Birmania: liberare Aung San Suu Kyi e i prigionieri politici

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Caio Logero
00domenica 30 settembre 2007 16:33
Birmania: liberare Aung San Suu Kyi e i prigionieri politici


Protesta dei monaci in Birmania

Il Parlamento plaude alla coraggiosa azione dei monaci birmani, condanna la repressione delle manifestazioni e chiede il rilascio del Premio Sacharov 1990 Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici. Esprimendo orrore per l'uccisione di manifestanti pacifici, auspica la fine del regime repressivo e il ripristino della democrazia sotto l'egida dell'ONU. Criticando il veto cinese e russo all'ONU, sollecita l'UE a definire sanzioni economiche mirate e a sostenere i movimenti democratici
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Con 563 voti favorevoli, 3 contrari e 4 astensioni, il Parlamento ha adottato una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi (eccetto IND/DEM e ITS) che plaude «alla coraggiosa azione dei monaci birmani e di decine di migliaia di altri manifestanti pacifici contro il regime antidemocratico e repressivo al potere nel Myanmar» e condanna fermamente «la risposta brutale delle autorità birmane».

Ribadisce quindi la richiesta di rilasciare immediatamente la signora Aung San Suu Kyi - già vincitrice del Premio Sacharov per la libertà di pensiero attribuitole dal Parlamento nel 1990 - e di accordarle la piena libertà di movimento e di espressione. Il Parlamento, inoltre, «esprime orrore per l'uccisione di manifestanti pacifici», insiste affinché le forze di sicurezza tornino in caserma e chiede di riconoscere la legittimità delle richieste che vengono avanzate per l'assistenza medica internazionale ai feriti nonché di rilasciare i manifestanti arrestati ed altri prigionieri politici.

Sollecita poi la fine «dell'attuale processo costituzionale illegittimo» e la sua sostituzione con una Convenzione nazionale pienamente rappresentativa. In proposito, critica il veto cinese e russo su una dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che condanni l'uso brutale della forza contro dimostranti pacifici da parte del regime «che impedisce alla comunità internazionale di agire» e invita il Consiglio di sicurezza a incaricare il Segretario Generale dell'ONU di avviare un'azione volta ad agevolare la riconciliazione nazionale e una transizione alla democrazia in tale paese. Invita inoltre il Consiglio di sicurezza a garantire che l'Inviato speciale delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari, «possa svolgere al più presto la sua prevista visita nel Myanmar e goda d'illimitata libertà di movimento e di accesso».

I deputati invitano poi il Consiglio dell'Unione europea a mettersi urgentemente in contatto con gli Stati Uniti, l'ASEAN e altri membri della comunità internazionale al fine di preparare una serie coordinata di misure addizionali, «comprese sanzioni economiche mirate», da adottare contro il regime al potere nel Myanmar «qualora faccia ricorso alla violenza e non reagisca alla richiesta di ripristinare la democrazia».

Alla Commissione europea è invece chiesto di mettere a disposizione i mezzi opportuni nel quadro dello Strumento per la democrazia e i diritti dell'uomo, al fine di sostenere attivamente il movimento a favore della democrazia e le ONG che si adoperano per il ripristino del buon governo nel Myanmar.



24/09/2007
Risoluzione comune sulla Birmania (Myanmar)
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 26.9.2007
Votazione: 27.9.2007
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