Riassunto : stanco, affamato, afflitto, Ezlar attende di conoscere le sue sorti, chiuso nella sua cella. Ma nel tempo che in quell'eterna notte si fa fatica a contare, verrà raggiunto da Shynn'yl che reca con sè acqua, bende e un pezzo di pane. Non si tratta di amorevoli cure, tuttavia, quei favori che l'uomo è costretto a guadagnarsi, così come la propria sopravvivenza. Verrà umiliato, costretto a mettere a tacere a stento la sua natura ribelle più volte per potersi sfamare e alleviare il dolore delle proprie ferite.
Commento : sempre piacevole e scorrevole giocare con questo pg, la sua rabbia è quasi realmente percepibile, da fuori. A volte la calimera irrita anche me!
Role di riferimento :
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10599241
Role :
EZLAR [ Grotta / Cella ] Maledette creature. Nella testa del Bizantino rimbomba ancora la risata folle della Iena, squarciando senza pietà i pochi attimi di pace che gli son concessi. E' seduto a terra, con la schiena poggiata contro l'umida parete di roccia, le ginocchia contro il petto ampio. Lo sguardo basso, cupo, rabbioso. E' riuscito a fasciarsi alla bell'e meglio le ferite causate dalla >>
EZLAR staffilata della Matrona. Ha strappato la camicia, creandone lembi simili a garze, poi strette con forza attorno all'avambraccio ferito. Ora non sanguina più, ma il dolore persiste. E' caldo, pulsante, tenace. Quel che resta della camicia sporca e ancora infetta dagli ultimi brandelli di ragnatela è stato gettato in un angolo della piccola cella. Non è ancora tornato nessuno, lì. Lui e la sua >
EZLAR inguaribile testardaggine. Nonostante tutto l'idea sibillina di una possibile ricompensa, ancora luccica in fondo al tunnel. Della piccola pazza che l'ha ingannato non c'è da fidarsi: quella creatura è isterica, instabile. Forse l'unica persona sana rimasta lì sotto è la Ilharess. Quanto a lui, non può farsi garante della propria integrità mentale ancora per molto: il buio, il dolore e quel >>
EZLAR posto chiuso sono una potente pozione, per il suo ego scalpitante, ora domato.
SHYNNYL [Caverna Ezlar] Le è stata data una bestia da accudire e svezzare, perchè dalla pietra grezza che è ora possa diventare qualcosa di utile per la Matrona. Un compito a tratti intrigante, altri ingrato per una che nella gerarchia della casata ricopre niente di meno che la carica di Jabbress Yathrin. Ora, invece, si trascina per i cunicoli, sfilando nel suo passo leggero [Passo silente] ma con>>
SHYNNYL un persistente borbottio sibilante confinato nella sua testa. Tra le braccia è stretta una ciotola di discrete dimensioni, colma di acqua proveniente dalle fonti sotterranee. Appeso al braccio destro un panno bianco, lungo, mentre nella mano sinistra un tocco di pane abbastanza grande da sfamare un umano adulto. Tutto quel peso le costa uno sforzo non indifferente, una fatica che nasconde >>
SHYNNYL con innata naturalezza tra le pieghe della propria essenza bugiarda [Potenza -1 / Sotterfugio liv.3]. Un allenamento non da poco, se si considera il lungo tempo che quel viaggio le è costato, oltretutto per uno schiavo. Eppure lo sa bene, nessuno è da considerarsi migliore di lei, attualmente, per crescere un servo della Matrona in persona. Raggiunge la porta della grotta assegnata a Ezlar>>
SHYNNYL dovendo farsi ulteriormente carico di quel peso con il solo braccio sinistro, tentando in maniera quasi goffa di raggiungere la chiave con le dita della destra per aprire velocemente la porta e riporla, scivolando così all'interno, già cercando lui.
EZLAR [ Grotta / Cella ] Tiene gli occhi socchiusi, per non cedere al sonno che - assieme alla spossatezza - minaccia di trascinarlo in buio ancora più fosco di quello della Caverna in cui si trova. Deve rimanere vigile, reattivo, nel caso che una di quelle due torni di nuovo. Ha fame. Sete, invece no. Dubita che lì sotto di trovi dell'acqua fresca e corrente, e il pensiero è bastato per >>
EZLAR fargli passare il desiderio di bere. Da quanto tempo si trova lì? Ore? Giorni? Ha perso completamente la cognizione del tempo, forse anche quella dello spazio. Il silenzio e le tenebre, quaggiù, risucchiano ogni rumore. Solo qualche eco lontana, ogni tanto, vibra nell'aria pesante e calda. Quando la porta si inizia ad aprire il giovane scatta in piedi, senza valutare >>
EZLAR la propria debolezza, trovandosi così a fare i conti con un giramento di testa che per qualche attimo minaccia la sua stabilità. Un passo indietro. Poggia la schiena contro la parete di roccia, strizzando le palpebre, per poi riaprirle improvvisamente. I lunghi capelli scuri e lucidi gli ricadono in spesse ciocche ai lati del volto, mettendo in risalto gli zigomi pronunciati, la mascella >>
EZLAR squadrata. Gli occhi grigio antracite, infossati sotto sopracciglia aggrottate, puntano dritti verso la Drow, irascibili. [ Qirva ] La chiama per nome, la sua voce è profonda, roca. Ignora che quell'appellativo sia frutto dell'abile mente ingannatrice di quella lasciva Creatura. A malapena ne distingue le fattezze: gli occhi umani non sono fatti per scrutare nell'ombra che si annida >>
EZLAR negli anfratti dell'Underdark. Pane, catino e panno passano inosservati. Inspira a fondo, staccandosi dalla parete, suo temporaneo sostegno, per ergersi in tutta la propria statura, senza alcuna vergogna per il petto nudo, sul quale si intravedono alcune cicatrici di provenienza poco identificabile.
SHYNNYL [Caverna Ezlar] Eccolo là, nel suo fisico possente, ma traballante come se le gambe faticassero a reggerlo. Il muro lo richiama a sè, ma sembra aver abbastanza forze da enfatizzare a quel modo il nome dell'identità fittizia, facendola sorridere nonostante gli sforzi [Sotterfugio liv.3]. Si muove, chiudendo dietro di sè la porta con un piede, avvicinandosi al tavolo usurato abbandonando in >>
SHYNNYL un angolo della grotta, unico arredamento oltre il letto scricchiolante. ''Ezlar..'' replica, come in saluto, ma con una voce ben più armoniosa, suadente. Sul legno appoggia quanto ha dovuto portare da sè, procurandosi un sostanzioso lamento da parte della muscolatura più adatta al movimento che a sostenere pesi. In fondo, non è mai stato il fisico, la sua arma vincente. Al di là della >>
SHYNNYL lascivia, naturalmente. Ed anche oggi quella non manca, abbondante di curve strette e facili da intuire, fasciate in un vestito viola, succinto, dal breve strascico. Lunghi centimetri di pelle nera si possono guardare, così come i capelli sciolti, che le accarezzano la vita ed i fianchi. Alcune ciocche sono intrecciate, altre adorne di perline scure di legno. ''Avvicinati..'' lo invita, >>
SHYNNYL sollevando il mento ed assottigliando gli occhi, viziosa, con i toni di un'opportunità da non lasciarsi scappare, più che di un ordine. ''Ricordi cosa ti ha detto la Ilharess? Mai guardare una femmina, a meno che non sia lei a permetterlo..'' aggiunge, ma non sembra volerlo punire, al momento.
