La sardegna.. Tra pastori e play ...

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Ace Ventura
00lunedì 17 settembre 2007 22:46
Scrivo questo post perchè sarei curioso di sapere come viene vista dall' esterno la Sardegna.

Faccio qualche doverosa precisazione poichè essendo la terra che meglio conosco penso di avere voce in capitolo...

La Sardegna è da sempre stata un ancora all' italia, soprattutto per quanto riguarda i suoi conti finanziari in disastro, fino agli ultimi anni.Questo perchè? La risposta è nella sua storia.

Fin dai tempi della colonizzazione spagnola (atroce per i sardi) l' isola è stata terra di conquista e di sfruttamento, per qualunque invasore avesse un esercito abbastanza potente da scalzare quello precedente. Persino una volta annessa al piemonte, essa ha continuato a essere una sorta di "colonia" per chi avesse bisogno di metalli o di Legname (come testimonia mio trisnonno che si è arricchito nelle sue montagne facendo carbone ^^ e poi ha speso tutto in "donne di piacere") e soprattutto con gli abitanti locali relegati in una sorta di isolazionismo agropastorale nelle zone interne dell' isola. eppure già da allora i sardi si erano guadagnati una fama di buoni soldati e di ottimi lavoratori, e si sono fatti valere in tutti i fronti italiani.
Passando alla storia recente, nella seconda guerra mondiale la sardegna ha pagato un tributo di sangue altissimo, e non parliamo del tributo economico, la sua economia già martoriata ha visto gli emissari del fascismo sequestrare il bestiame per le truppe, e commettere sgarri di ogni tipo.
Subito dopo la guerra il popolo sardo era indubbiamente abbruttito, e che voglia perdonarmene l' arma dei carabinieri, venne mazzolato continuamente dalle forze dell' ordine, come mai era successo prima, con pestaggi che non potendo stanare i veri criminali si sfogavano su donne e ragazzi (non bambini ^^').
Si arrivò addirittura negli anni 60 a proporre il bombardamento dell 'interno sardegna con una mozione (se qualcuno è interessato posso trovare nome del proponente e particolari) che ancora brucia sulla pelle dei sardi.

negli anni "70 l' economia sarda, aiutata dai piani internazionali, conosce un periodo di intensa crescita, vengono dimenticate le tradizioni locali, e si brucia gran parte del bagaglio culturale precedente, nel sacro fuoco dell' industria, che illude gli abitanti locali di poter iniziare a vivere come al nord.Viene inoltre dichiarata martire nucleare in caso di centrali.

negli anni '80 la sardegna conosce la disillusione. La recessione è in atto, senza le sovvenzioni, la sua industria non marcia, perchè risente dell' evidente svantaggio concorrenziale dovuto alla sua posizione ma soprattutto a una scarsa preparazione del suo personale... Ciò è aggravato anche da transazioni che rasentano la legalità da parte di miliardari stranieri dei pezzi più belli della sua costa, sopprattutto però quelle a carattere militare. Uno dei più bei pezzi della nostra costa è stato dato agli americani ( la nonna della mia ragazza ha visto espropriarsi un terreno costiero per sottoporlo a servitù militare che ora vale sui 2 o 3 milioni di euro, ed è tutto pieno di mine e bossoli).
Quì risorge il vecchio problema della criminalità, sopito ma non estinto dal fascismo prima, e dal mazzolamento dei carabinieri poi. Nascono i grandi sequestri, e si rianima un fenomeno del tutto simile al brigantaggio, alimentato da nullatenenti e nullafacenti. Tuttavia ha molta meno presa del previsto, difatti la popolazione locale, non più avvezza a tale stile di vita, riesce a sopire il fenomeno già alla fine degli anni novanta, con semplici soffiate anonime (che talvolta scavalcano addirittura funzionari corrotti e riescono a eliminare il problema).

anni '90 quì inizia la vera e propria storia recente, la sardegna deve affrontare diverse sfide che rischiano nuovamente di affondarla.
1 un governante che tutta l' isola odia, eletto sulla fiducia e che ha deciso di guastare la nostra unica industria (soru) eletto per i suoi successi imprenditoriali, che la popolazione per ignoranza pensò di trasferire al settore pubblico.

2 i contributi europei. Stranamente invece di aiutare la popolazione questi non sono affluiti affatto nelle tasche dei cittadini, hanno invece alimentato una moltitudine di squali dell' imprenditoria. Casi emblematici sono una fabbrica di fibra del carbonio all' interno, ce oltre ad avere ucciso diverse persone per le esalazioni ha chiuso subito i battenti. Il suo direttore aveva addirittura rubato degli stampini da una discarica per far credere che stessero costruendo pezzi per la ferrari. Altre 40 imprese sono state chiuse a sassari dalla magistratura per lo stesso motivo. Con le nuove assunzioni queste imprese hanno distolto i sardi dalle proprie attività abituali, che per quanto umili permettevano all' isola di non essere di peso per nessuno.

3 vincoli ambientalistici a dir poco assurdi. La campagna interna alla sardegna ha una bellezza tutta caratteristica, casette di legno nei monti ricordano una svizzera nostrana, e quei pochi prodotti che i pastori riescono a strappare alla terra hanno una precisione e una pignoleria maniacale, che li rendono famosi in tutto il mondo.. Il cosidetto parco del gennargentu voleva impedire ai pastori di proseguire nella loro attività, mentre nelle coste si martoriano le sabbie col cemento...Dovuti anche al fatto che è sottopopolata e dunque non ci rientra col numero in parlamento.

Gli ultimi anni. Da non credere, dopo tutte queste difficoltà i sardi ne sono usciti. Lungi dall' avere il bilancio in positivo l' isola chiede pochissimo allo stato, addirittura sempre meno, (anche grazie al fatto che è sottopopolata) tantochè la sanità tra poco verrà autogestita. Non avrà nel breve di sicuro una ripresa industriale, ma nei prodotti artigianali non teme confronti. Testimone di questa ripresa è il fatto che all' interno risorgono le vecchie feste e le tradizioni, che necessitano di soldi per essere mantenute. a Cagliari si lavora, gli stipendi sono bassissimi ma sono compensati da un basso costo della vita. Pensate per es che fuori da cagliari una birra heineken costa 1 euro al bar. La vivibilità è ottima... se non per gli extracomunitari quasi non esiste l' accatonaggio. Lavoro comunque ce n' è, mai di alto livello ma c' è, tanto che stiamo subendo (incredibile a dirsi per la sardegna) un fenomeno di immigrazione da parte di regioni del sud (più a sud [SM=x751605] ) in cerca non tanto di guadagni quanto invece di una migliore vivibilità. restano dei problemi:

1 il mercato immobiliare segue due dinamiche, una al centro che conformemente alla ricchezza dell' isola rende le case accessibili, e una nelle città, che troppo velocemente si adatta ai prezzi nazionali.

2 Una classe (che però si avvia oramai al pensionamento "minimo") che esige con proteste uno stato assistenzialista.

3 gli stipendi statali. Sono troppo alti, e causano un effetto distorsivo, per cui la gente spesso si rifiuta di lavorare per il privato a minor prezzo.

Da notare anche il sorgere di nuove imprese della new economy, quali la tiscali. Inoltre molte imprese dal fatturato basso chiudono al nord e al centro per riaprire in sardegna, dove la manodopera costa meno.

Penso che la sardegna tra qualche anno oramai non sarà più un peso per la penisola, anzi tutt'altro, non produrrà certo exploit quali la fiat, ma l' importante a parer mio è il non pesare sugli altri. E i sardi sono contenti così.
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