di Ezlar sono sulla buona via per essere suoi.

EZLAR [ Caverna Ez ] Il rumore della ciotola che la Matrona gli avvicina lo infastidisce parecchio. Il suo volto, nelle tenebre, assume rapidamente un'espressione di malessere: quel rumore è troppo forte. Allunga una mano, artigliando il bordo della scodella con il cibo, senza curarsi della Drow che si allontana. Finalmente. Finalmente cibo, finalmente un attimo di respiro, senza il suo sguardo indagatore puntato addosso. Riesce a sedersi di nuovo, poggiando la schiena contro la parete di roccia, sempre tenendo con una mano la ciotola, prima che qualcuno gliela porti via di nuovo. Chiude gli occhi, lasciando che la nuca trovi risposo a contatto con la parete tiepida della Caverna. Serba con cura le sue parole, in un primo momento allarmato, poi più sereno. Non ha intenzione di ammazzare la gente e distruggere vite. E' già stato incolpato per un omicidio che probabilmente nemmeno ha commesso - ah, la potenza dell'alcol! - e per cui si è roso il cuore fino a costringerlo al silenzio. Ma quella è acqua passata, forse. Restano solo i bei ricordi, prima che fossero annegati in un lago di sangue. Inala l'aria fresca che giunge dai cunicoli, quando la Matrona si avvicina alla soglia, aprendola. [ Va bene ] Risponde infine, senza specificare a cosa si stia riferendo, a fil di labbra, lasciando che lei si allontani. E' troppo stanco per aggiungere altro. La porta viene richiusa: dietro di esse rimangono la Matrona e mille speranze. Una volta solo torna a dedicarsi alla sua unica ricchezza: la ciotola con il cibo, che presto termina, prima di cadere in un sonno profondo, interrotto ogni tanto da qualche brivido, residuo dal Fuoco Fatuo.

geerhia
00martedì 28 maggio 2013 18:08
Settima role di cure - Riassunto : Adhier e Shynn'yl si addentrano nuovamente nei cunicoli per fare visita al prigioniero che, sin da subito, si avventa contro il suo simile. La carceriera resta a guardare, divertita dai battibecchi che vanno ad accrescere le ostilità dei due servitori umani della Matrona, almeno fino a quando queste non porteranno Reidha a rifiutare di eseguire un suo ordine preciso. Spazientita, la femmina, riversa la propria rabbia in una reazione fulminea, che porta la lama del suo pugnale ad incontrare le vicinanze della sua gola, sussurrandogli minacce di morte e ordinandogli di andarsene prima che le metta in pratica. Ammutolito, Adhier si allontana, di fronte all'incredulità di Ezlar, sempre più confuso. Su di lui si riversano le attenzioni della Principessa, che gli parla di una Dea, l'unica in cui dovrà credere, offrendogli l'opportunità di far evolvere la sua situazione attraverso una ennesima tortura psicologica alla quale lui, infine, cede. Gli verranno spiegate le fondamenta di quella religione crudele, gli sarà fatta conoscere la forma reale di Lloth, prima che gli venga consentito di lavarsi, dopo giorni di prigionia.

Commento : e dire che nelle puntate precedenti eravamo diventati quasi tutti amici! [SM=g27837]

Role :

EZLAR [ Caverna Ez ] La stanchezza che si accumula senza sosta trascina verso il sonno con sempre maggior rapidità. E' un sonno tormentato, discontinuo. Oltre le palpebre chiuse del giovanotto si condensano immagini oniriche, così vivide che sembrano reali. Ci sono fiamme, fiamme violette e gelide che gli si insinuano fin dentro le ossa, immobilizzandolo. Quell'incubo non >>
EZLAR nasce spontaneamente dalla sua mente, che peraltro è sempre stata fervida, ma da un episodio accaduto realmente: la Ilharess - quasi un giorno prima - l'ha attaccato con un Fuoco Fatuo, scagliandoglielo addosso, dandogli l'impressione di esser spacciato. Sì, per un attimo - confuso e terrorizzato - ha creduto che la Matona volesse ammazzarlo. Sono stati minuto di >>
EZLAR panico ed anche ora, nel sonno, l'angoscia non gli lascia scampo. Il respiro si è fatto pesante, sicuramente udibile anche ad una decina di passi dal diretto interessato, in quel silenzio tombale. Di tanto in tanto le palpebre vengono chiuse con maggior forza, ed i muscoli del collo si contraggono improvvisamente, suggerendo una certa tensione. Le labbra del Rivvil sono corrugate in >>
EZLAR una morsa fin troppo eloquente: inquietudine, fastidio. Le Fiamme che hanno raggiunto ogni angolo del suo sogno - ora tramutatosi in un incubo -, ardono senza sosta, indisturbate, lasciando che altre forme oniriche si condensino, tra di esse: fiori piccoli e candidi, il volto inerme di una fanciulla dai capelli scuri. Di colpo l'umano distende le dita delle mani, cercando di >>
EZLAR aggrapparsi al suolo con le unghie, appena prima di svegliarsi di soprassalto: il cuore in gola, il respiro che si è fermato da qualche parte tra polmoni e labbra. [ No... ] Rantola, rendendosi conto solo in quel momento di trovarsi nella Caverna. Solo. Si passa le mani sulle spalle, sulle braccia, percependo la pelle tiepida, non più gelida come quando la Ilharess scagliò contro >>
EZLAR di lui quelle dannate Fiamme. Era solo un incubo. Un maledettissimo incubo. Si stringe le braccia al petto, restando seduto - come suo solito, ormai - in un angolo della spelonca, vicino al letto, mai utilizzato. Distende le gambe. Le Fiamme non erano reali, è tutto finito. Cerca di convincersene ma il terrore si annida ancora nel profondo del suo animo, impossibile da estirpare, dopo >>
EZLAR quello che è successo.

SHYNNYL [->Caverna Ez] Lloth ha ricevuto le sue invocazioni anche questo pomeriggio. Una decina di candele ardono ancora nel tempio, in bagliori soffusi e funesti, nel ricordo della sua presenza ormai lontana. Ha letto infatti la missiva della Ilharess, che l'ha avvisata degli ultimi accaduti, dandole informazioni preziose per continuare a plasmare la mente di Ezlar. Ha chiamato a sè Reidha, in >>
SHYNNYL quella insolita complicità nata al cospetto del prigioniero stesso. Su di una veste nera dalla gonna ad otto frange, si disegnano motivi astratti, simili a volute di fumo, viola e neri. Piedi scalzi, come è sua consuetudine, in quell'intimo piacere che le suscita il contatto con la pietra gelida. I capelli, in parte sciolti, sono acconciati ed intrecciati alla maniera delle femmine drow,>>
SHYNNYL in quella cultura che assegna un pregio maggiore ad una chioma fluente, ben tenuta. Occhi tiepidi, quelli che ospita tra ciglia lunghe e pallide, al riparo dalla candela che ha concesso ad Adhier di portarsi, ma nel compromesso di tonalità blu e viola di quei fuochi fatui che hanno investito il corpo e la mente fragile di Ezlar. Alla coscia destra è legato un pugnale, mentre alla cinta una >>
SHYNNYL frusta piegata, simbolo che la identifica ulteriormente quale sacerdotessa. Ma non sono solo dettagli volti ad inneggiare alla sua religione, bensì particolari ben scelti, mirati per far breccia sulla psicologia di un uomo ormai corrotto da quelle ombre in cui sono immersi. Rallenta, nei pressi della porta, rimanendo ferma qualche istante ad ascoltare. Un'esclamazione echeggia tra le mura>>
SHYNNYL umide, pregna di timori che la fanno sogghignare. Una mano si inoltra verso la chiave, andando a cercare di aprire la porta col minimo rumore possibile, facendo un cenno ad Adhier perchè entri nuovamente per primo.

