Elvis è quasi dipendente dallo studio della Bibbia, della religione mistica, della numerologia, dei fenomeni psichici e della credenza nella vita dopo la morte. Crede fermamente di avere i poteri di guarigione psichica tramite l'imposizione delle mani. Crede che lui si reincarnerà. Crede di avere la forza di volontà per spostare le nuvole nell'aria ed è anche convinto che ci siano esseri su altri pianeti. Crede fermamente di essere un profeta destinato a condurre, designato da Dio per un ruolo speciale nella vita.
Se queste cose dovessero sembrare bizzarre, Sonny West, Red West e Dave Hebler, che hanno passato con lui mote ore a discutere di religione e filosofia, credono fermamente che Elvis abbia davvero grandi poteri di controllo.
"Crede che ci sia stato un piano generale da parte di Dio nel nel selezionarlo per il suo fantastico successo" dice Red. "Anche se sembra un po' stravagante, ci ho spesso pensato e mi sento di affermare che ci sia qualcosa di vero: come può accadere che un ragazzino magro nato da una famiglia povera di Tupelo, Mississippi, diventi improvvisamente il nome più conosciuto al mondo? Perché ha in mano tutte queste fortune e ha milioni di persone che lo amano? Non sono eccessivamente religioso, ma io dico che forse tutto ciò era predestinato. Fu come una sorta di magia il fatto che Elvis e il Colonnello si siano messi insieme: sembrava fosse causato dal destino. Mi sono spesso sentito come se fossi nell'aura di un essere umano molto speciale. Elvis crede sinceramente di essere un profeta e noi eravamo i suoi discepoli. Esige una fedeltà fanatica. Ci sono state volte in cui ho sentito che Elvis rasentava la pazzia, ma guardate la lealtà che gli abbiamo dato: ci siamo rotti la schiena per lui. Abbiamo rischiato le nostre vite per lui. Elvis aveva certamente del potere su di noi, aveva il mio controllo, lo ammetto. Non lo facevamo per i soldi, perché non abbiamo mai ottenuto molto. Non lo facevamo per le donne, perché le avevamo avute tutte e siamo tutti sposati. Non l'abbiamo fatto per l'eccitazione, perché eravamo tutti un po' vecchi per quel quel tipo di cose. Mi ha fatto andare a fare telefonate per far uccidere Mike Stone ma io sono un assassino, ma avrei rotto braccia e gambe per lui. Mi ha davvero influenzato. Se avessi avuto una lite con lui, questo mi faceva talmente arrabbiare che uscivo per andare a fare una rissa e prendere a calci in culo qualcuno. Era pazzesco, ma lo facevo. Poteva farci piangere, e riusciva a farci pregare per lui quando pensavamo che si stesse facendo del male da solo. Era così".
Tutti e tre gli uomini credono che in un altro tempo Presley avrebbe potuto essere un grande evangelista o persino un politico.
Dave Hebler racconta: "Ho visto manipolare le folle come se fosse Hitler. Era strano, amico".
Il fascino di Presley per la morte e la vita nell'aldilà, forse scatenata dalla morte di sua madre, confina con lo spaventosamente bizzarro. La sua perdita fu così grande che, per alleviare il dolore, credeva che lei fosse tornata in un'altra vita.
"Lui crede nella reincarnazione, ma non per tutti" dice Sonny "Crede che solo le persone forti che dimostrano di avere potere sulla terra si reincarneranno. Diceva spesso: 'Se sei abbastanza potente sulla terra e sei abbastanza forte, tornerai. Le persone deboli non possono tornare dalla morte. Solo le persone forti".
Il suo fascino per i cadaveri umani era assolutamente terrificante.
Red ricorda: "C'era un tipo molto simpatico, un poliziotto di Memphis che diventò ispettore. Il suo nome era Woodward. Beh, ha avuto un vero interesse paterno per Elvis fin da quando aveva appena lasciato la scuola. Erano molto amici. Nel 1961, il buon vecchio morì. Sono sicuro che Elvis era triste ma sai cosa fece, amico? Guardò un becchino imbalsamare il suo amico Woodward. Te lo immagini? Qualcuno che guarda qualcun altro che affetta il corpo di un amico. Elvis poteva raccontare dettagli sull'imbalsamazione che avrebbero impressionato un medico. Conosceva tutti i termini giusti e ci diceva come un corpo viene dissanguato e il sangue viene tolto e sostituito dal liquido per l'imbalsamazione. Mi faceva star male".
