ma...queste europee??

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DarkWalker
00lunedì 23 marzo 2009 18:14
Europee I democratici non schiereranno "candidati di bandiera" alle europee. Una riunione ha fissato le linee-guida. Lunedì si decide sui nomi e, fra questi, c'è il caso Bassolino. Resta anche il nodo della collocazione a Bruxelles: molti ex Margherita vorrebbero rimandare tema, ex-diessini no. Franceschini si muove con cautela, non vuole che il tema torni ad essere motivo per piantare "bandierine" dentro al partito


Niente candidati "di bandiera", cioé i "big" che si dimettono dall'Europarlamento il giorno dopo le elezioni; prese di posizioni nette per scongiurare il più possibile il rischio-astensionismo. Sono queste alcune delle linee-guida emerse durante la riunione di giovedì sera tra Dario Franceschini e lo stato maggiore del Pd, durante la quale si è ragionato a partire dai sondaggi elaborati da Nando Pagnoncelli.

Una riunione che, secondo quanto viene riferito, non ha invece affrontato il tema della collocazione europea del Pd, nodo ancora irrisolto nonostante la formula di massima indicata dal segretario già il giorno della sua elezione all'assemblea costituente. "Non entreremo nel Pse, ma non potremo mai stare in luogo in cui non ci siano con noi i socialisti europei". Su questo tema molti ex-Margherita preferirebbero lasciare le cose come stanno fino alle elezioni di giugno, ma gli ex Ds premono invece perché si arrivi ad una soluzione nelle prossime settimane.

Per quanto riguarda le candidature, giovedì sera è stato messo a punto il regolamento che lunedì dovrà essere approvato dalla direzione del partito. Un meccanismo che, sostanzialmente, dovrebbe escludere le candidature di tutti coloro che hanno già incarichi istituzionali o in Parlamento: questo significa fuori i parlamentari, i presidenti di Regioni e Province, i sindaci. A meno che non decidano di dimettersi.
Di fatto, questo meccanismo taglia fuori gli amministratori locali, che difficilmente si dimetteranno per un seggio all'Europarlamento, ma anche la gran parte dei parlamentari e, dunque, dei massimi dirigenti del partito.

Lunedì sera dovrebbe dunque essere il giorno decisivo anche per sciogliere il dilemma su Antonio Bassolino. Che egli sogni Strasburgo è una certezza, che il sogno sia concretizzabile non dipende da lui. Il segretario Franceschini parrebbe più morbido nei suoi confronti rispetto a Veltroni, ma potrebbe essere bloccato dallo stop a sindaci e presidenti di Regione. La domanda cruciale che circola tra i vertici nazionali del Pd è: partendo dal presupposto che, per ottenere voti alle Europee ed evitare il bagno di sangue, bisogna puntare su uomini radicati nel territorio, inserire Bassolino in lista è utile a perseguire questo scopo? Porta o toglie voti? È questo in sostanza il quesito a cui risponderanno lunedi'. Sono in tanti ad attendere. Perché nel caso in cui ai governatori venga detto di no, il capolista al Sud per il Pd potrebbe essere Massimo D'Alema o Franco Marini. Una sorta di usato sicuro, anche se appare difficile che D'Alema possa scegliere di lasciare di nuovo il Parlamento italiano per andare in Europa.

Per ora, tra i "big", l'unico nome che viene dato per molto probabile come capolista è quello di Piero Fassino. Altro nome che sembra molto probabile è quello di Goffredo Bettini, mentre in forse è il sindaco di Firenze Leonardo Domenici. La candidatura di Fassino, peraltro, rientrerebbe in uno schema in cui l'ex segretario Ds otterrebbe un ruolo di primissimo piano alla guida del gruppo parlamentare che verrà costituito all'Europarlamento. Ma questo, appunto, è il nodo ancora da sciogliere.

