oh come godo!
Eccomi di ritorno dalla ridente Senigallia (e un'altra decina di località piuttosto disparate da me raggiunte in questi giorni).
Nonostante i vani tentativi di Elena di avvelenarci con pizze al Nitrato di Berillio e a quelli di alcuni fans affetti da labirintite abbiamo assistitito a questo trittico delle meraviglie.
Si inizia con i The Ocean, ma già da qui bisogna spiegare: a quanto pare la loro partecipazione è stata decisa tardi, per altro avrebbero dovuto suonare dopo gli A Storm of Light (e a ragione secondo me).
In ogni caso alla fine hanno accettato di suonare gratis, ma sono venuti solo un cantante (nella formazione ufficiale sono due), il batterista e i due chitarristi, quando la loro "rosa" conterebbe una dozzina di elementi!
Quindi le tracce degli effetti, delle tastiere e soprattutto quella del basso erano registrate.
In ogni caso hanno suonato in modo secondo me più che egregio, sicuramente in crescendo (la prima canzone non mi ha convinto molto). Il batterista filava che era un piacere e i due chitarristi sono chiaramente due pazzi in attesa di ricovero. Hanno fatto brani di Precambrian, anche se non chiedetemi (ossia Marco non chiedermi) la scaletta perchè non la saprei dire.
Li rivedrò in condizione decisamente migliore il 4 dicembre con Cynic e Opeth. Pregusto un bello spettacolo.
Finito il concerto hanno optato per fare qualche soldo vendendo personalmente le magliette e ubriacandosi in felicità, parlando di salami e altre cose che non ho osato comprendere. Forse Sarsiccie.
Gli A Storm of Light non li conoscevo per nulla. Si diceva molto pesanti... e in effetti lo sono stati. La prima canzone è stata una botta all'orecchio con dei bassi decisamente eccessivi che hanno forato una decina di timpani, tra cui quelli di Ela. Per il resto... beh, caratteristico il batterista con i piatti due metri sopra terra, che "canta" i pezzi che suona ("Pum! Pam! Booooom!") mostrando esptressioni facciali degne del miglior Pacciani. Però bravo... nel complesso... beh, In certi tratti erano uguali ai Neurosis, l'ultima canzone (quella che mi è piaciuta di più) era decisamente più Isis-Style, il tutto però riverberato all'estremo e rallentato in modo allucinante. Magari con un equalizzazione un po' più oculata non mi sarebbero spiaciuti, ma in ogni caso niente di eccezionale, molto ripetitivi. Avevano diversi accaniti fan però...
NEUROSIS'S SCALETT
1. Given To The Rising
2. At The End Of The Road
3. Distill
4. Locust Star
5. To The Wind
6. Left To Wander
7. Fear And Sickness
8. Water Is Not Enough
9. Stones From The Sky
Non c'è che dire, gran prova di questi artisti di età ormai avanzata (tutti più di quarant'anni si presume) che hanno eseguito alla perfezione ogni pezzo evocando atmosfere davvero epocali. Un po' supportati da immagini claustrofobiche sullo sfondo, un po' dalla cornice del cielo estivo stellato (con qualche "stones from the sky" stella cadente che solo Elena vedeva XD), un po' perchè son davvero geniali. Left To Wander, To the Wind, Distill, Locust Star sono state delle mazzate tremende, la chiusura con la grandissima Stones from the Sky ipnotica. Tutti in grande forma, senza pecca alcuna se non che ci si aspettava un finale un po' meno secco... un brano di chiusura, ma è anche vero che era tardi e l'organizzazione era stata tirata per le lunghe. Lanci di plettri finali... Ela me ne scova uno (consumato) che vedrò di usare degnamente, Silvia uno perfetto che userà come monile contro il mal di pancia dovuto a pizza-plastiforme.
Foto tratta da Neuroprison, il forum della gente più pazza del pianeta.