"C'erano anche altre cose strane. Quando era ai funerali, si comportava nel modo più strano. Non sto parlando del funerale di sua madre perché era veramente a pezzi. Ma anche molto tempo fa, nel 1964, quando morì Dewey Phillips, il disc jockey; beh, Elvis era al funerale di Dewey, e improvvisamente gli venne un attacco di risate. Rideva a crepapelle. L'ho visto altre volte volte iniziare a fare battute".
Le esperienze di Sonny West con Presley erano ancora più bizzarre. "Amava fare questi dannati viaggi attraverso i cimiteri", dice Sonny. "Ci diceva che lo faceva per vedere se riuscivamo a spaventarci. Si fermò su una strada buia con Red e camminò per un bel pezzo con REd per quella strada buia.... Ma la cosa peggiore di tutte erano i suoi viaggi alle pompe funebri: era solito tornare dove sua madre fu sepolta, in Union Avenue a Memphis ma ci andava alle tre del mattino e girava intorno alle lastre guardando tutti i corpi imbalsamati. Mi spaventava a morte".
Una sera del 1972 Presley, come era sua abitudine, affittò il Memphian Theater per vedere un film. Sonny racconta: "Elvis ama i film dell'orrore. Così quella sera guardammo una di quelle pellicole e questa deve avergli fatto pensare parecchio: Linda Thompson era presente questa sera. Alle tre del mattino salimmo in macchina e improvvisamente Elvis disse: "Andiamo giù a Union Avenue".
Ci fermiamo davanti alle pompe funebri, andiamo sul retro ed Elvis ci fa strada come se stesse andando al cinema. Alle tre del del mattino la porta era spalancata così io, Elvis e Linda entrammo ed incredibilmente non vediamo nessuno. Elvis si aggirava tranquillo, alla ricarca delle porte di alcuni uffici: alcune erano chiuse ma altre erano aperte. Io ero pronto per prendere la mia pistola perché avevo paura che qualche tizio della sicurezza arrivasse e, vedendoci, ci potesse scambiare per dei rapinatori
o qualcosa del genere. Ad un certo momento entrammo in una grande stanza piena di teste che spuntavano da sotto le lenzuola: erano corpi inclinati verso l'alto, quindi eravamo nella dannata sala d'imbalsamazione. Io ero inorridito anche se questo era apparentemente ciò che Elvis stava cercando ed era soddisfatto di aver trovato la stanza che stava cercando. Iniziò a parlarci di come le persone vengono imbalsamate, sollevando le lenzuola per guardare i corpi, riferendoci di tutti i rpodotti cosmetici che i becchini usano con le persone che hanno incidenti. Poi ci mostrò le varie vene, come si dissangua un corpo, dove i cadaveri erano tagliati e i relativi punti che tengono insieme il corpo. Poi ci portò in un'altra stanza e continuò a sollevare le lenzuola indicando varie cose che erano state fatte ai corpi".
"Beh, io stavo impazzendo: innanzitutto ero convinto che una guardia sarebbe entrata ed avesse cominciato a spararci addosso perché eravamo in un obitorio alle tre del mattino... Una maledetta follia".
"Linda Thompson sembrava molto interessata. Siamo stati lì per circa quarantacinque minuti, e non si vide nessuno".
Dave Hebler dice che Elvis dimostra lo stesso interessa per la nascita. Dave stava accompagnando Elvis, Linda Thompson e Dick Grob, un'altra guardia del corpo ed ex poliziotto di Palm Springs, ad un film nella primavera del 1975.
