Resoconto Raduno Rifugio Tifeo

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Meredith Kalevala
00lunedì 5 dicembre 2011 15:40
03.04 /12/1011
Sono arrivata sul luogo verso l’undicesima ora. Nello stesso momento arrivarono il Capitano Eskel, il Sergente Calgara, il Conte Leopold con una sua barda Briana, e per finire Messer Dedalo con un suo allievo mago Jack.
Devo dire che è stato un raduno interessante, sono successe molte cose, spero di ricordarmi tutto.
Comunque continuo, prima di entrare in taverna Leopold ci rende omaggio con un suo spettacolo, interrotto, però dall’arrivo di un uomo e una donna, lui è un mercante, lei la sua assistente, la ragazza appare spaventata, tra le mani ha un’arma infuocata. Subito Leopold ed io ci accorgiamo del “disagio” della donna, che continuava a dire che non era successo nulla, a quel punto l’uomo ci mostra degli oggetti, alcuni di essi appartenenti ad Amos delle ceneri, altre spille, poi ci mostra uno scrigno dalle fatture elfiche, all’inizio sembrava non volersi liberare di ciò perché quello oggetto era importante per lui, ma subito scopriamo che è un trucco per liberarsi di ciò. Cerchiamo di farci dire cosa sa sullo scrigno, ma otteniamo solo poche informazioni inutili. Alla fine riusciamo a convincerli che possiamo aiutarli se solo ci comunicano le giuste informazioni, al quel punto i due sembrano dire tutto soprattutto nel momento in cui Leopold inizia a mostrargli qualche argento.
Il mercante ci racconta di aver trovato questo scrigno in una tomba, vicino al Vulcano, quando deciso di ritornare indietro si trovano davanti cinque uomini e una donna, tre dei quali vestiti da argento, potete capire benissimo che i tre sono Argenteus, Lady Balesh e Maximus.
Detto ciò capiamo che è meglio comprare realmente lo scrigno anche per aiutare i due malcapitati, i due decidono di andare via, ma sono fermati dal Mago Dedalo, che compra degli oggetti tra cui un anello dalle fatture elfiche. Finiti i loro affari, i due vanno via.
Dopo Leopold prova in tutti i modi ad aprire lo scrigno, senza risultati, infatti, lo scrigno può essere aperto soltanto da una chiave. Decidiamo quindi di nascondere l’oggetto; usciamo dalla taverna e lo nascondiamo in un luogo sicuro. Torniamo in taverna pensiamo a cosa fare nel momento in cui arrivano Argenteus e i suoi compagni, in quel momento il capitano Eskel ci ricorda del suo anello, e li, finalmente aggiungerei, ci informa cosa fa e come funziona quest’anello. L’anello gli è stato dato dal priore dell’ordine dei cavalieri delle lacrime e del sangue, ci spiega che i ravenant sono immuni a tutti, e potenti, ma tramite quest’anello e a una formula detta del momento in cui appare il ravenant, lui riesce a indebolirlo per dieci secondi, in questo lasso tempo il revenant non è più immune a nulla. Domandiamo a Eskel se nel momento in cui lui cade durante un combattimento, se l’anello lo può utilizzare solo lui, e lui dichiara che l’unico che può utilizzare l’anello altre a egli è il sergente Calgara, non sa cosa può capitare se lo possiede un’altra persona. Però per sicurezza Eskel ci da la formula per attivare i poteri dell’anello; la formala è questa “ Dolendo novit mortalis vitam, dolendo disciti mori mortali”ripetuta tre volte. Continuiamo a parlare della strategia, ma avviene la stessa cosa che è successa al raduno di Villaggio Bonaccia, si spengono le luci e appare un angelo. Resto seduta, dove sono, lo riconosco, è l’angelo della mia amata Dea, mi guarda e dopo aver brevemente parlato con Eskel, si avvicina a me. L’angelo mi saluta, m’informa che stava cercando me, e che devo andare