News del 21.10.06
Influenza aviaria: l'attenzione
è ancora alta
Bassa probabilità di diffusione, ma la pandemia potrebbe avere ancora un forte impatto. Si cerca una predisposizione genetica sensibile al virus.
Oggi la probabilità che l’influenza aviaria riesca a diffondersi nella popolazione è molto bassa, ma se ciò avvenisse, l’impatto del virus potrebbe essere devastante: questo è il cuore dell’intervento di Malik Peiris, uno dei più importanti virologi al mondo, alla lecture dal titolo “Confronting SARS and avian flu”, che si è svolta martedì 17 ottobre presso l’Istituto Clinico Humanitas IRCCS.
Fin dall’inizio in prima linea nella lotta alla SARS e all’influenza aviaria, Malik Peiris ha fronteggiato i primi focolai dell’emergenza sanitaria in Asia. I suoi studi più recenti si sono focalizzati sull’evoluzione, gli aspetti clinici e la patogenesi dell’influenza aviaria e umana. Nel marzo 2003 ha giocato un ruolo chiave nella scoperta di un nuovo coronarovirus come causa della SARS, e quindi nella sua diagnosi virologica e patogenesi. La sua attenzione in particolar modo è dedicata alle malattie virali respiratorie.
Alcuni virus dell'influenza aviaria, secondo Peiris, professore di Microbiologia all’Università di Hong Kong e responsabile della Virologia al Queen Mary Hospital, “rappresentano ancora oggi una notevole minaccia per la salute umana”. Ma dai suoi studi emerge un paradosso in termini di trasmissione: negli ultimi anni, migliaia di persone sono state esposte al virus non rimanendone contagiate; mentre un’alta percentuale di ricoverati per influenza aviaria non è stata esposta ad alcun contatto diretto, come ad Hong Kong nel 1997.
Un’ipotesi ancora da verificare è che esista quindi una predisposizione genetica sensibile alla trasmissione del virus H5N1. E che non sia sufficiente l’esposizione diretta al virus per contrarlo.
Il prof. Peiris ha esposto i progressi e i risultati delle sue ricerche nell’ambito delle Humanitas Lectures, promosse dalla Direzione Scientifica di Humanitas insieme all’Università degli Studi di Milano.
Coordinatore dell’incontro il prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas e docente di Patologia Generale dell’Università degli Studi di Milano. L’incontro è stato introdotto dal prof. Fabrizio Pregliasco, virologo e docente all’Università degli Studi di Milano.
L’interesse dell’Istituto Clinico Humanitas allo studio dei temi influenzali è dimostrato, oltre che dalla conferenza di Peiris, anche dalla partecipazione della Fondazione Humanitas per la Ricerca a Fluinnate, programma di ricerca promosso dalla Commissione Europea. “Fluinnate – spiega il prof. Mantovani - è mirato a trovare nuove armi per combattere gli attuali ceppi influenzali, ma soprattutto a preparare gli strumenti per combattere un’eventuale nuova pandemia da aviaria. Lo studio di nuove molecole al servizio della lotta all’infiammazione porterà a nuovi strumenti diagnostici e terapeutici”.
Le Humanitas Lectures, avvalendosi del contributo di medici e ricercatori che hanno avuto un ruolo fondamentale nei rispettivi settori di competenza, rappresentano un momento di messa a punto e di riflessione sullo sviluppo e l’evoluzione della medicina e della ricerca biomedica al servizio della salute dell’uomo.