Uccidi un uomo e sei un assassino.
Uccidine milioni e sei un conquistatore.
Uccidili tutti e sei Dio.
Questione di punti di vista.
E’ interessante vedere quanto sia sottile il confine tra follia e eroismo. In effetti, la stessa identica azione può essere mistificata o dannata, a seconda delle situazioni.
Cos’è la Jihad, se non un massacro “ infiocchettato” ?
Cos’è stato l’olocausto, se non uno sterminio?
E allora, cosa dovrebbe essere il giudizio universale, se non il più grande genocidio della storia?
Perché mai dovremmo credere che esisterà, prima o poi, giustizia?
Perché mai dovremmo pensare che prima o poi verrà anche il nostro momento di trionfo?
La storia, ha delle strane tendenze, in un certo senso. I “diversi” sono sempre stati perseguitati nella storia, nonostante “ diverso “ abbia sempre avuto un significato diverso in ogni momento della storia.
Altra strana tendenza della storia, però, è quella di ripetersi. Il mare può anche avanzare e inghiottire la terra, ghermirla e affondarla, ma prima o poi dovrà cedere di nuovo spazio alla sabbia del litorale.
E così, in questo circolo imperfetto e inarrestabile, il tempo crea cerchi concentrici, sempre più ampi, sempre più irregolari, sempre più imperfetti.
Ed è proprio il tempo che genera l’imperfezione e, di conseguenza, la differenza. Se la perfezione dovesse esistere come valore oggettivo imprescindibile, allora ognuno, cercando di raggiungerla, entrerebbe nei canoni che la società impone, dando vita ad una sterminata serie di creature stereotipate, che si adeguano e che, di conseguenza, si sottomettono.
Perché adeguarsi è sottomettersi, in fondo.
Rendersi simili ad altri, solo per essere accettati, è un modo come un altro per ammettere la propria inferiorità.
Cercare la forza nel gruppo, come le bestie più infime, è sintomo di mancanza di fiducia in se stessi.
Perché se davvero io credo di essere migliore, se davvero io credo di essere un individuo degno di esistere, non dovrei essere insicuro di ciò che faccio?
Non esistono certezze, in questa vita. L’infallibilità non esiste, e anche quella papale è solo un residuo di ciò che era la lotta per le investiture nel ‘400. Il tempo muta, e con esso le convinzioni.
Per secoli gli uomini hanno creduto che la terra fosse il centro dell’universo. Era forse così ? No.
O almeno, non è così per quanto ne sappiamo noi. Potrebbe non esistere nemmeno un universo inteso come luogo di materia, per intenderci.
Noi oggi crediamo di sapere misurare il tempo, ma ne abbiamo davvero la certezza? Come possiamo averla ?
Siamo davvero sicuri che il tempo sia commensurabile ?
Abbiamo forse un qualche senso, una qualche percezione che ci permette di determinare il passare dei secondi ?
Non credo proprio. In effetti, non sappiamo dire se effettivamente il tempo scorre, o ciò che vediamo è solo un illusione, un inganno dei nostri sensi.
Tutto cambia, tutto passa. Che cambi attraverso il trascorrere del tempo, che cambi attraverso la variazione dell’individuo, che cambi per via di un inversione del punto di vista di partenza, poco importa.
Tutto ciò che sale, prima o poi cade. Tutto ciò che affonda, prima o poi, torna a galla.
La fenice, dopo essere caduta, rinasce poi con più vigore, dalle sue stesse ceneri.
E come essa, io tornerò al trionfo. Con la differenza che io non sono mai caduto.
Come dite? Secondo contro Leone voi ho perso?
Mah, io invece credo proprio di no…
Questione di punti di vista...
[Modificato da MeltdownMachine 31/05/2006 20.21]