Primarie del partito democratico

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Lux-86
00martedì 16 ottobre 2007 10:35
ROMA - Walter Veltroni è il primo segretario del Partito democratico. A decretarne la nomina, data per scontata già alla vigilia, sono i risultati emersi dalle urne che si configurano come un vero e proprio plebiscito. A oltre metà dello scrutinio dei voti per le primarie del Pd Veltroni ha il 75,63% dei voti. I seggi dove le operazioni di conteggio dei voti sono state ultimate sono 6076, pari al 54,23% del totale. Veltroni ha ottenuto 1.296.466 voti. Al secondo posto segue Rosy Bindi con il 14,04% e poi Enrico Letta con il 10,14%. A Mario Adinolfi va lo 0,13% dei consensi e a Piergiorgio Gawronsky lo 0,06%. Oltre al segretario del Pd i più di 3 milioni e 300 mila elettori hanno anche eletto i 2400 componenti dell'assemblea costituente del partito, che verrà convocata il prossimo 27 ottobre dal presidente Romano Prodi. I dati ufficali confermano le proiezioni che si sono via via succedute a spoglio in corso. La sesta e ultima proiezione della Ipsos sul voto, relativa al 98% del campione, dava al 75,7% dei consensi. Rosy Bindi ottiene il 13,3%, Enrico Letta al 10,8%, Mario Adinofli e Pier Giorgio Gawronsky allo 0,1% ciascuno.

«SARA' UN OTTIMO SEGRETARIO» - Come pronosticato alla vigilia, dunque, il sindaco di Roma ha fatto man bassa di consensi. Tutti e cinque i candidati alla leadership, oltre al premier Romano Prodi (che ha parlato anche di «governo più forte) e ai leader del centrosinistra, hanno comunque espresso soddisfazione per la grande partecipazione popolare. Enrico Letta ha rivolto i propri auguri a Veltroni sottolineando che «sarà un ottimo primo segretario del più grande partito italiano»; sulla stessa linea Rosy Bindi che ha evidenziato come il sindaco di Roma fosse la persona «che d'altra parte avrei votato se non mi fossi candidata».

LA GRANDE AFFLUENZA - Secondo quanto comunicato dai coordinatori del partito, i votanti nel corso dell'intera giornata sarebbero stati più di tre milioni e in diversi seggi è stato necessario prolungare l'orario di apertura dei seggi (il termine delle operazioni era stato inizialmente fissato nelle ore 20) per smaltire le lunghe file di iscritti e simpatizzanti desiderosi di dare il proprio contributo.

«PRIMI IN ITALIA» - «Sarò ottimista, ma già oggi siamo il primo partito» è stata la prima dichiarazione dello stesso Veltroni che ha parlato di un «voto per cambiare» che conferma che «il paese è più avanti di chi lo rappresenta e di chi lo racconta». «Stasera confermiamo il pieno sostegno al governo che sta guidando il Paese e che questo Paese sta trasformando - ha aggiunto il sindaco di Roma - Il bilancio di questo governo è molto migliore dell'immagine che dà a causa della frammentazione». Veltroni ha parlato di quello con Romano Prodi come di un «rapporto a prova di bomba» (ricevendo a stretto giro di replica, dal premier, una dichiarazione significativa: «siamo nati insieme, siamo cresciuti insieme»).

IL NUOVO PARTITO - Il neo segretario, che ha parlato della grande affluenza come di «una risposta all'antipolitica», ha poi spiegato come sarà il suo Pd: «Non sarà un partito di correnti - ha assicurato Veltroni - e il 50% degli organismi dirigenti sarà composto da donne. Non sarà un partito che nasce dal leader o per un leader ma per le persone reali per questo paese reale».

«LA CDL DOVRA' CAMBIARE» - Veltroni ha contrapposto le modalità che hanno portato alla nascita del nuovo partito, e della sua leadership, con la situazione del centrodestra. «Lo schema della Cdl - ha detto il sindaco di Roma - è vecchio e corrisponde ad una vecchia stagione politica italiana. Hanno governato per sette anni con quella conformazione visto che non possono fingere di aver attraversato quegli anni come dei passanti. Sono convinto che anche la Cdl verificherà il suo schema».

L'ABBRACCIO A SANTI APOSTOLI - L'incontro e l'abbraccio tra Romano Prodi e Walter Veltroni, a piazza Santi Apostoli, sono avvenuti un quarto d'ora prima della mezzanotte, quando il sindaco di Roma ha raggiunto la sede dell'Ulivo. Non ha preso la parola per ulteriori dichiarazioni e ha lasciato che Prodi evidenziasse come «il Pd sarà il punto di riferimento fondamentale della politica italiana» perché «nasce in un modo completamente diverso da qualsiasi partito nato nella storia del nostro Paese». «Da oggi incomincia un cammino straordinario - ha sottolineato ancora il premier -. Nei prossimi giorni si inizierà a lavorare alla costruzione del nuovo partito. Il governo non solo non ha nulla da temere da questo passaggio, ma anzi sarà rafforzato in modo vitale. Con Walter abbiamo iniziato insieme 12 anni fa il cammino del Partito democratico e coerentemente non lo abbiamo mai abbandonato. E alla fine ce l'abbiamo fatta»

