26 gennaio 2006
Influenza aviaria: cos’è, come prevenirla e come combatterla
Nicolò Marino Ceci
Casualmente e fortuitamente sono giunto in possesso di un opuscolo distribuito dal ministero della salute in collaborazione con il C.C.M., cioè il Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie sul capitolo influenza aviaria, una sorta di sportello informazioni su questo quanto mai attuale problema, una torcia, per intenderci che aiutasse a far luce su questa difficile questione.
Di conseguenza ho pensato che elaborare un efficace e completo riassunto di tale brochure così da renderlo conoscibile a un pubblico più aperto e vasto di lettori, dato che si tratta di un tema che interessa tutti, mangiatori di carne da pollame e non, sarebbe stata “cosa buona e giusta”. Dunque bisogna doverosamente premettere che abbiamo a che fare con un particolare virus influenzale: i virus influenzali si distinguono infatti in virus del tipo A, B e C.
I primi due subiscono frequenti cambiamenti del loro assetto genetico determinando sempre la comparsa di nuovi e improvvisi stipiti che in quanto tali mettono a dura prova la complessa azione codificatrice-catalogatrice-sanitaria della moderna scienza. Possono pertanto esser definiti i più pericolosi e temibili visto che non è possibile prevedere né il momento, né l’impatto, né il luogo di una loro comparsa.
L’influenza aviaria è un virus influenzale del tipo A, talmente radicato e resistente che anziché di epidemia, si parla di pandemia, che ricorre ogni qualvolta:
1) emerga un nuovo sottotipo virale nei confronti del quale la popolazione non abbia un adeguato patrimonio anticorpale;
2) il nuovo virus sia in grado di replicarsi anche nell’uomo;
3) il nuovo virus sia in grado di trasmettersi efficacemente da uomo a uomo.
Nel 20° secolo ci sono state 3 pandemie, la “spagnola”, l’”asiatica “ e l’”Hong Kong”. L’”OIE”, L’organizzazione mondiale della sanità animale ha definito l’influenza aviaria come “l’influenza che colpisce i polli […]”, quindi un’infezione dei volatili causata da virus influenzali del tipo A. Tuttavia questa influenza non si è sviluppata di recente: il primo caso risale al 1959, in Scozia, poi Hong Kong 1997, 1999 e 2003, con un bilancio inquietante di decine di persone infettate con alcuni morti: l’influenza si è trasmessa dall’animale all’uomo.
I virus dell’influenza aviaria, usualmente, non infettano direttamente gli uomini nè si trasmettono, normalmente, da persona a persona. Tuttavia è inutile nascondere che la trasmissione all’uomo ci può essere come c’è e c’è stata. Le categorie di persone a rischio sono coloro che sono a contatto con animali malati, chi per piacere, chi per lavoro, si pensi ad esempio ai detentori di allevamenti, agli addetti all’attività di allevamento, agli addetti al trasporto di animali vivi, ai macellatori e vaccinatori.
Le vie di trasmissione sono infatti per contatto, diretto (contaminazione delle mucose con sangue, tessuti) e indiretto (contaminazione di mani, occhi, bocca attraverso oggetti e superfici contaminate), tramite droplet e per ingestione di sangue o acqua contaminata. Se contaminati la prima cosa da fare è vaccinarsi con il virus antinfluenzale mentre tra le raccomandazioni per i viaggiatori che si recano in zone affette da influenza aviaria, enumero:
1) rispetto massimo delle regole igieniche e alimentari;
2) non consumare carni crude o poco cotte;
3) evitare contatti con animali vivi o morti;
4) evitare zone rurali;
5) se infettati, rivolgersi al proprio medico di fiducia e fare quanto prescrive.
Infine è duopo segnalare alcune altre raccomandazioni per i consumatori come:
-comprare polli garantiti per origine e provenienza;
-leggere con attenzione l’etichetta per controllare la provenienza;
-assicurarsi che la cottura della carne sia ben completa;
-lavarsi sempre accuratamente le mani dopo aver toccato alimenti crudi.
In Italia ci sono stati in Italia focolai di influenza aviaria, ma anche se e bassa patogenicità, non devono farci dimenticare che se c i sono stati, potrebbero esserci ancora, perciò nei limiti del possibile, la miglior cura è la prevenzione. Visto che sapere è potere, vi consiglio di consultare i siti:
www.who.it, www.ministerosalute.it, www.ccm.ministerosalute.it e
www.fimmg.org.