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Vagina. Una storia culturale di Naomi Wolf


Un altro libro molto interessante che consiglierei ad ogni donna, ma anche credo che gioverebbe assai a lettori uomini.
Non è uno di quei libri che fanno sognare e zittiscono la mente, ma è un vero proprio saggio.
L'autrice parla della vagina innanzi tutto a livello fisico-biologico-anatomico, e mostra come sia una parte fondamentale del nostro corpo, che condiziona la nostra percezione del piacere, la nostra creatività, la nostra fiducia in noi stesse, la nostra pace interiore, la nostra capacità di aprirci agli altri.
Affronta poi il fatto che i condizionamenti culturali riguardo ad essa condizionano inevitabilmente la nostra percezione di noi stesse e della nostra sessualità. Una parte che mi è piaciuta molto è quella in cui riporta vari nomi con cui ci si riferiva alla vagina nella cultura C'han, negli scritti taoisti e nei testi Tantrici, come "loto d'oro", il "boschetto profumato", la "porta del paradiso", la "perla preziosa", la "porta celeste", il "globo rosso", la "porta di giada", la "valle misteriosa", la "porta del mistero", il "tesoro"; Naomi Wolf ci invita a immaginare come sarebbe stata diversa la nostra vita se fossimo vissute in culture in cui la nostra vagina è chiamata così e non con tutti i nomi volgari o banali o stupidi o eufemistici che si usano correntemente.
Parla del fatto che la vagina ha una "memoria" e che quindi tende a "chiudersi" quando si trova in situazioni negative, fastidiose, violente o altro, e che in seguito tutte le volte che qualcosa "le ricorderà" questo reagirà nella stessa maniera. Alla luce di questo fatto, lo stupro e qualsiasi atto deliberato contro le donne, dal far sesso quando non ne hanno voglia alla semplice mano che ci sfiora contro il nostro consenso, dal più semplice al più grave, risulta ancora peggiore, poiché la vagina tende a ricordare e quindi a reagire e rivivere in base a ciò che ha già esperito.
L'ultima parte intitolata "le anchelle della Dea" parla dell'esperienza vissuta dall'autrice durante un seminario di massaggio tantrico alla vagina, degli insegnamenti e delle conclusioni che ne ha potuto trarre. Le anchelle della Dea sono quegli atti, condizioni e situazione che aiutano la donna e la vagina ad essere liberamente sé stesse e a provare piacere (questa parte in particolare sarebbe altamente istruttiva per gli uomini).

Insomma, se vi capita leggetelo, lo trovo una valida integrazione a testi come I monologhi della vagina, Il piacere è sacro, ma anche a Le società matriarcali, Il Calice e la Spada, Il Corpo della Dea, Mestruazioni e tutti quei testi che parlano di donne con una decisa sfumatura improntata al femminismo, all'azione, al qui ed ora alla luce del passato e del futuro.




Omnia vincit amor et nos cedamus amori.
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