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Grandi Battaglie: Costantinopoli.

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    Stratega Paradox
    Duca
    00 21/03/2004 16:56
    BATTAGLIA DI COSTANTINOPOLI

    Data: 29 MAGGIO 1453
    Luogo: COSTANTINOPOLI (Capitale dell'impero romano d'Oriente)
    Eserciti contro: BIZANTINO e TURCO
    Contesto: I TURCHI AI CONFINI DELL'EUROPA
    Protagonisti:
    COSTANTINO XI PALEOLOGO (Imperatore bizantino)
    GIOVANNI GIUSTINIANI (Capitano di ventura genovese, alleato dei bizantini)
    MAOMETTO II (Sultano turco)

    La battaglia

    Alla battaglia di Costantinopoli, che ebbe il suo epilogo il 29 maggio 1453, ci si arrivò dopo un anno di assedio da parte dei turchi, da quando cioè, il 14 aprile 1452, il sultano Maometto II fece iniziare i lavori per la costruzione di una fortezza militare sulla sponda europea del Bosforo, a pochi chilometri da Costantinopoli.

    Il sogno di Maometto II era quello di conquistare la città per farne la capitale dell'impero ottomano. Anche suo padre, Murad II, aveva tentato in passato la conquista, ma venne respinto.

    Quando l'imperatore Costantino XI succedette nel 1448 a suo fratello Giovanni VIII, Costantinopoli era una città quasi in rovina, abbandonata da metà della popolazione, con scarsi commerci a garantirle la sopravvivenza. Era considerata imprendibile, dato che era circondata da alte e spesse mura, e fino all'avvento di Maometto II aveva saputo respingere molti tentativi di invasione.

    Quando ancor prima del 1453 la situazione si fece seria, Costantino XI si rivolse all'Occidente perché si assumesse l'onere e l'onore di difendere la capitale d'Oriente. Egli offriva, in cambio di truppe e di navi, l'unione delle due Chiese, l'orientale e l'occidentale, che però non convinse i principi della cristianità, sempre divisi da discordie tra di loro.

    Nel marzo del 1453 Maometto II pensò di essere pronto. Intorno a Costantinopoli aveva concentrato un esercito di circa centoventimila uomini. Inoltre poteva contare su centoquarantacinque navi e su potenti artiglierie.

    Di contro, l'imperatore a Costantinopoli disponeva di poco più di seimila sudditi per difendere la capitale. Nonostante che nella città ci fossero anche dei genovesi (che abitavano nel quartiere di Pera) e veneziani, fu evidente che le città madri, Genova e Venezia, non si sarebbero mosse in aiuto dei propri sudditi che si erano stabiliti nell'Impero. Neppure Inghilterra e Francia sarebbero potuti venire in soccorso, in quanto ambedue erano appena uscite dalla guerra dei centanni.

    Soltanto un famoso capitano di ventura genovese, Giovanni Giustiniani, mise a disposizione la propria spada, e un esercito personale di circa mille uomini, al servizio dell'imperatore, accorrendo a Costantinopoli. Era poco per difendere ventidue chilometri di mura dall'assalto di centoventimila musulmani.

    Anche sul mare la differenza numerica delle forze era enorme. Come abbiamo già detto Maometto II disponeva di centoquarantacinque navi, mentre l'imperatore ne aveva a disposizione solamente ventisei, e per la maggior parte in cattivo stato. In quanto alle artiglierie, quelle di Costantino erano vecchie e scarse, mentre il sultano turco possedeva eccellenti e moderni cannoni e, grazie a un tecnico ungherese, aveva costruito un cannone con canna lunga più di otto metri, capace di sparare proiettili da mezza tonnellata a una distanza di oltre un miglio. Un prodigio, per l'epoca.

    Mentre le mura potevano ben reggere, l'imperatore si preoccupò della difesa dal mare e fece tendere una grossa catena da punta Acropolis, limite meridionale del Corno dOro, a Pera, limite a nord.

    Il 6 aprile del 1453 l'esercito ottomano si trovava a solo un chilometro da Costantinopoli e Maometto diede il segnale di inizio dell'assalto.

    La prima mossa del sultano fu quella di mandare avanti la marina. Le sue navi tentarono di forzare il passaggio per entrare nel Corno dOro, ma vennero respinte dal cosiddetto "fuoco greco", frecce incendiarie lanciate da macchine speciali.