EZLAR [ Grotta / Cella ] Si sente indolenzito. Terribilmente. Come se fosse stato schiacciato da un masso, senza alcun avviso. Il suo stomaco brontola, reclamando a gran voce qualcosa di solido, ma Ezlar cerca di resistere ancora un po', avvicinandosi dalla Drow ed al tavolo macilento. Lo attira e lo aborre al tempo stesso. Una strana sensazione, per lui. Chiude le palpebre, inalando >>
EZLAR un profondo respiro, in risposta al suo saluto accattivante. Gonfia i polmoni con quell'aria umida, stringendo i denti quando la ferita, sotto la rozza fasciatura, inizia a pulsare. E' il sangue che gli si agita in corpo, a far quell'effetto. Solo quando Shynnyl poggia sul piano del tavolo quanto reca con se Ezlar fa caso a tutto ciò. Obbedisce, cercando di restare calmo: quella testa calda >>
EZLAR proprio non gli piace. La sua risata squilibrata ancora gli tormenta la mente, quando non è il dolore per la frustata ricevuta ad intorpidirgli il braccio. In un'altra occasione un sorriso bieco si sarebbe impossessato delle sue labbra morbide e piene... ma ora rimane impassibile, nell'udire quelle parole. Ricompensa. Ricompensa. Ecco il mantra garante della sua tranquillità. >>
EZLAR [ E tu vuoi che io ti guardi? ] Domanda, impassibile. Non è che abbia intenzione di farle perdere la calma - una scudisciata è stata più che sufficiente -, solo che è fatto così, quel ragazzone. Si ferma ad un passo da lei, non fissandole più le iridi d'argento fuso ma le labbra color onice. Non le anela, invero. Ma è l'unico punto vicino agli occhi su cui riesca a concentrarsi. Abbassare lo >>
EZLAR sguardo come un cane in catene? Mai. Adocchia il tozzo di pane, cercando di allungare la mano sinistra verso di esso, per afferrarlo. Il braccio destro non l'ha mai mosso. [ Ho fame ] Grugnisce a mo' di scusa, mentre lo stomaco torna a farsi vivo.
SHYNNYL [Caverna Ez]Obbedisce, lui, in ogni senso. Un gesto apprezzabile, sebbene dovrà essere più accorto se non vorrà farsi ammazzare, la prossima volta. E per qualche istante la propria mente lo immagina ormai privo di vita nel pieno di qualche tortura, ricoperto dai ragni che in lui troverebbero un bottino di caccia, con quel volto che resta sereno, inarrivabile. ''Si..'' risponde, quando le sarà >>
SHYNNYL vicino, alzando la mano sinistra per puntellare l'indice sotto il suo mento, affinchè sollevi il viso, a ritrovare l'interezza del suo, sogghignante, a metà tra il borioso e l'affascinante. E' la malia dell'oscurità, quella che lui avrà modo di guardare apertamente. ''Ma devi stare attento a ciò che fai, se vorrai sopravvivere..'' spiega, serafica, cogliendo il movimento del suo braccio >>
SHYNNYL verso il pane, quello che vorrà intercettare con un movimento veloce ed agile [+2] della propria mano sinistra, perchè ne afferri il polso, fermando la sua corsa a pochi centimetri dalla sua cena. ''Farai soltanto quello che ti dirò. Io sono la tua salvezza, qui. Ti renderò degno di vivere tra noi, perchè la Matrona ti accolga nel suo favore.'' conclude, con quella voce soffusa e sinuosa che >>
SHYNNYL stride con i contenuti del suo parlare.
EZLAR [ Grotta / Cella ] Afferra il bordo del piano orizzontale del tavolo, inarcando le spalle e scaricandovi parte del proprio peso. Il suo volto cade in ombra, circondato da ciocche ribelli e scure come pece. Un vago sorriso si fa largo sulle sue labbra, alla risposta di lei, ma ancora non solleva il mente, continuando a fissare il tavolo. O meglio, quello che riesce ad intravederne. >>
EZLAR Poi si lascia sollevare il mento, quando ormai ogni segno di sorriso è evaporato dal suo volto. Cerca di lottare contro le caliginose emozioni che gli si agitano sottopelle all'udire quel ghigno, per non scivolare nella malia dell'altra. Un fremito gli formicola lungo il braccio quando il suo movimento viene fermato dalla Drow. Una velocità impressionante. Inumana, questo >>
EZLAR è certo. Ho fame, ripete tra se e se, con la mano immobile a pochi centimetri dalla sua possibile conquista. Mangerebbe pure il fango, ora, se potesse. [ Non sono abituato a prendere ordini da una donna ] Spiega, calmo, plagiando la propria voce, fino a farla risultare piacevole. E' una costatazione, la sua. Non un contrordine. Calca bene l'ultima parola. Donna. Quella >>
EZLAR Creatura intrisa di malizia e malvagità fino alla punta dei capelli non è umana. Non è una donna come lui le conosce. E' palese. [ Ho fame ] Ripete di nuovo, aspro, ora inclinando il tono, così che questo perda ogni traccia di fascino. Non sbatte le palpebre, se non per piccoli movimenti involontari, affondando il proprio sguardo in quello della Iena. Respira, apparentemente >>
EZLAR pacato. Ricompensa. Ricompensa. Ricompensa. C'è qualcosa in quelle oscure creature che lo strega come poche cose viste in Superficie sono riuscire a fare. Sono un'arma a doppio taglio, se ne sta rendendo conto con calma.
SHYNNYL [Caverna Ez] Non lascia andare quel braccio, ora adorno di artigli neri, che celano nella loro estrema sicurezza la poca forza che posseggono [Sotterfugio liv.3]. Alle sue parole non può che allargare quel ghigno capace di suscitare malessere, sghembo e sinistro come poco altro. ''Perchè le femmine di superficie non sono in grado di dare ordini nemmeno a loro stesse. Ma qui non esistono >>
SHYNNYL donne..'' spiega, calcando quell'ultima parola allo stesso suo modo, speziandola di scherno. ''Questo è il mondo delle jalil. E qui il volere delle femmine sta al di sopra di ogni altra cosa..'' racconta, solenne, presuntuosa, ma mai più sincera di ora. ''Rendere felice una jalil, significa farsi strada, soprattutto se si tratta di una femmina di alto rango..'' aggiunge, lasciando intendere con
SHYNNYL >>
SHYNNYL quel tono lezioso che ne abbia una proprio davanti. ''Va a sederti'' ordina, questa volta, sebbene in un sussurro, replicando così alla sua ennesima protesta.
EZLAR [ Grotta / Cella ] E la follia di nuovo si fa spazio sul volto della Jabbress Yathrin. Quella è una psicopatica. Ezlar mantiene ancora il contatto visivo, mentre il suo ego si dibatte nel ventre, sbriciolandosi pian piano: quella è una folle. Il suo respiro ora cadenzato e pesante viene riverberato dalle pareti della caverna in un'eco fastidiosa. Lì anche il minimo suono si espande come >>
EZLAR un tuono roboante. Non è con lei che deve trattare. E' con l'altra. Con l'altra. Con quella che l'ha frustato. Almeno lei, nella sua scelleratezza, è lucida. [ Jalili ] Ripete quella parola, scoprendola incredibilmente fluida, mentre la pronuncia. Ho fame. Lo stomaco brontola di nuovo, ma l'ordine impartito dalla Iena è più possente, e vince. Le ringhia quasi contro, strattonando il >>
EZLAR bordo del tavolo, attorno al quale la sua mano è stretta in una morsa ferrea. Dunque quella è una società matriarcale. Lì sono le donne ad avare il potere. E gli uomini? Non ne ha visto nemmeno uno. Che li ammazzino di frustate, come fanno con quelli della Superficie? Lui è un Rivvil. Lei una Jalili. Lì i Rivvil obbediscono. Le Jalili comandano. Ricompensa. Ricompensa. >>
EZLAR Ricompensa. A stento tiene a bada il proprio subconscio, che gli si dimena sottopelle. Lancia un'occhiata truce, ma fa appena in tempo ad abbassare il capo, così che a caderne vittima è il povero pavimento ombroso. Raggiunge con poche ed ampie falcare il bordo dello sgangherato giaciglio, sedendovisi. Non vede sedie, lì. Magari il perimetro della Caverna ne è gremito, ma lui >>
EZLAR non ha voglia di controllare, ora. [ E io cosa sono? ] Digrigna i denti. La presenza della Drow lo rende scostante ed irascibile. La sua voce lo disorienta. La sua risata lo fa rabbrividire. [ Uno schiavo? Carne da macello, eh? ] Il tono di voce supera di poco lo standard consueto, mentre egli indica con un cenno del mento la fasciatura che copre la ferita. I suoi occhi scuri >>
EZLAR guizzano poi fino alla Jalili, osservandole il mento, il collo; sollevandosi minacciosamente verso i suoi occhi, senza però mai sfiorarli. Shynnyl non è l'unica pratica di certi comportamenti esasperanti, a quanto pare.
