Giordano nuovo segretario del Prc.

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pertinax
00domenica 7 maggio 2006 14:42
Ha ottenuto 139 preferenze su 202 votanti
Giordano nuovo segretario del Prc. Bertinotti: ''Farà benissimo''
Il presidente della Camera al suo successore: ''Ascolta i consigli, ma scegli tu''. Il nuovo leader di Rifondazione: ''Dimostriamo che un altro mondo è possibile''



Nella foto, il neo segretario del Prc Franco Giordano (Infophoto)

Roma, 7 mag. (Adnkronos/Ign) - Rifondazione comunista volta pagina. Dopo più di dieci anni che lo hanno visto alla guida del partito, Fausto Bertinotti passa la mano a Franco Giordano (chi è il nuovo leader del Prc - SCHEDA), eletto oggi nuovo segretario con 139 voti su 202 votanti.

Nella corsa al dopo-Bertinotti, 7 voti sono andati a Marco Ferrando, mentre 47 sono stati gli astenuti. Il Comitato politico nazionale ha anche indicato in Gennaro Migliore il nuovo capogruppo di Rifondazione alla Camera. Tra gli applausi, Giordano ha pronunciato il suo primo discorso da segretario, puntando tutto sull'unità del partito, con il presupposto che ''Fausto Bertinotti è inimitabile''.

''Navighiamo in mare aperto, tutti insieme dobbiamo stare al timone'', ha aggiunto Giordano, nel suo breve discorso di insediamento, facendo appello a tutte le componenti del partito per affrontare la nuova fase politica. ''C'è bisogno di nuova collegialità - dice subito, ringraziando sia chi lo ha votato sia chi non lo ha scelto - in questo momento c'è bisogno di tutto il partito. Non può che essere così''.

Quanto alla linea politica, Giodano assicura ''lealtà assoluta'' al governo, ma senza rinnegare'', anzi valorizzando il rapporto e la stagione dei movimenti con ''la non violenza come condizione essenziale''. Su questo progetto il leader di Rifondazione chiede di lasciare indietro le ''vecchie appartenenze'' e di ''concorrere a un nuovo progetto di unificazione culturale'' in un Paese diviso e in un mondo che è ''una sequenza interminabile di cose che agghiacciano''. Ecco, conclude Giordano, ''dimostriamo che un altro mondo è possibile''.

Un lunghissimo applauso con tanto di standing ovation ha salutato stamane la conclusione del breve discorso al Cpn con il quale il neo presidente della Camera ha 'incoronato' il suo successore. A Giordano, Bertinotti lascia il compito di ''un forte rinnovamento organizzativo'' che dovrà seguire a quello politico che è stato attuato.

''Su questo abbiamo mostrato una totale inadeguatezza, ma il nuovo segretario potrà farlo'', assicura Bertinotti. ''La mia solidarietà a Franco è totale - scandisce - sono convinto che farà benissimo. Per me è un fratello. Se ti posso dare un consiglio, dico: ascolta i consigli, ma scegli tu''. ''I consigli - aggiunge il responsabile dell'assemblea di Montecitorio - non si possono rifiutare, ma poi c'è l'assunzione di responsabilità anche con quel tanto di solitudine che essa comporta''.

''Lascio questo incarico - prosegue l'ex segretario del Prc - sapendo di essere stato anche nel partito sempre un uomo di parte. Non sono mai stato un segretario di sintesi, ma se Franco lo vorrà fare, avrà anche in questo la mia solidarietà''.

Breve il bilancio di Bertinotti della sua segreteria. Con un'avvertenza molto chiara: ''Rifondazione non è stata il partito di Fausto Bertinotti. Io ho concorso, ma adesso si vedrà che c'è una maggiore ricchezza di questo partito anche se c'è stato un certo oscuramento''.

Bertinotti ripercorre quindi la strada da quando ''ci è toccato fare la battaglia politica per portare a casa la pelle, per difendere l'esistenza del partito'' fino ad oggi, quando è possibile dire che i tre punti del Comitato politico nazionale sono stati sostanzialmente confermati.

E nel suo intervento sottolinea ancora il processo di ''osmosi e integrazione'' del gruppo dirigente, base di partenza per ''accelerare la transizione forte'', un ''investimento con una personalità politica forte come Giordano che gode di larghissimo consenso''. Obiettivo, il ricambio generazionale e il rinnovamento organizzativo.


