Exit poll smentiti: Unione avanti, ma di poco

Ssi decide in Piemonte, Campania e Puglia . Ma i Ds: «Vinceremo noi»
Exit poll smentiti: Unione avanti, ma di poco
I sondaggi davano la vittoria del centrosinistra ma le proiezioni mostrano una riduzione dello scarto. E nei seggi è la Cdl in testa


ROMA - Dopo la diffusione dei primi exit poll Romano Prodi sembrava avercela fatta, con l'Unione in netta maggioranza sia alla Camera sia al Senato. L'afflusso dei primi dati reali ha però iniziato a raffreddare gli entusiasmi dei partiti del centrosinistra e a ringalluzzire gli esponenti della Cdl convinti di potere strappare quantomeno un pareggio, con la conquista di una maggioranza, seppure risicata, all'assemblea di Palazzo Madama.

GLI EXIT POLL - Secondo gli exit poll realizzati da Nexus per la Rai, la Cdl si attesterebbe al tra il 45 e il 49 per cento; l'Unione, invece, tra il 50 e il 54%. Un dato questo rimasto stabile sia nel primo che nel secondo exit poll. Sempre secondo gli exit poll il centrosinistra avrebbe al Senato tra i 159 e i 170 seggi su un totale di 315; il centrodestra si attesterebbe invece tra i 139 e i 150.


LE PROIEZIONI - Stando alle proiezioni, invece, al Senato il centrosinistra in termini percentuali - 50,2% contro il 48,8% - ma in termini di seggi la Casa delle Libertà riuscirebbe a guadagnarne 158 contro i 151 dell'Unione. Lo scostamento è dovuto al fatto che i seggi vengono assegnati sulla base di premi di maggioranza regionali e non nazionali, un effetto della nuova legge elettorale. La situazione continua ad essere tuttavia molto instabile. In bilico e di fatto decisive con la situazione che potrebbe cambiare fino allo scrutinio dell'ultimo voto sono in particolare il Piemonte, la Puglia, il Lazio e, a sorpresa, la Campania che veniva considerata appannaggio del centrosinistra. Proprio un temporaneo vantaggio della Cdl in Campania ha determinato una maggiore assegnazione di seggi al centrodestra.

LA CAMERA - La prima e la seconda proiezione relativa alla Camera annunciano una vittoria della Casa delle Libertà con la Cdl al 49,9% e l'Unione al 49.6%. La proiezione si riferisce ad una copertura del 63% e quindi, come si è visto per il Senato, ancora molto suscettibile di notevoli variazioni. La legge prevede che il premio di maggioranza sia attribuito su base nazionale e quindi chi dovesse vincere, anche di un solo voto, si ritroverà con almeno 340 seggi su 630.

I DATI DEI DS - Dati diversi, invece, arrivano dalla sede della Quercia. Alla Camera l'Unione sarebbe al 50,5% e la Cdl al 49,1% secondo le proiezioni dei Ds che hanno scrutinato il 64% del proprio campione che è doppio in ampiezza rispetto a quello della Nexus. I numeri sono stati forniti da Antonello Cabras, responsabile del centro elaborazione dati della Quercia, che parla di un 1,4 % di vantaggio che potrebbe rimanere invariato. Al Senato i Ds con i dati prevedono, sempre in base al campione, 158 senatori al centrosinistra e 150 al centrodestra.

LE REAZIONI - I dati iniziali erano stati accolti con entusiasmo nella sede dell'Ulivo, in piazza Santi Apostoli, e in quella dei Ds in via Nazionale, dove il coordinatore della segreteria, Maurizio Migliavacca, ha detto che «l'Italia ha scelto di cambiare» «Siamo in attesa dei voti veri e pesati - aveva invece commentato Claudio Scajola, di Forza Italia - , perchè c'è grande incertezza. Ricordiamoci di Bush e Kerry...» (un riferimento alle ultime elezioni americane quando il candidato democratico, dato per vincente dagli exit poll, è poi risultato sconfitto alla conta dei voti reali). Un invito alla cautela anche da Mario Baccini, dell'Udc, che tuttavia in un primo commento in tv è apparso soddisfatto perché «il nostro partito ha raddoppiato i voti». Amareggiata la Lega che dai primi dati avrebbe registrato un sensibile calo di consensi.
10 aprile 2006

chi ha detto governo tecnico!?!?!?!?!