ADHIER [Cunicoli] Aveva raggiunto la principessa come da richiesta di lei e di fianco alla piccola creatura, che parrebbe così indifesa percorre il tragitto per raggiungere la cella dell'umano. Rammenta bene le premure della Ilharess. Dovevano lasciargli le braccia e le gambe attaccati, anche la testa ben sistemata sul collo, per il resto potevano concedersi tutto. Diveramente dalla prima volta >>
ADHIER >> che era entrato li dentro, gli abiti sono puliti, una semplice maglia arrotolata fino ai comiti e dei calzari tenuti in vita da delle bretelle che corrono sul busto fino alle spalle. Ai piedi un paio di scarpe consumate, ma tenuto pulite. I capelli sono scompigliati, distratti, come se qualcuno avesse cercato di dargli un ordine ma quelli non hanno nessuna intenzione di obedire. >>>
ADHIER >> SI ferma davanti la porta per lasciare alla femmina lo spazio per aprire la porta, non prima di sentire l'urlo dell'uomo. Saranno mica incubi? Oppure, il terrore è diventato consapevolezza? Una volta che la porta sarà aperta alzerà la mano destra quella libera dalla candela e scosterà la porta, lentamente per destare l'uomo dall'altra parte. Una volta dentro alzerebbe >>>
ADHIER >> la lusce di poche tacche sopra al proprio viso per verificare la posizione di Ezlar nella cella rimanendo vicino alla porta, ma lasciando lo spazione per fare entrare la drow senza nessun problema.

EZLAR [ Caverna Ez ] Inutile cercare di aprire una porta senza far rumore, laggiù. Si possono oliare cardini e serrature quanto si vuole, essere accorti nei movimenti, ma il silenzio è traditore: smaschera tutto e tutti. Il suono, seppur più leggero del solito, della chiave che viene sistemata nella serratura lo strappa con forza dal limbo gremito di pensieri in cui era immerso. >>
EZLAR Piccoli spiragli di luce iniziano ad insinuarsi malevoli dalla fessura tra porta e pavimento, annunciando una possibile, seconda presenza. L'altro Rivvil, quello che conosce il gergo dell'Underdark. Non vi è logica, in quel pensiero: semplicemente associa Adhier alla luce della candela, o torcia che sia. Scatta in piedi, così rapidamente che per poco non perde l'equilibrio, >>
EZLAR rovinando sulle ginocchia. Buffo: in quel modo si sarebbe inginocchiato, sì, senza coercizione alcuna, anche se involontariamente. Inspira a fondo, passandosi le mani sul viso stravolto, per risvegliare i sensi. Sul mento c'è un lieve accenno di barba: lì sotto prendersi cura del proprio aspetto è l'ultima cosa che gli passa per la mente. Sopravvivere è l'unica cosa necessaria. >>
EZLAR Ezlar si trova quasi al centro della stanza. Dopo un primo attimo di fastidio la luce emanata dalla fiammella diventa sopportabile, lasciandogli aprire gli occhi per puntare le iridi, scure come metallo fuso, in direzione del Nordico. Dopo esser stato messo alla prova da una prima candela e dalla presenza molto più opprimente del Fuoco Fatuo della Ilharess, il giovane dai lunghi >>
EZLAR capelli scuri si è abituato più rapidamente, questa volta, alla luce, obbligandosi a resistere, a non schermarsi gli occhi come la volta precedente. Osserva Adhier, assottigliando le palpebre, per mettere meglio a fuoco la sua immagine: finalmente qualcosa che non siano tenebre su tenebre. Finalmente presenze visibili. [ Cosa ci fai qua? ] Gli ringhia contro, già adocchiando >>
EZLAR se vicino a lui ci sia la Jabbress. C'è sempre, quella folle. C'è sempre.

SHYNNYL [Caverna Ez] Quel fuoco azzurrino, voluto per un effetto quasi teatrale, le è utile per permettere che i due umani si guardino, si confrontino, alimentando pensieri e idee. Scivola dietro Adhier, nel suo passo ovattato, leggero, come se levitasse. Gli occhi già cercano il prigioniero, traballante su quelle lunghe gambe, dall'energia appena ritrovata, visto che la Ilharess ha provveduto a>>
SHYNNYL sfamarlo e portargli dell'acqua. Sa tutto, quella piccola malefica, perchè la Matrona ha interesse a coinvolgerla, come sempre. Suo braccio destro, sua progenie, creata a sua immagine e somiglianza. E ce ne sarebbe stata anche una terza, se solo non si fosse persa in qualche angolo del mondo, spianandole la strada. ''L'ho voluto io, qui..'' risponderebbe, al posto di Adhier, con la voce che >>
SHYNNYL danza sui suoni suadenti, quelli che meglio si accosterebbero alle tenebre. Va a prendere posto nuovamente sul tavolo, sollevandosi leggera e sedendo sul bordo, disinvolta e regale, nemmeno fosse un trono. ''Allora, mio caro Ezlar. Sei felice di avere incontrato la Ilharess?'' domanda, sorridendo appena, lasciando intuire che sia stata una sua concessione, quel dialogo. Per sua generosità, >>
SHYNNYL alla Matrona è stata riportata la richiesta di udienza del suo schiavo. ''Reidha, accendi le altre torce..'' sussurrerebbe in lingua natìa, senza guardare lui nè le due fiaccole spente, ai lati della stanza. Che sia luce, oggi.

ADHIER [Stanza Ez] Decisamente più sconvolto della prima volta che lo aveva visto. Decisamente molto di più. Forse più si è adulti più è difficile adattarsi. Inclina solo il capo di lato quando l'altro si rivolge con quel tono scontroso. Per prima risponde Shynn'yl ma questa volta, diversamente dalla volta precedenete non rimane in silenzio [Stupido uomo, non sprecare domande in .. ] Fa una smorfia >>>
ADHIER >> come se stesse cercando il vocablo giusto. Si contrae leggermente prima di concludere la frase [ .. Idiozie inuti] Cosa ci faceva lui li? Dannazione si era conquistato la possibilità di stare dove gli pareva e quando gli pareve. Non doveva essere certo un montone con l'animo da pecora a chiedergli qualcosa. E si la Matrona era stata brava ad indinuargli l'odio verso gli altri >>>
ADHIER >> e forse quella gelosia piano piano si sta trasformando in odio, per quell'essere [Non hai ancora capito che io sono fuori da qui e tu dentro?] Questo lo chiede con un tono canzonatorio, mentre sorride appena, quasi a voler deridere il colosso che si è fatto catturare da una minuta femmina, ed all'ordine della principessa accenderebbe una sola torcia spegendo la condela [Che una gli basti] >>>
ADHIER >> le risponde in lingua oscura avvicinandosi al tavolo per posizionarsi al fianco di lei rimanendo in piedi poserebbe la candela spenta sulla superficie lignea, ovviamente lontano dalla Jabress.

