timeline influenza Aviaria

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marco cotti
00domenica 12 marzo 2006 16:04
La timeline dell’influenza aviaria H5N1

a cura dell’Organizzazione mondiale della sanità


I primi casi in Asia

1996 Il virus ad alta patogenicità
H5N1 viene isolato in un’oca
d’allevamento nella
Provincia del Guangdong,
Cina.
1997 Riferite manifestazioni del virus ad alta patogenicità
H5N1 in pollame di fattorie e mercati di Hong Kong
Riferite infezioni da H5N1 a Hong Kong. Sono 18 i
primi casi umani di cui si ha notizia ufficiale (di cui 6
fatali).

Febbraio
2003

Due casi di H5N1 (di cui 1 fatale) individuati in una
famiglia di Hong Kong rientrata da poco dalla
provincia cinese di Fujian. Un terzo membro della
famiglia è deceduto per seri problemi respiratori
mentre si trovava sulla terraferma, non sono stati
tuttavia prelevati campioni.

La prima ondata

Metà
2003
Il virus H5N1 inizia a manifestarsi in Asia, ma queste epidemie passano
inosservate e non vengono riferite.

Dicembre
2003
Due leopardi e due tigri nutriti con carcasse di polli fresche muoiono
improvvisamente in uno zoo tailandese. Successive analisi identificano il virus
H5N1 in campioni di tessuto. Si tratta del primo caso riferito di influenza in
grado di provocare la malattia e la morte nei felini.

19
dicembre
2003
La Repubblica di Corea riferisce della morte di polli causata dal virus H5N1 in
tre diverse fattorie.

8 gennaio
2004

Il Vietnam riferisce della presenza del virus H5N1 nei polli.

11
gennaio
2004
Il Vietnam identifica nel virus H5N1 il
responsabile di casi umani di gravi
patologie respiratorie con alto tasso di
mortalità. Casi sporadici riferiti fino alla
metà di marzo.

12
gennaio
2004

Il Giappone riferisce di aver identificato il virus H5N1 nei polli.

23
gennaio
La Tailandia riferisce di aver identificato il virus H5N1 nei polli.
La Tailandia riferisce di due casi umani di H5N1 confermati da analisi di
2004 laboratorio. Casi sporadici riferiti fino alla
metà di marzo.

24
gennaio
2004
La Cambogia riferisce di aver identificato il virus H5N1 nei polli.

27
gennaio
2004
La Repubblica democratica popolare del Laos riferisce di aver identificato il
virus H5N1 nei polli.

1 febbraio
2004
Svolte in Vietnam indagini su casi manifestatisi all’inizio di gennaio in una
gruppo di famiglie, non è possibile escludere la possibilità di trasmissione
da uomo a uomo.

2 febbraio
2004
L’Indonesia riferisce di aver identificato il virus H5N1 nei polli.

4 febbraio
2004
La Cina riferisce di aver identificato il virus H5N1 nei polli.

20
febbraio
2004
In Tailandia prove anedottiche confermano l’infezione da H5N1 in
un’unica famiglia di gatti domestici.

18 marzo
2004

In Vietnam, studi di caso di 10 pazienti indicano che lo stretto contatto con polli
infetti è, nella maggior parte dei casi, la fonte principale dell’infezione; tuttavia lo studio conclude che, in due gruppi familiari, non è possibile escludere che
all’interno della famiglia sia avvenuta la trasmissione da uomo a uomo.

Metà
marzo
2004
Si chiude la reportistica dei casi umani.
In totale sono stati riferiti 12 casi in Tailandia (di cui 8 fatali) e 23 casi in
Vietnam (di cui 16 fatali).

La seconda ondata

Giugno/luglio
2004
Cina, Indonesia, Tailandia e Vietnam riferiscono della ricomparsa del virus
H5N1 nei polli.

8 luglio 2004
Studio identifica il genotipo dominante Z nei polli e ritiene possibile che gli uccelli selvatici possano avere un ruolo nella diffusione del virus. Lo studio conclude che il virus H5N1 ha trovato una nuova nicchia ecologica nei polli, ma non si è ancora adattato del tutto a questo ospite.

13 luglio
2004

Studio dimostra che il virus H5N1 è diventato progressivamente più letale per
i mammiferi ed è in grado di uccidere uccelli acquatici, a lungo considerati al
riparo dall’infezione.