"Stavamo andando al Memphian per una proiezione privata. Linda raccontò che suo fratello Sam Thompson e sua moglie Louise avevano appena avuto un un bambino e improvvisamente, all'una di notte, Elvis decide di andare a vedere il neonato. Una volta dentro l'ospedale, scateniamo il putiferio: le infermiere abbandonao i pazienti ovunque, rincorrendo Elvis per avere il suo autografo. Anche se era contro le regole fare visita a qualcuno all'una di notte, Elvis irretisce l'infermiera che ci porta dalla madre, Louise, che esce dalla camera e chiama subito suo marito Sam per unirsi alla festa. In seguito arrivarono i genitori di Linda assieme ai medici e alle infermiere".
"Ad un certo punto, Elvis vide alcuni dottori e infermiere che portavano una donna su una barella, mentre urlava di dolore siccome era in fase di travaglio. Elvis fermò i dottori che la stavano portando in sala parto ed iniziò a parlare con la signora. Elvis le mette le mani sulla pancia, iniziando a dire in una specie di modo mistico: 'Ora, ecco, non farà più male. Non farà più male. Tutto andrà bene. Non ti farà più male".
"Tutto questo potrebbe sembrare piuttosto ridicolo per una donna in travaglio, ma la cosa divertente è che lei rispondeva 'Hai ragione, il dolore è sparito, hai ragione'. Subito dopo Elvis chiese al dottore: "Posso entrare in sala parto? Non ho mai visto nascere un bambino. Voglio vedere la vita". Beh, i dottori alla fine hanno detto di no, ma stavano pensando di lasciarlo entrare dietro le insistenze della neo-mamma..."
Sonny West afferma che Presley è convinto di avere il potere di guarire le persone con la sola imposizione delle sue mani, anche grazie la loro forza e al potere di concentrazione dell'interessato.
Red racconta: "Dai tempi in cui giocavo a football, ho sempre avuto un male dannato alla schiena e, a volte, la parte superiore del collo mi fa impazzire. Beh, dopo un po' ho imparato a non lamentarmi quando ero con Elvis, perché sapevo cosa sarebbe successo. Ogni volta che lui era a conoscenza del mio dolore, mi chiedeva di sedermi davanti a lui, quindi si stendeva sulle mani, dicendomi continuamente che il dolore sarebbe andato via, che stava tirando fuori il dolore. 'Sta andando via, Red, il dolore sta
andando via. Sta passando, Red. Starai bene'. "Io dicevo: 'Sì, capo, ti sento'. Poi gli dicevo, 'Diavolo, amico, hai ragione. Il dolore se n'è andato. È fantastico. Se n'è andato davvero".
"Mi faceva uno di quei piccoli sorrisi segreti che dicevano al mondo che lui aveva questi poteri, e se ne andava soddisfatto di sé. A me, comunque, la schiena e il collo mi facevano ancora un male cane. Era un caso in cui non volevo dirgli che si stava prendendo in giro da solo perché aveva davvero le migliori intenzioni".
A Vail, durante una vacanza di Presley, tutti i ragazzi erano sulle piste alle tre del mattino, a cazzeggiare. "Eravamo su quelle motoslitte", dice Sonny. "Beh, Dean, figlio del Dr. Nick, era con noi. Viaggiava spesso con la squadra e ci aiutava in vari modi: era un ragazzo davvero simpatico. Beh, eravamo su queste slitte e in qualche modo quella di Dean andò fuori controllo, colpendo una staccionata. Lui si fece male male alla gamba e pensavamo fosse rotta perché provava molto dolore. Lo riportammo allo chalet facendolo sdraiare mentre gemeva dal dolore. Ed ecco che arrivò il vecchio guaritore sensitivo Elvis: cominciò a stendere le mani e ad afferrare la gamba ed il povero Dean stava quasi per svenire dal dolore. Ma Elvis era convinto di fare passare il male alla gamba... Per fortuna non si era fratturata perché se lo fosse stato, lo scherzo di Elvis avrebbe potuto peggiorare la situazione".
"Quando Elvis seppe da un medico che la gamba non era rotta, fece uno di quei sorrisi soddisfatti da sapientone e disse: 'Lo so, non è rotta. Ora è a posto". Si stava prendendo il merito per il fatto che la gamba non fosse rotta".