con lui, ho accettato subito, senza timore sotto gli occhi un pò preoccupati dei presenti, lo stesso angelo mi disse “ sembra che ti fidi di me” la mia risposta è stata “ sei un angelo della mia amata Dea”. Nel momento in cui ci troviamo distanti dagli altri, mi dice che durante il raduno estivo ci avevano chiesto di fare delle cose, una di queste ancora si ostina ad arrivare, capisco subito che parla del rituale delle erbe, a quanto pare il rituale non è proprio riuscito bene. L’angelo mi dice che le erbe sono importanti per la sopravvivenza degli uomini, e mi chiede se sono disposta a dare la mia vita per far crescere le erbe, e dunque aiutare l’uomo. La mia risposta è stata sì, lui mi sorride, e mi dice che mi da una possibilità di salvezza, ho mezz’ora per trovare una tra le più importanti erbe, la scrofulara acquatica, se la trovo, dovrò consacrare e ritualizza il terreno e far rinascere le erbe, detto ciò l’angelo va via. Torno in taverna spiego a tutti cosa è successo, subito dopo scortata da Eskel e Calgara, vado a cercare l’erba, la trovo. Giunge di nuovo l’angelo mi chiede i precetti della mia Dea, domanda facile poiché vivo per quest’ultima. Dopo mi avverte che non basta solo la scrofularia acquatica, ma devo trovare almeno un’altra erba che appartiene al rank uno, la ricerca sembra abbastanza difficile, il luogo e grande, l’angelo mi da una mano, da ai presenti la possibilità di aiutarmi, dando loro la possibilità di riconoscere le erbe, tutti si mettono a cercare, troviamo due erbe rank uno, l’aloe e il meliloto. Trovate le erbe, l’angelo mi dice che devo bruciarle nel momento della consacrazione. Mi appresto a fare la consacrazione del terreno, parlando sinceramente a voi miei cari confratelli, ero spaventata di non riuscire a farcela. M’inginocchio richiamo l’aiuto della mia Dea, prego che mi dia la forza di far crescere tutte le erbe in Elavia, l’angelo s’inginocchia vicino a me, mi da le erbe da bruciare, appena compiuto il gesto, le erbe vengono sigillate dall’angelo che me lì da, e mi dice di proteggerle perché vi è rinchiuso tutto il potere delle erbe e non deve essere spezzato il sigillo. In fine mi dice che sto facendo un ottimo lavoro, che devo continuare cosi, poi aggiunge una frase, che ha spaventato i presenti, ma calmato me, affronterò molte cose, probabilmente mi porteranno alla morte, non so quando, ma sarai tra le braccia di Elaudia. Gran Sacerdotessa Meredith, la nostra Dea ti da un dono”, mi ha dato un anello, non so cosa fa, poco m’importa sinceramente, è già un dono di grande valore per me, poiché è il dono della mia amata Elaudia.
L’angelo mi dice il suo nome, Panormus, l’ormeggio finale, ultimo angelo di Elaudia, e capo degli angeli, da lui inizia e finisce tutto; mi dice inoltre, di dire all’armata del lupo di sbrigarsi a fare il rituale, poiché il tempo stringe e a loro manca ancora due gemme. Prima di andarsene mi dice, non voglio vedere gente soffrire, sono sempre un angelo di Elaudia.
L’angelo ha ragione il tempo stringe, informo tutti delle sue parole, inizia a ripassare il rituale, ma siamo interrotti dall’arrivo di un uomo sotto aura, servo di Argenteus, al collo ha una chiave, iniziamo a parlare con lui, vuole lo scrigno, gli diciamo che non sappiamo di cosa parla, lui ci dice che sa che è nelle nostre mani, ha incontrato il mercante. Leopold dice all’uomo se è lui che voleva sapere dov’era la famosa collana che argenteus vuole, l’uomo dice di si. A questo punto Leopold si rivolge a me e a Eskel, ci domanda se anche a noi quest’uomo ha detto che qualcuno delle altre gilde vuole la nostra testa, eskel dice che una cosa simile è stata detta se non erro ad Adam, a noi sappiamo tutti che è stato detto anche alla nostra capogilda. Leopold a questo punto dice all’uomo che non ci farà mette gli uni contro gli altri, e anche se sa chi ha la collana che cercano non glielo dirà mai. (Tranquilli, più in la scopro che Leopold sa ancora che la collana è nelle mani di Isabeau ;))