SHYNNYL [Caverna Ez]Ritrova nelle smorfie di Ezlar il dissapore giusto, sintomo di comprensione almeno parziale di quel mondo in cui è entrato in ginocchio. ''Jalil'' lo corregge, secca, lasciando ora andare il suo polso che arretra, tra quei grugniti che suscitano il suo nuovo sorriso. Fauci bianche tra labbra nere, velenose. Gli guarda le spalle con insistenza, mentre si allontana, in quel modo >>
SHYNNYL che ogni drow considera proprio quando si trova qualcuno davanti. Mai dare la schiena ad un drow. Nemmeno se si tratta del proprio fratello di sangue. Lo sa bene lei, che non ha fatto altro che godere della scomparsa della gemella, la sua secondogenita, minaccia per l'eredità al trono. Appoggia la schiena al tavolo mentre lui si siede sul letto, diligente come un grosso cagnolone. Inclina>>
SHYNNYL la testa, incrociando le braccia ad incorniciare i seni pieni, a stento coperti dai tessuti. ''Niente.'' risponde, con l'enfasi che si darebbe ad un'ovvietà. ''Tu qui non sei nulla, finchè la Ilharess non deciderà diversamente.'' specifica, oziosa, prendendo ora in mano quel pezzo di pane, rigirandolo come non avesse una reale importanza. E per lei in effetti non ne ha. ''Ma hai una grande >>
SHYNNYL fortuna, Ezlar.'' annuncia, ora facendo qualche passo avanti per raggiungerlo, fermandosi quando le proprie ginocchia dovessero sfiorare le sue. ''..puoi ancora decidere del tuo destino. Proseguire nell'imposizione della tua testardaggine, nella tua arroganza di cieco ed inetto rivvil..O ascoltarmi ed obbedire, guadagnandoti un'identità ed un valore..'' conclude, allungando a quelle ultime >>
SHYNNYL parole il pane verso di lui, come a dare un assaggio di quelle promesse appena pronunciate.
EZLAR [ Grotta / Cella ] Jalil. Jalil. Le dita delle mani vanno a ghermire il bordo del giaciglio. Nel braccio destro un dolore caldo e sornione si espande lentamente, facendogli mollare la presa. [ Jalil ] Ecco. Ora suona meglio. La sua schiena reca qualche cicatrice - alcune profonde, altre meno -, non ne fa mistero. [ Faccio ridere? ] Domanda, inarcando un sopracciglio scuro, non riuscendo >>
EZLAR a staccarsi del tutto alla vena di arroganza ed orgoglio che lo contraddistingue. Un sospiro di sollievo, che non lascia sfuggire alle labbra, gli abbandona i polmoni. Niente. Nel suo gergo, sempre meglio che schiavo. Sulle Montagne dove è nato non ci sono schiavi: lassù abita un popolo potente, che non ha bisogno di nullità per essere servito e riverito. Eppure ci sono molte >>
EZLAR nullità. Lui, a parere degli Anziani, è uno di quelle. Mentre le città, quelle sì che brulicano di esseri inetti e sporchi. Anche lì, nell'Underdark, è un Nulla. Tutto torna. Tutto è meglio che nulla. Meglio stare buoni e guadagnarsi la ricompensa, se non la fiducia, di quelle Creature di Tenebra e Terra. [ La Ilharess è la Jalil con la frusta ] Piccoli pezzi dell'angolino di un mosaico >>
EZLAR immenso vengono collegati istintivamente. Si sente ardere il petto, al ricordo: quella Creatura è stata la prima in grado di trasformare il suo possente orgoglio di una matassa indefinita di sentimenti vulnerabili. Almeno lei è lucida. Shynnyl, invece, è folle. La mente di Ezlar continua a formulare pensieri sconnessi, tra fitte di dolore dal braccio e bollente rabbia repressa. >>
EZLAR Non si ritrae al contatto, osservando le ginocchia fragili e dalla cute color ossidiana contro la stoffa lacera e pesante delle proprie brache sudice. Come possono, tanta malizia e malvagità, esser compresse in un Essere così minuto? Alluna impulsivamente la mano verso il tozzo di pane, quando ella glielo porge, cercando di farlo scivolare via da quegli artigli del medesimo colore >>
EZLAR della roccia lavica.
SHYNNYL [Caverna Ez] Annuisce soltanto quando lui collega i pezzi dei suoi ricordi e delle sue conoscenze, permettendo ad identità ed azioni di unirsi a ricreare un'immagine. Quella della sua genitrice, legame che ancora non svela, benchè la identificherebbe come Principessa. Ha imparato che per arrivare dove vuole, spesso la vanità va accantonata. Il guadagno è migliore, alla fine. Osserva quel >>
SHYNNYL pezzo di pane sfuggire via dalla sua mano che vi manteneva una presa blanda, considerandolo come una scelta univoca, irrevocabile. Ha già avuto a che fare con persone come lui, reietti, scarti della società di superficie. La loro boria non la spaventa affatto, poichè lei è in grado di essere ancor più insolente. Malevola. ''Hai preso una decisione intelligente, Ezlar..'' lo lusinga appena, >>
SHYNNYL rassodando un mezzo sorriso mentre arretra, per poi voltarsi soltanto successivamente, tornando al tavolo. ''Ti insegnerò quanto c'è da sapere sul nostro mondo. A te non resterà che imparare ed usare al meglio ogni mia spiegazione..'' afferma, quasi minaccia, sebbene la voce resti armoniosa e musicale. Non è una musica cristallina, bensì quella tetra, misteriosa, accattivante dell'ombra e >>
SHYNNYL dell'incognito.
EZLAR [ Grotta / Cella ] Il letto sembra accusare colpi, sotto il peso non proprio leggero del giovane. Ma egli non si solleva. Resta con la schiena ben ritta, le spalle rigidamente immobili, che lo fanno sembrare ancora più spallato di quanto non sia. I muscoli del collo lievemente in tensione. Quando il tocco di pane scivola dalle dita affusolate della Iena egli vi si avventa, ingordo. >>
EZLAR Addenta la pagnotta rafferma con voracia, riempiendosi la bocca, poi deglutendo il boccone con un po' più di calma. Non vuole ingozzarsi, non davanti a quella piccola squilibrata. Quasi ignora le sue parole, troppo attento al pane che, anche se stantio, manda giù. Una parte della sua mente invece registra con cautela quanto gli viene detto ed ogni tanto egli annuisce, >>
EZLAR senza riflettere. [ Mi avete promesso una ricompensa ] Specifica, acre, osservando la pagnotta oramai terminata. Ecco: le Jalil dovrebbero ogni volta portare un pezzo di pane a quel giovanotto affamato, per esser sicure che egli non abbia riguardi per loro, bensì per il nutrimento offertogli. [ Cosa mi insegnerete? ] Domanda, scosso da una certa curiosità, mentre il cibo è >>
EZLAR quasi terminato. Rimane però circospetto: non si fida di quella Drow. Gli è bastata la sua risata agghiacciante per fargli nutrire sempre qualche riserva sulle parole di lei, nonostante esse abbiano un suono alettante, musicale. Da anni vaga in lungo e in largo per la Superficie, in cerca di riscatto. Proprio quaggiù, nei meandri della terra, doveva trovare qualcosa di simile ad una >>
EZLAR redenzione in nuce? Le spalle si rilassano, e non poco, quando lei si allontana. Poco male: non gli piace aver così vicino quella schizoide.
SHYNNYL [Caverna Ez] Guardalo Lloth. Guarda la tua nuova preda come si sfama, azzannando quella misera pagnotta come tu faresti con le sue carni. Pensieri che scivolano sommessi, silenziosi, invisibili tramite quegli occhi che lo osservano nel suo corpo pallido ed umile. Sorride, enigmatica e contorta, salvo dedicare le proprie attenzioni che si rivolgono al catino d'acqua ed al panno pulito che >>
SHYNNYL torna a prendere tra le braccia, camuffando ancora la propria fatica nei riguardi di quel peso che andrà a portare vicino a lui [Sotterfugio liv.3]. La ciotola di discrete dimensioni, nel suo contenuto ondeggiante, verrà posata a terra, vicina a lui, mentre il panno verrà gettato sul letto, con noncuranza. Nessuna parola riguardo la ricompensa. La sua stessa vita, intatta, sarà il suo >>
SHYNNYL guadagno essendo che ora, entrato in quel mondo privo di immagini e rumori, non può più darla per scontato. ''Ti insegnerò a vivere come un maschio degno di respirare l'aria del sottosuolo.'' replica, discostando la gonna per lasciar apparire la coscia destra ed il pugnale appesovi. Lo afferrerebbe nella destra, avvicinandolo al suo braccio ferito, coperto dalle bende. Gesti veloci, mirati, >>
SHYNNYL quelli che intenderebbero farle afferrare il braccio offeso di lui con la mano sinistra all'altezza del gomito per sollevarlo appena verso di sè, mentre l'altra mano farebbe scivolare la lama sotto alle bende, dal bordo inferiore e di piatto rispetto al suo braccio, di modo da non infierire sulle ferite. Se poi dovesse muoversi, peggio per lui. Un gesto secco quello che porterebbe il pugnale>>
SHYNNYL a scivolare da destra a sinistra, con il filo della lama diretto verso sx anch'esso, per tagliare le bende sudice, farle cadere sul letto.