Dave Hebler, che ha un senso dell'umorismo cinico, a volte trovava difficile non ridere di Elvis. Come gli altri, lo assecondava ma era sempre in lotta con la sua risata. "Amico, mi ricordo un giorno nella casa di Palm Springs a Chino Canyon Road", dice Dave. "Faceva un caldo infernale, più di cento gradi
[Fahrenheit, ovviamente. Corrispondono ad oltre 38°C, n.d.t]. All'improvviso, Elvis volle andare nella zona dello shopping e venne seguito dai ragazzi. C'erano altri quattro o cinque ragazzi. Elvis stava parlando del potere della metafisica, anche se non sono sicuro che conoscesse la vera definizione della parola. Il cielo era limpido, senza nessuna nuvola, tranne una molto lontana che si stava facendo gli affari suoi. Improvvisamente Elvis grida: 'Ferma la macchina. Voglio mostrarti quello che intendo, Dave. Ora vedi quella nuvola? Ti mostrerò quali sono i miei poteri. Voglio che tutti voi guardiate. Tutti voi, guardate quella nuvola".
"Beh, tutti noi guardiamo quella dannata nuvoletta lassù come un branco di capre. C'era un caldo asfissiante ma, nonostante questo, facevo fatica a non scoppiare a ridere. Beh, dopo circa dieci minuti, grazie a Dio, quella dannata cosa si è un po' dissipata. Voglio dire, se si guarda una singola nuvola, comunque dopo dieci minuti, si muoverà o si dissiperà in qualche misura. Ho salvato la giornata notandolo per primo e, siccome non volevo morire di disidratazione, dissi: 'Cavolo, Elvis, hai ragione. Guarda, si sta spostando'. Era proprio la cosa giusta da dire. Il vecchio Elvis mi fece uno di quei piccoli sorrisi sornioni che signifivava che l'aveva fatto di nuovo. 'Lo so, l'ho spostato lo so, l'ho spostato", disse. Poi ce ne andammo".
Red West, forse perché ha visto il miracolo dell'ascesa di Elvis fin dall'inizio, non è così cinico come Dave. Egli ricorda di aver guidato attraverso il deserto in una roulotte Dodge che Presley aveva comprato.
"Fu subito dopo aver girato il film Wild in the Country: c'era anche Larry Geller, il suo parrucchiere, che era uno dei migliori e più costosi di Hollywood. Fu Larry che per primo interessò Elvis a molti libri sui fenomeni psichici. Lui ne era appassionato. Comunque, stavamo tornando in macchina dall'Arizona. A quei tempi molti di noi seguivano Elvis nel prendere quelle dannate anfetamine solo per tenerci su di giri. Ma, lo giuro, quel giorno non avevo preso nulla. Stavamo discutendo di alcune di queste cose psichiche ed Elvis parlava di come credeva di essere destinato a fare qualcosa di molto grande nella sua vita, a parte lo show business. Ero d'accordo con lui. Improvvisamente, solo per mostrarmi di cosa sta parlando, dice 'Aspetta, Red, ferma la roulotte. Guarda lassù, vedi cosa intendo?' Guardai in alto e vidi una formazione di nuvole giganti e, non so se sia stata un'autosuggestione o cosa, ma questa formazione di nuvole aveva la forma di due teste. Una era Elvis Presley e una era Joseph
Stalin. Non so se sia stata la mia immaginazione, ma so cosa ho visto molto chiaramente. Elvis Presley e Joseph Stalin. Gli dissi, molto sinceramente: 'Sì, certo, capo, capisco cosa vuoi dire". E non ho intenzione di dire che credo in molte di quelle cose. Alcune sono pura follia, ma ci sono troppe cose inspiegabili per respingerle completamente".
Elvis Presley sapeva che Red sentiva suo il controllo e spessogli scriveva una sorta di lettere paterne contenenti consigli e filosofie psichiche. A volte dettava tali lettere a Linda Thompson e le faceva consegnare a Red di persona. Red ne ricorda una in particolare perché, dice, "ti mostra come lui doveva essere la figura dominante. Non si accontentava di lasciare che il suo status di show-business parlasse da solo. Doveva avere il controllo. Voi eravate i suoi sudditi, facevate quello che diceva. Ci chiamava persino discepoli".
"Questo si collega all'incidente di Mike Stone", aggiunge Sonny, "Io pensavo che stesse cercando di convincermi a uccidere Mike Stone e a mettere la pistola nella mia mano. Pensavo che stesse cercando di sopraffare la mia mente".
