Muri e muri

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Pertinax
00martedì 31 ottobre 2006 16:53


Muri e muri

di Alessandra Valentini

Roma 30 ottobre 2006

Sapete l’America, quella democratica che va anche ad esportare nel mondo la democrazia? Questa America, anzi il governo degli Stati Uniti, ha approvato la costruzione del muro al confine con il Messico, la faccia triste dell’America.

Con la firma del decreto che autorizza la costruzione del muro di 700 miglia, circa 1.126 chilometri, alla frontiera con il Messico, il presidente George Bush mostra il pugno duro nei confronti dell’immigrazione clandestina in piena campagna per le elezioni di mezzo termine del 7 novembre. Il presidente del Messico, Vincente Fox, che passerà le consegne il prossimo 1 dicembre a Felipe Calderon, ha passato gli ultimi sei mesi del suo mandato presidenziale a trattare con la controparte americana per ottenere un nuovo programma per l'immigrazione, chiedendo il riconoscimento della cittadinanza per i milioni di messicani che lavorano negli Usa da irregolari, nulla da fare. Fox ha parlato di muro della vergogna. La costruzione della barriera lungo il confine tra Usa e Messico infatti non risolverà il problema dell'immigrazione illegale.


Ben 1.126 chilometri di cemento per separare gli Usa dal Messico, per fermare gli immigrati che lavorano o sono in cerca di lavoro. La natura politica della decisione di Bush è fin troppo ovvia, ma non va sottovalutato nemmeno il suo valore simbolico. Forse secondo gli americani non tutti i muri sono di cemento. C’è un cemento durissimo che imprigionava la libertà, l’espressione, la democrazia, la libera circolazione delle merci e delle persone, questo cemento durissimo era quello che costruiva il muro di Berlino. Un muro da abbattere, con gioia estrema dell’ovest e dell’America, che intravedeva nascere da quelle macerie il proprio dominio unilaterale sul mondo. Oggi il muro con il Messico non è forse costruito con lo stesso opprimente ed odioso cemento del muro di Berlino? Ovviamente sì. Ma lo stesso cemento è servito ad innalzare un altro muro ancor più intollerabile, forse, di quello messicano: il muro all’interno dei territori palestinesi. Qui il muro non è tra uno Stato ed un altro – cosa già inconcepibile – il muro costruito dal governo di Israele divide palestinesi da palestinesi, divide le case dalla scuola, le case dai campi in cui si lavora, gli uffici dagli ospedali: è il muro dell’odio e della segregazione. Ma contro questi muri la protesta è sopita, l’indignazione è morta. Il muro dei muri nel cuore d’Europa non c’è più e questo basta a farci dimenticare altri muri, altre oppressioni (ancor più ingiustificabili oggi), altre libertà calpestate, altre storie di uomini e donne alla ricerca di un futuro migliore o comunque diverso.
Riccardo.cuordileone
00martedì 31 ottobre 2006 17:15
Ancora con questa storia dei muri... [SM=x751544]

Non c'è nessun collegamento tra il muro antimessiacani e il muro antipalestinesi con quello di Berlino.

Per quanto riguarda il muro israeliano è a mio avviso un ottima opera, serve a dividere due etnie in perenne guerra e a ridurre notevolmente il numero degli attentati e perciò delle rappresaglie. L'unica cosa sul quale si può obbiettare è il territorio su cui passa che non corrisponde ai confini dell'Onu.

Per quanto ruguarda il muro americano, è anche quello un ottima opera che servirà a limitare l'immigrazione clandestina divenuta intollerabile.

Il muro di Berlino era tutt'altra cosa. [SM=x751536]

Pertinax
00martedì 31 ottobre 2006 17:19
daltronde è ovvio che un muro socialista sia diverso da un muro capitalista o da un muro coloniale

un ipocrisia surreale [SM=x751541]
Riccardo.cuordileone
00martedì 31 ottobre 2006 17:38
Re:

Scritto da: Pertinax 31/10/2006 17.19
daltronde è ovvio che un muro socialista sia diverso da un muro capitalista o da un muro coloniale

un ipocrisia surreale [SM=x751541]


Non è questione di socialista o capitalista, di ipocrisia ecc, sai benissimo quando odio yankees ed ebrei e non gli difenderei assolutamente a sproposito.

Il muro americano lo ritengo uguale alle recinzioni che ha fatto Zapatero a Ceuta e Melilla, ossia una valida e più che giusta soluzione al problema dell'immigrazione.

Quello israeliano, benchè possa ricordare l'aparteid, credo sia l'unica soluzione possibile per almeno limitare gli attacchi terroristici. Sicuramente l'ONU doveva intervenire sul progetto per far rispettare i confini della Palestina, cosa che invece non ha fatto perchè è un'organizzazione fantoccio.