L’uomo prima di poter fare qualcosa viene attaccato da Leopold, prendiamo la chiave, e nel momento in cui l’armata si occupa dell’uomo, Leopold ed io decidiamo di andare ad aprire lo scrigno. Arrivati nel luogo dove avevamo in precedenza nascosto lo scrigno, apriamo l’oggetto e all’interno troviamo una lettera che ha come simbolo un cigno e un cofanetto incantato, purtroppo non l’abbiamo potuto aprire. Leggiamo la lettera, che parla di due fratelli della stirpe elfica di Valinor, uniti da sempre che vernivano chiamati " i cigni splendenti ", Melcor l’oscuro prese suo fratello, l’uomo che scrive dunque è un Valinor, leggendo la prima volta intuiamo che scrive a una donna, poi capiamo che scrive a una Dea, se non erro (la lettera per il momento è studiata da un’elfa, che ci darà a breve tutte le informazioni che ci servono).
Decidiamo di ritornare in taverna, arrivati, spieghiamo ai presenti cosa abbiamo trovato, e decidiamo di riportare lo scrigno con dentro una pietra nello stesso luogo dove l’abbiamo nascosto in precedenza, la chiave la nascondiamo in un altro luogo, e stessa cosa vale per il cofanetto.
Passa qualche ora tra lo studio del rituale e le ricerche su cosa potrebbe essere quel cofanetto, il mago dedalo inizia a sentire un canto, si alza e cerca di andare fuori dalla taverna, Leopold ed Eskel, mi dicono che bisogna stordire il mago, poiché ciò che gli sta succedendo avviene sempre in quel luogo e di solito non porta nulla di buono. Eskel stordisce Dedalo, lo portiamo dentro, nel momento in cui si sveglia il mago, continua a sentire questo canto che lo chiama, si alza, il suo allievo prova a stordirlo, ma nessun effetto, Dedalo alza l’aura e si mette in cammino verso il bosco. Cercano di fermalo in tutti i modi, ma anche le armi non riescono a fermarlo, poiché il mago ha l’aura alzata, intervengo prima con le buone, gli dico di restare fermo e che finirà per farsi male, il mago non mi ascolta, quindi passo alle cattive l’attacco con l’arma incantata, cade a terra, lo porto in taverna con l’aiuto degli altri, poi lo curo. Appena si sveglia, mi dice grazie, non sa cosa gli è successo; l’anello che aveva comprato dal mercante e che aveva posato all’interno della sua borsa si è materializzato incantato nella sua mano, poi ha sentito il canto. Nel momento in cui dice ciò, spunta una donna, un elfo che sulla fronte ha lo stesso cigno raffigurato nella lettera trovata all’interno dello scrigno. L’armata prova a fermarla, ma lei si teletrasporta all’interno della taverna si avvicina a Dedalo lo chiama, poi prende l’anello e si avvicina a Leopold, la donna canta, sembra calma, cerchiamo di non farla avvicinare a Leopold, appena si avvicina al Conte gli da l’anello che non viene accettato la donna urla di rabbia, poi sparisce. Capiamo che l’anello comprato dal mago centra qualcosa con il cofanetto, ma non arriviamo in tempo a capire cosa che sentiamo un urlo di una donna, Lady Balesh fuori dalla taverna urla il nome di Edis, e invoca un revenant. Sentite le grida corriamo subito fuori, troviamo davanti a noi Lady Balesh con fulmini e armi avvelenate e il revenant, capiamo che quello che abbiamo davanti è il revenant elfo.