Luglio 2004
Studio riporta il caso umano di un’infezione atipica da virus H5N1 in
Tailandia (del marzo 2004) con febbre, diarrea ma nessun sintomo
respiratorio. Lo studio suggerisce che lo spettro clinico dell’infezione
potrebbe essere più ampio di quanto ritenuto fino a questo momento.

23 luglio
2004

Il Giappone, dopo l’esplosione dei primi focolai, annuncia di aver eliminato la
malattia sul nascere; il paese è ritenuto dall’Oie (Organizzazione mondiale per la
salute animale) esente dall’infezione.

7 agosto
2004
La Malesia riferisce in merito alla presenza del virus H5N1 nei polli.

12 luglio
2004
Il Vietnam rende noti 3 casi umani, tutti fatali. Le date del ricovero
ospedalier o sono: 19 luglio e 8 agosto.

20 agosto
2004

Ricercatori cinesi riferiscono di iniziali scoperte di infezione da H5N1 nei maiali.
Non esistono prove che indichino che questa ingestione si stia diffondendo,
inoltre le prove sembra abbiano una limitata rilevanza epidemiologica.

2 settembre
2004

Una ricerca dimostra che gatti domestici infettati sperimentalmente con il virus
H5N1 sviluppano la malattia e possono trasmetterla ad altri gatti. Prima di
questo studio, i gatti domestici erano considerati resistenti alle malattie
scatenate da forme influenzali dei virus del ceppo A.

7 settembre
2004
Il Vietnam riferisce di un quarto caso umano fatale .

9 settembre
2004
La Tailandia dà conferma di un caso umano fatale.

21 settembre
2004
La Repubblica di Corea, dopo l’esplosione dei primi focolai, annuncia di
aver eliminato la malattia sul nascere; la Repubblica di Corea viene ritenuta esente dall’infezione dall’Oie (Organizzazione mondiale per la salute animale).

28 settembre
2004
La Tailandia dà conferma di ulteriori due casi umani.

4 ottobre
2004
La Tailandia riferisce di un quarto caso umano.

11 ottobre
2004
Scoppia un’epidemia tra le tigri di uno zoo tailandese; i felini venivano nutriti
con carcasse di pollo. Delle 441 tigri che costituivano la popolazione dello zoo, 147 sono morte o sono state soppresse.

22 ottobre
2004
Giunge conferma della presenza del pericoloso virus H5N1 in 2 aquile
importate illegalmente in Europa (Bruxelles) dalla Tailandia.

25 ottobre 2004
La Tailandia riferisce del quinto e ultimo caso umano della seconda ondata.

29 ottobre
2004

Studio conferma che le anatre selvatiche possono fungere da serbatoi silenti
dell’infezione. Questi volatili espellono grandi quantità del pericoloso virus con le
feci, pur mostrando pochi o nessun segno di malattia.

4 novembre 2004
Non sono stati riportati casi umani. In totale, nella seconda ondata, si contano 5 casi (di cui 4 fatali) in Tailandia, 4 (tutti fatali) in Vietnam.

La terza ondata

Dicembre
2004
Focolai in Indonesia, Tailandia, Vietnam e probabilmente anche in Cambogia e
nella Repubblica Democratica Popolare del Laos.

30
dicembre
2004

Il Vietnam riferisce di un nuovo caso.

3 gennaio
del 2005
La Malesia peninsulare, dopo l’esplosione dei primi focolai, annuncia
di aver eliminato la malattia sul nascere; il paese è ora considerato
dall’Oie (Organizzazione mondiale per la salute animale) privo del virus.

6 gennaio
2005
Il Vietnam riferisce di altri due casi

14
gennaio
2005
Il numero totale dei casi in Vietnam arriva ora a 6. Nel corso dei mesi si
manifestano ulteriori casi sporadici, facendo del Vietnam il paese più colpito.

27
gennaio
2005

Uno studio conclude che, in Tailandia, il 4 settembre una ragazza ha trasmesso il
virus almeno alla madre, provocandone il decesso. Si tratta della prima descrizione pubblicata di un probabile caso di trasmissione da uomo a uomo,
che è sfociata in una grave patologia.

2 febbraio
2005
La Cambogia riferisce del primo caso umano. La vittima è deceduta.

17
febbraio
2005

Uno studio ha identificato retrospettivamente almeno un caso atipico fatale in Vietnam (febbraio 2004), che presentava diarrea e encefalite, sebbene le lastre al torace fossero normali.