www.corriere.it/Politica/2007/Pd/pd_risultati_voto.shtml
-Giona-
00martedì 16 ottobre 2007 11:25
Tutto come previsto.
DarkWalker
00martedì 16 ottobre 2007 14:16
bene (beh, fra tutti e tre...) e adesso speriamo che il pd si metta a fare veramente quell'innovamento della politica che sta dicendo di fare da parecchi mesi a questa parte...
Personalmente è un risultato positivo perchè il leader del primo partito italiano viene da un organo territoriale.
Lux-86
00martedì 16 ottobre 2007 14:39
Purtroppo non si è riuscito a evitare la vittoria di Uolter, tuttavia la partecipazione ha sorpreso molto anche me. Ora vedremo come va avanti, le elezioni dei segretari provinciali ci daranno un quadro per vedere se il vecchio estamblishment se ne va fuori dalle balle o no [SM=x751526]
Arvedui
00martedì 16 ottobre 2007 16:37
A me personalmente queste primarie mi sono sembrate decisamente inutili. Finchè non vengono ufficializzate e fatte come dio comanda le primarie all'italiana non serviranno a nulla, se non a dare agli elettori una parvenza di democraticità a delle nomine già decise a tavolino.
Lux-86
00martedì 16 ottobre 2007 16:39
Si comincia come si può, del resto l'unico vero avversario di Uolter sarebbe stato D'alema, ma con la storia dell'unipol è scomparso. Se poi ti riferisci alle liste hai perfettamente ragione.
DarkWalker
00martedì 16 ottobre 2007 16:45
Re:
Arvedui, 16/10/2007 16.37:

A me personalmente queste primarie mi sono sembrate decisamente inutili. Finchè non vengono ufficializzate e fatte come dio comanda le primarie all'italiana non serviranno a nulla, se non a dare agli elettori una parvenza di democraticità a delle nomine già decise a tavolino.



servono anche ai partiti per tirare su (altri) soldi.
Per questo motivo non mi stupirei se altre formazioni decidessero di inaugurare questa pratica...
Lux-86
00martedì 16 ottobre 2007 16:58
sì, infatti il materiale per organizzare i seggi te lo danno gratis negli ovetti kinder.
Riccardo.cuordileone
00martedì 16 ottobre 2007 18:36
Ma scusatemi, alle primarie di Prodi erano andati a votare 4.5 milioni di persone o una roba del genere, cosa c'è di straordinario nei 3 milioni delle primarie PD? L'affluenza era facilmente prevedibile tenendo presente l'astensione dei comunisti.
Vota DC
00martedì 16 ottobre 2007 20:14
Re:
Riccardo.cuordileone, 16/10/2007 18.36:

Ma scusatemi, alle primarie di Prodi erano andati a votare 4.5 milioni di persone o una roba del genere, cosa c'è di straordinario nei 3 milioni delle primarie PD? L'affluenza era facilmente prevedibile tenendo presente l'astensione dei comunisti.



Erano le primarie del solo partito PD,un po' come la differenza tra eventuali primarie della Cdl e primarie di Forza Italia.Aggiungici il fattore che la somma di due partiti ha sempre un risultato inferiore ai due partiti separati.
DarkWalker
00martedì 16 ottobre 2007 20:30
Re:
Lux-86, 16/10/2007 16.58:

sì, infatti il materiale per organizzare i seggi te lo danno gratis negli ovetti kinder.




secondot e i costi superano le entrate?mah...
Riccardo.cuordileone
00martedì 16 ottobre 2007 20:48
Re:
Vota DC, 16/10/2007 20.14:


Erano le primarie del solo partito PD,un po' come la differenza tra eventuali primarie della Cdl e primarie di Forza Italia.Aggiungici il fattore che la somma di due partiti ha sempre un risultato inferiore ai due partiti separati.


Infatti ci sono stati più di un milione di votanti in meno, ossia i comunisti.
Quindi c'è poco da gridare alla grande affluenza.
Vota DC
00martedì 16 ottobre 2007 20:54
Re: Re:
Riccardo.cuordileone, 16/10/2007 20.48:


Infatti ci sono stati più di un milione di votanti in meno, ossia i comunisti.
Quindi c'è poco da gridare alla grande affluenza.



Infatti la grande affluenza lo è secondo le aspettative in quanto quasi metà degli elettori preferiva i due vecchi partiti.
-Giona-
00mercoledì 17 ottobre 2007 09:13
Re: Re:
Vota DC, 16/10/2007 20.14:



Erano le primarie del solo partito PD,un po' come la differenza tra eventuali primarie della Cdl e primarie di Forza Italia.Aggiungici il fattore che la somma di due partiti ha sempre un risultato inferiore ai due partiti separati.


Non sempre. Alla Camera la lista dell'Ulivo ha avuto una precentuale maggiore (31,3) di quelle di DS e Margherita al Senato (17,5 e 10,7), perché ha catturato consensi anche dalle altre forze della coalizione, in particolare da Rifondazione Comunista (5,8 alla Camera e 7,4 al Senato). D'altronde, pare che a queste primarie sia andata a votare anche gente che l'anno scorso aveva scelto altri partiti dell'Unione.