Inizia la battaglia contro il revenant con Eskel che utilizza il suo anello, e noi tutti che in quel momento lo attacchiamo. Lady balesh si avvicina a Briana, la prima volta riusciamo a proteggerla poi viene fulminata, porto Briana al sicuro nel frattempo mentre la curo, al mio arrivo il revenant è lontano che combatte con Eskel e dedalo, calgara e l’altro mago sono a terra. Lady balesh sotto aura si avvicina a me, che vengo protetta da Leopold che mi dice di allontanarmi, inizia una specie di duello tra i due, curo i feriti, lady balesh si avvicina nuovamente, ma sempre Leopold la fa allontanare da me. Eskel e Dedalo riescono con molta fatica a eliminare il ravenant, tornano da noi, ma vedendo le armi avvelenate di Lady Balesh restano fermi, Leopold urla a tutti di strare lontano, se ne occupa lui perché lui resiste al veleno, tutto finisce con Lady Balesh che avvelena Dedalo (per fortuna avevo con me qualche antidoto e tutto si è risolto), poi si ritrova il suo bel faccino rovinato grazie a Leopold, poi va via perdente questa volta.
Passa super giù un’ora dall’arrivo di Lady Balesh, poi spunta Argenteus che vuole lo scrigno e la collana rubata da Turalion, ma nessuno aveva intenzione di dire nulla, ci minaccia, poggia prima su Leopol e poi su di me un fulmine, ma niente è sfuggito alle nostre labbra, tranne qualche battuta di Leopold nei confronti di Argenteus, alla fine Argenteus fulmina Calgara che si era alzato per proteggerci, ma viene curato subito e Argenteus non mi fermata. Argenteus resta con noi, un bel po’, ma il tempo stringe e noi dovevamo fare il rituale, gli astri cosi consigliavano.
Verso la sesta ora del mattino inizia il rituale, a capo ritualista calgara, ritualisti io, Eskel, Leopold e Dedalo. Il rituale riesce più di quanto ci immaginavamo, non solo abbiamo ricevuto la gemma blu, ma è tornata Arya.
Sorge il sole, spunta nuovamente Argenteus, questa volta inizia una lotta, fulmina Calgara, me e Dedalo, rialza Dedalo, altro della battaglia non so dirvi, perché ero stabilizzata, nel momento in cui mi sono ripresa, ho controllato Dedalo, ha una maledizione rank 7.
Quasi a fine raduno io, Arya, Dedalo e Leopold, decidiamo che conviene tenere tutti gli oggetti trovati separati, e ognuno di noi porterà qualcosa, decisione inutile, poiché arriva una missiva del priore dei cavalieri delle lacrime e del sangue che ci farà visita a breve. Arriva il priore ci dice che l’anello apre il cofanetto che contiene il filatterio del revenant elfo, lo apriamo e troviamo delle perle. La mia impressione su quest’ordine è stata buona, ma non abbassiamo la guardia. Il priore si terrà il filatterio, in quanto lo potrà mettere in luogo in cui né Argenteus né Lady Balesh possono arrivare, e quando troveremo gli altri due che mancano, li distruggerà e avrà bisogno del nostro aiuto.
Queste sono le cose successe a questo raduno, spero di non aver dimenticato nulla.

_Ashlian Krymer_
00lunedì 5 dicembre 2011 17:09

Parecchio intenso come raduno...

Più ci avviciniamo al raduno Drepanico e più avremo dei Bealish infuriati...

Occhi aperti e mente aperta...

Sempre.
Gerard Bale
00martedì 6 dicembre 2011 14:40
L'importante è che siete Viva,ben tornata Milady Kalevala *_*







Meredith Kalevala
00mercoledì 7 dicembre 2011 17:58
** guarda Gerard e sorride **

Vi ringrazio

Meredith Kalevala
00mercoledì 7 dicembre 2011 19:50
Lady Bealish per il momento è molto infuriata con Leopold.

Tralasciando ciò, prevedo che il raduno invernale sarà distruttivo e impegnativo.
Speriamo di essere tutti, solo cosi, forse, riusciremo a restare vivi.

Come si dice l'unione fa la forza.

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