EZLAR [ Caverna Ez ] Mettendo di nuovo a fuoco, poco avvezzo a distinguere finalmente qualcosa, dopo interminabili ora di oscurità, si ritrova a fissare la fiammella della candela. Fuoco. Prepotentemente i ricordi ancora vividi dell'ultimo incontro con la Matrona e le sue Fiamme algide lo investono, minando la tranquillità del prigioniero. No, pensa, quelle fiamme non gli si potranno >>
EZLAR mai avvicinare. La verità è che nemmeno lui ne è certo. Vederla muoversi con quella grazia lasciva è quasi un affronto per lui, dopo le parole della stessa Shynnyl. Non ci impiega molto a comprendere che la Ilharess ha raccontato tutto alla Iena. Cerca di arretrare di un passo, aprendo i palmi delle mani, lasciando le braccia lungo i fianchi, per tastare quanto lo circonda. E' >>
EZLAR un riflesso istintivo: lì ora c'è luce, non ha bisogno di procedere carponi. La tiene continuamente sott'occhio, ora che il flebile riverbero della candela - per ora unica fonte di luce - non gli provoca più tanto disturbo. [ Sì ] Risponde solamente, senza aggiungere dettagli: non è bravo a mentire, ancor peggio se le risposte sono complesse. La questione è tale: può dirsi soddisfatto >>
EZLAR dell'incontro per quello che gli è stato promesso ma, al contrario, dell'incipit serba un ricordo alquanto angosciante. Quando la voce di Adhier si fa sentire, Ezlar si volta verso di lui, trattenendo a stento un sorriso cinico: ah, ora parla anche la lingua comune, il codardo! [ Tu la consideri un'idiozia ] Gli risponde a tono, senza troppi complimenti. Ora il suo sguardo scivola >>
EZLAR lentamente tra la Iena e il Nordico, incapace di concentrarsi su entrambi allo stesso momento. Non risponde alla sua seconda domanda, limitandosi a distogliere lo sguardo da lui. Certo che l'ha capito: si potrebbe capire anche al buio che quei due Rivvil non si trovano nella stessa posizione. Cerca di non osservarlo perfino quando accede una torcia e spegne la candela, più >>
EZLAR piccola. Il fuoco dovrebbe attecchire quasi subito, sprigionando una nuova luce, molto più intensa. Solo in quel momento Ezlar si volta verso le fiamme, istintivamente. Fiamme. Fuoco. Angosce non del tutto sopite, fresche come un ferita appena inferta, tornano ad agitarsi senza sosta nel suo animo, facendogli iniziare una strenua lotta con il proprio istinto di sopravvivenza, >>
EZLAR che gli intima di allontanarsi dalle fiamme crepitanti. Rimane in silenzio, mentre le sopracciglia si corrugano in un'espressione interrogativa. Tace: non vuole precludersi la possibilità della ricompensa, certo che la Iena ne sia al corrente. I fatti non promettono bene.

SHYNNYL [Caverna Ez] Davvero piacevole, intrigante, il veleno accumulatosi nel corpo di Adhier. Un odio ed una sfrontatezza che gli farebbero grande onore, se solo fosse un drow di nome e di fatto. Gli consente di rivolgersi a suo modo al prigioniero, nutrendo quell'astio, osservando Ezlar, almeno fino a quando Reidha non prenderà una sua iniziativa. ''Se vuoi ciò che ti ho promesso, fa quello che >>
SHYNNYL ti ho detto.'' ordina, questa volta con più decisione nell'idioma che entrambi conoscono, guardandolo in quel viso chiaro che, per quanto integrato, sembra ancora non afferrare con celerità i suoi intenti. Osservando ancora Ezlar, infatti, non è difficile percepire la sua tensione, fatta di sguardi sfuggenti verso quelle fiamme azzurrine, monito di pericolo, di pessimi ricordi. ''Sembra >>
SHYNNYL che tu abbia cominciato ad entrare nella giusta ottica, Ezlar.'' parla di nuovo con lui, con toni accondiscendenti, carezzevoli. Un cambio di atteggiamenti visibili, ma impossibile dire da cosa sia dettato, con assoluta certezza. ''Per questo, oggi sarà un giorno speciale, per te. Oggi potrai iniziare a sfiorare la tua..ricompensa.'' sorride, più apertamente, calcando quell'ultima parola, >>
SHYNNYL la stessa esca usata quando l'ha catturato. ''La Ilharess ti vuole pronto, nel corpo e nella mente.'' annuncia, come volesse dire di più di quanto non faccia. ''Quale divinità riconosci, mio Ezlar?'' domanda, inclinando appena la testa da un lato, mentre le mani arpionano i bordi del tavolo su cui siede.

ADHIER [Stanza Ez] La candela era oramai spenta mentre lei sottolinea il fatto di non aver assentito completamente al suo ordine [Mi viene difficile portarle via una volta che finiremo ..] Risponde con pacatezza alla fmmina scura nella sua lingua madre, quella lingua che per quanto il tono fosse pacato il susseguirsi di lettere e toni rende sempre tutto come una minaccia. Sospira >>>
ADHIER >> stringendo le braccia al petto, in un semplice intreccio mentre guarda Ezlar nel volto. Non manca di notare come osservi la fianna e come da essa si voglia allontanare, come di esse abbia probabilmente paura. Era paura quella si? Liemente quasi in modo impercettibile assottiglia gli occhi per scrutare meglio l'uomo che non è poi così arrogante come al principio. Se non avesse >>>
ADHIER >> saputo che la Matrona era passata da li, lo avrebbe compreso dal cambio repentino di carattere. E' bastato così poco a far vacillare le certezze dell'uomo? Così poca personalità da abbanodanare ogni ideale di speranza? O cosi debole da aver definitivamente rinunciato a combattere? Stolto uomo. Se avesse pensato che fosse un ''pover uomo'' sarebbe stato come compatirlo >>>
ADHIER >> e non vi è nessun sentiemento che potrebbe essere quanto meno paragonato [//empatia liv.1][Un uomo grande e grosso come te che ha paura Ezlar?] Domanda in lingua comune cosi che lui possa comprendere senza far trasparire nulla ne dalla voce nel dal viso, non ci sarebbe curiorità nel tono di quella domanda. Ma solo una richiesta di risposta che può essere libera di essere accolta o meno.