29 marzo
2005
La Cambogia riferisce del suo secondo caso fatale.

12 aprile
2005
La Cambogia riferisce del suo terzo caso, 2005 anch’esso fatale.

30 aprile
2005
Nella Cina centrale, gli uccelli selvatici del Lago Qinghai iniziano a morire,
mentre centinaia di migliaia di uccelli migratori stanno convergendo nella
zona. Nelle settimane successive muoiono 6345 uccelli di specie diverse.

4 maggio
2005
La Cambogia riferisce del suo quarto caso, anch’esso fatale.

8 giugno
2004
La Cina riferisce di un focolaio epidemico nei polli nella Regione
autonoma dello Xinjiang.

30 giugno
2005
Un team investigativo dell’Oms non trova prove che il virus H5N1 abbia
accresciuto la propria capacità di trasmissione da uomo a uomo in Vietnam.

6 luglio
2005

Le analisi effettuate sui virus isolati nei tessuti di uccelli morti nel Lago Qinghai
suggeriscono che l’epidemia è stata causata da una nuova variante del virus
H5N1, che potrebbe essere anche più letale per volatili selvatici e topi infettati
a scopo di sperimentazione.

14 luglio
2005

Le analisi effettuate sui virus isolati nei tessuti degli uccelli morti nel Lago
Qinghai dimostrano che la trasmissione è avvenuta tra le oche selvatiche.
Pertanto il virus può essere trasportato lungo le rotte migratorie invernali.

15 luglio
2005

Analisi effettuate su tre zibetti, morti alla fine di giugno in Vietnam, hanno
evidenziato l’esistenza del virus H5N1. È la prima volta che si riscontra la
presenza del virus H5N1 in questa specie. Gli zibetti erano cresciuti in
cattività; la fonte dell’infezione è rimasta sconosciuta.

21 luglio
2005

L’Indonesia riferisce del suo primo caso umano. È probabile che altri due membri della famiglia siano stati infettati, ma non può essere data conferma per
mezzo dalle analisi di laboratorio.
Successive ricerche non sono state in grado di determinare la fonte dell’infezione.

23 luglio
2005

La Russia riferisce di focolai di influenza aviaria; successivamente conferma che i focolai sono dovuti al virus H5N1, trovato in pollame della Siberia occidentale. Nei pressi dei focolai sono stati rinvenuti i corpi di uccelli migratori.

2 agosto
2005

Il Kazakistan riferisce di focolai di influenza aviaria; successivamente
conferma che i focolai sono dovuti al virus H5N1, trovato nei polli di un’area
confinante con la Siberia. Nei pressi dei focolai sono stati rinvenuti i corpi di
uccelli migratori.

5 agosto
2005

Il Vietnam conta al momento 64 casi umani, di cui 21 fatali.

10 agosto
2005
La Cina riferisce di focolai nella Regione autonoma del Tibet.

12 agosto
2005

La Mongolia riferisce della morte di 89 uccelli migratori nei pressi di due laghi.
Il virus H5N1 viene in seguito identificato nei tessuti di questi uccelli.

16
settembre
2005
L’Indonesia dà conferma del suo secondo caso umano.

22
settembre
2005

L’Indonesia dà conferma del suo terzo caso umano.

29
settembre
2005

L’Indonesia dà conferma del suo quarto caso umano.

Uno studio descrive le caratteristiche cliniche del virus H5N1 ed elabora
raccomandazioni per la gestione dei casi.

5 ottobre
2005

Una ricerca effettuata sull’evoluzione umana e animale del virus H5N1 in
circolazione in Asia nel 2005 suggerisce che numerosi aminoacidi situati vicino ai
siti di legame dei recettori stanno subendo una mutazione: alcuni di questi
potrebbero modificare l’antigenicità e la trasmissibilità del virus.

6 ottobre
2005

Uno studio descrive la ricostruzione della virus pandemico del 1918: conclude che si trattava di un virus aviario e scopre alcune similitudini con il virus H5N1.

10 ottobre
2005

L’Indonesia dà conferma del suo quinto caso umano.

13 ottobre
2005
Confermata la presenta del virus H5N1 in Turchia.

15 ottobre
2005

Confermata la presenta del virus H5N1 in Romania.