EZLAR [ Caverna Ez ] Segue con lo sguardo ogni singolo movimento di quella piccola folle. La pagnotta non c'è più: l'ha mangiata tutta. Voracemente. Occhi color del piombo fuso lottano con tutta la propria forza, cercando di farsi strada nell'oscurità opprimenti di quella Grotta. Strizza le palpebre con forza, e le ciglia scure fremono appena, quando le superiori collidono con le >>
EZLAR inferiori. Maledetta ombra. Maledetta Caverna. Non dice nulla riguardo alla promessa della Iena, aggrottando le sopracciglia: quelle parole l'hanno colto alla sprovvista. Insegnarli ad esser degno? Non ha bisogno che glielo si insegni. [ Qua è tutto troppo diverso dalla Superficie ] Sbotta. Orami ha parlato: non può rimangiarsi le proprie irriverenti parole. Eppure, vi è un fondo di >>
EZLAR verità, in quella constatazione. Ora tutto dipende da Shynnyl: sta a lei interpretare le parole del Rivvil. Lì a malapena si respira, non v'è luce. Non resisterà lì ancora a lungo, in quel luogo umido in cui la follia striscia come una serpe famelica, se lo sente. Eppure, in qualche modo perverso e a lui ancora poco chiaro, quell'aspettativa suona come miele: alettante. Ricompensa. Riscatto.>>
EZLAR Il respiro del giovane accelera un poco nello scorgere - o meglio: intravede a malapena - prima la sua coscia nuda, poi il pugnale. Subito i suoi sensi lo mettono in allerta. Non riesce a fermarla. Cerca di opporsi, ma il proprio inconscio gli si aizza, contro, facendolo star buono. Lei gli si avvicina, lo afferra per il gomito. Taglia via le bende sporche di sangue umano. Rosso >>
EZLAR cupo, in parte incrostato. La stoffa si stacca a fatica dalla pelle oltraggiata, e cade mollemente sul letto. [ Non osare toccarmi ] Sibila, arrogante, in direzione della Iena, prima di abbassare lo sguardo scuro verso la pelle e la carne lacerate dalla Matrona. Guarirà, pensa. Non serve che la Schizofrenica avvicini i propri artigli neri come la notte alla pelle ambrata del >>
EZLAR Bizantino. Così crede o, almeno, si illude. Ricompensa. Ricompensa. Non allontana ancora il braccio. Una parte del suo ego si è già arresa alla Jabbress, ed Ezlar se ne rende conto a fatica, mentre abbassa lo sguardo sulle dita esili di lei. Attende qualche attimo, inspirando ed espirando più rapidamente del solito, fino a quando non cerca di alzarsi in piedi, per sottrarsi a lei o, >>
EZLAR meglio, a ciò che quella Jalil rappresenta nella sua mente. Follia. Instabilità. Contagio.
SHYNNYL [Caverna Ez] Questi umani hanno la capacità di perdersi in tante sciocchezze, dando fiato alla bocca più del dovuto. Il suo commento iniziale, spinto probabilmente dalla repulsione e dalla rabbia, sembra scivolarle addosso, benchè ne abbia intuito il reale significato. Può sembrare folle, ma la sua mente malata è capace di lavorare molto più delle altre, senza mai stancarsi. Non sarebbe >>
SHYNNYL ancora viva, se così non fosse. ''Per questo è meglio.'' replica soltanto, definitiva, abbassandosi per pulire sul letto la lama appena macchiata di sangue scuro, incurante del fatto che lui ci dorma, là sopra. La riporrà con estrema cura, facendola scivolare nella custodia chiusa sulla coscia. Presto o tardi, la prigionia di Ezlar sortirà gli effetti dovuti. Al contrario delle celle quasi>>
SHYNNYL lussuose dei grandi palazzi umani, là sotto si deve fare i conti con l'oscurità, l'estremo silenzio, l'umidità e l'apparente assenza di vita, oltre loro. E' un mondo privo di luce, destinato a toglierla a chiunque vi resti per un periodo discreto. Un terreno tutt'altro che fertile per i sentimenti bisognosi di calore, che nel suo immenso nulla può portare alla pazzia chi non vi è abituato>>
SHYNNYL e non ha intenzione di lasciarsi abbracciare volontariamente. A resistere si rischia solo di farsi più male. Lo lascia andare quando lui sbotta, sibilando quello che ha tutta l'aria di essere un ordine, nei suoi confronti. Gli permette di allontanarsi, guardandolo dapprima con aria truce, che via via si tramuta in un'espressione bestiale, di scherno, aprendosi in un ennesimo sorriso >>
SHYNNYL distorto. Inclina la testa sulla sinistra, assottigliando gli occhi come stesse ascoltando qualcosa che lui non può sentire. ''Mi è sembrato di sentire..un comando..'' sussurra, con enfasi che certo la renderebbe un'attrice acclamata. ''E' così?'' domanda, raddrizzando la testa, mentre gli occhi si sporcano di rosso, una tonalità cupa quanto quella che sporca il braccio di lui, ferito. E va a>>
SHYNNYL chinarsi, piegando le ginocchia per accovacciarsi vicino alla ciotola, prendendone un lato con una mano per sollevarla di modo che rimanga di sbieco. L'acqua all'interno oscilla, spostandosi velocemente sul bordo ora più basso. Alcune gocce finiscono a terra, mentre lei fissa Ezlar, dal basso. ''Quest'acqua servirebbe a dissetarti, a pulire le tue ferite..'' spiega, lasciando che un piccolo>>
SHYNNYL rivolo d'acqua continui a versarsi a terra, sprecata, con tutta l'aria di una cascata di sabbia dentro una clessidra. Solo che, in questo caso, a tempo scaduto non c'è più possibilità di voltarla. ''Senza questa, se io dovessi decidere di non portartene più, secondo te cosa ti ucciderebbe, prima? La sete o l'infezione della tua carne?'' domanda, in quel giochino macabro che le riempe le labbra>>
SHYNNYL di denti bianchi.
EZLAR [ Grotta Ez ] Respira con calma, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata in direzione della Jalil. Non lo osserva direttamente negli occhi: una volta controlla le sue sopracciglia eloquenti, un'altra le dita che scivolano abili per sistemare il pugnale. Un'altra volta ancora le stoffe viola che scivolano nuovamente al loro posto. E non si stanca un attimo. Manco fosse una bestia >>
EZLAR braccata da qualcuno più massiccio. E' abituato agli ambienti spartani, il Bizantino. Quella stanza, per lui, è anche troppo. Ma il silenzio, quello gli da alla testa; e l'oscurità umida della Caverna gli si appiccica fin dentro le ossa. La sensazione non è delle migliori, soprattutto per un giovanotto che ha fatto del mondo la propria casa, delle chiacchiere della gente la propria >>
EZLAR distrazione. Per un breve istante ancora le da le spalle, ingenuamente. Poi, voltandosi, scorge quello sguardo di fuoco, ancestrale. A malapena scorge i tratti maligni della Jabbress, ma quegli occhi è impossibile non notarli. La lascia nella propria concentrazione, fino a quando ella sibila. [ Era un suggerimento ] Sbotta Ezlar, cupo, cercando di mantenere il contatto visivo con lei, >>
EZLAR facendo correre con lentezza le proprie mire verso gli occhi di lei, senza però posarvisi. Se li immagina, per un istante, rosso sangue. Anche gli occhi della Matrona erano lava ustionante quanto l'ha frustato. [ Mi arrangio da solo ] Prosegue poi, riferendosi alla propria ferita, ed al catino. Il suono fluido dell'acqua che si agita nel secchio lo fa render conto di quanto la sua gola sia >>
EZLAR arida, gola sia arida, ma non ha alcuna intenzione di bere quell'acqua. Si quieta appena, ma ancora non torna a sedersi: non si farà mettere le mani addosso da quella complessata. [ L'infezione ] Risponde, risoluto, indicando con un cenno del capo quel rivolo maledetto che scivola inclemente oltre l'orlo del catino. Che la smetta, quella mentecatta! Non è inesperto nel valutare i danni >>
EZLAR inflitti alla carne. L'orgoglio in battaglia fa fiorire una strana saggezza: rendersi conto dei danni quando essi sono ormai irreparabili, stimandone ogni dettaglio, ogni conseguenza. Quella ferita va pulita e tenuta umettata, altrimenti peggiorerà. Muove un passo verso di lei, il volto immobile in un'espressione severa, gli occhi color metallo fuso fissi sull'acqua che ancora sgorga dal >>
EZLAR secchio. Quel giochetto lo irrita non poco. C'è di mezzo la propria vita, e alla Jalil non importa, a differenza sua.