EZLAR [ Caverna Ez ] Ancora quell'idioma che non capisce. Gli dà alla testa, maledizione. Rimane immobile, i pugni chiusi con forza, tanto da far sbiancare le nocche. Non le risponde, limitandosi ad annuire fugacemente. °La minaccia di esser dato alle fiamme per te non sussiste, piccola vergognosa° le infierisce contro, a labbra serrate, lasciando che sia la propria mente >>
EZLAR a ribellarsi, quando il corpo non può farlo. Quel suo cambio improvviso mette ancor più allerta il giovane, che si volta rapidamente: basta una frazione di secondo per controllare da distanza dalla parete alle sue spalle, nel caso dovesse allontanarsi. Non ha molte possibilità di scampo, lì e, anche se riuscisse a raggiungere i Cunicoli, vi si perderebbe. Ancora tace, testardo, anche >>
EZLAR se un brillio gli illumina appena gli occhi scuri alla parola tanto agognata. Ricompensa. Com'è strano sentirla sulle labbra della Jabbress, in quel contesto. Dopo l'ultima domanda risponde automaticamente, più confuso dall'interrogativo che desideroso di compiacere la Iena con una risposta rapida [ Gli an... ] Poi si blocca, inspirando a fondo, rimodellando drasticamente >>
EZLAR la sentenza [ Nessuno ] Il tono è aspro, come se la vocina interiore di Ezlar, in quello stesso istante, stesse facendo di tutto per contraddirlo. [ Perchè? ] Domanda qualche secondo dopo, mentre nuova collera inizia ad impadronirsi di lui, incapace di star tranquillo dopo tante omissioni. [ Perchè!? ] Ringhia ancora, senza lasciarle nemmeno il tempo di rispondere. Ora, senza >>
EZLAR più remore, si allontana di un passo dal tavolo vicino al quale si trovano Shynnyl ed Adhier. Cos'ha in mente quella piccola psicolabile? Cosa? Cosa!? E, come se non bastasse, di nuovo i due utilizzano quel gergo oscuro. Drowish: il giovane dagli occhi scuri conosce solo tre parole di quel linguaggio, e che nemmeno associa a suddetta parlata. Ignora bellamente la domanda >>
EZLAR che il Nordico gli rivolge, senza nemmeno osservalo: quelle parole sortiscono su di lui un qualche effetto - quello dell'ignorare l'altro -, sì, ma probabilmente non quello desiderato dal Rivvil dagli occhi blu, codardo, che ha bisogno di nascondersi dietro un dialetto incomprensibile per proteggersi, come chi non è in grado da farlo da se. Attende una risposta dalla Iena, ora, >>
EZLAR mentre già la mente lavora febbrile in cerca di una risposta che, da se, non indovinerà mai.

SHYNNYL [Caverna Ez] Inutili maschi. Vili ed inetti, calpestati dalla loro gerarchia. Ed un motivo c'è, più che lampante. A quella replica di Adhier, che ancora si permette di dar più conto alle proprie idee che ai suoi ordini, gli occhi le si infiammano, mentre il volto si sconvolge in una smorfia di pura irritazione. Veloce, fulminea, la mano destra cerca il pugnale, tentando di afferrarne >>
SHYNNYL l'elsa e farlo scivolare fuori dalla cintura stretta sull'esterno della coscia, in un movimento che proseguirebbe per far sì che il filo interno della lama si approssimi alla gola di Reidha, portando l'arma perpendicolare a terra, minacciosa, come la prosecuzione del proprio braccio scuro. La velocità, la distrazione del ragazzo che tenta di provocare Ezlar, la sua vicinanza cercata al suo >>
SHYNNYL fianco sinistro e l'altezza quasi pari fornitale dal tavolo, dovrebbero permetterle di arrivare al suo scopo [Agilità +2]. ''Se non sei in grado di reggere due torce, pur avendo due mani, la Ilharess mi ringrazierà di averle tolto un peso morto.'' sibilerebbe, nella sua lingua ringhiante, piena di durezze, di crudeltà. ''Se non vuoi quanto ti è stato concesso, se rifiuti la mia generosità, >>
SHYNNYL sparisci prima che ti levi del tutto l'opportunità di dire la tua inutile opinione.'' concluderebbe, fissandolo con quello sguardo ardente, ignorando per il momento le domande e le incertezze di Ezlar. Ha vissuto a lungo in quella cella, qualche secondo di più non potrà fargli certo male.

ADHIER [Stanza Ez] Le braccia intrecciate al petto rimangono in quella posizione anche quando lei veloce muove la mano armata sotto al suo collo. La lama arriva a pochi centimetri dal suo collo. Anche se sorpreso del gesto cercherebbe di rimanere immobile e non farebbe trasfarire nulla dal volto [//sotterf. liv 1]. Decludisce ma non con fare evidente >>>
ADHIER >> ma in quel gesto naturale. Non aggiunge nulla a quello che lei dice. Non dice nulla e non fa trasparire nulla perchè Ezlar potesse solo solo comprendere una minima parte. Si sposterebbe con cautela per recuperare la candela spenta che aveva poggiato sul tavolo spenta. La recupera spostandosi poi dalla lama di lei. Due menti che collidono troppo facilmente >>>
ADHIER >> due esseri che non potranno mai incontrarsi a metà strada. Si sposta dal tavolo e muoverebbe qualche passo in direzione della forcia, ma non si fermerebbe ad accendere il filo immerso nella cera. Oltrepassa il fuoco della torcia per raggiungere la porta ed uscire dalla cella di Ezlar, senza dare spiegazione alcuna ma lei potrà comprendere meglio di qualsiasi spiegazione.

EZLAR [ Caverna Ez ] E' attratto dalla mimica facciale della Drow, finalmente visibile, alla luce della torcia. La studia, costantemente, pur non essendo un abile interprete di quando i lineamento portano alla luce. Il successivo movimento della Jabbress è fulmineo, e disorienta Ezlar, che si accorge della lama del pugnale quando orami questa è a pochi centimetri dalla gola di Adhier. >>
EZLAR Stranamente rimane tranquillo: ha già visto scene del genere - seppur con attori differente -, sia sulle Montagne sia a Sud. Le femmine iraconde sono capaci di tutto, scrigno di una forza inaudita. Una scarica di adrenalina fa aumentare spropositatamente la sua attenzione. Soddisfazione, meschina quanto basta. Quella scena è cibo per lo spirito orgoglioso e cinico di Ezlar, >>
EZLAR che si premura di non esternare alcun commento, a voce o meno. Ora che la Drow ed il Rivvil sono così vicini deve per forza osservarli entrambi, posando controvoglia il proprio sguardo anche sull'altro umano, che riceve infine tale ammonimento. Quel gesto basta a rimescolare ancora una volta le certezze di Ezlar: l'idea che si era fatto su quel giovane umano cade a pezzi, >>
EZLAR costringendo il Bizantino a revisionare i dettagli ghermiti fino a quel punto, per cercare di capire quale sia il ruolo di Adhier, laggiù. Li fissa. Fissa ogni loro singolo movimento. Tacendo. La Jabbress non gli risponde, più impegnata a tener sotto scacco il malcapitato, ma tanto meglio: quello spettacolo è mille volte più appagante che una risposta che, probabilmente, mai gli >>
EZLAR sarebbe stata elargita. Cerca di non lasciarsi trasportare dalle sensazioni che pulsano nel petto, fino a quando il giovane non abbandona la stanza senza fiatare. Lì, sì, che inarca un sopracciglio, Ezlar. Una muta ricerca di spiegazioni, la sua, che perdura a lungo. Ora che l'altro Rivvil se n'è andato, la tensione - nella Caverna - torna a salire, è quasi palpabile: Ezlar ha tutta >>
EZLAR l'impressione che, stringendo le dita, potrebbe percepirla chiaramente al tatto. Per tutto quel tempo, i suoi occhi scuri non hanno ancora abbandonato il loro obiettivo principale: Shynnyl.

