Ma il Vaticano ordina: donne, dovete abortire con dolore ! La chiesa cattolica scatenata contro la Ministra della Salute Livia Turco che vorrebbe ampliare la possibilità ricorrere alla pillola RU 486 per le donne che intendono interrompere la gravidanza
E sulla pillola abortiva l’«Osservatore» attacca la Turco
Il ministro s’era detto favorevole a riprendere i test sulla RU486. Il quotidiano: «è un omicidio a cuor leggero».
• da La Stampa del 24 maggio 2006, pag. 9
di Giacomo Galeazzi
«Sconcerto» in Vaticano per il «via libera» del ministro della Salute alla pillola abortiva. La Ru486 è «un’arma in più per uccidere la vita, un omicidio a cuor leggero».
L’«Osservatore Romano» punta l’indice contro Livia Turco, intenzionata a riprendere la sperimentazione della pillola abortiva. «È sconcertante la premura con la quale i neoministri corrono a dichiarare le loro intenzioni su materie particolarmente delicate - critica il quotidiano della Santa Sede - su tali materie, quantomeno, ci si sente di suggerire un poco di cautela». Se lunedì l’«Osservatore» non esitava a criticare il ministro della Famiglia Rosi Bindi per la sua apertura ai Pacs, stavolta il quotidiano d’Oltretevere attacca la responsabile della Sanità per il suo sì al farmaco che provoca l’aborto, considerato da Livia Turco, «una più sicura alternativa all’interruzione di gravidanza praticata attraverso l’intervento chirurgico». Parole che hanno allertato la Curia. «Nessuna novità scientifica è arrivata rispetto a questo che è diventato ormai un omicidio a cuor leggero.
Si tratta solo di dare alla donna la possibilità di scegliersi l’arma - ribadisce il giornale vaticano -. Semmai un’arma più veloce dà all’omicida la consolazione di non pensarci su più di tanto». A preoccupare le gerarchie ecclesiastiche è il ritorno ai toni delle campagna dello scorso anno pro-Ru486. Per il Vaticano, a minacciare la vita è l’uso di un farmaco che da abortivo si può facilmente trasformare per le sue caratteristiche in contraccettivo. «A poco serve assicurare che la sperimentazione avverrà nello spirito della legge 194 - nota l’Osservatore - ma su temi come questi, invece di esercitare subito la tanto agognata potestà politica, occorrerebbe verificare le diverse sensibilità dei governati».
A sostegno della Turco si schiera la Rosa nel pugno. «L’attacco dell’Osservatore ha un che di grave e di inaudito - protesta il leader radicale Daniele Capezzone - c’è qualcuno Oltretevere che vuole intimidire un ministro come si è già tentato con Rosi Bindi. Aiuteremo Livia Turco a tenere duro e ad andare avanti. E’ necessario che sia disponibile la Ru486 per evitare il trauma dell’aborto chirurgico». Dal centrodestra, però, piovono bordate.
L’Udc ha presentato un’interpellanza per garantire che la sperimentazione della pillola abortiva avvenga nello spirito della legge 194, in assenza di rischi per la salute della donna. «Condividiamo le preoccupazioni dell’Osservatore Romano - afferma il deputato Francesco Giro, responsabile di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico - le esternazioni di Rosi Bindi sui Pacs e di Livia Turco sulla pillola abortiva non sono casuali ma annunciano un blitz del governo su tutte le questioni più controverse». Una strategia d’assalto, quindi, di «una coalizione fortemente eterogenea al suo interno, che per non naufragare ha bisogno di fare in fretta il lavoro sporco per poi procedere con tranquillità al controllo del potere: «La ragione di partito prevale su quella del buon senso e della buona politica». Il ginecologo Silvio Viale, promotore della sperimentazione della Ru486 all’ospedale Sant’Anna di Torino cade dalle nuvole. «Sconcerto del Vaticano per l’apertura di Livia Turco? - si chiede sorpreso - ma l’Organizzazione mondiale della sanità ha inserito la pillola abortiva nella lista dei farmaci essenziali... Dietro lo sconcerto delle gerarchie ecclesiastiche c’è il tentativo di metter sotto tutela lo Stato e il governo, i medici e le donne, al di là della presa di posizione del ministro». Semmai, secondo il professor Viale, la Turco dovrebbe quanto prima consentire la vendita libera, senza prescrizione, della pillola del giorno dopo e non ostacolare l’iter di registrazione della Ru486. «Finalmente si è fatta chiarezza tra le caratteristiche delle due pillole e ci si deve persuadere che non c’è nessun rischio della sperimentazione selvaggia della Ru486», precisa Viale. E i Verdi denunciano una criminalizzazione inaccettabile e gratuita: «L’aborto è un diritto sancito da una legge dello Stato e la pillola abortiva è un metodo per realizzarlo».
Mentre in serata, a Ballarò, D’Alema sul tema spiega: «Non c’è nessuna priorità, c’è una sperimentazione in corso, il ministero non la fermerà».
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