Sempre giovedì, Lapo Pistelli si è recato alla riunione del Pse a Bruxelles insieme a Massimo D'Alema. Pistelli, che era in rappresentanza del segretario Franceschini, da mesi lavora al "dossier" dei rapporti tra Pd e Pse ma va detto che lo schema di possibile intesa che aveva abbozzato (il Pd che resta fuori dal Pse ma costruisce un gruppo insieme ai socialisti) aveva nei mesi scorsi incontrato la resistenza di ex popolari e rutelliani. Per ora Pistelli ribadisce la formula usata dal segretario, in Europa "con i socialisti, ma non nel Pse", precisando che la traduzione concreta di questo principio-guida non è ancora stata trovata.

L'idea del gruppo autonomo del Pd federato con il Pse, però, sembra perdere quota e tra alcuni deputati che nei mesi scorsi si erano battuti contro l'ingresso nel gruppo Pse si fa strada la convinzione che, alla fine, il partito "entrerà nei socialisti" per mancanza di alternative praticabili. Il problema è che alcuni "singoli" potrebbero decidere di aderire a titolo personale ai liberaldemocratici.
In alternativa, dal giro rutelliano si suggeriva di rinviare ogni valutazione a dopo il voto, quando si potrà ragionare anche in base ai risultati elettorali. Tesi che però non convince gli ex Ds, che chiedono di definire la faccenda prima della campagna elettorale.
Franceschini si muove con cautela, non vuole che il tema torni ad essere motivo per piantare "bandierine" dentro al partito, ma nemmeno ha intenzione di trascinare la questione irrisolta fino al giorno del voto.

da aprile online

Ormai dovrebbero sbrgarsi a sciogliere questo nodo...inaccettabile la proposta di pèroscrastinare la decisione fino a dopo il voto. Pessima l'eventualità di candidare un Bassolino.
Armilio1
00lunedì 23 marzo 2009 19:10
E' un nodo rappresentativo della "identità fantasma" piddina. A me andrebbe bene o Pse o al massimo partito liberale.
-Giona-
00giovedì 9 aprile 2009 12:46
Arriva Cofferati
corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2009/9-aprile-2009/cofferati-sara-capolista-europee--15011687447...

elezioni
Cofferati sarà capolista alle Europee
Franceschini: ho superato le resistenze di Sergio

Correrà nel collegio Nord-Ovest. Malumori nel Pd

Adesso è ufficiale: il sindaco di Bologna Sergio Cofferati sarà candidato come capolista del Partito democratico alle Europee nel collegio del Nord-Ovest. A togliere gli ultimi dubbi è stato ieri sera il segretario del Pd, Dario Franceschini. «Noi abbiamo bisogno di personalità — ha detto da Roma — che per storia, popolarità e competenza guidino le nostre liste alle elezioni europee. Penso che Cofferati abbia tutte queste caratteristiche per guidare la lista nelle circoscrizioni in cui è nato, ha vissuto ed è tornato ad abitare». Per la verità il sindaco, che è nato a Sesto e Uniti in provincia di Cremona, non è ancora andato a vivere a Genova, dove raggiungerà la famiglia al termine del mandato da sindaco, ma queste sono sottigliezze. La sostanza è che, nonostante le molte critiche esplicite fatte da autorevoli esponenti del Pd al destino europeo del Cinese (tra gli altri sono intervenuti il presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, e del presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati) il dado che porta Cofferati da Bologna a Strasburgo è ormai tratto. «Ho chiesto a Cofferati di accettare la candidatura — ha spiegato ieri Franceschini — superando le sue resistenze più volte ribadite, legate alle sue scelte personali e alla decisione di non ricandidarsi alla guida del Comune di Bologna. Ed oggi lo ringrazio per aver dato al partito la sua disponibilità». Inutile girarci intorno, il tema è delicato anche per il Pd di Bologna, che ha spiegato alla città che Cofferati non si ricandidava ad un secondo mandato per motivi privati.