SHYNNYL [Caverna Ez] Labbra livide, serrate, immobili come ogni parte di lei, se non quegli occhi color del sangue che attende di versare al solo primo sgarro. L'assalto di una fiera, una predatrice toccata nel suo orgoglio. C'è poco da capire, meno di quanto non si creda : le femmine comandano, a loro spetta decidere chi vive e chi muore. A loro è affidato il destino di ogni maschio, appeso ad un >>
SHYNNYL filo e costretto a muoversi per merito riconosciuto o per capriccio di una jalil scontenta, specie se di alto rango. Fissa Adhier, che si muove nella sua costruita impassibilità, frutto di esperienze che l'hanno reso quel che è. Gli permette di recuperare la candela e sfilare via come l'ombra di un ricordo, lasciandoli soli. La mano riporta il pugnale al suo posto, scrupolosa e precisa, >>
SHYNNYL mentre quegli occhi, pesanti come dure sentenze, calano nuovamente su Ezlar, rimasto a contemplare quella scena che laggiù è vetrina di quotidianità. Le dita sottili si riaggrappano al legno, mentre la sua espressione riacquista linee distese, come se nulla fosse successo. ''Come stavo dicendo..'' esordisce, nella ritrovata melodia di una voce densa come miele, velluto nero sulla pelle ''..oggi>
SHYNNYL ti darò l'opportunità di conoscere l'unica divinità che pregherai, da ora in avanti.'' decreta, come se non ci fossero altre scelte, all'infuori di Lei. ''Il suo nome è Lloth, la Dea Ragno. Ella è il pilastro del nostro popolo, colei che ci conferisce potere, dominio.'' spiega, solenne, quasi beandosi di quelle parole che la riempono della fierezza, consapevole della linfa oscura che >>
SHYNNYL Lloth ha offerto ai suoi discendenti. ''La tua fedeltà per una grande ricompensa. Renderti qualcuno.''

EZLAR [ Caverna Ez ] Come mai li aveva visi, ora sono innanzi a lui: gli occhi vermigli della Jabbress. Più rossi di un rubino, più cupi del sangue addensato. Uno sguardo simile ha già avuto la mala sorte di scorgerlo, tempo addietro, prima che la frusta della Ilharess gli stracciasse la carne dell'avambraccio. Un brivido gelido gli corre lungo la schiena, e Fiamme altrettanto >>
EZLAR algide iniziano a danzargli impertinenti nella mente. E' solo un incubo, solo un incubo, continua a ripetersi: ma quando il terrore ormai ha piantato le proprie radici nell'anima umana, nemmeno il solvente più efficace riesce a pulirne le tracce. Improvvisamente l'ingannatrice torna rilassata: la sua voce è il primo sintomo che il Rivvil avverte. Tale quiete però, al posto di distendere >>
EZLAR anche le pieghe del suo animo, non fa che metterlo all'erta. Indietreggia ancora di un passo, conscio che ormai la parete della Caverna è vicina. Le possibilità di fuga sono poche, dato che ora la porta è stata nuovamente richiusa. Non gli fa nè caldo nè freddo che Adhier se ne sia andato: negli ultimi minuti l'altro Rivvil per lui è valso meno di zero, eccezion fatta per >>
EZLAR l'attimo di pura soddisfazione nel vedere la lama della Iena a pochi centimetri dalla sua giugulare. La ascolta, senza opporsi: le novità sortiscono ancora un effetto ipnotico, sul giovanotto, sebbene egli abbia viaggiato molto. I Ragni. Il Ragno. Tutto torna, se non il fatto che egli non gradisce particolarmente quell'imposizione. [ Io non sono il tuo Popolo ] Ribadisce, utilizzando >>
EZLAR quasi le stesse parole dell'Ancestrale. Gliel'ha detto lei, che lui vale meno che zero. Chi è parte del Popolo non si spaventa con il Fuoco, non si frusta, non si rinchiude a chiave. Almeno così è ciò che accade in superficie. Ma... lì come funziona? Ricompensa. Quella parola gli carezza le orecchie, dolce. Cerca di resistere ancora qualche secondo, tacendo, pronto ad una sua reazione.

SHYNNYL [Caverna Ez] Un passo indietro, occhi fissi. Un gigante che arretra di fronte ad un piccolo ragnetto velenoso. Un gesto accorto, ma che le permette di capire quanto si sia accorciato quel guinzaglio, ancora. Quello che Ezlar non sa, è quanto quei pochi metri di distanza guadagnati siano inutili. Non ha bisogno di essergli vicina per arrivare a lui. Una blanda obiezione viene fatta dal >>
SHYNNYL prigioniero, che suscita il movimento di un angolo di quelle labbra piene. ''No, tu non sei il 'mio popolo'..'' conferma, utilizzando le sue stesse parole ''..perchè non ne fai ancora parte.'' aggiunge, serafica, andando a scivolare giù dal tavolo come fosse acqua, riposando i piedi a terra senza rumore. Non si avvicina a lui, bensì alla porta che apre, senza uscire, ma tenendola in modo tale>>
SHYNNYL che le ombre spesse dei cunicoli facciano capolino nella caverna. ''Ma credevo, forse erroneamente, che tu volessi dismettere i tuoi abiti di nullità.'' commenta, accarezzando in maniera distratta la frusta, come fosse un animale da compagnia. ''Ora è arrivato il momento di scegliere, Ezlar. Sei libero di restare a contemplare le mura di questa caverna per il resto dei giorni che verranno..''>>
SHYNNYL una pausa, un passo verso l'esterno. ''O seguirmi, fuori di qui, per indossare un'identità che abbia un valore..'' conclude, fissandolo, lasciando intuire che non gli presterà troppo tempo. Adesso o mai più. Fuori o dentro. Qualcuno o nessuno.

EZLAR [ Caverna Ez ] Lo sa: potrà arretrare quanto vuole ma da quella Caverna non si scappa. I suoi movimento ora sono diventati istintivi, guidati da un temperamento sotterraneo, che viene a galla solo quando c'è in gioco la vita. Si sente minacciato, ed esserlo da una Creaturina tanto infida lo fa innervosire ancora di più. Da molto tempo non sentiva correre sottopelle un terrore >>
EZLAR tanto torbido. Lei gli da ragione, insinuando nel Rivvil ancora più dubbi. Ciò vuol dire che potrebbe diventarlo? Quell' ''ancora'' è fin troppo espressivo, perfino per uno come lui, che preferisce l'azione alla retorica. [ Sì, è quello che voglio ] Si affretta a controbattere, sibilando. La Jabbress sta giocando, divertendosi, ma Ezlar non ha la benché minima intenzione di >>
EZLAR fornirle ulteriore svago. [ Come faccio ad accattare qualcosa senza conoscerlo? ] Continua, inciampando in una domanda. Vuole uscire da quella Caverna. Maledizione. Ha sbagliato tutto sin dall'inizio, se ne rende conto ma non ammette ancora i propri sbagli, come al solito: eppure c'è qualcosa che lo costringe a seguire con attenzione la proposta della Jalil. Nessuno, >>
EZLAR lungo il suo percorso, gli ha mai offerto ciò che ora quelle labbra livide gli stanno offrendo, alettanti come un bicchiere d'acqua fresca in una giornata afosa. Lascia cadere temporaneamente il discorso riguardo alla Dea Ragno, concentrandosi su qualcosa che gli interessa di più. [ Io voglio tornare lassù, Jalil, qui muoio ] Il Fuoco. Il Fuoco torna nella sua mente, plagiando >>
EZLAR il suo desiderio di resistere. E' strano scendere a patti con la Iena, dialogare con lei in maniera quasi civile, quando, fino a qualche giorno prima, si sono scannati senza sosta. Capisce che non gli resta molto tempo, e che è lui a sprecarlo, non certo l'Ancestrale [ Io non so nulla della tua Dea, capisci? ] Sì. Davvero teme che a quella schizofrenica non sia chiara la situazione.

