Piu' si avvicina la fatidica data del 27 maggio, piu' s'infuoca la situazione intorno alla marcia lungo le vie di Mosca delle minoranze sessuali fissata proprio per questo giorno. E' gia' risaputo che l'amministrazione cittadina moscovita ha definitivamente proibito l'effettuazione della parata-gay, tuttavia gli organizzatori hanno piu' volte ripetuto che la marcia avra' luogo in ogni caso.
Oggi a questo proposito, con aspre critiche nei confronti di manifestazioni simili, si sono espressi i rappresentanti delle comunita' religiose. In particolare, come ha affermato il segretario dei rapporti ortodossi a livello internazionale del patriarcato di Mosca, nonche' segretario della commissione per i negoziati con la Chiesa occidentale Nikolaj Balashov, "le posizioni del partiarcato di Mosca e quelle della Chiesa ortodossa russa all'estero in relazione all'omosessualismo sono identiche". Questa dichiarazione Balashov l'ha rilasciata in risposta alla domanda concernente la possibile effettuazione per le vie di Mosca della marcia di gay e lesbiche.
Le parole di Balashov sono state appoggiate dal vicepresidente del comitato della Duma per le questioni internazionali, deputato del partito "Rodina" (Patria), Natalia Narocnizkaja, la quale si e' da parte sua espressa a sfavore di tale manifestazione, sottolinenando inoltre che a questo proposito si osserva una rara unione tra ortodossi e musulmani russi.
Ed in effetti, il capo del Consiglio dei "mufti" di Russia Ravil Gainutdin, a nome di tutti i musulmani russi ha inviato una lettera all'amminisrazione cittadina moscovita nella quale ringrazia le autorita' di Mosca per la contrapposizione all' "espansione aggressiva", sottolinenado in particolare che la morale musulmana categoricamente rinnega e giudica qualsiasi tipo di perversione sessuale. Inoltre Gainutdin ha chiesto alle autorita' di Mosca di "proteggere i musulmani ed i loro figli dall'irruzione pubblica di ideali distruttivi per la nostra societa', ideali indirizzati alla distruzione della base della societa' - la famiglia - nonche' alla cessazione delle nascite". Per cio' che riguarda piu' strettamente la vita privata di gay e lesbiche, secondo le parole di Gainutdin, questo e' un problema loro personale nel quale la societa' non si immischia, lasciando i pervertiti "al giudizio di Dio e al controllo statale".
Da parte sua, gia' la scorsa settimana l'Unione dei cristiani russi di fede evangelica ha dichiarato di essere pronta, "al pari della Chiesa Ortodossa russa, degli ebrei e dei musulmani russi ad inoltrare la richiesta di effettuare dimostrazioni alternative in tutte le principali citta' russe in difesa della morale".
Ricordiamo che il 15 maggio i rappresentanti russi delle minoranze sessuali, si sono rivolti all'amminisrazione cittadina di Mosca con la richiesta ufficiale di permettere l'effettuazione della marcia per le vie di Mosca a sostegno "della tolleranza nonche' rispetto dei diritti e liberta' delle persone di orientamento omosessuale in Russia". Tuttavia le autorita' moscovite hanno piu' volte risposto picche, spiegando che il rifiuto da parte loro si basa esclusivamente su concetti di sicurezza nei confronti degli stessi manifestanti, ricordando loro le recenti aggressioni subite da frequentatori di gay-club a Mosca da parte degli attivisti dei movimenti patriottici.
Tratto da:
www. utro.ru