[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611]

[Modificato da Pertinax 07/05/2006 14.43]

Pertinax
00domenica 7 maggio 2006 14:45
Ci sono ricordi che riaffiorano allˆimprovviso, senza controllo. Basta un
odore, una scena di un film, una pagina di un libro, una pausa inattesa. Io
non potrò mai dimenticare lˆimpatto politico, formativo, culturale, emotivo
che su di me, giovanissimo studente liceale, agli inizi degli anni ˆ70, ebbe
lˆesperienza del rinnovo contrattuale dei braccianti.
Era il luglio del 1974 e con un gruppo di studenti della Fgci fui
¯convocato˜ dalla federazione barese del Pci. Con un fare tra il burocratico
e il ¯punitivo˜ i responsabili ci fecero una proposta: seguire per qualche
giorno unˆaspra vertenza giunta alle sue fasi conclusive nelle campagne
della provincia. Erano anni in cui la rendita agraria tendeva a trasformarsi
in rendita fondiaria dando vita ad unˆedilizia speculativa. Lˆorizzonte
unificante del boom economico e dellˆespansione aveva cominciato ad
incrinarsi e buona parte delle aziende agricole contadine subiva un processo
di emarginazione, allineandosi sempre più su condizioni di economia di
sussistenza. Ed è in questo contesto di difficoltà che le aziende
esercitavano un forte ricatto sui braccianti comprimendo diritti e
retribuzioni e minacciando pesanti e dolorosi licenziamenti. Noi, giovani
cresciuti politicamente in affollate assemblee e occupazioni che
contestavano gli spazi angusti della democrazia scolastica e lˆasse
culturale della formazione pubblica, incontrammo un ¯mondo nuovo˜. Ho usato
il termine ¯punitivo˜ non a caso. Il Pci meridionale era molto segnato in
quegli anni dalle lotte contadine e bracciantili. Da quella esperienza
provenivano tanti dirigenti sindacali e di partito. Non sempre si produsse
una lineare unificazione culturale tra queste esperienze e la nuova
intellettualità soprattutto giovanile che era germogliata allˆindomani della
rottura anticapitalistica del ˆ68 e aveva occupato la scena politica urbana.
Insomma, sono finito in un afoso luglio ad Andria, per ¯espiare˜
preventivamente la colpa di intellettualismo piccolo borghese, per non
diventare uno che non aveva conosciuto la dura palestra della lotta di
classe. E quel conflitto fu veramente duro.
Ricordo come se fosse adesso il primo impatto. Cˆerano, tra le centinaia di
braccianti riuniti nellˆenorme salone della Camera del lavoro, un fermento
ed unˆanimazione febbrili. Volti duri segnati dalla determinazione e dalla
fatica del lavoro. Fisici consumati dalle lotte e dal sole. Ci guardavano
diffidenti e curiosi. Un primo grande corteo tra le strade con tanta gente
sui balconi affacciata alle finestre e poi il comizio. Potente, minaccioso:
annunciava per quei giorni il blocco delle strade dˆuscita da Andria per
fermare i prodotti delle aziende che continuavano a lavorare nonostante gli
scioperi. Anche noi studenti fummo designati a picchettare una strada di
campagna con un turno che dal tramonto arrivava quasi a notte. Il fuoco e
una cinquantina di braccianti attorno ad esso. Lontano, le aziende agricole
con gli autocarri fermi. Un misto di paura ed eccitazione. Mi rivolsi ad un
lavoratore, chiesi se temevano una forzatura del blocco. Ne erano sicuri, ma
non sembravano preoccupati e ti tranquillizzavano con una premura ed una
gentilezza che in quel contesto sembravano straordinari. Ci avevano
adottato, si era rotta la diffidenza, parlavamo di politica e ci
ascoltavano. Linguaggi diversi provavano a trovare modalità di comprensione
reciproca. E poi il gioco, lo scherzo, finalmente una convivialità che