Riccardo.cuordileone
00mercoledì 17 ottobre 2007 18:25
Re:
Vota DC, 16/10/2007 20.54:


Infatti la grande affluenza lo è secondo le aspettative in quanto quasi metà degli elettori preferiva i due vecchi partiti.


Bè cosa preferivano gli elettori è un altro discorso, parliamoci chiaro, attualmente sono pochi gli elettori soddisfatti del proprio partito, però questo passa il convento e purtroppo o per fortuna l'elettorato italiano non ha ancora raggiunto alti livelli di nichilismo e ribellione.

Conclusione, l'affluenza non è stata alta ma normale e facilmente prevedibile.


-Giona-
00martedì 23 ottobre 2007 16:30
www.corriere.it/editoriali/07_ottobre_23/de_rita_pd_voto_primarie_no...

Primarie: un pieno di votanti solo al Sud
Il Pd e il gelo del Nord

di Giuseppe De Rita

Cosa fatta per il Partito democratico, si può andare a capo. Occorre quindi guardare al futuro, ai problemi su cui il nuovo partito dovrà misurarsi e su cui sarà via via valutato; in particolare occorre guardare a due sfide delicate e complesse: quella del mondo giovanile e quella sul Nord Italia. Chi era andato ai seggi elettorali per un controllo visivo, aveva avuto la sensazione che in fila ci fosse in maggioranza gente matura d'anni. Nei giorni successivi ce ne hanno dato conferma dati più precisi: pur se di sondaggio solo il 19% dei votanti è sotto i 34 anni, mentre la metà di essi va oltre i 54 anni. È troppo presto per sollevare il dubbio che il Pd sia un partito di anziani, che vi si riconoscono in quanto forza di riformismo serio e pacato, lontano da tentazioni estremistiche. Ma non è troppo presto per riflettere sul pericolo di precoce senilità di un partito appena nato.

Si tratta di una riflessione urgente, perché il mondo giovanile rappresenta un oscuro contenitore: può essere un invaso di tensioni anche gravi e dure, per le venature di violenza che animano spesso il suo disagio; può essere un invaso di inerte poltiglia adolescenziale, dove ci si esalta solo su saltuarie tentazioni esperienziali. Quel che è certo è che i giovani sono oggi una realtà antropologicamente ambigua e sfuggente. Non sappiamo come essa si manifesterà in pubblico, se in disimpegno ludico di massa; o in violenza erratica variamente calibrata; o in esiti di esternalizzazione in piazza; o in una faticosa maturazione nel volontariato sociale o politico.

Qualcuno deve però proporre loro un'offerta sociopolitica, ma non ci sono oggi, nella cultura politica, molte idee e molti messaggi capaci di mobilitazione, solo che si pensi al Pd, dove le offerte erano certamente tante e differenziate (dalla tradizione cattolica al kennedismo) ma il fatto che solo un elettore su cinque sia stato giovane la dice lunga sulla scarsa propensione a recepirle. Lo stesso tipo di riflessione va tentato sulla seconda sfida che aspetta il Pd, quella del Nord. I dati sono sconcertanti: il nuovo partito risulta fortissimo nell'attirare gli elettori del Sud, con punte forse inaspettate per quel che riguarda la Campania (438 mila votanti), la Puglia (247 mila), la Calabria (208 mila) e la Sicilia (183 mila); risulta forte nelle regioni ad antico modello comunista (Toscana, Emilia, Umbria); e risulta invece molto flebile nelle regioni del Nord: dal Piemonte (dove ha votato praticamente un terzo dei votanti campani); al Veneto (dove hanno votato due terzi delle persone che hanno votato in Puglia); alla Liguria (dove gli elettori sono stati un terzo di quelli calabresi); e alla stessa Lombardia dove hanno votato 100 mila elettori in meno che in Campania.

Queste constatazioni non bastano per affermare che al Nord il Pd rischia la poca consistenza. Ma bastano per segnalare che al Pd serve una strategia, perché l'ormai annosa «questione settentrionale» non diventi un problema per un partito che, nascendo adesso, ha bisogno di sfondare nelle realtà locali a più forte vitalità economica. Si potrà dire che, contrariamente a quanto avviene nel mondo giovanile, la questione settentrionale ha già superato la fase delle ambigue dinamiche antropologiche, di disagio non ancora focalizzato in esplicite opinioni politiche. Ma proprio questa focalizzazione rende l'elettorato del Nord meno permeabile a messaggi di nuova politica: non è forse un caso che i votanti settentrionali alle primarie siano stati solo il 24% del totale; ed ancor più che quel 24% scenda al 22% nel voto a Veltroni, candidato-messaggio per eccellenza. Ci sarà molto da fare in Padania. Forse il Pd è cosa fatta ma imperfetta o almeno incompiuta.

23 ottobre 2007
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Non vorrei davvero che questo significasse che si sono trasferite nel PD le vecchie clientele già democristiane, i cui patroni si erano riciclati nella Margherita... [SM=x751549]
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