    A sollevare il morale dei bizantini, oltre a questo iniziale successo, fu la riuscita, il 20 aprile, da parte di tre navi genovesi e una bizantina nel forzare il blocco ottomano e ad entrare così nel porto di Costantinopoli, dimostrando la possibilità teorica di portare aiuto agli assediati.

    Nella notte tra il 21 e il 22 aprile avvenne la svolta decisiva della battaglia. Maometto II ebbe l'idea di trasferire parte della sua flotta all'interno del porto di Costantinopoli per via di terra, data l'impossibilità di superare l'ostacolo della catena all'ingresso del porto. Un'impresa ciclopica. A poco a poco i turchi riuscirono a trasportare nel Corno d'Oro ben settantadue navi. Le conseguenze per i bizantini che dall'alto delle mura avevano seguito per tutto il tempo l'incredibile manovra, erano chiare: la loro flotta, tagliata fuori; il quartiere era circondato e il tratto di mura da difendere si allungava di quindici chilometri.

    L'attacco decisivo cominciò verso le due del mattino del 29 maggio 1453. I bizantini riuscirono, combattendo con coraggio, a respingere le prime due ondate d'attacco, ma alla terza, il valoroso Giustiniani rimase gravemente ferito e i suoi uomini cominciarono a sbandarsi.

    La sfortuna o il tradimento volle che quella notte una delle porte all'estremità settentrionale delle mura fosse stata lasciata aperta. I musulmani la scoprirono e da quella porta si precipitarono all'interno della città, prendendo alle spalle i difensori. Costantino XI, accortosi di quanto stava succedendo, con la spada in mano e alcuni cavalieri al suo fianco, si precipitò addossò ai turchi. Scomparve nella mischia e solo dopo la battaglia verrà ritrovato il suo corpo, a cui verrà mozzata la testa per essere portata in trionfo dai vincitori.

    Con questo episodio l'assedio ebbe fine. Costantinopoli era conquistata e Maometto II poteva vantare una delle più clamorose vittorie della storia. L'impero romano d'Oriente aveva cessato di esistere.
    Ecco come Franz Babinger, nel libro "Maometto il conquistatore e il suo tempo", ci narra le ultime ore prima dell'assedio finale a Costantinopoli:

    "...Dal 26 maggio in poi si vedevano fino a notte fonda risplendere numerosi fuochi nell'accampamento turco, specialmente presso la Porta di San Romano, dove si trovava il sultano. L'intero esercito fremeva nell'ebbrezza gioiosa della promessa prossima conquista...Le grida e il giubilo del nemico erano così grandi che gli assediati credettero che il cielo stesse per aprirsi.

    In quella terribile notte Giovanni Giustiniani Longo si adoperò senza posa a far chiudere le brecce nelle mura. Vicino alla Porta di San Romano, dove la muraglia era completamente in rovina, egli innalzò per mezzi di fasci di arbusti un nuovo vallo, dietro al quale si trincerò in un fosso. Giustiniani era una vera torre nella battaglia e perciò un bersaglio costante dell'astio dei suoi avversari. La fama del suo coraggio si dice essere arrivata fino al sultano, il quale cercò invano di corromperlo con oro. Ma di fronte alla pietosa condizione delle mura, che crollavano da tutte le parti, tutta la prudenza e la risolutezza del genovese e dei suoi aiutanti fu vana".

    Tratto da "Cronologia"
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    Bleiz Du
    Età: 34
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    Conte
    00 21/03/2004 17:04
    molto bello.....la fine di un'epoca....


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    Ama la verità, lascia che ognuno abbia la propria verità e la verità trionferà.
    Jan Hus

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    Mikon Orod
    Stratega Paradox
    Marchese
    00 21/03/2004 17:23
    Maometto II alle mura della Capitale del Mondo, Gustave Doré.

    [Modificato da Mikon Orod 21/03/2004 17.25]



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    Lord Attilio
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    Barone
    00 08/09/2006 12:56
    Penso che i cristiani hanno prestato molto aiuto a Bisanzio tanto da non mandarli nessun uomo!
    Accorreranno invece in soccorso di Cipro quando l'attacco in europa minacciava i loro interessi!


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    Ciaooooooooooo!