SHYNNYL [Caverna Ez]Lo sa, che è quello che vuole. E' la leva giusta per convincerlo, piegarlo. Si trattiene dal sogghignare esplicitamente, tenendo ancora quelle dita sulla porta aperta. Domanda strana, quella successiva. ''Allo stesso modo in cui hai accettato di seguirmi, pur non sapendo quale sarebbe stata la tua ricompensa.'' risponde. La sua mente sarà anche distorta, ma non perde un filo in>>
SHYNNYL quella ragnatela di logiche. Macchinosa, acuta, spesso brillante. ''Un passo dopo l'altro, si impara a camminare, prima di correre..'' continua, volto serio ed occhi fissi, insistenti. ''La proposta resta la stessa. Mi chiamerai Jabbress, mi darai del voi e mi seguirai, apprenderai ciò che dico come tua nuova fede..'' ribadisce, facendo un altro passo verso l'esterno, tirandosi dietro la porta>>
SHYNNYL che offre soltanto più metà della sua apertura. ''Altrimenti, chiudere la porta non mi costerà alcuna fatica..'' un ultimatum, niente di meno. Non c'è pazienza, in quegli occhi rossi, in quel sangue nero.

EZLAR [ Caverna Ez ] Se ne sta andando. Se ne sta andando. Se ne sta andando. L'immagine della Jabbress è l'unico soggetto su cui è in grado di concentrarsi. Il suo piede, quasi oltre la soglia, lo terrorizza quasi quanto il Fuoco Fatuo della Ilharess. In quella Caverna terrori ed angosce sono amplificati in maniera infinitesimale, e feriscono la coscienza come piccoli aghi >>
EZLAR sottili, dannatamente fastidiosi. °Mi hai ingannata, infame!° sente il sangue ribollirgli nelle vene, al ricordo di quel giorno. Quanto tempo è passato da quando la Iena lo rinchiuse nel bozzolo di ragnatele? Giorni? Settimane? Mesi? O forse ore? Non lo sa. Ha perso completamente il senso del tempo, lì sotto. A stento riesce a connettere i pensieri, dato che la sua mente è catalizzata >>
EZLAR unicamente verso la possibilità di abbandonare quella prigione umida e buia; quella fossa, che si è scavato da solo. Non ce la fa più a stare lì, rinchiuso come una bestia. Ed il fatto che Adhier sia più libero di lui lo manda in bestia. Perchè lui non può tornare in Superficie? Anche al Nordico è stato imposto quel credo? [ Ferma ] Cerca di arrestare il suo incedere verso il cunicolo, >>
EZLAR fuori dalla stanza. La possibilità che gli viene proposta è così alettante da struggerlo nel profondo, lasciandolo in balia di sentimenti contrastanti. Il suo orgoglio viene messo a dura prova, anche questa volta, e la Iena è abile maestra il ciò. [ Ferma ] Le ripete ancora, passandosi una mano sul volto stravolto, e biascicando ancora [ Ferma. Ferma. Ferma. Ferma... ] quella che gli >>
EZLAR abbandona le labbra è una nenia carica di rancore. Il suo intelletto gli sta imponendo di lasciarla andare via, per amor proprio; ma il suo istinto, che prevale, gli suggerisce tutt'altro. [ Va bene, Jalil... va bene. Ma fatemi uscire, non ce la faccio più ] Ha bisogno di tornare ad essere qualcuno, e la possibilità è a pochi passi da lui, seppur le condizioni siano pesanti. E non sopporta >>
EZLAR che un altro Rivvil sia - quasi sicuramente - riuscito dove lui sta fallendo per arroganza. Cede, ed è una diga che si riversa nel nulla.
EZLAR >>
EZLAR Si vende al miglior offerente, per l'ennesima volta, pur di salvarsi la pelle. Non è quello che ha sempre fatto da quando è stato cacciato dalle Montagne, quel disgraziato?

SHYNNYL [Caverna Ez] E' tutta questione di tempo, di pressioni, di ragnatele che vanno a completarsi, nella loro arte sinistra e precisa. Tic, tac, tic, tac. Tempo che scorre, inafferrabile come quei passi che avanzano ancora, lenti ed esasperanti, rendendo quello spiraglio sempre più sottile. Le sue parole, si perdono nella più totale indifferenza, da parte di chi non è abituato ad accettare >>
SHYNNYL ordini. Le ombre già l'accolgono, distogliendola da quei bagliori azzurrini, mentre gli occhi si intrattengono a guardare gli effetti della sua piccola tortura sullo schiavo. E si ferma, ora che la supplica viene pronunciata a fatica. Non restano che una manciata di centimetri, tra la porta ed il suo stipite, briciole. ''Jabbress.'' lo corregge, imponendo con enfasi quell'appellativo che >>
SHYNNYL se le fosse stato dato dalla Matrona, all'interno della gerarchia vera e propria, la degraderebbe non poco. Tuttavia, sempre meglio che Jalil, in quel linguaggio scarno che Ezlar conosce. ''Esci, sarò io ad indicarti la strada.'' decreta, aprendo appena di più la porta, lasciando intuire che la torcia resterà dov'è. Affronterà l'ombra, con lei.

EZLAR [ Caverna Ez » Cunicoli ] Jabbress. Jabbress. Maledetta. La porta viene aperta. Oltre: il nulla, buio, silenzioso; un oceano calmo e cupo. Il Rivvil rimane immobile, posando il proprio sguardo sulla torcia, attratto come una falena dalla luce di una lanterna, salutando silenziosamente quella flebile luce, ormai diventatagli amica. Deglutisce rapidamente, abbassando un >>
EZLAR attimo le palpebre per tranquillizzarsi. Il buio che gli si prefigura, tenendo gli occhi chiusi, non è che un assaggio di ciò che incontrerà nei Cunicoli inesplorati. Si avvicina alla soglia, sorpassando la Drow, senza nemmeno osservarla. Per gli umani non degnare di simili attenzioni una creatura non è un gesto gradito; ma probabilmente per la Iena lo sarà. Tace, crogiolandosi al pensiero >>
EZLAR di quell'atto d'insubordinazione. Insubordinazione solo dal suo punto di vista, però. Nell'attraversare la soglia poggia una mano sullo stipite gelido, facendo aderire con cautela i polpastrelli alla roccia umida, per poi lasciarsi inghiottire dalle tenebre pesanti del corridoio. La mano sinistra, quella a contatto con la parete, rimane dov'è, unico suo punto di >>
EZLAR riferimento in un mondo fatto di tenebre, capace di divorare con le proprio spire d'ombra gli avventori sciocchi che non conoscono l'intricata ragnatela di tunnel che fora le viscere della terra, proprio sotto Barrington. Non domanda nulla, Ezlar, pur colto dai dovuti dubbi, per timore che la propria voce possa tradire una certa angoscia. Addentrarsi in quelle gallerie è come >>
EZLAR incamminarsi ad occhi chiusi verso una scarpata. Ma la Iena lo guiderò, ed è il dove che lo preoccupa.