NO COMMENT - E forse è anche per questo che tutti i più alti dirigenti del Pd ieri hanno preferito non commentare la notizia, rimandando ad oggi ogni dichiarazione. Poco prima che la candidatura del sindaco all’Europarlamento fosse ufficiale, era stato invece l’ex parlamentare del Pd Andrea Papini a criticare aspramente la scelta del suo partito. Questo il suo ragionamento: «L’addio di Cofferati per ragioni personali, che ora presumo siano venute meno, ha impedito un dibattito politico nel partito sui risultati del suo mandato. E secondo me questo spiega la nascita di una lista civica a sostegno di Delbono che però chiede discontinuità dal lavoro di questa amministrazione». Di più: «I partiti — ha detto Papini — vivono di credibilità e questo vale anche per il Pd di Bologna. La candidatura del sindaco in Europa è una presa in giro per i bolognesi, paragonabile per certi versi a quella di Berlusconi che si candida pur sapendo che non andrà all’Europarlamento. Inoltre, si preparano destinazioni europee anche per quei dirigenti che hanno portato qui Cofferati. Questa situazione danneggerà Delbono a meno che egli non punti i piedi smarcandosi chiaramente dal suo predecessore». Ieri intanto il Pd dell’Emilia-Romagna ha approvato le proposte sulle candidature europee nel collegio Nord-Est da portare a Roma. E tutto è andato secondo previsione: a correre per Strasburgo saranno l’attuale segretario regionale del Pd, Salvatore Caronna e Vittorio Prodi, l’ex presidente della Provincia, che ha già un mandato in Europa alle spalle.

Olivio Romanini
olivio.romanini@rcs.it
09 aprile 2009
__________________

E così Cofferati non è tornato in Pirelli e non si dedicherà esclusivamente alla famiglia dopo la scadenza del mandato. Del resto c'era da aspettarselo: lui è un pezzo troppo grosso ed è ancora troppo popolare, malgrado tutto, perché il partito possa rinunciarvi.
DarkWalker
00mercoledì 15 aprile 2009 10:37
Re: Arriva Cofferati
-Giona-, 09/04/2009 12.46:

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2009/9-aprile-2009/cofferati-sara-capolista-europee--1501168744783.shtml

elezioni
Cofferati sarà capolista alle Europee
Franceschini: ho superato le resistenze di Sergio

Correrà nel collegio Nord-Ovest. Malumori nel Pd

Adesso è ufficiale: il sindaco di Bologna Sergio Cofferati sarà candidato come capolista del Partito democratico alle Europee nel collegio del Nord-Ovest. A togliere gli ultimi dubbi è stato ieri sera il segretario del Pd, Dario Franceschini. «Noi abbiamo bisogno di personalità — ha detto da Roma — che per storia, popolarità e competenza guidino le nostre liste alle elezioni europee. Penso che Cofferati abbia tutte queste caratteristiche per guidare la lista nelle circoscrizioni in cui è nato, ha vissuto ed è tornato ad abitare». Per la verità il sindaco, che è nato a Sesto e Uniti in provincia di Cremona, non è ancora andato a vivere a Genova, dove raggiungerà la famiglia al termine del mandato da sindaco, ma queste sono sottigliezze. La sostanza è che, nonostante le molte critiche esplicite fatte da autorevoli esponenti del Pd al destino europeo del Cinese (tra gli altri sono intervenuti il presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, e del presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati) il dado che porta Cofferati da Bologna a Strasburgo è ormai tratto. «Ho chiesto a Cofferati di accettare la candidatura — ha spiegato ieri Franceschini — superando le sue resistenze più volte ribadite, legate alle sue scelte personali e alla decisione di non ricandidarsi alla guida del Comune di Bologna. Ed oggi lo ringrazio per aver dato al partito la sua disponibilità». Inutile girarci intorno, il tema è delicato anche per il Pd di Bologna, che ha spiegato alla città che Cofferati non si ricandidava ad un secondo mandato per motivi privati.