Sonny dice che quando Presley parlava dei suoi poteri, diceva che il dolore veniva trasferito alle sue dita ed è per questo che aveva l'abilità di curare con le mani. Presley, che è stato cresciuto nella First Assembly Church of God, conosce la Bibbia estremamente bene. Egli era solito stare seduto con le gambe incrociate in stile yoga e leggeva tutti i ragazzi presenti e alle loro ragazze per ore. Altre volte mescolava gli insegnamenti della Bibbia con la filosofia. Il suo libro preferito era Voice, che Sonny dice essere uno dei tanti libri di filosofia molto complicata che Presley ha sempre con sé.
"Ma Elvis spesso si alza durante i suoi spettacoli e legge queste cose al pubblico", dice Sonny "Una sera al Riviera Hotel di Las Vegas, salì sul palco e fermò un'intera performance".
Don Rickles era in piena attività con il suo "insulto". Rickles decise di presentare Presley, che era tra le quinte. Sonny ricorda che Presley non vedeva l'ora di salire sul palco e quando lo fece, invece di dire un banale "Ciao" al pubblico, cominciò a leggere il libro "Voice" ed insistette che Rickles ne leggesse dei brani. Fu una scena estremamente imbarazzante. Cosa poteva fare Rickles? Non voleva insultare Elvis, così lesse e continuò a leggere finché non guardò Elvis e disse con un sorriso: "Ehi, dove stiamo andando a parare?" Presley lo guardò serissimo, e disse: "Continua a leggere, Don, è molto importante".
Sonny era imbarazzato per Elvis: "Gesù, fui molto contento quando terminòla lettura. Il pubblico applaudiva educatamente, ma non sapeva per cosa diavolo stavano applaudendo".
Sonny ricorda come Presley raccontasse ai suoi ragazzi come i suoi poteri andassero al di là della guarigione degli esseri umani. "Diceva", avverma Sonny, "che i suoi poteri potevano essere trasferiti a cespugli e alberi. Aveva questo espediente in cui metteva le mani e le dita su un piccolo cespuglio o una foglia. Poi lui muoveva le mani avanti e indietro con un movimento vibrante. Bene, dopo un po', naturalmente, ci sarebbe stato un movimento nell'aria e il cespuglio o la foglia si muovevano in modo naturale. Per assecondarlo, io stesso mettevo fuori la mano irrigidita e, se la muovevo, la muovevo lentamente. E, naturalmente, non succedeva nulla e dicevo 'Cavolo, capo, non ci riesco. Come hai fatto?' Beh, il vecchio Elvis sorrideva con quel suo sorriso e diceva: "Io posso farlo e anche tu puoi farlo, ma dovrai imparare come si fa".
Non ci stavamo leccando il culo. È solo che lui è così sicuro di questi poteri che sarebbe stato come rovinare il divertimento a qualcuno e noi l'abbiamo solo assecondato. Nessuno di noi avrebbe mai voluto rovinargli la festa".
Dave Hebler racconta: "Ci sono esperti nel campo dei fenomeni psichici. Molte delle loro cose stanno in piedi e sono tentato di crederci un bel po'. Ma con Elvis, mentre io credo a molte delle sue filosofie fatte in casa, è abbastanza ovvio che ha solo una conoscenza molto superficiale di questa roba. La parte ridicola era che lui si spacciavai per un esperto, in particolare in questa faccenda della guarigione. Credo che volesse sinceramente guarire il dolore di qualcuno ma allo stesso tempo stesso tempo cercava di elevarsi al di sopra degli esseri umani ordinari. Aveva una specie di complesso da superuomo".
C'erano volte, dice Sonny, in cui Elvis, a metà di una lettura della Bibbia, si fermava e interpretava, e cambiava le parole. "C'è un passaggio da qualche parte nella Bibbia che menziona che un uomo ricco, se è solo ricco, non può entrare in paradiso. Ebbene, Elvis ha ribaltato la cosa e ci diceva: 'La Bibbia dice che le possibilità di un uomo ricco di entrare in paradiso è come il culo di un cammello che cerca di passare per la cruna dell'ago". Questo non doveva essere divertente. Non dovevamo ridere. Allora lui diceva: "Beh, la Bibbia non la intendeva in quel modo, perché io sono ricco e andrò in paradiso". Noi annuivamo sempre con la testa e d'accordo con lui".