19 ottobre
2005

La Cina riferisce del primo focolaio nel pollame dall’agosto del 2005. Numerosi
altri focolai vengono individuati e resi noti nelle settimane successive.

20 ottobre
2005

Taiwan, in Cina, riferisce di aver individuato la presenza del virus H5N1
in una nave mercantile che trasportava uccelli canori contrabbandati dalla
terraferma cinese.
La Tailandia riferisce del suo primo caso umano risalente all’8 ottobre del 2004.

23 ottobre
2005
Si riferisce di un pappagallo infetto da virus H5N1 importato in Gran Bretagna.
Tre giorni dopo essere stato sottoposto a quarantena, l’animale muore.

24 ottobre 2005
Tailandia e Indonesia riferiscono di altri casi umani.

26 ottobre
2005
La Croazia dà notizia della presenza delvirus H5N1 in uccelli selvatici trovati
entro i suoi confini.

9 novembre
2005
Il Vietnam riferisce del suo primo caso risalente al luglio del 2005.

16
novembre
2005
La Cina dà notizia dei suoi primi due casi umani.

23
novembre
2005
La Cina riferisce del suo terzo caso umano. Nelle settimane successive la
Cina dà notizia di altri sporadici casi umani.

29
novembre
2005
La Cina riferisce di nuovi focolai nel pollame. Dalla metà di ottobre, 25
focolai sono stati individuati in ben 9 province e vengono eliminati circa 20
milioni di uccelli.

5
dicembre
2005
L’Ucraina riferisce del suo primo focolaio di H5N1 in uccelli domestici.

11
novembre
2005
Il Kuwait individua il virus H5N1 in un fenicottero migratore. Si tratta del
primo caso di influenza aviaria da H5N1 individuato nel Golfo.

27
dicembre
2005
La Turchia riferisce di un ulteriore focolaio nella provincia orientale di
Igdir.

5 gennaio
2006
La Turchia rende noti i suoi primi casi umani. Casi sporadici continuano a
manifestarsi nelle settimane successive, tuttavia l’ondata si arresta rapidamente.

23
gennaio
2006
La Turchia riferisce di focolai in 11 delle 81 province del paese.

30
gennaio
2006
L’Iraq dà notizia del suo primo caso umano.

2 febbraio
2006
L’Iraq riferisce in merito al suo primo focolaio di H5N1. Il virus è stato
individuato nelle popolazioni di volatili da cortile della stessa provincia in cui a
gennaio si sono manifestati i primi due casi umani.

8 febbraio
2006

La Nigeria conferma la presenza del virus H5N1 nei polli. Si tratta della
prima scoperta del virus in Africa.

9 febbraio
2006
L’Azerbaigian conferma la presenza del virus H5N1 in uccelli migratori.

11
febbraio
2006
Bulgaria, Grecia e Italia confermano la presenza del virus H5N1 in uccelli
selvatici (cigni reali).

12
febbraio
2006
La Cina riferisce del suo 12 caso umano (di cui 8 fatali). Molti di questi casi si
sono avuti in aree in cui non erano stati segnalati focolai.
L’Indonesia riferisce del suo 25simo caso umano; di questi 18 sono stati fatali.

14
febbraio
2006
L’Iran dà notizia di uccelli selvatici contagiati dal virus H5N1 (cigni).
L’Austria riferisce di uccelli selvatici contagiati dal virus H5N1 (cigni).
La Germania conferma la presenza del virus H5N1 in uccelli selvatici (cigni).

17
febbraio
2006
L’Egitto conferma la presenza di H5N1 fra pollame domestico.
L’Iraq riporta il suo secondo caso umano.

18
febbraio
2006
L’India conferma la presenza di H5N1 fra pollame domestico.

19
febbraio
2006
La Francia conferma la presenza di H5N1 in una papera selvatica.

21
febbraio
2006
La Malesia conferma la presenza di H5N1 in pollame allo stato brado: un
ritorno della malattia dopo che il Paese era stato considerato libero da gennaio 2005.

Studi sul virus H5N1 indicano che al momento, in alcune zone dell’Asia, si
sono stabilizzati nel pollame sottoclassi virali distinte dal punto di vista genetico
e antigenico. In questa regione, la trasmissione della malattia tra il pollame
sostiene l’endemicità del virus. Nel sud della Cina, il virus H5N1 è stato isolato
in uccelli migratori apparentemente in buona salute: un fatto che indica come
gli uccelli possano portare il virus per distanze anche molto lunghe.