NO COMMENT - E forse è anche per questo che tutti i più alti dirigenti del Pd ieri hanno preferito non commentare la notizia, rimandando ad oggi ogni dichiarazione. Poco prima che la candidatura del sindaco all’Europarlamento fosse ufficiale, era stato invece l’ex parlamentare del Pd Andrea Papini a criticare aspramente la scelta del suo partito. Questo il suo ragionamento: «L’addio di Cofferati per ragioni personali, che ora presumo siano venute meno, ha impedito un dibattito politico nel partito sui risultati del suo mandato. E secondo me questo spiega la nascita di una lista civica a sostegno di Delbono che però chiede discontinuità dal lavoro di questa amministrazione». Di più: «I partiti — ha detto Papini — vivono di credibilità e questo vale anche per il Pd di Bologna. La candidatura del sindaco in Europa è una presa in giro per i bolognesi, paragonabile per certi versi a quella di Berlusconi che si candida pur sapendo che non andrà all’Europarlamento. Inoltre, si preparano destinazioni europee anche per quei dirigenti che hanno portato qui Cofferati. Questa situazione danneggerà Delbono a meno che egli non punti i piedi smarcandosi chiaramente dal suo predecessore». Ieri intanto il Pd dell’Emilia-Romagna ha approvato le proposte sulle candidature europee nel collegio Nord-Est da portare a Roma. E tutto è andato secondo previsione: a correre per Strasburgo saranno l’attuale segretario regionale del Pd, Salvatore Caronna e Vittorio Prodi, l’ex presidente della Provincia, che ha già un mandato in Europa alle spalle.

Olivio Romanini
olivio.romanini@rcs.it
09 aprile 2009
__________________

E così Cofferati non è tornato in Pirelli e non si dedicherà esclusivamente alla famiglia dopo la scadenza del mandato. Del resto c'era da aspettarselo: lui è un pezzo troppo grosso ed è ancora troppo popolare, malgrado tutto, perché il partito possa rinunciarvi.




le critiche su cofferati mi sembrano ingiustificate.
Pare che alla fine il pd si federerà con il pse.

Penso che a queste europee sia fondamentale votare la sinsitra moderata in modo da tagliarele estreme, che fondamentalmente non hanno soluzioni pratiche ai problemi ma solo protesta, e cambiare gli attuali vertici di centrodestra che, oltre essere strabordanti già nel Consiglio, sono gli stessi vertici che hanno fondato la loro azione nell' "era" del neoliberismo.
Granduca di Milano
00sabato 18 aprile 2009 09:13
Fino a che l'Europa non si doterà di un parlamento che veramente possa legiferare e non una buffonata inutile come quella attuale per mè si può candidare qualsiasi Pinco Panco che non me ne frega niente, sono elezioni inutili.
DarkWalker
00sabato 18 aprile 2009 21:17
Re:
Granduca di Milano, 18/04/2009 9.13:

Fino a che l'Europa non si doterà di un parlamento che veramente possa legiferare e non una buffonata inutile come quella attuale per mè si può candidare qualsiasi Pinco Panco che non me ne frega niente, sono elezioni inutili.




questo è un modo di pensare ampiamente suffragato dai governi italiani che mistificano le azioni positive dell'unione e fanno di tutto per ostacolarne il rapporto coi cittadini. Il govenro attuale ha persino rifiutato i fondi europei in modo che si vada alle elezioni del parlamento il più bendati possibile, senza sapere cosa propongono le varie forze cui i paritti nazionaloi aderiscono.
Detto questo, non è una buffonata in quanto è l'unico rogano rappresentativo delle popolazioni, il fatto che non abbia potere legislativo non implica una mancanza di importanza.