SHYNNYL [Cunicoli] Lo vede avanzare, come una vittima verso il patibolo, brulicando d'eccitazione, sottopelle, nel vedersi immedesimata nella figura del boia. Lo fissa, con insistenza, richiudendo la porta alle sue spalle, una volta passato, sorridendo invisibile al suo tentativo di tenere gli occhi lontano da lei. Gli schiavi, come lui, sono tenuti ad un comportamento simile in segno di rispetto.>>
SHYNNYL Soffoca ogni luce, serrando il legno dietro di sè, ritrovandosi immersa in quel buio che la rende tutt'altro che cieca. ''Va avanti, dritto di fronte a te, finchè non ti dico di voltare.'' lo istruisce, portandosi successivamente alla sue spalle, quando dovesse muoversi. Una presenza percepibile nonostante il silenzio di quei passi che andranno a seguirlo. Un mutismo che verrà interrotto>>
SHYNNYL di quando in quando, nell'indicargli la nuova traiettoria. Un giro contorto, che durerà una decina di minuti, più del necessario : un percorso comprensivo di passaggi a lei conosciuti ma voluti per confondergli le idee, a volte ripetitivi, altri errati con conseguenti riparazioni per poter ritornare sulla strada giusta. Ma lei cammina, instancabile, divertita, sebbene non lo dia a vedere>>
SHYNNYL in maniera troppo esplicita. Gli guarda le spalle, senza intimorirsi di fronte ai rumori sinistri che scivolano nel buio e che non faranno altro che condizionare l'umano, successivamente ai racconti che gli ha fornito.

EZLAR [ Cunicoli ] La porta si chiude alla sue spalle, scuotendo le budella della terra con un tonfo assordante. Il giovane rimane immobile, senza accusare il colpo: immaginava che quella porta, chiudendosi, avrebbe provocato uno schianto del genere. Ogni volta che una porta - quella porta - si apre o si chiude per orecchie non abituate è sempre un fragore poco sopportabile. >>
EZLAR Smette rapidamente di pensare alla porta, stuzzicato dalle parole della Iena, che irrompono di nuovo nel buio assoluto. Non vede nulla, il Rivvil. Si sente cieco, impotente, ingolfato in un fagotto di tenebre spesse e tenaci. Si morde la lingua, zittendo il desiderio di tornare verso la porta, entrare nella Caverna, e lasciare la piccola psicopatica nei suoi adorati cunicoli umidi. >>
EZLAR Obbedisce, muovendosi con estrema lentezza, tenendo sempre la mano sinistra contro la roccia ruvida. La sente scivolargli contro i polpastrelli, mutare forma, inesorabilmente, man mano che procede. Odia dover camminare alla cieca, per giunta guidato dalla Jabbress. Non la conosce affatto, e nemmeno smania di conoscerla più a fondo... ma, a pelle, non la >>
EZLAR sopporta. Ad un nuovo ordine, segue quanto indicato dalla sua voce, svoltando una, due, tre volte. Gli viene la nausea, in quei cunicoli ingombranti d'ombra fitta, dove l'aria è immobile come dopo uno scroscio improvviso di temporale. Ad ogni passo gli pare di precipitare nel vuoto, o di collidere contro una parete: ma è l'oscurità a prendersi gioco di lui, divertendosi quanto la Iena. >>
EZLAR Più volte cerca di vincere l'istinto che gli impone di fermarsi. [ Dove stiamo andando? ] Sbotta infine, non riuscendo più a restare in silenzio. Quel silenzio lo sta facendo impazzire. Quella camminata senza meta - almeno per lui - lo sta facendo impazzire. E impazzirà presto, oh sì, se quella prigionia non vedrà il suo termine.

SHYNNYL [Cunicoli] Osserva quella mano tenuta a contatto con la pietra nuda, l'interno di un corpo privo di vita, quale quello sotterraneo, formato di arterie cave, scavate anni prima. Un percorso che spesso e volentieri finirà per fare incontri sgradevoli, senza dubbio, quali insetti di ogni genere, funghi e muffe viscide. Tutti i tesori del sottosuolo, insomma. ''Fermati..'' gli ordina, imperiosa, >>
SHYNNYL avendo ignorato la sua domanda, che non ha ricevuto il permesso di essere formulata. Aspetterà che il suo passo sgraziato si sia fermato, prima di superarlo ed aprire le porte che li separano dal ventre dell'underdark, il cuore raggrinzito ma pulsante della loro dimora, in cui lui è già stato. Lo fa tenendolo d'occhio, diffidente, guardandosi da possibili ribellioni. ''Entra!'' impartisce >>
SHYNNYL ancora, tenendogli la porta per poterlo vedere sfilare davanti a sè. All'interno dell'immensa stanza, laddove ogni singolo rumore si amplifica all'infinito, si espandono lievi luci azzurrine e violacee, provenienti dai funghi luminosi che adornano il perimetro a gruppi irregolari. Due torce soltanto, ai lati, creano aloni di colore più intensi, ma non fastidiosi. Sono tuttavia sufficienti >>
SHYNNYL ad illuminare i tre troni vuoti, di diverse dimensioni a seconda dell'importanza. Alle spalle di questi, l'imperiosa raffigurazione di Lloth in pura ossidiana, risplende nelle sue mille sfaccettature, ergendosi in tutta la sua crudeltà, quella che si percepisce al solo guardarla. Perfetta, immensa, nel suo corpo composto da metà jalil e metà ragno. Sguardo severo, nella presunzione che solo>>
SHYNNYL una divinità malefica può impersonare.

EZLAR [ Cunicoli ] La mano che scivola lenta sulla nuda roccia, è il suo unico punto di riferimento in quel mondo buio ed uniforme. Pur scontrandosi di tanto in tanto con incontri poco gradevoli, Ezlar fa di tutto per non perdere quella guida. Tiene la mano all'altezza delle spalle, ogni tanto la fa scivolare una manciata di centimetri più in basso. Lui non è quel tipo di umano >>
EZLAR schizzinoso che al primo contatto poco gradito inizia a pulirsi le mani, come a volerle debellare da chissà quale malattia mortale. Se ne sta con le spalle ritte, lo sguardo inutilmente fisso innanzi a se. L'unica cosa che fatica a controllare sono i piedi, che si muovono con lentezza, come se fossero zavorrati all'interno. Quando Shynnyl gli ordina di fermarsi egli si arresta subito, >>
EZLAR anche per timore di qualche ostacolo. Percepisce l'incedere leggero di lei passargli accanto, poi innanzi. In Superficie non avrebbe fatto caso a dei passi così lievi; ma lì il silenzio amplifica a dismisura ogni piccolo suono, perfino i battiti del proprio cuore, ora martellate nell'antico silenzio del Sottosuolo. Già dal cunicolo le luci che rischiarano il Ventre sono distinguibili. >>
EZLAR Fuochi. Fuochi gelidi. Nella mente del Rivvil tornano a galla sensazioni che mai si sopiranno del tutto e che per un paio di secondi gli freddano il sangue nelle vene. Resta con lo sguardo fisso sui globi luminescenti, incapace di mettere a fuoco altri soggetti. Stringe le mani a pugno e nemmeno sentendo che la pelle è tiepida - e non algida, come accadde quella volta - riesce a >>
EZLAR far scemare il timore che gli si ingrossa senza sosta nel petto. L'ordine della Iena lo strappa con violenza dai propri pensieri, costringendolo a varcare la soglia. Pian piano riesce ad identificare anche il resto della Caverna: i tre troni, la statua in ossidiana, le pareti. E' ampia, quella stanza, sì. Entra. I suoi passi esplodono nel silenzio, a guisa di pietre che rotolano a valle >>
EZLAR durante una frana. Cerca di muoversi con più cautela, ma i suoi tentativi valgono poco nulla. Dopo minuti a lui sembrano un'eternità, torna ad osservare la Jabbress, senza fiatare. Perchè lo ha portato lì?