L’Ungheria conferma la presenza di H5N1 in uccelli selvatici (cigni).

25
febbraio
2006
La Slovacchia dà notizia di uccelli selvatici (cigni) contagiati dal virus
H5N1.
La Bosnia-Erzegovina conferma la presenza di H5N1 in cigni selvatici.
La Francia conferma H5N1 in un allevamento di tacchini: si tratta del
primo caso in Europa in pollame domestico.

27
febbraio
2006
La Georgia dà notizia di uccelli selvatici (cigni) contagiati dal virus H5N1.
Il Niger conferma la presenza di H5N1 in pollame domestico.

28
febbraio
2006
La Svezia dà notizia di anatre selvatiche contagiate dal virus H5.
La Germania conferma l’infezione da H5N1 in un gatto domestico ritrovato
morto.

1 marzo
2006
La Svizzera conferma la presenza di H5N1 in un’anatra selvatica.

2 marzo
2006
La Serbia-Montenegro dà notizia di un cigno selvatico contagiato dal virus H5.

13 mar.- (Adnkronos/ats) Due nuovi casi di uccelli selvatici contagiati da H5N1, il virus piu' patogeno dell'influenza aviaria, sono stati confermati in Svizzera: si tratta di un'anatra trovata morta a Steckborn e di una folaga a Feuerthalen (ZH). Sale cosi' a tre il numero di casi di H5N1 confermati nella Confederazione, ha comunicato oggi l'Ufficio federale di veterinaria (UFV).

3 morti per H5N1 in Azerbaijan
BAKU (Azerbaijan) - In Azerbaijan sono morte tre persone a causa del virus H5N1 dell'influenza aviaria. Secondo il vice ministro della Sanita' azero, Abbas Velibeyov, gli esami dell'Organizzazione mondiale della sanita' hanno confermato la diagnosi di influenza aviaria per un sedicenne morto il 10 marzo e una 17enne morta l'8 marzo. Entrambe le vittime provenivano dallo stesso distretto sulla costa del Mar Caspio del Paese. Di un'altra persona non si hanno informazioni. (Agr

Aprile 03.2006

Ulteriore diffusione dell'influenza aviaria in Africa ed Europa


2006-04-03 17:16:59 cri
Il 2 aprile l'epidemia dell'influenza aviaria ha conosciuto una continua diffusione nella regione africana ed europea. Lo stesso giorno, in Egitto e Repubblica Ceca, si sono verificati casi di contagio sia umano che del pollame.

Sempre lo stesso giorno, un funzionario egiziano del Ministero della sanità e della popolazione ha affermato che giorni fa due bambine provenienti dal distretto Kafr el-Sheikh, a nord del Cairo, sono state contagiate dal virus dell'influenza aviaria h5n1 ad alta patogenicità.

04/04/2006 12:21

Roma, 4 apr. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - L'influenza aviaria e' arrivata a Burkina Faso, colpendo un allevamento di polli alla periferia della capitale Ouagadougou. Sale cosi' a cinque il numero dei Paesi africani colpiti dall'H5N1, dopo la Nigeria, il Niger, l'Egitto e il Camerun


5 Aprile 2006


Bruxelles, 5 apr. (Adnkronos/Aki) - La Germania ha informato la Commissione europea della conferma di un focolaio del virus H5N1 dell'influenza aviaria in un allevamento di pollame a Bernsdorf, in Sassonia. Lo rende noto un comunicato diffuso a Bruxelles, in cui si spiega che la presenza del famigerato virus e' stata confermata dal laboratorio nazionale. Adesso, si legge nella nota, verranno eseguiti altri test a livello nazionale e i campioni verranno inviati al laboratorio Ue di Weybridge per ulteriori esami.

7.4.2003
Primo caso di influenza aviaria in Gran Bretagna

Un cigno trovato morto in Scozia è risultato positivo all'H5N1. La carcassa è stata avvistata in acqua vicino a una spiaggia nella regione di Fife nell'est del paese. La donna che ha trovato i resti del cigno teme che il contagio possa essersi esteso ad altri animali

15.4.06
L'allarme influenza aviaria e' scattato anche in Costa D'Avorio, in Africa. E si tratta di un 'doppio warning'. Non solo, infatti, sono stati trovati circa 100 polli morti, a 500 chilometri a est della capitale Abidjan. Ma nella stessa localita' e' avvenuto il ritrovamento anche di cinque carcasse di cani che, secondo alcuni, potrebbero essere morti dopo aver mangiato qualcuno dei polli uccisi dal virus H5N1.