SHYNNYL [Caverna Ez] Un suggerimento. ''Credi di essere nella posizione adatta a darmi..suggerimenti?'' domanda, serafica, ancora china su quella tortura psicologica, gli artigli serrati attorno alla ciotola che continua a colare il suo vitale contenuto. Le risponde persino, a quella domanda retorica, come fosse uno scolaretto. Il che la fa sorridere ancora ed ancora, come se non fosse mai stanca di>>
SHYNNYL farsi beffe degli altri. E' stata creata per essere ruvida, per infastidire come una mosca che proprio non si riesce a prendere. Nota le occhiate di lui farsi frequenti, in direzione del rivolo d'acqua che va a bagnare la pietra, fin sotto il letto. Ma quel che osserva con maggiore attenzione, è il passo che lui fa in propria direzione, come volesse reagire a quella provocazione. Mossa >>
SHYNNYL sbagliata, Ezlar. ''Avvicinati ancora di un passo e dovrai leccare per terra, per bere, strusciarti sul pavimento per lavarti la ferita.'' lo minaccia, permettendo ancora all'acqua di fuoriuscire dal catino. ''Siediti sul letto, da bravo rivvil, non muoverti e non parlare fino a quando non ti sarà chiesto.'' ordina, irrevocabile, mentre il volto si fa serio, immobile. ''Il tempo corre, Ezlar.''
EZLAR [ Grotta Ez ] Stringe la mano sinistra a pugno, socchiudendo gli occhi. E' un giovanotto impulsivo, lui, e quella psicolabile gli sta dando parecchio filo da torcere per non perdere la calma. Un respiro. Due respiri. Tre respiri. No. Questo è troppo. L'acqua che gorgoglia innocentemente scivolando al suolo ha un suono insopportabile, che si espande in quel silenzio con >>
EZLAR foga, insinuandosi poi nelle orecchie dell'umano. Torturandolo così fino al midollo. Il suo stesso cervello sciaborda ora nella scatola cranica: una nave rapita da una tempesta incontrollabile. Il suo orgoglio ora è destrutturato: si sta sbriciolando come terra riarsa. Le si avvicina ancora un poco, fermandosi - se ella lo lascerà - a due metri da lei e da quella maledetta acqua che scivola >>
EZLAR fin sotto la branda sbilenca. [ Non mi vedrai mai piegarmi a tanto ] Le assicura, convinto. Per un fugace istante il suo sguardo scuro si posa sul volto di lei, alla ricerca dei suoi occhi: avrà anche un braccio fuori uso, Ezlar, ma nell'altro c'è ancora abbastanza forza, qualora la situazione si faccia estrema. O almeno, così si illude. La provoca, ma al contempo provoca se stesso: non >>
EZLAR deve sottostare fino a quel punto alla Jabbress. Cambia meta, puntando verso il giaciglio, sedendovisi. °°Maledetta°° Le inveisce contro, irritabile, nei propri pensieri. [ Ci penso io, alla mia ferita ] Calca bene ogni parola di quella frase, piegando le labbra in una morsa irrevocabile. Un compromesso. Accettabile? Lo fa solo perchè c'è in gioco la propria vita che, al contrario >>
EZLAR del Popolo delle Montagne tra cui è nato e cresciuto, considera abbastanza preziosa da non esser sprecata per alterigia.
SHYNNYL [Caverna Ez] Non serve avere particolari doti per leggere la furia negli occhi di quella nullità. Una rabbia che ribolle e che invece di spaventarla, nel suo essere insana, la diverte, enormemente. Lo vede fare ancora un passo, esplodere in un'affermazione che suona così autoritaria. Parole che portano la mano a far inclinare un po' di più il catino, perchè il flusso d'acqua si renda più >>
SHYNNYL corposo. Ma basterà il tempo a renderlo mansueto, smussare gli spigoli di quella natura ribelle. E, vittoriosa, lo vede eseguire, sedersi sul letto come un bambino offeso. ''Pensavi forse che sarei stata la tua domestica, Ezlar? Che mi sarei abbassata a curare la tua ferita?'' domanda, con quella voce suadente, seriamente incuriosita. Finalmente si alzerebbe ma, prima, andrebbe a rovesciare >>
SHYNNYL volutamente ancora parte dell'acqua nella bacinella, affinchè ne rimanga soltanto metà, ora. Quindi la lascia, mollandola a terra, senza porgergliela. ''Dovrai impegnarti per dividere bene quel che resta..'' lo canzona, indietreggiando nuovamente verso il tavolo, laddove va a sedersi con un movimento fluido e ginnico, sottolineato dal morbido ondeggiare delle vesti. ''Hai ancora tanto da >>
SHYNNYL imparare, mio rivvil e che ti piaccia o no, lo farai..'' spiega, come se non ci fosse alternativa. ''E se ti venisse in mente di provare a scappare, eludendo in qualche modo il mio controllo..'' continua, riferendosi a quel suo tentativo di imporsi, poco prima ''..sarebbe un tentativo vano, poichè moriresti.'' conclude, divertita. ''Anche ammettendo che tu riesca ad uscire di qui, là fuori è buio>>
SHYNNYL e tu sei cieco. Dovresti riuscire ad orientarti nei cunicoli, nel labirinto di vicoli che partono dall'ingresso. Sempre ammesso che tu non venga prima divorato..'' ridacchia, lasciando intuire che in quel pezzo di terra dimenticata dalla luce e dall'aria aperta, non ci siano solo loro.
EZLAR [ Grotta Ez ] Un sorriso sghembo ancora resiste, piegandogli le labbra. [ No ] Risponde secco, sincero. [ Non ho bisogno di una domestica, tantomeno una come te ] Ribatte ancora, passando involontariamente al ''tu'', già utilizzato da qualche minuto, senza premurarsi di dare spiegazioni. Quella voce. E' così accattivante che per poco il Rivvil le domanda quale folle >>
EZLAR problema della personalità abbia. Un momento ringhia come una bestia. Quello dopo sfodera armi dialettiche degne di una seduttrice. Ringhia appena, quando il scroscio di acqua altra che si perde inesorabilmente gli solletica l'oto, molto più vigile, in quel silenzio buio. Non la guarda nemmeno, poi, sentendola allontanarsi nell'oscurità. Forse si siede sul tavolo. Forse solamente vi >>
EZLAR si appoggia. Non riesce a capirlo. Quel che è certo è che non abbandona la stanza: non ode la porta aprirsi e poi chiudersi. Tanto basta per mantenerlo in allerta: ogni singolo muscolo pronto a scattare alle prime avvisaglie di pericolo. Si china appena in avanti, allungando la mano sinistra fino al catino, che trascina fino a se. [ Io non sono tuo. Noi due abbiamo un patto ] Ricompensa. >>
EZLAR Si volge appena, cercando sul letto le bende che poco prima la Drow vi ha abbandonato. Ne afferra una, la appallottola e la getta nel catino, estraendola solo quando è intrisa d'acqua. La strizza, lasciando gocciolare nel secchio ogni piccola, preziosa stilla d'acqua. Non parla più. Attende qualche attimo, prima di serrare i denti e trattenere il respiro. Non vuole lasciarsi >>
EZLAR sfuggire un solo gemito innanzi a quella nevrotica. Si fa forza, avvicinando la stoffa bagnata alla ferita, ed iniziando a pulire la pelle. Sempre in silenzio. Un silenzio trattenuto a stento. °Maledetta°. Nella mente del Bizantino esplode una serie di bestemmie ed imprecazioni. Tutte per lei. Serra le palpebre con forza, tornando ad inalare l'aria umida della Grotta che, in quel momento, >>
EZLAR gli pare bollente. Ripete l'operazione tre volte, controllando lo stato della ferita, che ora dovrebbe esser pulita dal sangue incrostatosi sulla pelle. Sono rimasti solo segni netti che affondano nella carne. [ Io non sono tuo ] Sibila, boccheggiando, mentre la dolenza lentamente scema, puntando lo sguardo laddove presume si sia annidata quella malefica. Ora che lei è così distante >>
EZLAR una parte di lui si è rilassata quanto basta per permettergli di concentrare le dovute attenzioni su quel che resta della frustata. Ma l'altra parte è in preda ad un panico oscuro e sconvolgente: le parole della Drow hanno un fondo di verità. E spaventano perfino uno come lui.
