ROMA - Il Tricolore italiano compie 210 anni e l'Italia celebra l'anniversario con una serie di iniziative. Prima fra tutte quella organizzata a Reggio Emilia. L'importanza della ricorrenza viene sottolineata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio al sindaco della città emiliana Graziano Delrio: "Le manifestazioni di oggi in occasione dell'anniversario del Tricolore sono un importante momento per celebrare i valori di libertà, democrazia, solidarietà a fondamento della Nazione e per riflettere su come rispondere alle difficili sfide del nostro tempo mantenendosi nel solco di quei valori".
"E' compito di tutti - scrive ancora il capo dello Stato - far sì che il tricolore, oggi emblema di una realtà nazionale pienamente ed attivamente inserita nel contesto dell'Unione Europea, continui a rappresentare per gli italiani la bandiera di uno Stato aperto alla collaborazione internazionale e vicino ai cittadini, in grado di assicurare ad ogni individuo, ed in primo luogo ai giovani, le migliori condizioni per l'esplicazione delle proprie potenzialità e di garantire
l'indispensabile coesione sociale".
Come già detto, tra le celebrazioni più importanti c'è quella che si tiene nella storica Sala del Tricolore del Palazzo del Comune di Reggio Emilia - dove nel 1797 venne dichiarata la Repubblica Cispadana e fu creato il Tricolore - che vede la partecipazione del vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni e le attività culturali, Francesco Rutelli. A Roma invece alle 15.30 il cambio della guardia in 'forma solenne' al palazzo del Quirinale con la sfilata del Reggimento Corazzieri e della Fanfara del Reggimento dei Carabinieri a Cavallo.
Il vessillo vide la luce appunto il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia, quando fu accolto la mozione del deputato romagnolo Giuseppe Compagnoni: "Che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori: verde, bianco e rosso". In realtà i primi a ideare la bandiera erano stati due patrioti e studenti dell'Università di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giambattista De Rolandis, originario di Castell'Alfero (Asti), che nel 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispettive città al verde, colore della speranza.
Nel 1997, in occasione del secondo centenario del Tricolore, il Parlamento proclamò il 7 gennaio 'giornata nazionale della bandiera'. Negli anni successivi la manifestazione ha ricevuto il sostegno convinto del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, allo scopo di mantenere vivo il ricordo delle origini della bandiera italiana e celebrarla quale emblema dei valori della patria.
Controcorrente, con i consueti toni forti, l'ex ministro leghista Roberto Calderoli: "210 anni sono troppi, il Tricolore è vecchio, stanco e rappresentativo soltanto delle tifoserie calcistiche. Oggi nel giorno del suo anniversario, dovremmo avere il coraggio di metterlo nel cassetto, come simbolo di periodi storici, anche quelli sicuramente non positivi per il Paese.
L'unica bandiera possibile può essere solo quella di una Federazione che raccolga sotto di sè la bandiera della Padania, dei 4 Mori della Sardegna, quella dei Vespri Siciliani e di tutte quelle parti del Paese che hanno una propria identità e i cui cittadini vogliono essere uomini liberi. Il Tricolore è lento, il Federalismo è rock e per poter vivere, e non solo sopravvivere, dobbiamo ballare e non stare fermi?".
Parole che sono sommerse dalle critiche. "Da Calderoli inutile polemica, giù le mani dalla bandiera" dice Gianni Alemanno da An. "Polemica sterile al solo scopo di riempire le pagine dei giornali" commenta di Francesco Giro di Forza Italia. "Calderoli ha perso un'altra occasione per stare in silenzio" rincara Maurizio Ronconi (Udc).
cioè che bandiera vuole calderoli?