SHYNNYL [Ventre] Ormai rassegnato al buio ed alla necessità, Ezlar avanza ancora, assecondando il suo volere. Gli scivola dietro, osservando la statua, per qualche momento, quindi lui. Gli si ferma al fianco destro, guardandolo dal basso, ma come se quella differenza di altezza non esistesse. ''Guarda, Ezlar. Osserva colei che ti concede nuova vita. Quella che hai di fronte è Lloth, la divinità che>>
SHYNNYL ti ha concesso una possibilità.'' racconta, in maniera quasi teatrale, sorridendo di orgoglio per colei che può dirsi genitrice del suo popolo oscuro. ''Nel suo corpo c'è linfa nera, un potere tanto grande che nemmeno puoi immaginare. C'è vendetta, riscatto, ambizione.'' elenca, lentamente, con la sua voce ricolma della malia di quel mondo indefinito. ''Ma, un solo sgarro è ti sarà tolto tutto >
SHYNNYL quello che ti è stato dato..'' lo ammonisce, serafica, tentando di avvicinarsi ulteriormente a lui. ''E' lei l'unica a poter scegliere la prediletta, la femmina destinata a diventare Ilharess e a dare consenso per l'elezione delle sacerdotesse, le figure più importanti dopo di lei..'' spiega, con un accento di vanità che va a spiegare poco dopo. ''Io sono una di loro. Più precisamente, ne sono>>
SHYNNYL Maestra, Jabbress Yathrin.'' conclude, sollevando il mento al nominare quel ruolo a cui è stata insignita dalla sua stessa genitrice.

EZLAR [ Ventre ] C'è già stato, lì. Inizialmente la luce lo aveva condotto sulla cattiva strada, facendogli credere di trovarsi in una Caverna mai visitata ma ora, ecco che piccoli dettagli gli rivelano di non esser nuovo di quel luogo. Anche la ferita sul suo braccio, oramai quasi rimarginatasi, gli ricorda che lì ci ha già messo piede. Si guarda rapidamente attorno, perlustrando, senza >>
EZLAR muovere un sol passo, il Ventre, per quanto riesce a scorgere: che sia lì, da qualche parte, la Ilharess? Una parte di se vorrebbe vederla comparire proprio or ora, perchè lo sottragga dalla follia sconclusionata della Jabbress, con cui non ama star solo. Una parte, invece, preferirebbe non incontrarla, questa volta: quella sala suscita nel Rivvil troppi ricordi poco gradevoli. >>
EZLAR Uno in particolare ancora tangibile, sulla sua pelle. L'atteggiamento drammatico di Shynnyl lo infastidisce non poco, ma tace: quel suo atteggiamento è la prova concreta di quanto quella mente non abbia solide basi. Poterla silenziosamente insultare e chiamare folle, per Ezlar. è ormai diventato un mantra contro improvvisi e sempre più frequenti attacchi di rabbia. Quando >>
EZLAR si è repressi ed umiliati a tal punto, l'unico modo per sopravvivere è trovare vie secondarie grazie a cui sfogarsi. Vendetta. Riscatto. Ambizione. Si sente chiamato in causa, con qui tre aggettivi. Il sangue torna a ribollirgli nelle vene, dopo il primo attimo di gelo. Che quella divinità oscura sia davvero lo specchio dei desideri più torbidi e viscerali del prigioniero umano? Cerca >>
EZLAR di mantenere sempre una certa distanza dalla Iena, arretrando con lentezza, strisciando i piedi a terra, prima il destro e poi il sinistro. Ciò che gli viene spiegato aggiunge un microscopico tassello a quanto già conosce. Annuisce, e non dice nulla, osservando fisso il trono che campeggia tra i due minori.

SHYNNYL [Ventre] Lui annuisce, sembra capire, nonostante il passo che lo porta ad allontanarsi da lei, in quel gioco sadico che gli propone ogni volta, imponendogli la propria minuta figura. ''Rispetterai ed onorerai ogni Yathrin che incontrerai, più di ogni altra jalil. Mancare a questo dovere rappresenterà un affronto nei confronti di Lloth e delle prescelte della Ilharess. E la Dea Ragno sa >>
SHYNNYL restituire il favore in maniera parecchio sgradevole..'' insinua, lasciando comparire i denti in un sorriso. ''Ora spogliati e lavati. Ragiona su quanto ti ho spiegato, preparati per la tua Matrona..'' ordina ancora, indicandogli la stessa vasca della volta precedente. Lei non si aggiungerà, non questa volta, andando a muoversi soltanto quando avrà eseguito, per avvicinarsi a Lloth, carezzare>>
SHYNNYL con la gentilezza di un'amante una delle sue enormi zampe, la più prossima. Lo sorveglierà da lì, giudice del tempo che gli sarà sufficiente per ripulirsi, prima di riportarlo in cella, più tardi.

EZLAR [ Ventre ] Annuisce, ogni tanto, per dare un senso di continuità a quel suo ascoltare. Le parole della Jabbress gli entrano nelle orecchie senza difficoltà: solo l'unico suono che popola il silenzio immobile di quella Caverna. Parla. Parla. Parla. Continua a parlare, la Iena. Percepisce la stanchezza serpeggiargli nelle membra, e la possibilità di lavarsela via giunge >>
EZLAR come un dono inatteso. Muove di nuovo il capo in un cenno d'assenso, mentre già inizia a sfilarsi le brache, unico indumento che gli è rimasto, visto che la camicia è stata ridotta a brandelli. Si libera degli stivali, lasciandoli a pochi passi dalla polla, assieme ai pantaloni. Raggiunto il bordo della vasca vi si siede, senza degnare più di un solo sguardo la piccola psicopatica. >>
EZLAR Slaccia il nodo che teneva ferma la benda sul braccio destro: un po' d'acqua non farà male alla ferita, oramai quasi del tutto rimarginatasi, senza avergli dato seccature di alcun genere. Inspira a fondo, scivolando nell'acqua tiepida, nella quale si immerge fino al mento prima e poi fino alla fronte. Resta sott'acqua per pochi secondi, tempo che i capelli si bagnino e si >>
EZLAR districhino dal groviglio privo di senso che erano. Una volta riemerso resterà immobile qualche attimo, con le spalle contro il bordo e le palpebre abbassate. La Sacerdotessa di Lloth viene relegata ai margini della mente del Rivvil che, in quel nuovo silenzio, inizia a gremirsi delle informazioni appena assorbite, nella speranza di dar loro un ordine. Ha intenzione di prolungare >>
EZLAR quel momento di tiepida quiete il più possibile quindi si laverà con molta, estrema calma, anche a rischio di incorrere nelle insofferenze della Jabbress.
ilyth
00martedì 4 giugno 2013 09:00
Ragazzi miei questi riposi sono rimasti indietrino posso uppare?? [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836]
Ambrosya0
00giovedì 13 giugno 2013 21:15
Ah ma questo?

Visto adesso...

GDR APPROVATO, PUNTI RIPRISTINATI, PG PROFUMATO ECC ECC ECC
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