SHYNNYL [Caverna Ez]Ogni malignità spesa per lei è vana, per via di quella sua prospettiva contorta che fa di ogni maledizione un complimento. Laddove c'è odio verso di lei, significa che ha ben operato. Si chiama schizofrenia, quel seme deviato che il padre le ha tramandato. Oscilla le gambe come una bambina, ma leggera ed aggraziata. Invisibile, per lui. ''No, hai ragione. Ti ho donato alla>>
SHYNNYL Matrona, quindi ora non sei più mio..'' afferma, con una nota di dispiacere. ''Ma mi ha dato il compito di allevarti, per cui passeremo un sacco di tempo insieme..'' annuncia, ghignando silenziosamente, fissandolo nel buio mentre si dedica alle proprie cure. Magari non la vedrà, ma potrà sentirseli addosso, quegli occhi ardenti. Ed infine si lascia andare ad una risata, quella agghiacciante, >>
SHYNNYL canto di Iena. Non c'è nessuno che non sappia riconoscerla, qui. Vede nei suoi occhi il terrore a fronte di quelle realtà, che non sono affatto fittizie. ''Se vuoi questa notte posso lasciare la porta aperta, così puoi fare amicizia con loro..'' ironizza, parlando di quelle presenze senza mai specificare cosa siano. ''Ora vediamo se hai imparato, Ezlar. Rivolgiti a me come è bene che tu >>
SHYNNYL faccia..'' ordina, afferrando i bordi del tavolo con quei suoi artigli, inclinando la testa che lascia scivolare in avanti quella chioma, orgoglio di ogni drow, lunga e pallida. ''Ogni errore, sarà un giorno di più senza acqua, nè cibo.'' annuncia, con quel tono denso come miele, che non le si addice.
EZLAR [ Grotta Ez ] Donato alla Matrona. Quella con la frusta. Sempre meglio che quella piccola schizofrenica dalla risata isterica. Non sa come, di preciso, ma quell'affermazione è un punto a suo vantaggio: almeno la Ilharess non ha in se il germe della pazzia. Sarà anche malignità pura ma la logica - seppur truce - la guida. Si trattiene dal risponderle con un sorriso canzonatorio, >>
EZLAR tonando ad occuparsi della propria ferita che, una volta lavata, inizia a fasciare con le bende che sono rimaste. Stringe bene le garze attorno alla carne lesa, mentre il muscolo si gonfia appena, sottoposto ad una pressione inusuale. °Lascia la porta chiusa e chiuditi fuori. Maledetta° l'ego interiore di Ezlar si fa sentire, ancora una volta, lasciandogli scaricare la tensione >>
EZLAR accumulata senza che apra bocca. Immagina che lo stia osservando. Ciò lo infastidisce parecchio: come se la Iena potesse - in qualche modo - leggere perfino i suoi pensieri. Lui è un Rivvil. Non sa quasi nulla dei Drow. Finisce di fasciarsi il braccio. Tenendo un lembo della benda con i denti e un'altro con la mano del braccio sano, stringe con forza il nodo che chiude la fasciatura. >>
EZLAR [ Di chi stai parlando? ] Continua. Un brivido gelido gli scivola lungo la schiena, riverberandosi fino alla punta dei piedi, fino all'attaccatura dei capelli. Fortunatamente quel disgraziato conserva ancora un po' di amor proprio. [ Riguardo a cosa mi devo rivolgere a te, Qirva? ] Domanda, accigliato, punzecchiandola un poco, senza sporgersi oltremodo al di là dai limiti che >>
EZLAR sono stata sanciti - per lui - nel Sottosuolo. Abbandona il braccio destro lungo il fianco, sforzandosi di ignorare le fitte pulsanti e calde che ogni tanto pulsano sotto la fasciatura. Con la mano sinistra afferra il brodo del catino, trascinandolo sotto il letto: lì sarà al sicuro più che stando in bella vista - almeno per lo sguardo della Drow - sul pavimento.
SHYNNYL [Caverna Ez] Per sua sfortuna, può soltanto immaginare quali siano i pensieri di Ezlar, nei suoi confronti, visto e considerato che non sono nemmeno così velati. Ignora la sua domanda, ma non la sintassi, che si ripete anche in quella successiva. ''Oh Ezlar caro, non vorrai costringermi a farti digiunare un giorno intero per via di tutta questa confidenza..'' replica, con una voce speziata di >>
SHYNNYL falso ed estremo dispiacere per quella che sembrerebbe una tortura dovuta, più che voluta [Sotterfugio liv.3]. ''Ringraziami per averti portato del cibo e dell'acqua, oggi. Fallo nel modo in cui si usa con una jalil importante..'' impartisce ancora, approfittando della propria presunzione, mancando lui di inventiva e di umiltà.
EZLAR [ Grotta Ez ] °Maledetta. Falsa. Subdola° Esplode dentro, senza osare ripetere ad alta voce un solo di quei tre aggettivi, tutti per lei. La guarda truce, a quell'affermazione. O meglio: le guarda il mento, senza pensarci. [ Facciamo un patto ] Propone, avventato. Lo diverte vagamente stuzzicarla, per quanto si può permettere, fintanto che lei dista più di tre metri. [ Tu evita per >>
EZLAR me appellativi del genere... ] Si riferisce al ''caro'', che lo infastidisce terribilmente, se e solo se pronunciato da un'abbietta creatura del genere. Non rifiuterebbe mai un epiteto simile da una bella fanciulla, anzi, si crogiolerebbe al sol udire quella parola. Ma da quella Creatura sì. [ ...e io vedrò di moderare i mie termini ] A lui pare ragionevole, lei cosa ne pensa? Rimane seduto, >>
EZLAR continuando a fissare con insistenza quello che immagina possa essere il perimetro del volto della Jabbress. [ Non mi importa di digiunare ] Mente. Non ha una smania perversa per il cibo: ma in passato ha provato sulla propria pelle e nel proprio stomaco cosa significhi restare giorni con poco niente per sfamarsi. E' punto sul vivo, così, il Bizantino. [ Come ci si rivolge a una Jalil >>
EZLAR importante? ] Domanda, non sapendo che colei che ha innanzi è niente meno che la Figlia della Matrona; la Principessa di quella ragnatela di cunicoli bui e umidi. Poggia il gomito sul ginocchio e rilassa le spalle, affondando per un istante la mano nella chioma scura e ribelle. Dura poco, il rilassamento. Subito torna ad indagare il buio.>>
EZLAR Conosce poco di quel Mondo ostile. La sua domanda è lecita. Ha avuto modo di capire - nel modo dei Drow - che non inchinarsi innanzi ad una Jalil comporta gravi rischi. Ma, dialetticamente parlando? Può solo immaginarlo. Attende una risposta dalla Iena, arrogante, mentre gli occhi color ferro luccicano, cinici; cerca di salvare quel che resta del proprio orgoglio, senza farsi >>
EZLAR mettere del tutto i piedi in testa da quella schizoide.