Anzi la migliore, se non unica, via per reagire veramente alla crisi è una partecipazione informata a queste elezioni in modo che l'Ue si dia una mossa invece che rimanere al palo così come è ora, senza sfruttare non dico il potenziale politico ma almeno quello economico.
Cosa che sarà possibile con una nuova Commissione, che viene eletta dal parlamento. La commissione ha quel potere di proposta legislativa necessario a far progredire la CE...
Quello che invece in questi anni è successo è che la commissione Barroso, per essere sicura di veder passate le proprie proposte ed anche di essere rivotata, ha fatto lo zerbino degli stati (consiglio) venendo meno a quel compito di motore che dovrebbe aver.
Nuovo parlamento, nuova commissione.
la ciste
00martedì 5 maggio 2009 23:19
Forse ho il difetto di far funzionare il cervello ma credevo che l'inserimento del Partito Democratico al Partito Democratico Europeo fosse una cosa quasi automatica: e non per motivi di nome ma perchè entrambi si ispirano al Partito Democratico americano e quindi fondamentalmente avranno gli stessi ideali. Ma forse qualcosa mi è sfuggita.
DarkWalker
00mercoledì 6 maggio 2009 00:31
Re:
la ciste, 05/05/2009 23.19:

Forse ho il difetto di far funzionare il cervello ma credevo che l'inserimento del Partito Democratico al Partito Democratico Europeo fosse una cosa quasi automatica: e non per motivi di nome ma perchè entrambi si ispirano al Partito Democratico americano e quindi fondamentalmente avranno gli stessi ideali. Ma forse qualcosa mi è sfuggita.




ehm forse perchè entrambi non si ispirano al partito democratico americano e perchè la maggior parte degli iscritti e dei votanti viene dai ds, fino a ieri parte del pse?
la ciste
00mercoledì 6 maggio 2009 20:02
Re: Re:
DarkWalker, 06/05/2009 0.31:




ehm forse perchè entrambi non si ispirano al partito democratico americano e perchè la maggior parte degli iscritti e dei votanti viene dai ds, fino a ieri parte del pse?




Io in wikipedia ho letto diversamente. Tu hai altre fonti migliori? Allora linkale.
DarkWalker
00giovedì 7 maggio 2009 01:04
Re: Re: Re:
la ciste, 06/05/2009 20.02:




Io in wikipedia ho letto diversamente. Tu hai altre fonti migliori? Allora linkale.



?
Perchè, se non ci fossero fonti da linkare questo vorrebbe dire qualche cosa?
In ogni caso ho guardato su wikipedia e non ho letto di un tale parallelismo, mentre che l'attuale partito democratico nasce dalla fusione di due partiti di cui uno prima sicirtto al PDE e un altro, maggioritario, iscritto al PSE è un fatto.
Che fosse così automatico che un partito si iscrivesse nella stessa controparte europea di una sua corrente, per altro neanche maggioritaria all'interno del partito, non è una cosa così automatica. Purtroppo non ho nè il tempo, nè la voglia, di andare a cercare un link che descriva questo passaggio logico. E neanche la necessità, magari perchè "forse ho il difetto di far funzionare il cervello"....
niente polemica eh [SM=x751538]
princepsoptimus
00giovedì 7 maggio 2009 15:28
ciste 6 nuovo?
la ciste
00sabato 9 maggio 2009 18:05
Re: Re: Re: Re:
DarkWalker, 07/05/2009 1.04:



?
Perchè, se non ci fossero fonti da linkare questo vorrebbe dire qualche cosa?
In ogni caso ho guardato su wikipedia e non ho letto di un tale parallelismo, mentre che l'attuale partito democratico nasce dalla fusione di due partiti di cui uno prima sicirtto al PDE e un altro, maggioritario, iscritto al PSE è un fatto.
Che fosse così automatico che un partito si iscrivesse nella stessa controparte europea di una sua corrente, per altro neanche maggioritaria all'interno del partito, non è una cosa così automatica. Purtroppo non ho nè il tempo, nè la voglia, di andare a cercare un link che descriva questo passaggio logico. E neanche la necessità, magari perchè "forse ho il difetto di far funzionare il cervello"....
niente polemica eh [SM=x751538]




Perchè ti da così fastidio che ti chieda di linkare le tue fonti? Se uno cerca delle fonti su internet non ha cervello? Cmq allora vuol dire che non hai letto bene, in entrambe le pagine dice chiaramente che si ispirano al partito democratico americano.
DarkWalker
00sabato 9 maggio 2009 22:05
Non sono infastidito, trovo inutile linkare fonti, errato presupporre che il pensiero altrui provenga direttamente da qualche pagina web e pure che la validità di questo sia espressione del tipo di fonte scelta. Tanto più se si premette di saper far funzionare il cervello, che è una attività difficilmente linkabile.