Il muro di Berlino invece fu creato per non permettere ai berlinesi di scappare dall'amministrazione comunista, fu una violazione dei diritti umani vera e propria.
Arvedui
00martedì 31 ottobre 2006 17:40
Re:

Scritto da: Pertinax 31/10/2006 17.19
daltronde è ovvio che un muro socialista sia diverso da un muro capitalista o da un muro coloniale

un ipocrisia surreale [SM=x751541]



Quale ipocrisia? il muro di Berlino è stato costruito dalle autorità dell'est europa per non far uscire i propri cittadini, mentre quello americano serve a non far entrare gli illegali nel paese; mentre il muro al confine col messico non servirà a nulla, perchè la maggioranza degli immigrati clandestini entra legalmente col visto e poi non esce quando questo scade, il muro di Berlino funzionava, e pochissima gente riusciva a scappare.
Lux-86
00martedì 31 ottobre 2006 18:37
Re: Re:

Scritto da: Arvedui 31/10/2006 17.40


Quale ipocrisia? il muro di Berlino è stato costruito dalle autorità dell'est europa per non far uscire i propri cittadini, mentre quello americano serve a non far entrare gli illegali nel paese; mentre il muro al confine col messico non servirà a nulla, perchè la maggioranza degli immigrati clandestini entra legalmente col visto e poi non esce quando questo scade, il muro di Berlino funzionava, e pochissima gente riusciva a scappare.



quoto Arvedui (peer una volta... [SM=x751545] )

Questi muri mi ricordano molto il limes... e temo che faranno la stessa fine...
Granduca di Milano
00mercoledì 1 novembre 2006 08:57
I muri non hanno mai fermato nessuno e prima o poi crollano. [SM=x751525] [SM=x751525] [SM=x751525]
Pertinax
00mercoledì 1 novembre 2006 10:09
Re:

Scritto da: Granduca di Milano 01/11/2006 8.57
I muri non hanno mai fermato nessuno e prima o poi crollano. [SM=x751525] [SM=x751525] [SM=x751525]



[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611]
Lux-86
00mercoledì 1 novembre 2006 12:19

VICENZA - Duecento metri di lunghezza, uno di larghezza, mezzo di profondità: un fossato come tanti, al bordo di una strada poco illuminata. Quel fossato fino a pochi giorni fa non esisteva, è stato scavato su ordine del sindaco in una notte, per rendere inaccessibile alle roulotte dei nomadi un terreno incolto circondato da capannoni, a Schio, nel cuore del Nord Est che produce. L'Associazione industriali e i residenti di un vicino quartiere si lamentavano da mesi. Dicevano che i furti nella zona erano aumentati ed erano pronti a farsi giustizia da sé. Minaccia che ha convinto le forze dell'ordine a intervenire con un blitz per sgomberare il campo dagli ospiti poco graditi. E a ruota sono arrivate le ruspe municipali a marcare la trincea.

Qualcuno l'ha già ribattezzato il Vallo di Schio, ma del resto anche i 70 metri di barriera metallica alzati nella vicina Padova sono stati paragonati al muro di Berlino. Entrambi hanno la stessa matrice e funzione, la necessità di far sentire la "gens nordestina" più al sicuro, al riparo dalle invasioni dei barbari vecchi e nuovi: gli spacciatori africani a Padova, gli "zingari" a Schio. Il caso vuole che, nel feudo vicentino, il più leghista di tutta la Padania a legare il proprio nome a quest'opera non sia stato il solito sindaco xenofobo, ma uno dei pochi panda di centrosinistra: Luigi Dalla Via, Margherita, eletto alla guida di una coalizione che comprende anche Ds, Verdi e una lista civica di area. Il quale Dalla Via si stupisce di tanta eco suscitata da pochi quintali di terriccio smosso: "Quel fossato esisteva già da due anni - spiega - ma con il tempo si era riempito e così siamo intervenuti per impedire che l'area venisse occupata nel giro di pochi giorni. La città di Schio è tutt'altro che intollerante verso i nomadi: da più di vent'anni diamo ospitalità a un clan di sinti che ha deciso di diventare stanziale. I bambini frequentano le nostre scuole, i ragazzi più grandi hanno trovato lavoro, lo definirei un ottimo esempio di integrazione. Non si può dire lo stesso di qualche mio collega sindaco della zona, che ha imposto il divieto di ingresso sul proprio territorio a interi gruppi etnici: un provvedimento razzista e anticostituzionale".

Tutta la Pedemontana veneta è luogo di passaggio per le carovane dei nomadi, che si accampano a intervalli più o meno regolari ora in questo ora in quel comune, a seconda di dove trovano uno spiazzo libero e soprattutto del livello di tolleranza mostrato dai vigili urbani. A Piovene e Malo, roccaforti della Lega che circondano la progressista Schio, i sindaci hanno pensato bene di emettere ordinanze anti-nomadi, intimando alle roulotte di stare alla larga dal loro territorio. Così, per il principio dei vasi comunicanti, negli ultimi tempi a farne le spese è stata proprio la tollerante Schio, dove la presenza di accampamenti è via via aumentata fino a far perdere la pazienza ai cittadini-elettori. E il sindaco si è visto costretto a intervenire: "Il problema esiste - ammette Dalla Via - tant'è vero che la Prefettura ha aperto un tavolo di confronto con tutti i comuni della zona per cercare una soluzione. Non stiamo pensando a un campo nomadi, che peggiorerebbe le cose creando un ghetto, ma a una distribuzione diffusa delle famiglie sul territorio, sull'esempio di quanto abbiamo fatto noi".



be' questo almeno non è un muro [SM=x751525] [SM=x751525]
Pius Augustus
00mercoledì 1 novembre 2006 22:11
Naturalmente hanno ragione Riccardo e sopratutto Arvedui.
Pertinax
00sabato 11 novembre 2006 13:37
o0Maru0o
00martedì 14 novembre 2006 14:54
E muri...


Via anelli, Padova


Non sono realtà così lontane e abominevoli...
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