SHYNNYL [Caverna Ez] Che carino, crede anche di poter contrattare! Davvero divertente, questo umano. Sospira volutamente forte, nel buio, abbassando appena le spalle, come sconsolata. ''Facciamo così, caro Ezlar..'' lo emula, sottolineando per bene l'aggettivo, calcandolo con quella voce che possiede il fascino della crudeltà. ''..visto che non ti importa di digiunare, ti chiuderò nuovamente in un >>
SHYNNYL bozzolo e ti lascerò appeso al soffitto del cuore del sottosuolo come un piccolo verme. Aspetterò che le creature che vivono nell'ombra percepiscano l'odore del sangue e che ti trovino. Apprezzeranno il bottino sontuoso, ne sono certa.'' spiega, con noncuranza ''Guarderò mentre ti strapperanno gli arti per sfamarsi, lasciando integra la testa perchè possa urlare fino alla fine. E ti ascolterò >>
SHYNNYL gridare, fino a quando non avrai più voce nè vita. Se lasceranno integro il tuo cranio, penso che lo terrò come ricordo..'' continua, appagata. ''Che ne dici? Ti piace l'idea?'' domanda, tornando a sogghignare. ''Oppure, ma è la possibilità che mi piace di meno..'' annuncia, raddrizzando la schiena ''..puoi decidere di comportarti come si deve. Inginocchiarti, abbassare la testa e chiedere la >>
SHYNNYL possibilità di parlare, dandomi del voi. Se ti sarà concessa generosamente la parola, mi ringrazierai, senza sarcasmo.'' termina, vellutata come una carezza, in quel miscuglio di verità e leggeri eccessi, sapientemente mescolati. [Sotterfugio liv.3]
EZLAR [ Grotta Ez ] Si sbriciola, l'orgoglio. Cade a pezzi come una ragnatela sotto il peso di troppa rugiada. Fa male, ammetterlo. Probabilmente la Iena non lo farebbe mai, cerca di illudersi: non farebbe nulla senza che quella con la Frusta glielo ordini. Ezlar mette a tacere il cervello quasi subito. Non vuole arrampicarsi su vetri scivolosi, oggi, nella condizione in cui >>
EZLAR si trova. [ Non lo farai ] Sebbene nella semantica quella frase suoni come un ordine, il tono di voce del Bizantino è quieto. Quella frase suona come un'ammissione pacata, la confutazione di quanto fino a poco prima descritto. L'arrendersi di un guerriero innanzi alla promessa di Morte. [ No. Non mi piace ] Prorompe, alzandosi dal letto, mentre il materasso sgonfio accusa >>
EZLAR male il contraccolpo. Fa quanto gli viene ordinato, messo faccia a faccia con un futuro che gli fa agitare il cuore in petto. La nuda pietra, sotto le ginocchia, è dura, fredda. Stare con il capo chino è frustrante. I capelli scuri e lucidi, lunghi fin oltre le spalle, gli scivola appiccicaticci oltre le orecchie, ciondolando mollemente ai lati del volto, piegato in un'espressione poco >>
EZLAR tranquilla, dura. Le sopracciglia sono aggrottate, gli occhi fissano con insistenza il pavimento, quasi a volerlo perforare. °Vedi di fartela piacere, la seconda possibilità, piccola schizoide° inveisce nella propria testa contro la Drow. [ Posso parlare, Jalil? ] Sibila, poco educatamente, di certo con una buona dose di arroganza - quella è difficile da scollargli di dosso -. Ma sempre >>
EZLAR meglio che prima. Così, con il volto praticamente oscurato e chino, si lascia sfuggire un sorriso cinico. Quanto di più liberatorio potesse desiderare. E' un Rivvil difficile da addomesticare, lui.
SHYNNYL [Caverna Ez]Ondeggia ancora le gambe, in quel corpicino che potrebbe essere scambiato con quello di una ragazzina piacente ed innocente. Almeno fino a quando non si presta attenzione al volto, segnato da più odio e cattiveria di quanti dovrebbe provarne, per la sua età. ''E perchè no..'' replica, nei confronti di quella che pare più una speranza, che una certezza, da parte del rivvil. ''Pensi >>
SHYNNYL che le tue sorti mi stiano tanto a cuore soltanto perchè ti ho portato io qui?'' domanda, scettica e canzonatoria. ''Pensi che non mi divertirei nel vederti morire senza poterti difendere?'' domanda ancora, retorica. E lo osserva, ora dall'alto, mentre si inchina vicino al letto, in sua direzione, appollaiata su quel tavolo che rende trono. Coglie le sfumature di insolenza farsi strada in >>
SHYNNYL quella voce emersa da un sipario di capelli sporchi e disordinati. Solleva un angolo delle labbra livide, fissandogli la nuca. ''Posso sentirli strisciare appena fuori da qui, sai? Sentono l'odore di carne fresca, umana. Non vedono l'ora di assaggiarti, chissà da quanto non fanno un pasto decente..'' risponde, con quella velata e buguarda minaccia, sibilante [Sotterfugio liv.3]
EZLAR [ Grotta Ez ] Potrebbe essere lo sciocco peggiore della terra, ad essersi lasciato ingannare ingenuamente dalla Jabbress. Potrebbe essere il codardo più vile sul suolo della Britannia a non aver ancora tentato di fuggire. C'è qualcosa che incatena il suo ego in quel Sottosuolo, in quella Grotta, in quei cunicoli: una ricompensa. Diventare qualcuno. Ezlar è nato come un bimbo di >>
EZLAR grandi promesse, cresciuto come un Principe: spietato in battaglia ed indipendente in privato. Poi è stato cacciato: la sua avventatezza gli si è rivoltata contro. Suo padre l'ha bollato quale una nullità; il suo popolo l'ha cacciato. Ha vagato. Molto. Ha annegato il proprio rancore nei vizi - ora che ci pensa, che fine ha fatto la sua pipa? - e in una carta licenziosità, vivendo ai >>
EZLAR margini della società. Straniero in terra straniera. Scartato ed allontanato dalla legalità, lui che un tempo fu Principe. Ora, eccolo lì, in ginocchia innanzi alla Jalil, nel Sottosuolo, in cerca dell'agognato riscatto che gli è stato negato in Superficie. [ Perchè ho grandi potenzialità, io ] Risponde, secco. L'orgoglio gli si dibatte ancora in petto, incapace di tacere. [ Non mi illudo di>>
EZLAR stare a cuore a nessuno ] Prosegue, a denti stretti. Dice la verità: i suo sono sempre stati legami passeggeri, perfino i più forti. E' una faccenda sporca ma ci ha fatto l'abitudine, alla fine. °Chiudi la porta e chiuditi fuori dalla porta, malaugurata° Continua con quel mantra. Tace, cercando di snobbare la sua intimidazione, tacendo, almeno, per non lasciarsi sfuggire - nell'intonazione >>
EZLAR della propria voce baritonale - una vena di vivo timore.
SHYNNYL [Caverna Ez] Entrambe le sopracciglia, bianche, si sollevano nel sentirlo millantare le proprie ipotetiche qualità. Ignora invece quel suo eccesso di vittimismo, non avendo affatto l'aria di una che abbia piacere nel cosolare nessuno. ''E quali sarebbero?'' domanda, con derisione percepibile, in quella voce paraddossalmente piacevole. ''Ma prima di rispondere, chiedimi nuovamente di poter >>
SHYNNYL parlare, ma questa volta fallo come si deve. Aprire quella porta e buttarti fuori è questione di qualche secondo..'' lo informa, cominciando a sentire la pazienza vacillare, in sè, nonostante il tempo e l'esperienza l'abbiano resa in un certo senso più elastica, meno irruenta.