superava gli angoli, smussava le differenti percezioni del contesto. Ci
sentivamo pienamente interni a quella lotta. Il tramonto resta uno dei
ricordi più ricorrenti del legame irrisolto con la mia terra. Le stoppie di
grano bruciate, i colori densi, lˆafa, una calma ed una passione congiunti,
una fisicità ed un sapere incontaminati. Alcune immagini del film di
Gabriele Salvatores ¯Io non ho paura˜ e quelle di Sergio Rubini ne ¯La
terra˜ mi hanno riportato vive e brucianti quelle sensazioni. A sera le luci
dei fari degli autocarri, il rumore lontano dei motori mette tutti in
allarme. ¯Arrivano˜. Non saprei dire da dove né come fu possibile in così
poco tempo, ma in un attimo quello sterrato è invaso da copertoni che
bruciano insieme ad oggetti vari, la cui combustione è immediatamente
alimentata da taniche di benzina. Un fumo acre si leva altissimo. I
braccianti avevano con sé gli attrezzi dei lavori dei campi. Gli autocarri
si avvicinavano. Da uno dei tre mezzi si levò in aria uno sparo. Ero in
tumulto. E ho avuto paura. I lavoratori rapidamente alimentano i fuochi. Da
lì non si può passare. Gli automezzi fermi. Scendono alcuni uomini e
affrontano i braccianti. La discussione si fa dura. Ciascuno espone
animatamente le proprie ragioni. Ci sono spintoni, ma quasi per miracolo ci
si ferma un attimo prima che la situazione possa degenerare. Vanno via. Tra
noi lˆeccitazione lascia il posto ad una sorta di innaturale euforia. Ci
danno il cambio. Eˆ sera tardi e nella grande piazza Catuma cˆè unˆenorme
tavolata. Ci accolgono festosamente. Ci si scambia i racconti dei vari
picchetti. Il vino denso e nero che macchia il fondo del bicchiere, i
formaggi, i tanti brindisi. Eˆ forse quellˆimmagine lˆultimo scatto di una
comunità semplice che si identificava in quelle lotte e che costruiva un
legame indissolubile, una socialità.
Oggi tutto è cambiato. Quellˆunificazione culturale non esiste più. Ci sono
tante divaricazioni sociali prodotte dalla globalizzazione capitalistica e i
soggetti delle campagne sono oggi soggetti spurii, misti. Ci sono tante
divaricazioni culturali. Il Sud, la mia terra non è più il ¯mondo
contadino˜. Forse il Sud non lo è mai stato completamente perché cˆè sempre
stato un conflitto tra il Nomos della terra (le radici, lˆappartenenza, la
cultura contadina) e il Nomos del mare (gli avventurieri, i viaggiatori, i
pirati). Ma nel Mediterraneo tuttavia questi principi sono stati trasformati
in un campo conflittuale non distruttivo. Bisogna ricostruire una identità
nuova, aperta, che parta, per dirla con Amartya Sen, con la critica di tutte
le identità statiche. Il Sud non è più stare in una dimensione definita: è
migrare, materialmente ed interiormente. Un continuo spostarsi verso terre
ed entrare dentro costumi, lingue, leggi violentemente ¯altre˜. Lˆepoca del
fondamentalismo della modernità razionalista ha prodotto tragedie. Il
Mediterraneo è diventato teatro di guerre e di migrazioni dolorose
cinicamente contrastate da una cultura occidentale che si è rinserrata in un
fortilizio opulento. Ma non è possibile lo sradicamento come impone il
principio del Mare, come non può esserci la chiusura della comunità organica
che respinge lo straniero. Anche Ulisse parte alla ricerca delle Colonne
d©ˆErcole, ma vuole tornare ad Itaca. Il Mediterraneo è il luogo in cui si è
realizzata una singolare coesistenza degli opposti. Bisogna ricostruire in
forme nuove quella memoria e quel mondo in cui civiltà diverse hanno
convissuto e scambiato ricchezze e culture in un clima di ritrovata
socialità e nuovo legame.
Come quella notte, attorno a quella tavola, nella grande piazza Catuma.