PD (centro sinistra)
Ideologia: socialdemocrazia, liberalismo sociale, cristianesimo sociale

PDE: (centro)
Ideologia politica Centrismo,
Liberalismo sociale

PD am:(centro sinistra)
Ideologia Progressismo
liberalismo sociale
Socialdemocrazia

I tre partiti non sono omogenei nè per collocazione politica, nè per ideali e tanto meno per l'operato degli ultimi decenni. Da qui l'errata concezione di automatismo del confluire del primo nel secondo.
la ciste
00domenica 10 maggio 2009 00:27
Bè se potessi linkare un libro te lo chiederei, ma fino ad ora non è possibile. Secondo le tue descrizioni i tre partiti non sono omogenei ma non totalmente diversi, in ogni caso sia sia il PD italiano sia il PD europeo si sono ispirati, a detta dei loro fondatori, al PD americano. Se non fosse esistito il PD americano gli altri due non esisterebbero.
DarkWalker
00domenica 10 maggio 2009 00:59
linkare, citare: perchè?

i tre partiti saranno anche simili, capirai, ma seguono strade autonome, motivo per cui non ci sono mai state queste basi da "grande famiglia" per ritenere il passaggio pd-pde una tappa obbligata.
Vota DC
00domenica 10 maggio 2009 01:25
Re:
la ciste, 05/05/2009 23.19:

Forse ho il difetto di far funzionare il cervello ma credevo che l'inserimento del Partito Democratico al Partito Democratico Europeo fosse una cosa quasi automatica: e non per motivi di nome ma perchè entrambi si ispirano al Partito Democratico americano e quindi fondamentalmente avranno gli stessi ideali. Ma forse qualcosa mi è sfuggita.



Il problema è il PNV.Il partito basco pur di non stare assieme al PP è andato con il PDE.Recentemente il PSOE si è spostato su posizioni fascistoidi (accordandosi con gli ex franchisti) e quindi la parte socialista del PD per solidarietà verso i socialisti spagnoli non vuole stare in gruppo assieme al PNV.
la ciste
00lunedì 11 maggio 2009 01:26
Re:
DarkWalker, 10/05/2009 0.59:

linkare, citare: perchè?

i tre partiti saranno anche simili, capirai, ma seguono strade autonome, motivo per cui non ci sono mai state queste basi da "grande famiglia" per ritenere il passaggio pd-pde una tappa obbligata.




Allora uno può dire che il PDE è fascista tranquillamente.
la ciste
00lunedì 11 maggio 2009 01:28
Re: Re:
Vota DC, 10/05/2009 1.25:



Il problema è il PNV.Il partito basco pur di non stare assieme al PP è andato con il PDE.Recentemente il PSOE si è spostato su posizioni fascistoidi (accordandosi con gli ex franchisti) e quindi la parte socialista del PD per solidarietà verso i socialisti spagnoli non vuole stare in gruppo assieme al PNV.




Vota DC saresti interessato ad amministrare un sito web sulla storia dell'unione europea?
DarkWalker
00lunedì 11 maggio 2009 10:41
Re: Re:
la ciste, 11/05/2009 1.26:




Allora uno può dire che il PDE è fascista tranquillamente.




?
la ciste
00lunedì 11 maggio 2009 17:49
Re: Re: Re:
DarkWalker, 11/05/2009 10.41:




?




Tanto mica ho bisogno di prove per dirlo [SM=x751525]
princepsoptimus
00lunedì 11 maggio 2009 17:57
Re: Re: Re: Re:
la ciste, 11/05/2009 17.49:




Tanto mica ho bisogno di prove per dirlo [SM=x751525]




non riesci allora a fare un ragionamento logico senza prove???

la ciste
00martedì 12 maggio 2009 00:26
Re: Re: Re: Re: Re:
princepsoptimus, 11/05/2009 17.57:




non riesci allora a fare un ragionamento logico senza prove???