EZLAR [ Grotta Ez ] Probabilmente la Iena non farebbe quasi nulla contro il volere della Matrona. Ora che Ezlar è suo, deve solo cercare di capire fino a che punto più forzare le difese della giovane Jalil. [ Potrei parlare, Jalil? ] Il suo nerbo si ammorbidisce ancora un poco, ma non si piega del tutto. Ci vuole tempo, per ammorbidire quella testa calda al proprio volere, certamente la Iena >>
EZLAR se ne sarà resa conto. Tace, infine, percependo il silenzio espandersi e contrarsi al ritmo del suo stesso respiro. Proprio non lo sopporta, quel silenzio: così puro, così pesante. Non vuole esser buttato fuori da quella porta, no. Non ora, che inizia a capire quel millesimo della psicologia contorta della Drow che gli è consentito prendere sotto esame. Resiste poco alla quiete, >>
EZLAR dischiudendo le labbra morbide per prendere di nuovo parola, incurvando gli angoli della bocca in un sorriso enigmatico [ Sono disposto ad imparare da voi quello che vorrete insegnarmi ] Non dice il perchè, ne rivela quale spinta lo porti a pronunciare tali pesanti parole. Forse è solo uno sciocco. Uno sciocco che si aggrappa disperatamente ad una possibilità che per lui significa >>
EZLAR molto più che dell'acqua per bere o per pulirsi una ferita ancora fresca. Omette qualcosa, ma non glielo si caverà di bocca nemmeno gettandolo nei cunicoli più profondi dell'Underdark, o appendendolo al soffitto e lasciandolo in balia delle bestie primigene che strisciano in quei cunicoli. Torna a zittirsi, scacciando dalla mente i torbidi pensieri che per una frazione di >>
EZLAR secondo vi si sono condensati, rendendolo incredibilmente vulnerabile. Torna la calma piatta, improvvisamente. Il silenzio. La tensione per il presente. Le mire grigio metallo scivolano lente fino a posarsi su quelli che sembrano i piedi della Jalil. Sono neri. Neri come il vetro scottato dal fuoco. Inarca appena la schiena: quella postura lo infastidisce. Non è abituato a restare >>
EZLAR genuflesso innanzi a qualcuno, Drow o Umano che sia.
SHYNNYL [Caverna Ez] Pensa molto, il rivvil, ma lo fa ancora in chiave umana, pensando che tutte le regole imparate sino ad ora, nei suoi viaggi, siano le stesse che vigono laggiù. Laddove non si conoscono confini nei rapporti, persino nei confronti dei consanguinei, che possono diventare amanti o avversari da togliere di mezzo. Non hanno importanza gli strumenti, quanto il fine, come quello >>
SHYNNYL raggiunto nel sentirgli pronunciare quella domanda, ora nel modo giusto, salvo poi interrompere il successivo silenzio con una nuova affermazione. ''Non ti avevo ancora dato il permesso..'' fa notare, con sufficienza, accavallando una gamba sull'altra, fissandolo. Tuttavia, quella frase ha un contenuto piacevole per cui non c'è motivo di fargli rimangiare lettera per lettera. ''Bene così >>
SHYNNYL Ezlar..'' afferma, con tono più accondiscendente, sorridendo. Quando si è invischiati in una ragnatela, muoversi con foga vuol dire peggiorare la situazione. ''Puoi parlare, ora.'' sentenzia, nei termini della Principessa corrotta che è e che sarà sempre.
EZLAR [ Grotta Ez ] Si è scontrato con così tanti punti di vista, nel Mondo, che ha imparato a non dare nulla per scontato. Studia ed osserva silenziosamente, per poi parlare - e anche troppo! - quando inizia a capire il funzionamento del meccanismo umano e culturale che lo circonda. Sì è sempre salvato la pelle, in quel modo. Probabilmente lì nel Sottosuolo tutto sarà, ancora una >>
EZLAR volta, incredibilmente diverso. Ma con una possibilità in più. Lo sa benissimo che non gli era stato ancora accordato il permesso di pronunciarsi. Lo ha fatto apposta, invero. Digerisce lentamente le regole che la Jabbress gli ha imposto, intessendo il suo modo di porsi con una buona dose di cinismo e indisciplina. Quanto basta perchè quella non lo cataloghi subito >>
EZLAR come uno di quei Rivvil che si prostrano al suolo con la coda tra le gambe. Quell'atteggiamento non fa per lui. E' incompatibilità mentale. Può parlare? Molto bene. °Imparerai presto, piccola isterica, che non sono uno zerbino. Valgo molto di più di quanto tu possa immaginare° ringhia tra se e se. Il dibattito con il suo ego si sta facendo acceso ed interessante. A lui dice ogni >>
EZLAR singola parola che con la Drow tace. [ Primo: non sono un cane ] Ringhia. E' un ''Nulla'', gliel'ha detto lei. Non un cane. Secondo? °Secondo: potrò tornare lassù, ogni tanto?°. Non osa formulare una frase del genere, preferendo affidarsi alla lucida diplomazia della Matrona piuttosto che alla mente instabile di sua Figlia. [ Cosa mi insegnerete, Jalil? ] Domanda infine, sempre >>
EZLAR con quel mezzo sorriso impertinente che gli si fa strada sulle labbra, nascosto dall'ombra. Vuole saperlo, e il prima possibile. Nonostante le apparenze, sa essere un allievo molto propositivo, se l'argomento gli va a genio.
SHYNNYL [Caverna Ez] E' tutta una questione di posizioni, di gradi. I guadagni si vedono dal gradino che si occupa e per salire bisogna abbassare la testa, mangiare un sacco di rospi e dire che son buoni. Lui, ancora una volta, preferisce guardare tutti dal basso e allungare le sue sofferenze. E lei in risposta ride, un suono fastidioso come specchi infranti. ''Ad abbaiare..'' risponde, scivolando>>
SHYNNYL giù dal tavolo con movimenti che appaiono felini [Agilità +2], volendo raggiungere la porta, tirando fuori la chiave per aprirla. ''Mi auguro che tu abbia gradito la tua cena, Ezlar. Ti dovrà bastare per qualche giorno..'' annuncia, aprendosi un varco per guardarlo dalla soglia. ''Schiarisciti le idee, caro Ezlar. Altrimenti ogni giorno sarà più lungo e spiacevole dei >>
SHYNNYL precedenti, te l'assicuro..'' conclude, senza aspettare una eventuale replica, per chiudersi dietro l'uscio e sbarrarlo con la chiave. Di lei, Ezlar, potrà sentire una rinnovata risata perdersi e farsi eco nei cunicoli freddi, infiniti. Niente di meno che una Iena di pelle nera.
EZLAR [ Grotta Ez ] Abbaiare. Lo sa già fare. Nella mentalità umana - la sua - il fatto che qualcuno risponda battibeccando è segno che è stato punto in una zona sensibile. In un primo momento il Rivvil quasi si abbandona ad un sorriso compiaciuto, crogiolandosi nella subdola illusione di averle tenuto testa. Ma presto è costretto a liberarsi dalla nebbia fosca che gli ottenebra la >>
EZLAR coscienza, rinsavendo al suono metallico della chiave che gira nella serratura. Scatta in piedi, accusando le parole della Jabbress come una pugnalata a tradimento. °Maledetta piccola scellerata infame° ringhia il suo inconscio indomabile. Ma tace: forse lei ha ragione. Ha bisogno di schiarirsi un po' le idee, e forse capirà come tenerle testa senza rischiare di digiunare per giorni >>
EZLAR e giorni. E' questione di tattica, e i Guerrieri delle Montagne sono abili strateghi. Lui, invero, non ha mai posseduto la tempra di quelle Genti razionali e spietate: lui è spietato e basta, quando le condizioni glielo consentono. Il respiro dell'umano accelera ripetutamente, mentre i passi della Iena che si avvicina alla porta echeggiano infami contro le pareti di nuda roccia. Poi il >>
EZLAR silenzio torna padrone. Il silenzio di un respiro trattenuto. Il silenzio della rabbia. Lei non è più lì. Ed Ezlar dubita che tonerà presto. E' rinchiuso, in trappola: come un cane. La sola cosa che lo freni dall'avventarsi contro la porta chiusa è il desiderio di conoscere cosa quella mente contorta abbia in serbo per lui, mentre un possibile riscatto si profila debolmente all'orizzonte. >>
EZLAR Ancora non sa quanto sia disposto a rischiare e sopportare per raggiungere quella meta. Una sola cosa è certa: lì, nelle viscere della terra, gli è stato offerto qualcosa che in Superficie nessuno gli ha permesso nemmeno di pensare. Qualcosa che vada oltre il ''nessuno'', forse. Lascia che torni la quiete, che la tempesta iniziale si plachi, prima di esplodere in un grido furioso e >>
EZLAR profondo, sfogando l'impeto represso durante l'incontro con la Jabbress, senza compassione alcuna per il silenzio umido e fragile dell'Underdark.