FRANCO GIORDANO,
Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
Mr.Infinite
00sabato 13 maggio 2006 23:25
Bertinotti mi piaceva, peccato che se n'è andato.
Granduca di Milano
00domenica 14 maggio 2006 08:54
Ha fatto una scelta di comodo, per lui. [SM=x751538]
Matteo Bonaparte
00lunedì 15 maggio 2006 21:57
secondo me bertinotti non avrebbe mai lasciato la segreteria del partito se non progettasse di lasciare la politica. molto probabilmente, finito il suo mandato si ritirerà. d'altronde aveva già manifestato il desiderio di ritirarsi a vita privata e neanche lui e più di primo pelo.
Pius Augustus
00lunedì 15 maggio 2006 22:01
Per il nostro standard è un giovincello!
Matteo Bonaparte
00lunedì 15 maggio 2006 22:09
Re:

Scritto da: Pius Augustus 15/05/2006 22.01
Per il nostro standard è un giovincello!



in effetti oggi ho visto la platea dei senatori a vita: adreotti, rita levi montalcini, cossiga... insomma 500 anni in tutto. berlusconi e prodi 140 anni in 2 [SM=x751578]

però mi sembra alquanto strano che bertinotti si sia distaccato dal partito; secondo me non l'avrebbe fatto se non avesse voglia di lasciare tutto. magari sbaglio

d'altronde, c ha 66 anni, a fine mandato 71. e una vita spesa tra sindacato e politica

[Modificato da Matteo Bonaparte 15/05/2006 22.10]

Arvedui
00lunedì 15 maggio 2006 22:23
Re: Re:

Scritto da: Matteo Bonaparte 15/05/2006 22.09


in effetti oggi ho visto la platea dei senatori a vita: adreotti, rita levi montalcini, cossiga... insomma 500 anni in tutto. berlusconi e prodi 140 anni in 2 [SM=x751578]

però mi sembra alquanto strano che bertinotti si sia distaccato dal partito; secondo me non l'avrebbe fatto se non avesse voglia di lasciare tutto. magari sbaglio

d'altronde, c ha 66 anni, a fine mandato 71. e una vita spesa tra sindacato e politica

[Modificato da Matteo Bonaparte 15/05/2006 22.10]




Se alla fine della legislatura voglia ritirarsi non ne ho idea, ma secondo me Bertinotti non si è affatto staccato dal partito, anzi ha fatto una bella mossa a farsi eleggere presidente della camera. In questo modo rassicura i suoi elettori più moderati, dando l'idea di essere un uomo di stato serio e responsabile, ed allo stesso tempo non smentisce il carattere "rivoluzionario" del suo partito includendo deputati come ad esempio Caruso e Luxuria. Una bella mossa insomma.
Matteo Bonaparte
00lunedì 15 maggio 2006 22:26
Re: Re: Re:

Scritto da: Arvedui 15/05/2006 22.23


Se alla fine della legislatura voglia ritirarsi non ne ho idea, ma secondo me Bertinotti non si è affatto staccato dal partito, anzi ha fatto una bella mossa a farsi eleggere presidente della camera. In questo modo rassicura i suoi elettori più moderati, dando l'idea di essere un uomo di stato serio e responsabile, ed allo stesso tempo non smentisce il carattere "rivoluzionario" del suo partito includendo deputati come ad esempio Caruso e Luxuria. Una bella mossa insomma.



non saprei... ma chi hai come avatar?
Arvedui
00lunedì 15 maggio 2006 22:41
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Matteo Bonaparte 15/05/2006 22.26


non saprei... ma chi hai come avatar?



Il mitico John Belushi [SM=x751589]
Non hai mai visto i film "Blues Brothers" o "Animal House"?


Matteo Bonaparte
00lunedì 15 maggio 2006 22:48
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Arvedui 15/05/2006 22.41


Il mitico John Belushi [SM=x751589]
Non hai mai visto i film "Blues Brothers" o "Animal House"?





no, a dire il vero la mia cultura cinematografica è un pò scarsa... per me i film cult sono "un lupo mannaro americano a londra" e "dal tramonto all'alba" [SM=x751578]
Arvedui
00martedì 16 maggio 2006 15:21
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Matteo Bonaparte 15/05/2006 22.48


no, a dire il vero la mia cultura cinematografica è un pò scarsa... per me i film cult sono "un lupo mannaro americano a londra" e "dal tramonto all'alba" [SM=x751578]



[SM=x751578] comunque se ti capita guarda animal house e blues brothers, sono veramente fantastici [SM=x751524]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:05.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com