Cioè è logico dire che il PD italiano non deve entrare nel PD europeo e che entrambi non si sono ispirati al PD americano. Possibile: molti partiti che si chiamano Partito Democratico fanno parte del PPE, ma che cavolo c'entra la logica? Domanda retorico ovviamente.
-Kaname-chan
00mercoledì 20 maggio 2009 17:46
Re: Re: Arriva Cofferati
DarkWalker, 15/04/2009 10.37:




le critiche su cofferati mi sembrano ingiustificate.
Pare che alla fine il pd si federerà con il pse.



Anche perché è ormai evidente che la componente centrista del PD si è praticamente liquefatta. Intendiamoci, non le personalità politiche che anzi riscuotono molto appeal in quanto "outsider" rispetto ai vecchi baroni, ma proprio gli elettori. Gente come Renzi ha preso i voti alle primarie dai diessini. Quelli che votavano margherita invece sono migrati in buona parte all'UDC, che a sua volta, come dicemmo subito dopo le elezioni, ha perso i voti più conservatori a favore del PDL.
Se si pubblicassero sondaggi riguardo a quanta forza avrebbero conservato ex DS ed ex margherita nel PD scopriremmo sicuramente che il peso specifico della margherita, che a partiti divisi valeva 1/3 del PD (10% margherita e 20% DS) si è piuttosto ridotto e il PD raggiunse il 30% sono massacrando la SA

princepsoptimus
00mercoledì 20 maggio 2009 20:06
Re: Re: Re: Arriva Cofferati
-Kaname-chan, 20/05/2009 17.46:



Anche perché è ormai evidente che la componente centrista del PD si è praticamente liquefatta. Intendiamoci, non le personalità politiche che anzi riscuotono molto appeal in quanto "outsider" rispetto ai vecchi baroni, ma proprio gli elettori. Gente come Renzi ha preso i voti alle primarie dai diessini. Quelli che votavano margherita invece sono migrati in buona parte all'UDC, che a sua volta, come dicemmo subito dopo le elezioni, ha perso i voti più conservatori a favore del PDL.
Se si pubblicassero sondaggi riguardo a quanta forza avrebbero conservato ex DS ed ex margherita nel PD scopriremmo sicuramente che il peso specifico della margherita, che a partiti divisi valeva 1/3 del PD (10% margherita e 20% DS) si è piuttosto ridotto e il PD raggiunse il 30% sono massacrando la SA





anche più di 10 e 20%... ricordo che i ds erano a quota 25 e margherita poco sopra il 10...
DarkWalker
00mercoledì 17 giugno 2009 10:55
Democratici e socialisti aderiscono al gruppo. Ma nel partito già si prevede la spaccatura verso il congresso
ANTONELLA RAMPINO
ROMA
Una volta la si sarebbe definita «la solitudine del leader». Ma forse non è nemmeno questo il caso di Francesco Rutelli che, ieri, come dicono ai piani alti del Pd, è intervenuto alla riunione ristretta ai big del partito - unici assenti Bersani e D’Alema - «per mettere agli atti un’intervista al Corriere della Sera». Definizione tagliente, ma calzante: si trattava di dare il via libera all’adesione dei Democratici a un nuovo gruppo, l’Asde, che è il nuovo rassemblement dei democratici e dei socialisti europei, per non confluire tout-court nel Pse, e bisognava farlo prima del 23, quando scatteranno le procedure d’insediamento dei 21 parlamentari del Pd a Strasburgo. E Rutelli ha messo a verbale la propria contrarietà, che per l’appunto aveva però già ampiamente espresso a mezzo stampa.