Ciò che davvero faceva a pezzi i ragazzi di Memphis era il modo in cui Elvis predicava. "C'era una volta", dice Sonny, "in una delle sue case, forse a Palm Springs, dove Elvis era vestito di tutto punto, e c'era un periodo in cui portava un bastone. In realtà erano bastoni da spada, e alcuni di essi avevano delle lame in fondo. Comunque, siamo tutti riuniti ed Elvis con questo dannato bastone salta su un tavolino da caffè e comincia a recitare il Sermone sul Monte. Ma il modo in cui lo faceva era un po' diverso da quello della Bibbia. Stava in piedi lassù e teneva le mani in alto per il silenzio, e con una voce da predicatore, urlò verso di noi mentre eravamo seduti con la faccia rivolta verso di lui, "Tutti voi figli di puttana, di pensieri gentili e buone azioni..."
"Ha continuato in questo modo ed è stato davvero divertente. C'era un gruppo di ragazze sedute sul pavimento, e quando videro che non stavamo ridendo, perché lo sapevamo bene, tenevano la faccia dritta come se fossero in chiesa ad ascoltare un sermone. Inizia a parlare di Mosè e dice, con la voce ferma come un predicatore evangelico, 'Mosè, quel Mosè, quel figlio di puttana dai capelli bianchi, scende di corsa da questa grande montagna. I suoi dannati capelli erano diventati bianchi perché aveva visto il Signore e queste cose possono succedere quando si vede il Signore. Venne giù dalla montagna e il modo in cui scese fu che i cespugli in fiamme gli fecero andare il culo verso il basso".
Sonny ricorda che nessuno osava ridere nonostante le situazioni fossero a dir poco bizzarre. Elvis era serio. Sonny ricorda: "Lui non si rende conto che sta dicendo queste cose. La sua mente corre sempre molto veloce e salta avanti al suo discorso e a volte non sa cosa sta dicendo e dice la prima cosa che gli viene in mente. Ogni volta che menzionava Gesù, diceva solo: "Gesù, se la faceva con Maria, lla donna al pozzo, sapete, Maria Maddalena. Non è nella Bibbia ma è vero. Fu lapidata, ma Gesù si prese cura di lei e viaggiarono molto insieme".
Red West ricorda: "Diceva, 'Gesù disse che era vecchio di età e cadde col culo all'indietro nella polvere". Più tardi, ridevamo a crepapelle perché era isterico".
I ragazzi dicono che era affascinato dalle persone intelligenti. "Finché non si metteva in mezzo a tutte quelle stronzate", dice Dave, "aveva una mente molto buona e molto curiosa".
Quando sentiva qualcuno raccontare una storia che lo interessava, l'assorbiva, ci costruiva sopra e la trasformava in un intero monologo.
"Tipico", dice Red, "era un incidente legato alla canzone 'Softly, 'Una sera, dietro le quinte, un tizio disse: 'Conosci la storia di questa canzone?", Elvis si drizzò le orecchie e disse: "No. Pensavo fosse una storia d'amore". Questo tizio gli disse che non era una storia d'amore. Il testo, dice questo tizio, è stato scritto da un uomo morente. "Elvis si mette a pensare a questo. Com'è nel suo stile, spesso parlò al pubblico della canzone che sta per cantare. Così si è inventato questa storia incredibile. L'abbiamo sentita raccontare sul palco così tante volte che abbiamo iniziato a crederci. Saliva lassù e diceva: 'Questa è la storia di un uomo che sta morendo. Era in ospedale e sua moglie era lì con lui. Era seduta con lui per tre giorni e tre notti. Il terzo giorno, si sdraiò accanto a lui e andò a a dormire. Proprio allora quest'uomo si sentì morire. Non voleva che lei lo vedesse morire, così prese un blocco e una matita e scrisse queste parole: "Dolcemente". Poi cantava la canzone".