1 Hien TT et al. Avian influenza A (H5N1) in 10 patients in Vietnam. N Engl J Med, 2004,
350:1179–88.
2 Li KS et al. Genesis of a highly pathogenic and potentially pandemic influenza virus in
eastern Asia. Nature 2004; 430: 209–213.
3 Chen H et al. The evolution of H5N1 influenza viruses in ducks in southern China. Proc
Natl Acad Sci USA 2004; 101: 10452–57.
4 Apisarnthanarak A et al. Atypical avian influenza (H5N1). Emerg Infect Dis 2004; 10:
1321–24.
5 Verbal report at WHO international consultation.
6 Kuiken T et al. Avian H5N1 influenza in cats. Published online by Science:
www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/1102287
7 Issued (prior to publication) on WHO website: Avian influenza – situation in Asia:
altered role of domestic ducks, 29 October 2004; available online at:
www.who.int/csr/don/2004_10_29/en/index.html
8 Ungchusak K et al. Probable person-to-person transmission of avian influenza A (H5N1).
N Engl J Med 2005; 352:4 333–40.
9 De Jong M et al. Fatal avian influenza A (H5N1) in a child presenting with diarrhea
followed by coma. N Engl J Med 2005; 352:7 686–91.
10 Liu J et al. Highly pathogenic H5N1 influenza virus infection in migratory birds. Science
2005. Published by Science online at:
www.sciencemag.org/cgi/contents/abstract/1115273
11 Chen H et al. H5N1 virus outbreak in migratory waterfowl. Nature 2005; 436: 191–92.
12 Writing Committee of the World Health Organization (WHO) Consultation on Human
Influenza A/H5. N Engl J Med 2005; 353:13 54–65.
13 World Health Organization Global Influenza Program Surveillance Network. Emerg
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14 Taubenberger JK et al. Characterization of the 1918 influenza virus polymerase genes.
Nature 2005; 437: 889–93.
15 Tumpey et al. Characterization of the reconstructed 1918 Spanish influenza pandemic
virus. Science 2005; 310: 77–80.
16 Chen H et al. Establishment of multiple sublineages of H5N1 influenza virus in Asia:
implications for pandemic control. Proc Natl Acad Sci USA 2006; 103: 2845–2850.


[Modificato da psitta 15/04/2006 7.27]

marcongiu
00domenica 12 marzo 2006 20:50
complimenti
Ancora non ti ho fatto i complimenti per questa rubrica che stai curando quotidinamente e che seguo spesso mi tieni aggiornato su tutto quello che "si dice in giro", te li faccio ora, bravo marco rubrica utilissima!

Tutti hanno paura anche a parlarne di questa malattia, alcuni curatori di siti dovrebbero imparare, invece che voler insegnare...

Molti non sanno cos'é l'umiltà.

P.s. complimenti per i cana... che c...!
Sembra che tu abbia fatto goal come Emerson col Werder....

Marco
marco cotti
00lunedì 13 marzo 2006 09:37
grazie marco congiu
grazie marco
nonostante abbia fatto questo lavoro solo per informare senza secondi fini o altro, sono stato accusato di aver sparso "allarmismo", t i ringrazione per quello che mi hai scritt,mi basta, sai so accontentarmi di poco, ribadisco il concetto a me caro: "Sapere è potere" mai avere paura di affrontare problemi che ci riguardano alla luce del sole, il solo scopo di questo lavoro è stato quello di tenere informati chi avesse desiderio di esserlo e nient' altro, si può avere per fortuna l'arbitrio di non leggere ciò che non interessa.... e aggiungo per fortuna....

rimane la raccolta di dati editata, a mio parere utile a comprrenedere come è stata l'evoluzione di questa epidemia che purtroppo ci riguarda e tocca anche i nostri interessi.

Ma sono un inguaribile ottimista, alla fine ne usciremo e bene, le misure prese, l'attenzione dei presidi sanitari e veterinari di affrontare questa emergenza in ogni luogo sul nascere. con rapidità e determinazione fanno fa ben sperare.

Grazie di nuovo a presto

marco cotti
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