Poco importa che Paolo Gentiloni, l’ex ministro delle Comunicazioni del governo Prodi, rutelliano storico nonché Lord protettore del quotidiano «Europa», abbia aggiunto le proprie perplessità a fianco di quelle dell’ex capo: quel che conta è che Gentiloni avesse ufficializzato il dialogo aperto con l’ala franceschiniana accettando di partecipare alla riflessione sul Pd che Veltroni ha convocato per il 2 luglio. Come Luigi Zanda, del resto. Rutelliani di stretta osservanza sono ormai rimasti solo i pasdaran Gianluca Susta e Gianni Vernetti, il sottosegretario agli Esteri che a New York contestò in piazza il suo presidente del Consiglio Prodi perché incontrava negli uffici dell’Onu il mediatore iraniano Larjani. Al parlamentare europeo Milana, sin qui rutelliano ma di radici socialiste, viene attribuita la battuta «io vengo da lì, nel Pse ci sto benissimo».

Da Montecitorio invece Roberto Giachetti dice che «è da un pezzo che Rutelli, il Rutelli sindaco di Roma, il Rutelli fondatore della Margherita, il Rutelli che correva per Palazzo Chigi contro Berlusconi, ha preso le distanze dai rutelliani». Il rimprovero di tutti è «essersi accollato le Binetti e le Baio Dossi». In splendido isolamento, questo vero, ieri era proprio la soprannumeraria dell’Opus Dei a minacciare, se si continua così «noi» usciamo dal Pd. Binetti allude all’Udc e a Pierferdinando Casini, col quale Rutelli si sente spesso, l’ultima volta è stata proprio in occasione dell’intervista al «Corriere» e con lo scopo, pare, di illustrare un’importante iniziativa rutelliana per i primi di luglio. Difficile però che l’ex sindaco di Roma possa muoversi, in quella o in altre direzioni, prima del congresso che è stato fissato per ottobre (e che potrebbe slittare perché i dati del tesseramento non sono buoni, fermi a quota 376 mila).

La riunione al caminetto di ieri ha un po’ placato la «balcanizzazione» nel Pd, destinata a riaprirsi con le urne dei ballottaggi martedì prossimo. Solo se si perdono Bologna e/o Firenze (come non è previsto) Franceschini rinuncerà a candidarsi segretario. A quel punto, si romperebbe l’alleanza con Piero Fassino, che regge anche sull’organizzazione del Pd affidata a un fassiniano come Migliavacca, e che ha indotto il ministro degli esteri ombra a rinunciare a presentarsi al congresso con una propria mozione, come meditava di fare finché sulla poltrona da segretario c’era Walter Veltroni. Ma ieri, discutendo di posizionamenti europei, un sottile distinguo l’ha posto anche Beppe Fioroni, mostrando l’ambizione di condizionare Franceschini.

Degli altri big, assente anche Goffredo Bettini, ufficialmente all’estero. Con Franceschini sono ai ferri corti, e solo il tempo potrà dire se Nicola Zingaretti e Piero Marrazzo, se il presidente della Provincia di Roma e della Regione Lazio saranno davvero tra i bersaniani. Bersani, che secondo Enrico Letta dovrebbe «essere un po’ meno socialdemocratico», parla solo di crisi e di politica economica, come se apprezzasse e insieme temesse l’endorsement a segretario avanzatagli da Massimo D’Alema. Una specie di sfinge, da lupo marsicano che era, Franco Marini. «In Europa avrei preferito aderire a un gruppo autonomo, ma la mediazione raggiunta da Franceschini è la migliore che si potesse avere». Frase che ha diffuso nei più la convinzione che il Grande Vecchio appoggi il suo ex vicesegretario, ai tempi del Ppi.
-Kaname-chan
00sabato 20 giugno 2009 11:13
Spero che Rutelli tolga il disturbo, lui e la Binetti sono ormai fuori posto in quello che è un partito in cui i cattolici rimasti sono tutti "adulti" e poi francamente non credo si porterà via chissà quanti voti soprattutto se gli altri, da Franco Marini a Rosy Bindi ecc. restano. Lo stesso Franceschini era della Margherita quindi l'addio del gruppo di Talebani non può che far bene al PD
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