"Beh, credo che il pubblico se la sia bevuta. Comunque, ho parlato con un tizio che conosceva l'autore della canzone e gli ho raccontato questa storia e mi ha detto: 'Oh, stronzate, è una storia d'amore'. Ma Elvis ancora oggi racconta quella storia sul palco. La sua immaginazione è grande".
Elvis crede fermamente che ci sia vita su altri pianeti. Crede che ci siano dischi volanti e che i visitatori di altri pianeti scendano spesso sulla terra.
"Quando ha iniziato a parlare così", dice Dave Hebler, "non ha mai avuto molte discussioni con me nerl senso che è piuttosto arrogante per noi qui sulla terra, un piccolo pianeta in questo gigantesco universo, pensare di essere gli unici. Quindi ascoltavo molto attentamente le sue idee che spesso andavano d'accordo con le mie".
Sonny West ricorda un momento nel 1966 in cui Elvis credeva che ci fosse una visita dallo spazio. "Per me è ancora un po' un mistero. Eravamo nella sua villa in Perugia Way, Bel Air, sul retro del locale quando improvvisamente Elvis mi disse: 'Lo vedi? Ho guardato in alto e ho potuto vedere questa luce che arrivava attraverso gli alberi'. Elvis era molto molto eccitato e disse: 'È un disco volante'. Non ci feci molto caso. I Pensavo fosse la luce di un aereo e aspettai fino a quando non avessi sentito il rumore del motore. Beh, non ho sentito alcun suono. La luce continuava a venire, e passava attraverso gli alberi, più o meno sopra la casa. La luce scomparve, quasi come fosse scesa nella parte anteriore dell'edificio. Elvis mi disse di tornare in casa e portare Jerry Schilling. Quando io e Jerry Schilling uscimmo, non trovasmmo più Elvis. Per un po' lo cercammo urlando a squarciagola e, finalmente, dopo un po', lo sentimmo gridare: "Sono qui sotto". Era nel vialetto di un'altra casa e stava guardando verso Westwood. "Gli dico: 'Gesù, quella luce mi ha spaventato a morte. I Pensavo che ti avessero preso". Quando l'ho detto, stavo scherzando solo a metà perché credevo di aver visto una specie di disco volante o un fenomeno di qualche tipo che non so spiegare. Lui sorrise e disse: "Verranno, ma non ci faranno del male. Se si mettono in contatto, non dobbiamo avere paura perché non ci faranno del male". Era convinto che ci fosse un disco volante con persone a bordo, e io non so a cosa credere, ma so che ho ho visto qualcosa che non so spiegare. E sono d'accordo con Dave: non posso credere che questa terra sia l'unico pianeta con la vita".
Sonny e Red credono che molto del misticismo di Presley sia iniziato con i sogni di sua madre e di suo padre.
"Come sua madre, che sognava che la sua macchina era in fiamme e aveva ragione, Elvis ci ha raccontato di suo padre che aveva anche lui questi strani sogni e camminava nel sonno, come faceva egli stesso". dice Sonny.
"Ci raccontò di una volta in cui suo padre aveva sognato che la casa bruciava: corse verso il luogo in cui Elvis, che all'epoca aveva tre anni, si trovava, dove stava dormendo. Afferrò il piccolo Elvis, pensando di buttarlo fuori da una finestra per sfuggire alle fiamme. Naturalmente la casa non era in fiamme. Gettò Elvis fuori dal suo lettino,ed Elvis atterrò con il sedere contro il muro".
Red ricorda che una volta l'adolescente Presley camminò nel sonno in strada in mutande. Una ragazza che conosceva lo vide e gridò svegliandolo; quando Elvissi vide lì davanti alla ragazza, era così imbarazzato che corse a nascondersi finché lei non se ne andò. Quando andò per la prima volta all'Hilton International di Las Vegas, c'erano notti in cui stavo sveglio, seduto vicino alla finestra, mentre Elvis dormiva. Rimanevo lì, perché ero spaventata a morte che camminasse nel sonno e saltasse fuori dalla finestra. Ci sono molte cose strane in Elvis, molte cose strane. Ecco perché non credo che sia un essere umano qualunque".
-FINE CAPITOLO 14-